mercoledì 30 dicembre 2020

Te Deum: c'è sempre un buon motivo per ringraziare.

 


Come da tradizione eccomi con l'articolo di fine anno con ringraziamenti, pianificazione e consigli.
Spesso si pensa che pianificare l'anno successivo sia una perdita di tempo, alla fine difficilmente si riuscirà a fare tutto ciò che abbiamo segnato, per cui perché mai dovremmo farlo?
In realtà, lo trovo molto utile se fatto con l'obiettivo di voler pensare al futuro programmando cose positive e realizzabili.
Se si pianifica qualcosa di troppo grande, rischierà veramente di essere qualcosa di irrealizzabile.
Piccoli obiettivi e ben pensati, magari piccoli step per qualcosa di più grande.

Ora passiamo al Te Deum (il mio sarà un po' serio e un po' no).
Per chi non lo sapesse, il Te Deum è un inno di ringraziamento che viene cantato durante la messa la sera del 31 dicembre per ringraziare dell'anno appena passato.
Non mi soffermo sulla storia di questo canto ma a quanto pare è molto antico, si parla della fine del IV secolo intonato anche da Sant'Agostino il giorno del suo battesimo.
E' diviso in 3 parti:
-La prima, fino è una lode trinitaria indirizzata al Padre; molto simile ad un'anafora eucaristica, contenendo il triplice Sanctus. (arriva fino a Paraclitum Spiritum)
-La seconda parte è una lode a Cristo Redentore. (da Tu rex gloriæ a sanguine redemisti)
-L'ultima è un seguito di suppliche e di versetti tratti dal libro dei salmi. (da Salvum fac,)
Comunemente viene cantato a cori alterni: presbitero o celebrante e il popolo. [Qui trovate il testo]

In un anno come questo, ed è quasi scontato dirlo, molti troveranno difficile ringraziare per qualcosa.
Siamo stati tutti messi duramente alla prova tra reclusione, perdita di affetti, limitazioni, perdita del lavoro e quant'altro.
Qui nella bergamasca sapete tutti la situazione, per noi è iniziato tutto il 23 febbraio e se penso che è già passato quasi 1 anno non mi sembra ancora vero.
Da quel giorno moltissime cose sono cambiate e, nonostante tutto, mi sento di  ringraziare per ogni cosa.
Non ringraziare, per me, sarebbe quasi un sacrilegio, perché nonostante questi mesi, sono viva, sono qui che scrivo e vi stresso con i miei lunghi post.

Ma ora alleggeriamo un po' l'atmosfera con il te deum e qualche consiglio.

TE DEUM... c'è sempre un buon motivo per ringraziare.
Ringrazio per tutte le cadute di questi mesi, per ogni volta che ho sentito aridità spirituale, per ogni volta che ho dovuto combattere per mantenere salda la mia fede, per ogni dubbio e tristezza.
Ringrazio il Signore per mio marito, a casa da quel 23 febbraio in smart working (e ringrazio il Signore perché non ho ancora avuto istinti omicidi fino ad ora nonostante siamo insieme da mesi h24, 7 giorni su 7 XD).
Ringrazio per il trio delle meraviglie, averli a casa è stato bello e devo dire che avere un giardino è stata una fortuna assurda, altrimenti sarebbero impazziti.
Ringrazio perché il lockdown mi ha permesso di rendermi conto di quanto fossi una trottola, sempre di corsa senza vivere il momento.
In tutti questi mesi senza relazioni obbligate e senza corse ho messo ben 7 kg e non ho più avuto grossi problemi di salute!!

Ringrazio per tutte le nuove persone che ho conosciuto facendo dirette su instagram, chiacchierando con donne meravigliose che si sono messe in gioco con le mie interviste per "Donne in cammino" e con cui sono rimasta in contatto.
Ringrazio per il tempo dedicato alla preghiera, a scoprire nuovi modi di pregare, per i rosari online a cui ho partecipato, per il corso di canto gregoriano (che poi io nemmeno canto ma lo adoro).
Ringrazio per il mino corso di chitarra, anche se non so ancora suonare ma almeno ho capito dove sono le note.
Ringrazio per la DAD.. no, scherzo.. per la DAD non ringrazio anche se tutto sommato è stato bello seguire i bambini, ma per colpa della DAD ho ripreso in considerazione l'homeschooling e non è cosa buona.. XD (ok, quindi si, ringrazio anche per quella)
Ringrazio perché, nonostante non ami affatto le videochiamate o le telefonate in generale, quella chiamata a settimana con mio padre o con mia madre è stata un piccolo appuntamento fisso che non avevo da tempo.
Ringrazio per aver festeggiato le varie festività scaglionate, è stato tutto più intimo, semplice e più ricco di significato rispetto ad altri anni dove la priorità era il senso del dovere e non la voglia di vedersi.
Ringrazio per il percorso con la nuova psicologa, mi sta aiutando tantissimo sotto ogni aspetto, forse smetterò di sentirmi sbagliata, in difetto e inizierò ad apprezzarmi di più.
Ringrazio per aver scoperto la mia dislessia, ho trovato la risposta a molti problemi del passato.
Ringrazio anche per le persone che mi hanno fatto del male, perché in questo modo mi sono messa in discussione e ho capito che non è sempre colpa mia e che come persona non sono poi cosi male.
Potrei andare avanti ancora ma continuerò sul mio diario di preghiera.

Ora sarebbe il momento dei propositi, ne ho alcuni ma quello che riassume meglio tutto è un brano del Siracide che mi è entrato dritto nel cuore e che vi metterò alla fine.
Un paio però esulano e vorrei esporli qui velocemente...
Primo...vorrei imparare ad essere presente nell'amicizia senza farmi problemi riguardo il "non disturbare" o il non scrivere per non obbligare gli altri a rispondermi, devo lavorarci ancora tanto su questo punto.
Secondo.. vorrei terminare la stesura di almeno 1 dei libri che ho iniziato per pubblicarlo.

Non può mancare la parte "Consigli/Dritte per l'anno nuovo"!!

- Scegli il tuo Santo protettore per l'anno nuovo, affida la tua famiglia e pregalo ogni volta che puoi, oltre ad informarti e leggere ogni cosa si possa trovare su di lui.
Potete pescare un nome da una lista oppure tramite un sito che utilizzo da molti anni, dopo aver pregato avrete il vostro Santo protettore. (CLICCATE QUI)

- Scegliete un Santuario da visitare durante l'anno, informatevi e andateci quando lo ritenete il momento giusto, ne basta uno.

- Cercate di vivere a pieno i Sacramenti, confessione a cadenza regolare.

- Ritagliatevi del tempo per pregare con la vostra famiglia.

- Leggete il vangelo quotidianamente, mentre fate colazione, appena svegli, mentre andate al lavoro (se non utilizzate l'auto), ci sono anche applicazioni comode per poter leggere ovunque appena avete 2 minuti di tempo.

- Iniziate un quaderno di preghiera,  qualche minuto durante la settimana oppure se proprio non avete tempo potete ritagliatevi un appuntamento mensilmente.

- Provate a fare almeno una novena durante l'anno.

- Ringraziate il Signore ogni sera per ciò che avete vissuto in quella giornata.

- A fine anno preparate un te deum di famiglia, ognuno deve trovare almeno 3 motivi per cui ringraziare.

- Divertitevi, scherzate, vivete a pieno ogni giornata.

Ora vi lasci il brano del Siracide che vorrei mi accompagnasse nel 2021:

Tieni conto del momento e guàrdati dal male,
e non avere vergogna di te stesso.
C'è una vergogna che porta al peccato
e c'è una vergogna che porta gloria e grazia.
Non usare riguardi a tuo danno
e non arrossire a tua rovina.
Non astenerti dal parlare quando è necessario
e non nascondere la tua sapienza per bellezza,
poiché dalla parola si riconosce la sapienza
e l'istruzione dai detti della lingua.
Non contrastare la verità,
ma arrossisci della tua ignoranza.
Non vergognarti di confessare i tuoi peccati
e non opporti alla corrente di un fiume.
Non sottometterti a un uomo stolto,
non essere parziale a favore di un potente.
Lotta sino alla morte per la verità,
il Signore Dio combatterà per te.
Non essere arrogante nel tuo linguaggio,
fiacco e indolente nelle opere.
Non essere come un leone nella tua casa
e capriccioso con i tuoi servi.
La tua mano non sia tesa per prendere
e poi chiusa nel restituire.
(Sir 4, 20-31)

Buon fine anno e buon nuovo anno, che il Signore possa sempre essere la vostra principale guida nel quotidiano.

giovedì 24 dicembre 2020

Santi della Vigilia: Cosa c'entrano Adamo ed Eva con il Natale?




Ogni giorno si scoprono cose nuove, soprattutto per chi come me che è stato lontano tanto dalla Chiesa.
Scopro novene, preghiere, Santi e Sante, tradizioni che non sapevo esistessero e certe volte questo può essere vissuto in due modi; il primo in modo pessimista, della serie "non conosco queste cose, allora valgo meno agli occhi di Dio", oppure, il secondo modo più positivo è "wow, ecco qualcosa di nuovo per poter ampliare e arricchire la mia vita di fede".
Ecco, se fino a poco tempo fa adottavo il primo modo, ora voglio il secondo e vorrei che tutti lo adottassero... soprattutto ignorate il primo modo, non viene da Dio.

Comunque... ecco cosa ho scoperto grazie a Giorgia (non mia figlia eh, ma un'amica che collabora con il gruppo di stile di vita e con il calendario di liturgia quotidiana)

Oggi, nel giorno della vigilia di Natale si ricordano Adamo ed Eva....
Cercando "adamo ed eva vigilia di natale" ho poi scoperto che hanno a che vedere anche con l'albero di Natale...
Ebbene si.. 
Nel Medioevo c'era la tradizione degli Adam una Èva Spiele (“giochi di Adamo ed Èva”), nelle chiese alla vigilia di Natale si ricostruiva lo scenario del Paradiso in terra, con tanti alberi da frutta, simboli dell’abbondanza e del mistero della vita. 
Ora però lascio la parola.. o per meglio dire.. la tastiera del pc.. a Giorgia con qualche riflessione e suggerimento.


Questa Vigilia lo sappiamo tutti, sarà diversa da quelle che siamo stati abituati a vivere, per questo non
dobbiamo perdere l’occasione, soprattutto per i nostri bambini, di trasformarla in qualcosa di davvero
speciale, da ricordare davvero per il suo significato e non solo per quello che ci sta capitando in questo
2020.

Mentre leggevo la liturgia del giorno mi sono soffermata sulla Prefazio dove troviamo queste parole:

“È veramente giusto rendere grazie a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo, per il mistero della Vergine Madre.
Dall’antico avversario venne la rovina, dal grembo verginale della figlia di Sion è germinato colui che
ci nutre con il pane degli angeli e sono scaturite per tutto il genere umano la salvezza e la pace.
La grazia che Eva ci tolse ci è ridonata in Maria.
In lei, Madre di tutti gli uomini, la maternità, redenta dal peccato e dalla morte, si apre al dono della
vita nuova. Dove abbondò la colpa, sovrabbonda la tua misericordia in Cristo nostro salvatore.
E noi, nell’attesa della sua venuta, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo l’inno della tua lode:
Santo ...”

Sono andata a curiosare un po’ in giro per approfondire e ho scoperto che proprio oggi, la vigilia di
Natale, si festeggiano Adamo ed Eva
, i nostri progenitori!

Perchè proprio oggi? 
Perchè Gesù che nasce (tra poche ore) è la risposta alla caduta e al peccato.

Qui la nostra proposta per la giornata di oggi:
In un momento “morto” della giornata radunate tutta la famiglia, sul divano, sul lettone, in cucina,
insomma dove più vi piace e aprendo la Bibbia leggete i due passaggi della Genesi (Gen 2,4-3 e 3, 24)
che raccontano la loro storia (mentre facevo un po’ di ricerca ho scoperto che alcune famiglie mettono
in scena una piccola recita familiare dove raccontano questa storia. 
Se lo fate mandateci le foto!!!) e provate a parlare insieme di cosa è andato storto, ascoltare cattivi consigli, hanno mentito, non hanno dato fiducia a Dio, non hanno seguito le regole, si sono dati la colpa a vicenda e a chiedervi “e noi.. come ci comportiamo?"

Eva ha seguito il suo orgoglio e si è fatta influenzare da un “amico” che non aveva a cuore il suo bene.
Adamo ha semplicemente seguito la corrente e non la sua vocazione, il suo essere originale e ha
preferito essere “fotocopia”. 
Sapevano di fare del male e l’hanno fatto comunque, ed invece di cercare di aggiustare (confessare) la situazione, hanno cercato di nasconderla e quando il Signore l’ha scoperto, si sono dati la colpa a vicenda...mamme, vi suona familiare?

Prima di peccare, Adamo ed Eva, vivevano, è il caso di dirlo “da Dio”: vivevano in un paradiso,
disponevano di tutti i beni che Dio aveva dato loro, dovevano seguire solo delle semplici regole per il
loro bene, Dio li aveva anche messi in guardia sulle conseguenze, se fossero andati fuori strada. 
Hanno usato male la loro libertà. 
Dalla loro disubbidienza nel mondo entrarono la morte e il peccato.
La punizione, come giusto che sia, arriva, ma basta leggerla dalla giusta prospettiva per capire che
invece è stata una grazia.
Dio ci ama, come un padre e una madre amano i propri figli, anche davanti alla nostra disobbedienza.
Non ama vederci peccare ma ci lascia la libertà di sbagliare, di cadere, di fallire, ma poi, quando
torniamo, quando risaliamo dopo aver toccato il fondo, quando accettiamo il suo perdono, allora
rifioriamo, diventiamo persone migliori.

Come dicevo all’inizio Gesù che nasce, è la risposta a questa caduta!
Probabilmente fu Giustino (100-165) il primo autore che ricorse al parallelismo Eva-Maria. 
Infatti scriveva: «Il Figlio di Dio si è fatto uomo per mezzo della Vergine, affinché la disobbedienza provocata dal serpente fosse annullata attraverso la stessa via per la quale prese inizio. Come infatti Eva, che era vergine e incorrotta, dopo aver accolto la parola del serpente, partorì disobbedienza e morte, allo stesso modo Maria, la Vergine, avendo ricevuto dall'Angelo Gabriele il buon annuncio che lo Spirito Santo sarebbe disceso su di lei e che la potenza dell'Altissimo l'avrebbe adombrata, concepì fede e gioia, per cui il santo nato da lei sarebbe stato il Figlio di Dio. Perciò rispose: «Mi avvenga secondo la tua parola» (Lc 1,38). Così per mezzo di lei è nato colui a proposito del quale, come abbiamo dimostrato, sono state dettate tante Scritture. Per mezzo di lui Dio abbatte anche il serpente, insieme a quegli angeli e a quegli uomini che sono divenuti simili a lui» (Dialogo con Trifone)

Gesù è il nuovo inizio, la nuova strada, la nuova luce per la nostra vita.
L’Antico Testamento inizia con questa coppia che non capisce la propria vocazione.
Il Nuovo Testamento inizia con una coppia che dice “si” alla propria vocazione. 
Capiscono cosa c’è in gioco: il riscatto dal peccato, la salvezza per tutti.

Buona viglia di Natale.
Cristina e Giorgia

giovedì 17 dicembre 2020

Liturgical living: la liturgia nel quotidiano tra farina e memoriali.




Liturgical Living.

“Liturgical Living”, questa strana parola che sembra non appartenerci, in realtà è molto in voga negli Stati Uniti e devo dire che sta tornando in auge anche in Europa.
Probabilmente ci si sta rendendo conto sempre di più che trasmettere la fede, soprattutto alle nuove generazioni, non passa solo dall’andare a Messa la domenica e dal frequentare il catechismo. 
Spesso il nostro sacerdote specifica che il primo luogo di catechesi deve essere la casa, la famiglia, ed è cosi, senza un'educazione religiosa che parte da casa, diventa difficile capire cosa voglia dire vivere pienamente da cristiani.
Per trasmettere ciò in cui si crede, bisogna dare testimonianza, per farlo non servono grandi cose, si deve partire dal quotidiano.
Varie volte qui nel blog ho dato qualche indicazione per poter aggiungere qualcosa di nuovo per riscoprire cose ormai poco in uso.

E' da questa idea che dovrebbe nascere l’esigenza di vivere qualcosa di universale e allo stesso tempo particolare, ma nelle nostre case, coinvolgendo tutta la famiglia, soprattutto i bambini e ragazzi adattando all'età ogni cosa.
Per poterlo fare dobbiamo prima di tutto capire che vivere la liturgia quotidianamente non è qualcosa solo per consacrati e solo con determinate preghiere.
Possiamo viverla anche preparando un semplice disegno con una pecorella per ricordare Sant'Agnese oppure preparare una rosetta con il prosciutto per ricordare Don Bosco, preparando la cena ebraica il giovedi Santo e molte altre piccole cose.
Non è obbligatorio, ma provare può essere una gran bella scoperta, come dice il tutolo, la liturgia nel quotidiano tra farina e memoriali, ovvero tra un impasto in cucina e una preghiera.
Si, perchè anche colorare un disegno oppure cucinare può diventare preghiera e può avvicinare al Signore.

Per cui ho pensato di condividere qui qualche indicazione per poter fare entrare nella routine la liturgia, non tutta in una volta ma a piccoli passi.
Anche io sto ancora imparando, alcune cose sono nuove, altre invece le ho già sperimentate e ad ogni giro dell'anno aggiungo qualcosa.

Per semplificare il tutto, a fine articolo troverete il link al calendario di liturgia quotidiana creato insieme a 3 amiche, appositamente per queste attività sia ebook che cartaceo, in questo modo è già tutto scritto e pronto per iniziare a gennaio 2021.
Inoltre da gennaio la vivremo insieme anche su instagram.

Ora vedremo alcune idee per iniziare.

La prima cosa da fare è prendere un normale calendario oppure un'agenda e appuntare le basi (che seguono) cosi che possiate avere sott'occhio ogni punto e non rischiate di dimenticarvi.
Va benissimo anche utilizzare i promemoria dello smartphone, anzi, all'inizio è utilissimo, magari impostandoli il giorno prima per poter preparare ciò che vi serve.
Ecco nello specifico:

- Festeggiare gli anniversari di battesimo di ogni membro della famiglia.
(Se non conoscete la data potete chiedere ai vostri genitori o alla parrocchia in cui siete stati battezzati.)
Per l'occasione potete accendere una candela e rinnovare le promesse battesimali (se addirittura avete quella del battesimo potete utilizzare quella).
Inoltre potrete lasciare al festeggiato la scelta per un’attività da fare, oppure potrà scegliere il suo piatto preferito etc.. proprio come se fosse una festa di compleanno.

Festeggiare gli onomastici di ogni membro della famiglia.
Nei giorni precedenti cercate la storia del Santo o della Santa, leggetela nel giorno della ricorrenza.
Se volete fare le cose in grande, il che è sempre gradito, organizzate una piccola merenda speciale in famiglia in ricordo del Santo oppure un'attività che lo possa ricordare.
Preparate dei piatti a tema, ci sono Santi con dei piatti tipici collegati, oppure delle attività particolari da fare nel giorno specifico, in questo modo potrete scoprire cose nuove ogni volta.
(alcune le ho accennate all'inizio)

- Coinvolgete la famiglia, suddividetevi le festività e le ricorrenze, i bambini si potrebbero divertire molto nell'avere un compito specifico e per loro sarebbe un ottimo modo per imparare molte cose.
Sarà scontato dirlo, ma adattate tutto alle età, ad esempio per Sant'Agnese, se il bambino è piccolo potete far scegliere a lui la pecorella e voi la stampate poi fate il lavoro insieme.
Se è grandicello potrà occuparsi direttamente della ricerca della storia del Santo o della festività creando anche un Lapbook (attività che trovo stupenda).

- Soffermatevi sulle festività/tradizioni più conosciute per poi passare piano piano alle altre incorporandole nel vostro quotidiano.
Consiglio di iniziare ad osservare in modo più attento le tradizioni, provando ad avere occhi nuovi per comprenderle e viverle più a fondo come il Mercoledì delle Ceneri (con la tradizionale cenere sul capo, soffermandosi sul significato di quel gesto nella nostra vita), la Settimana Santa (ricreando la cena ebraica, la via crucis etc QUI), Ognissanti (con una merenda a tema), San Nicola (con una bella cioccolata calda e dei biscotti raccontando qualche storia a tema) ecc..
Per Santa Lucia abbiamo preparato i biscotti tutti insieme e colorato un disegno che raffigurava la Santa, i bambini hanno iniziato a chiedere il perchè del velo, degli occhi etc.. è stato molto interessante. (lascio la ricetta a fine articolo)

- Preparare il proprio Te Deum a fine anno, oppure crearne anche uno di famiglia come vostra libera tradizione.

- La domenica organizzate un bel pranzo in famiglia, è un giorno di festa e spesso ce lo dimentichiamo sopraffatti dai troppi impegni.

Tutti i venerdi dell'anno (con alcune eccezioni), digiunate o fate penitenza come durante la quaresima. 

Le Solennità scandiscono l'anno liturgico essendo i giorni più importanti. 
Possiamo dire che sono giorni santi in cui c’è l’obbligo di andare a Messa e variano di Paese in Paese, ma che possono essere vissuti in modo molto più concreto, vivo e profondo.
[Ricordatevi che se una Solennità ricade il venerdì, non è richiesto l'astenersi dalla carne, di conseguenza si può fare un atto di penitenza diverso.]

- Non limitatevi a "subìre" la solennità o la festività ma cercate di viverla a pieno preparandovi qualche giorno prima cosi da essere preparati, ecco perchè è importante segnare le ricorrenze in anticipo, va bene anche mese per mese.

Riscoprire tradizioni che sono state lasciate un po da parte, ad esempio... 
- le quattro tempora.

Cosa sono?
Le Quattro Tempora (in origine erano tre) sono quattro distinti periodi di tre giorni (mercoledì, venerdì e sabato) di una stessa settimana destinati al digiuno e alla preghiera.
Cadono fra la terza e la quarta domenica di Avvento (Inverno) , fra la prima e la seconda domenica di Quaresima (primavera), fra Pentecoste e la festa della Santissima Trinità (estate) e generalmente la settimana seguente l'Esaltazione della Santa Croce (autunno).
Praticamente sono collegate al cambio delle stagioni per cui al ciclo naturale.
La Chiesa prescriveva il digiuno in tutti i giorni delle Quattro Tempora e l'astinenza in ogni venerdì, e i fedeli sono invitati a confessarsi. 
Questa regola non è scomparsa, ed è tutt'ora seguita dai fedeli che lo desiderano.
Per essere corretti viene seguita in particolare da coloro che osservano il calendario liturgico del 1962.
[Scriverò un articolo specifico sulle quattro tempora per spiegarle singolarmente]

Come potete vedere di occasioni ce ne sono tantissime, da cose più solenni a quelle più leggere e semplici con biscotti e dei disegni.
Non lasciatevi spaventare dalla quantità di cose che si possono fare, iniziate piano piano, fare una selezione non è nulla di male ma può essere un grosso aiuto per capire cosa fa per voi.
Se volete provare potete seguire i post e storie di instagram (Stile di vita di una folle donna cattolica) dove metto moltissime cose inoltre è stato creato un account legato proprio al calendario liturgico "Vivere la liturgia" (potete seguirmi entrambi)

Per qualsiasi domanda, dubbio o suggerimento potete scrivermi in privato nei vari canali social.
Buon cammino.
Un abbraccio




giovedì 3 dicembre 2020

L'attesa; in cammino attraverso il Fìat di Maria.



"Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la vita che a Lui conduce. Una duplice via: quella dell'esempio e dell'intercessione." (Lumen Gentium 58, Paolo VI).

Secondo Don Ezio Bolis, che proprio ieri ha tenuto una splendida catechesi in parrocchia, senza nulla togliere a Maggio, dicembre è il mese mariano per eccellenza, poiché si cammina con Maria fino al girono in cui dà alla luce Gesù.

Abbiamo appena iniziato questo cammino fatto di attesa che ci porterà al giorno in cui ricordiamo la nascita di Gesù, un avvenimento fuori dal comune perché colui che sta per venire al mondo non è un bambino qualsiasi ma il Figlio di Dio.
Questa è l'occasione perfetta per camminare con Lei.

Quante volte in occasione dell'avvento ho cercato percorsi particolari da poter fare ogni giorno per vivere a pieno questo cammino, magari qualcosa di molto impegnativo per poi ritrovarmi ad aver assimilato poco o nulla nonostante la costanza.
Cercavo chissà cosa per poi rendermi conto con il tempo che la catechesi migliore la potevo trovare nella contemplazione di Maria, dal suo "sì" in poi, Fiat, "si compia in me secondo la tua parola".

Lei che è stata la discepola per eccellenza di Gesù, Lei che ci prende per mano per portarci da Lui, Lei che, come dice Paolo VI nel "Marialis cultus", è la Vergine in ascolto, in preghiera e offerente.
Chi, se non Lei può guidarci in questo percorso di attesa?!

Sono estremamente legata alla figura di Maria, è stata Lei (insieme a Giovanni Paolo II) ad avermi ri-portata tra le braccia di Gesù ed è stato proprio attraverso la maternità.
Per questo mi sono soffermata a riflettere sulla condizione di Maria, provando a pensare a ciò che poteva aver provato durante la sua attesa, nelle ultime settimane di gravidanza e soprattutto nel momento in cui si è resa conto che stava per donare la vita a Gesù.

Ripenso alla gioia quando ho saputo di essere in attesa e penso a Maria, a come Lei ha vissuto quell'annuncio, cosi diverso, speciale e fuori dal normale.
Spesso noi, benché la gravidanza possa essere tanto sperata, ci ritroviamo smarrite, non sappiamo cosa fare, ci facciamo anche prendere dall'ansia (colpa degli ormoni XD ).
Chissà cosa ha pensato Maria dentro di sé quando ha detto il suo "SI" all'Angelo dell'annuncio, probabilmente al suo posto non avrei proferito parola, anzi, sarei scappata... Lei invece no, Lei sta lì, ascolta e pronuncia il suo Fìat, non un semplice "sì", un "SI" convinto, di gioia o almeno cosi l'ho immaginato ascoltando la catechesi ieri.

Noi ci facciamo tanti problemi per trovare il modo di dare la notizia a nostro marito, magari con una sorpresa, un biglietto, una telefonata, qualsiasi cosa pur di rendere speciale quel momento..
Chissà Maria cosa ha provato quando si è resa conto di dover dare a Giuseppe questa notizia, quasi surreale, difficilissima da spiegare e che per lei avrebbe avuto delle conseguenze non da poco se pensiamo alla Legge di quei tempi.
Si ok, la sua situazione era molto diversa dalla nostra, noi non riceviamo visite di angeli etc, però immagino Maria felice nel dare la notizia a Giuseppe, non sarà stato facile ma si è fidata e fidandosi di Dio sapeva che Giuseppe avrebbe capito, Dio non l'avrebbe lasciata sola.
Ha avuto quella fiducia che spesso a noi manca nel quotidiano, nei momenti di sconforto o di paura, quando in realtà dovremmo avere ancora più fiducia in Lui.

"Provavo a ricordare, ma mi veniva solo un'allegria, una festa per quella nicchia in corpo che mi faceva madre senza aiuto di uomo" 

Poi arriva il momento, le ultime settimane di gravidanza, gli ultimi giorni... le ultime ore... il momento del parto.. ed è allora che si palesano tutte le nostre paure, le nostre insicurezze, le nostre ansie.
Ci sentiamo smarrite, addirittura incapaci (nonostante magari non è il primo figlio).. dimenticandoci quanto in quei momenti possiamo essere immensamente forti, capaci, meravigliose (tra un urlo e l'altro oltre alle minacce al marito ma questa è un'altra cosa).
Chissà Maria come si sarà sentita nel momento in cui si è resa conto che il momento era arrivato.
Nessuno l'ha accolta, nessuno le ha dato un riparo, nessuno l'ha aiutata, erano solo lei e Giuseppe.
Lei, Giuseppe e Dio...
Noi questo spesso lo dimentichiamo... durante la nostra vita, nelle difficoltà, nelle gioie... non siamo mai soli.
Durante la gravidanza, in sala parto non siamo sole, (in alcuni casi c'è nostro marito), ma abbiamo con noi il Signore, c'è Maria... e non è poco!

"La gravidanza è stata un tempo di perfezione all'ombra, la durata di un'asciugatura. Eccomi pronta, argilla con un'anima di ferro: le pietre che volevano scagliarmi si sono frantumate." 

Quando ero in attesa di Mattia, circa un mese prima mi è stato regalato da un'amica un libro dal titolo particolare, "In nome della Madre" di Erri De Luca (narratore non credente affascinato dalla Bibbia e da Gesù), un libro semplice ma intenso che racconta di Maria, di ciò che ha vissuto e provato dall'annuncio fino alla nascita di Gesù.

Questo libro, come specificato nella premessa che si trova nelle prime pagine, non è storia, "Le notizie di Maria provengono dalle pagine di Luca e Matteo. Qui si ingigantisce un dettaglio da loro accennato".
La lettura riporta fatti scritti in chiave personale, immaginati ampliando ciò che di Maria si conosce, sono descritte anche le doglie, che probabilmente Maria non ha avuto etc;
[il parto indolore non è un dogma di fede ma un tema interessante e troverete una parentesi a fine articolo.].
L'ho trovata una lettura piacevole, interessante e che non mette in alcun modo in dubbio la fede e ciò che la riguarda.

Camminiamo con Maria, seguiamola in questi giorni di attesa, lasciamoci guidare dalla Parola e dalle sue azioni perché questa è la strada più genuina per arrivare a Gesù ed essere pronte ad accoglierlo il giorno di Natale.
Pensiamo al suo cammino, a ciò che ha provato, riportiamolo nella nostra vita, nel quotidiano e avviciniamoci a Lei come ad la Madre, la guida, l'esempio, l'intercessione.
Il tutto mentre svolgiamo semplici azioni quotidiane, mentre sistemiamo casa, lavoriamo, ci prendiamo cura degli altri, preghiamo, ci fermiamo un attimo nel silenzio.
Lei si prendeva cura, sistemava casa, riordinava, pregava... non è cosi distante da noi.

Mentre sfogliavo il libro per scrivere questo articolo ho trovato un foglietto con una preghiera speciale che vi riporto qui di seguito, per tutte le donne in attesa e vicine al parto.

Preghiera della gestante. (di Madre Provvidenza)

O Vergine Madre, abbi pietà dei miei dolori.
Sto aspettando un figlio. A Te mi rivolgo.
Voglio essere Madre.

Il parto mi fa paura, ma se credo nella Tua protezione, 
sento che tutto supererò.

Già sogno nelle mie braccia la mia creatura: 
bella, sorridente, che succhia il latte del mio seno. 
Il mio cuore pieno d'amore dovrà alimentarla, giorno per giorno, 
fino a quando mi chiamerà mamma, ed insieme, mano nella mano, cammineremo.

Madonna Santa, dolce Madre mia,
Immacolata Maria, accarezza il mio ventre
perché questa creatura possa nascere bella e sana.

Fin d'ora Ti offro i miei patimenti di quell'ora,
perché un'altra mamma possa partorire con serenità,
e nessuna abbia il coraggio di uccidere suo figlio.

Insegnami Tu poi ad educarlo, a farlo crescere buono,
obbediente. Fin d'ora lo consacro a Te,
perché se io dovessi mancare al suo amore, mi sostituisca Tu, 
SS.ma Madre.
Amen


Questo pezzo lo trovo meraviglioso:
"Fin d'ora Ti offro i miei patimenti di quell'ora,
perché un'altra mamma possa partorire con serenità,
e nessuna abbia il coraggio di uccidere suo figlio."

Offrire i nostri patimenti, la nostra sofferenza, le nostre paure per un'altra mamma, per l'aborto, per chi desidera diventare madre o per chi ha una gravidanza difficile.

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Ecco la parentesi riguardo le doglie di Maria, specifica molto interessante tratta da "Innamorati di Maria":
"Il parto indolore non è dogma di fede, ma una conseguenza logica del dogma della verginità durante il parto. Secondo i santi Padri, Gesù è uscito dal grembo di Maria nel medesimo modo in cui una stella col suo raggio passa il vetro, non lo rompe, ma lo illumina. Per questo i medesimi santi padri dicono che il parto di Gesù avvolse Maria nella luce e nella gioia."

Un abbraccio e buon cammino!

martedì 24 novembre 2020

Le donne dell'annuncio, quella sottomissione che sa di elevazione.



Due letture degli ultimi mesi, una iniziata da poco, l'altra terminata, mi hanno dato tanto e vorrei condividere qualche pensiero oltre ad alcune cose scoperte durante la lettura.
(alla fine del post trovate i riferimenti)

Quando frequentavo il paganesimo era normale parlare di patriarcato sottolineando il ruolo della donna sottomessa ed emarginata, il tutto in chiave estremamente negativa.
Era un modello da "combattere", una radice che andava estirpata dalla società perché dannosa.
Una delle cose che mi avevano attirata del paganesimo era proprio il dualismo Dio-Dea, il ruolo attivo della donna, non solo dell'uomo... una sorta di equilibrio che improvvisamente ritenevo necessario.
La maggior parte delle tradizioni, soprattutto di ramo dualista, seguivano questo equilibrio delle divinità per cui era presente un Dio e una Dea oltre ad innumerevoli archetipi; nonostante ciò, il tarlo del patriarcato portava spessissimo a dare più importanza alla Dea ovvero alla parte femminile (se vogliamo essere pignoli, si riscontrava poi un con conseguente squilibrio).

Oggi nei percorsi politeisti, dualisti etc, si ha una sempre più forte attrazione per la riscoperta del matriarcato (presente in molte culture antiche), una sorta di "Girl Power" in chiave rivisitata, un po' nuova e un po' antica (dipende se trovi quella in modalità femminista repressa o se trovi quella tranquilla non arrabbiata con il mondo).
Un po' nuova perché oggi si tende a estremizzare questa idea di "Potere alle donne" in modo quasi eccessivo, se non estremizzi non combatti; un po' antica perché, per le donne più sagge è fatta silenziosamente, in modo pacato, non urlato.
Quel modo pacato di ridare "potere" alle donne, mi ricorda un po quello della Bibbia, quello di cui molti non ne conoscono l'esistenza, quello che molti non vedono dando per scontato che la donna sia una povera donzella schiava sottomessa senza alcun ruolo, un soprammobile sfruttato quando in realtà non è cosi.

Dobbiamo solo togliere un po' di peso dal cuore e polvere ai pensieri.

In un tempo in cui c'è indignazione per una donna che decide di fare la casalinga oppure che trova normale stirare e stare in cucina per il puro piacere di farlo, vorrei rispolverare la figura della donna di un tempo lontano.
Un tempo in cui nell'immaginario collettivo aveva un ruolo marginale, dove il patriarcato prevaleva e per molti tutto ciò è qualcosa di inaccettabile, ma se guardiamo bene, con occhi nuovi, la donna, nel suo silenzio, nel suo essere marginale, aveva il ruolo più importante di tutti, era la guida per la famiglia, quel punto di riferimento che se tolto rendeva tutto più spento e vuoto.
Per essere importante non è necessario fare rumore, sedere su di un trono, fare un lavoro di prestigio, per essere importante serve ben altro, è saperci essere, saper essere anche senza parlare.

La donna nella Bibbia va osservata attentamente, come si muove, cosa fa, come parla, perché essa trasmette soprattutto dove meglio prega e penso possiate immaginare dove..
Il suo mondo sacro più che il tempio è la casa, eh si, proprio la casa, quel luogo che racchiude le sue gioie e i suoi drammi, dove esercitava ed esercita il ruolo più importante per la famiglia e per se stessa.
In quella sua dimora la figura femminile si staglia con una compostezza, una sacralità e una devozione pari ad una sacerdotessa quando celebra le ricorrenze religiose, quelle importanti nella vita d'Israele, specie la Pasqua.
Allora come oggi, in ogni solennità è lei il personaggio principale che anima la festa.
Provate ad immaginare una festa, una celebrazione senza la donna... senza il suo impegno nel preparare, senza la cura con cui mette ogni cosa nel posto giusto, non sarebbe lo stesso.
Per quanto un uomo possa impegnarsi (in assenza di una figura femminile o in suo aiuto), non potrà mai eguagliare l'essenza femminile.

Ritornando alla Bibbia, è lei che fa vivere la liturgia settimanale dello shabbat (il sabato), un giorno sacro da ritagliare tra le varie faccende domestiche e uno spazio da dedicare al Signore, ringraziandolo per i benefici ricevuti.
Possiamo dire che è il perfetto equilibrio tra Marta e Maria, il fare unito alla preghiera.

In Israele, il sabato la donna non compie azioni speciali, (non serve fare cose straordinarie, ma ordinarie cariche di significato) si serve di piccoli gesti per ricordalo; quei piccoli gesti che fanno la differenza.. pulisce ed illumina la casa, diffonde un'aria di festa, cucina con una cura particolare e ricorda alla famiglia che quel giorno è speciale.
Non solo, accende candele in ogni stanza cosi che la luce si possa diffondere rallegrando la casa in preparazione alla preghiera.

La donna in sintesi rivestiva un ruolo sacro, ricordava (gesto di una premura meravigliosa) la festa con segni particolari: ceri, olio, rami d'ulivo, pulizia della casa, cibi speciali, faceva indossare alla famiglia il "vestito buono", quello che per noi è della domenica (di cui vi ho parlato poco tempo fa), ma la cosa più importante è che, nell'intimità famigliare veniva chiamata "maestra di preghiera"... che onore...

Ad oggi tutto ciò si è quasi perso, si parla, anzi, si urla di emancipazione, di parità dei sessi, del fatto che la donna è sempre stata messa da parte, quando nella realtà dei fatti, la donna è sempre stata silente (peculiarità che trovo assolutamente sublime) ma non per questo marginale.
Secondo la società la donna è realizzata solo se sta fuori casa, solo se sui libri di scuola viene detto che lavora, sia mai dire che sta bene a casa..
Trovo questo estremamente triste e anzi, a mio parere toglie importanza alla donna.
La donna è importante laddove si percepisce la sua essenza.

Riprendendo quanto detto sopra, senza di lei la casa sarebbe stata sterile, vuota, senza calore.
Sarebbe più che mai necessaria un'azione femminile per pregare ancora nella sfera famigliare e sociale, dato il ruolo importante della donna e l'influenza positiva che può esercitare sulle giovani generazioni.

Una frase mi ha colpita particolarmente nel libro "Donne che raccontano di Dio" riguardo questo tema meraviglioso:
 "In un'immagine felice può essere l'isola che si apre all'oceano sconfinato, alla profondità dell'alleanza fedele di Dio per orientare alla fede vera dalla quale scaturiscono il dialogo e l'invocazione"

Nel Nuovo Testamento le donne hanno ruoli speciali, seguono il maestro con fedeltà, non si scoraggiano al rifiuto della gente ne davanti alle persecuzioni o alla morte.
Donne che, quando i discepoli prediletti sono fuggiti, sono rimaste al fianco di Gesù tanto da essere le prime a vederlo dopo la  risurrezione.
Le donne della risurrezione sono mandate dallo stesso Gesù a predicare il Vangelo della gioia e della speranza, le donne che lo ungono, che si prendono cura del suo corpo in silenzio ma che allo stesso tempo svolgono un'azione estremamente importante.
Le donne ci insegnano a credere pregando, ci aiutano a capire il disegno di salvezza, ci aiutano ad avere fede, a pensare che tutto ha un senso..
Ci insegnano a metterci a tavola con i poveri, con gli esclusi, i peccatori per fare in modo di poter comprendere che il Signore è in mezzo a noi sentendo la sua voce che ci chiama, portandoci ad aprire gli occhi.

Paolo scrive:
"Noi siamo dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono" (2Cor 2,15)

In Vangelo ci fa capire la grande importanza delle donne e la loro forte presenza nel messaggio evangelico.

Approfondendo il tema ho scoperto l'esistenza delle Myrofore (o mirofore) che fanno parte della tradizione ortodossa, sono le donne coinvolte nella sepoltura del Cristo e che lo unsero con l'olio profumato, quelle che ricevettero il primo annuncio della Risurrezione di cui vi ho parlato prima.
Solo le portatrici del Verbo, le messaggere della Risurrezione.
Tutt'altro che un ruolo marginale.
Le donne, insieme ai discepoli, saranno chiamate a superare i confini della Terra d'Israele per predicare l'annuncio della Risurrezione ai pagani.

Nella chiesa ortodossa bizantina, la festa delle myrofore è una delle feste liturgiche più importanti in tempo pasquale celebrata la seconda domenica dopo Pasqua per un'intera settimana chiamata "la settimana delle mirofore evangeliste"

C'è una bellissima preghiera a riguardo:
"Le sante donne corsero dietro a te con unguenti, e pur cercandoti come un mortale tra le lacrime, esultanti di gioia, adorarono te, dio vivo, e te annunciarono ai discepoli tuoi, o Cristo, nostro Dio"

Nella tradizione cattolica romana sono invece chiamate "pie donne" e la liturgia latina custodisce ancora l'antico canto con cui si celebra la Pasqua di Risurrezione e accompagna tutta la prima settimana, il "Victimae Pascalis"

Dic nobis Maria, Quid vidisti in via?
Sepulcrum Christi viventis, et gloriam vidi resurgentis,
Angelicos testes, sudarium et vestes.
Surrexit Christus spes mea: praecedet suos in Galilaeam.

["raccontaci, Maria; che hai visto sulla via?" "la tomba del cristo vivente, la gloria del cristo risorto; e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in galilea".

Il mandato femminile ci insegna a vivere nella luce, a servire, a piegarci, ci dà il senso del bello che si può percepire nell'umiliazione, vissuta nell'amore, perché nell'amore l'umiliazione eleva, innalza, non ferisce.
Un abbraccio.


Testi di riferimento:

giovedì 12 novembre 2020

In cammino verso il Natale... tempo prezioso a costo zero.


[Per le precedenti proposte di avvento, trovate tutto in questa sezione "Natale".]

Quest'anno cammineremo settimana dopo settimana verso la capanna di Gesù bambino conoscendo meglio i vari personaggi del presepe.
Ho pensato ad un percorso settimanale per alleggerire un po le cose e per fare in modo che ognuno possa gestirsi in base al proprio tempo a disposizione.
Questo cammino sarà intrapreso grazie ad un personaggio del presepe diverso ogni settimana e ad alcune piccole attività da fare insieme ai bambini.
Potrete decidere se inserire questi personaggi nel vostro calendario dell'avvento oppure utilizzando una scatola o delle buste a parte.
Noi li inseriremo nei sacchetti della domenica del calendario dell'avvento.

[In aggiunta, ogni settimana nel nostro account di podcast, troverete degli audio con una storia per l'avvento letta da noi]

Le attività saranno riadattabili anche per gli adulti meditando i passi collegati ad ogni personaggio, ma lo vedremo alla fine.

Cosa dovete fare?

Ogni settimana presentare ai bambini un personaggio aiutandoli a riflettere sull'aspetto emotivo facendogli delle domande.
Potete ricreare anche una scenetta.
Stampate i personaggi del presepe e colorateli insieme incollandoli di settimana in settimana sul cartellone per formare un presepe a tutti gli effetti una volta arrivati al Natale.

Ora passiamo al concreto con l'occorrente... (sono tutte cose che avrete sicuramente in casa per cui potrà essere un progetto a costo zero oltre che di riciclo catto-green)

Occorrente da suddividere per le settimane:

- Un cartellone (dove comporre il presepe) 
- Un quadernetto (rinominatelo "Il quaderno del Natale") o dei fogli di riciclo per formare il quaderno.
- Forbici
- fogli A3
- colla
- riviste
- matite colorate
- pennarelli
- acquarelli
- pastelli a cera
- personaggi del presepe da colorare.

Per i personaggi del presepe da colorare, potete scegliere quelli che preferite cercando su google oppure li potete scaricare QUI.
Principalmente Maria, Giuseppe, Gesù, i pastori e la stella cometa.

Ora vediamo prima le attività, poi i personaggi, infine una parte di dialogo con i bambini collegata ad una piccola storia di Natale.

Attività*:

- Prima di tutto ritagliate il primo personaggio della settimana (Maria), leggete il trafiletto che trovate di seguito e, mentre colorate insieme, potete parlare di Lei, di come avrà vissuto quel momento etc..(poi la incollerete sul cartellone nella capanna);
- Provate a far riflettere i bambini sull'attualità del Natale, sul fatto che Gesù nasce ancora oggi e per questo potete utilizzare delle riviste;
- Ritagliate abitazioni, persone etc.. ricreando un'ambientazione moderna del presepe nel vostro quadernetto del Natale.
*Questo per ogni settimana e per ogni personaggio del presepe.

Personaggi:

1° settimana MARIA: L'Angelo Gabriele andò da una fanciulla di nome Maria, cugina di Elisabetta.
Maria viveva a Nazareth ed era fidanzata con il falegname Giuseppe.
"Non temere Maria!", disse l'Angelo Gabriele. "Tu hai trovato grazia presso Dio. Avrai un figlio e gli metterai il nome Gesù. Egli sarà grande e Dio dirà che è Suo Figlio".
Maria era stupita e turbata, ma rispose: "Eccomi, sono la serva del Signore. Dio faccia di me come tu hai detto" (Lc 1,26-38)

2° settimana GIUSEPPE: Quando Giuseppe seppe che Maria era incinta, non sapeva cosa pensare. Allora Dio mandò un angelo a dire a Giuseppe in sogno: "Giuseppe, il bambino che lei aspetta è opera dello Spirito Santo. Gli metterai il nome Gesù, perché salverà il suo popolo da tutti i peccati". Allora Giuseppe sposò Maria. (Mt 1,18-25)

3° settimana GESU': Mentre si trovavano a Betlemme, giunse per Maria il tempo di partorire ed essa diede alla luce il suo figlio. Lo avvolse in fasce e lo mise a dormire nella mangiatoia. (Lc 2,6-7)

4° settimana PASTORI: Facevano la guardia al gregge anche di notte. Un angelo apparve loro e li invitò ad andare a Betlemme per vedere il bambino che era appena nato: "E' il Salvatore!". Andarono e "trovarono Maria, Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia". Poi, felici, tornarono al loro lavoro lodando Dio. (Lc 2, 8-20)

5° settimana STELLA COMETA: Maria, Giuseppe e Gesù ricevettero la visita di alcuni sapienti che venivano dall'oriente (Magi). Avevano viaggiato per mesi seguendo una stella lumino e splendida che si fermò sopra la casa dove c'era Gesù. Entrarono, si inginocchiarono e adorarono il bambino, poi gli offrirono i loro doni: oro, incenso e mirra. (Mt 2,1-12)

Storia di Natale

Perché nella grotta c'erano anche il bue e l'asinello?
Mentre Giuseppe e Maria erano in viaggio verso Betlemme, un angelo radunò tutti gli animali per scegliere i più adatti ad aiutare la Santa Famiglia nella stalla.
Per primo, naturalmente, si presentò il leone: "Solo un re è degno di servire il Re del mondo", ruggì, "Io mi piazzerò all'entrata e sbranerò tutti quelli che tenteranno di avvicinarsi al bambino!"
"Sei troppo violento", disse l'angelo.
Subito dopo si avvicinò la volpe. Con aria furba e innocente, insinuò: "Io sono l'animale più adatto. Per il figlio di Dio ruberò tutte le mattine il miele migliore e il latte più profumato. Porterò a Maria e Giuseppe tutti i giorni un belo pollo!".
"Sei troppo disonesta", disse l'angelo.
Tronfio e splendente arrivò il pavone. Sciorinò la sua magnifica ruota color dell'iride: "Io trasformerò quella stalla in una reggia più bella del palazzo di Salomone"
"Sei troppo vanitoso", disse l'angelo.
Passarono, uno dopo l'altro, tanti animali, ciascuno magnificando il proprio dono. Invano. L'angelo non riusciva a trovarne uno che andasse bene. Vide però che l'asino e il bue continuavano a lavorare, con la testa bassa, nel campo di un contadino, nei pressi della grotta.
L'angelo li chiamò: "E voi non avete niente da offrire?".
"Niente", rispose l'asino e afflosciò mestamente le lunghe orecchie, "Noi non abbiamo imparato niente oltre all'umiltà e alla pazienza. Tutto il resto significa solo un supplemento di bastonate!". Ma il bue, timidamente, senza alzare gli occhi, disse: "Però potremmo di tanto in tanto cacciare le mosche on le nostre code".
L'angelo finalmente sorrise: "voi siete quelli giusti!".

Per dialogare con i bambini potete porre delle domande sul racconto come ad esempio "quale animale avresti scelto?" , "cosa avresti fatto per Gesù se l'angelo fosse venuto da te?" e anche questo potete aggiungerlo al vostro quaderno del Natale.

Ps: l'idea del quaderno di Natale andrebbe portata avanti con gli anni, per cui è come se restasse ogni anno una traccia di quel periodo speciale.

Per gli adulti, queste attività sono fattibili apportando qualche semplice modifica, potrete tenere un quaderno del natale/avvento, oppure continuare con il vostro prayer journal.
Inoltre durante l'avvento su instagram e nel gruppo faremo un semplice percorso basato sul vangelo del giorno e una parola chiave che ci accompagnerà quotidianamente.

Per il calendario dell'avvento vi rimando a precedenti articoli che trovate nell'apposita sezione.

Buon cammino!

giovedì 5 novembre 2020

Chiudi gli occhi....e prega per qualcuno.

 



Pregare per gli altri...

Ad agosto sono stata contattata da una ragazza che segue il blog e la pagina, voleva chiedermi di scrivere nel blog come si prega per qualcuno.
Per cui ho iniziato a rifletterci, ma dato che non arrivava nulla di utile ho messo da parte la sua domanda in attesa che potesse arrivare qualche aiuto dai piani alti per rispondere.

Ieri sono andata all'ospedale di Bergamo con due amiche a trovare una mamma con il suo piccolo di 2 anni momentaneamente ricoverato nel reparto trapianti.
Tra una chiacchiera e l'altra la mamma ha detto al figlio "Guarda, è venuta a trovarti una delle zie che ha contribuito a tenerti in vita"....
Questa frase per me ha avuto un impatto molto forte; solitamente viene automatico pensare "non ho fatto niente, ho solo pregato con e come tutte le altre..".
[si era creata un'enorme cordata di preghiera dalla sua nascita.]
Riflettendoci, con le nostre preghiere, un piccolo tassello lo abbiamo messo, e per quanto possa sembrare che non faccia la differenza, per chi riceve preghiere ha un valore immenso.
Sapere di essere supportati e accompagnati con la preghiera anche da chi nemmeno ci conosce ma che ha ascoltato e preso a cuore un nostro appello, rende concreta quell'unione in Cristo che ci rende fratelli e sorelle.

La mente viaggia, pensa e qualcosa arriva ...

Tantissime volte ho chiesto di pregare per me dato che da sola non riuscivo, viene più facile pregare per gli altri piuttosto che per se stessi, probabilmente anche per un fattore mentale con l'idea del sentirsi egoisti pregando per cose personali perché "gli altri ne hanno più bisogno" e pensieri simili..
"Facciamo cosi, io prego per te e tu preghi per me..", in questo modo si instaura un affidamento reciproco non da poco.
Spesso non ci fidiamo delle persone, ma allo stesso tempo ci affidiamo agli altri per pregare, forse dovremmo rivalutare i rapporti con chi ci sta intorno, fare un po di discernimento relazionale.
Senza però dimenticarsi di pregare anche per chi non ci sta simpatico o per chi ci ha fatto del male... fa bene anche a noi stessi.

Come pregare per qualcuno?

Non è una domanda banale soprattutto perché se ce la poniamo significa che la nostra intenzione è seria e l'eventuale richiesta da parte di qualcuno ci sta a cuore.
Pregare è una cosa seria!
Allo stesso tempo posso dire subito che non esiste un modo specifico di pregare per qualcuno.
In realtà è molto meno complicato di ciò che si pensa perché basta una semplice preghiera ricordando la persona interessata.
Si può dire un rosario, un'Ave Maria, un Padre Nostro o una preghiera a cui siamo legati pensando alla persona per cui vogliamo pregare.
Ovviamente non basta una sola volta e poi lasciar perdere, ma ci vuole costanza.
Possiamo includerla in qualsiasi momento senza grossi preamboli, anche mentre passiamo in chiesa ad accendere una candela.

E se mi dimentico?

Se dobbiamo pregare per qualcuno e ci dimentichiamo, (mi è successo un'infinità di volte) non significa che non teniamo a quella persona, semplicemente nel quotidiano ci sono talmente tante cose da fare, appuntamenti da incastrare, distrazioni etc, che diventa quasi normale potersi dimenticare di includere questa o quella persona nelle nostre preghiere.

Per non dimenticarsi.

Ho qualche dritta per non dimenticarsi di pregare per qualcuno quando ci siamo prese l'impegno:

1. Mettere un promemoria sul telefono in un momento in cui sapete che potete pregare, per esempio nell'ora in cui preparate la cena, oppure quando mettete a letto i bambini, o mentre fate colazione.
Appena suona, pregate, non rimandate.

2. Tenete un foglio o una pagina/parte del prayer journal o un quadernetto piccolo dedicato completamente a segnare i nomi e le intenzioni di preghiera.
In questo modo quando avete il vostro momento di preghiera, aprite il quadernetto e ricordate tutte le persone segnate.
Se una si prende spesso questo impegno, l'idea di segnare tutti i nomi è una cosa estremamente utile;  inoltre con il passare del tempo rivedere vecchi appunti vi può far tornare in contatto con persone che non sentivate da tempo per sapere come stanno.

3. Esistono gruppi anche su telegram di preghiera per adozioni spirituali, in questo modo è anche possibile restare aggiornati e pregare anche per chi non conosciamo (e sarà un promemoria automatico).

Creare catene di preghiera.

Create catene di preghiera, che non sono quelle di Sant'Antonio assurde che spesso girano nel web tipo che se non la invii a 10 persone finisci all'inferno.
Mi è capitato più volte di partecipare a questa catene di sorelle e fratelli in Cristo (quelle serie) quando le richieste riguardavano cose molto gravi e urgenti; ognuna sceglieva un orario in cui dire il rosario in base alla propria disponibilità; essendo in tante si riusciva a coprire la giornata o le giornate.
Non dimentichiamoci mai quello che disse Gesù:

"In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro" (Mt 18, 15-20)

Inoltre come scrissi tempo fa, Attenti a quello che chiedete perché vi sarà dato...

La forza della preghiera è qualcosa che spesso sottovalutiamo, ovviamente non è un gettone per ottenere tutto ciò che vogliamo, sia se preghiamo per noi, sia se lo facciamo per gli altri.
La preghiera è quel mezzo che ci lega al Signore, che ci permette di instaurare un rapporto quotidiano e reale con Dio (su questo vi ho già parlato tanto nell'articolo dell'orazione teresiana) e a Dio possiamo anche raccontare e parlare degli altri.

A presto.

venerdì 30 ottobre 2020

Hallows- eve, la Notte di tutti i Santi (idee pratiche)



Hallows-eve, la notte di tutti i Santi, festa con radici cattoliche che ci sono state strappate e che ad oggi credo sia giusto riprendersi.
[avevo scritto un articolo anche lo scorso anno e lo trovate QUI]
Dopo qualche brevissimo riassunto delle basi, vi propongo alcune idee pratiche e concrete per far tornare cattolica questa giornata.

Per chi non sapesse di cosa sto parlando, vi rimando anche ad una diretta (che trovate QUI) a cui ho partecipato qualche giorno fa ospite di CattOnerD con Lucia di Una Penna Spuntata.

In sintesi, Halloween è una festa che ha forti radici cattoliche che ci è stata "portata via" o per lo meno ci è stata strappata da alcune maldicenze da parte del ramo protestante per la prima volta intorno al 1600 per poi dare l'ulteriore colpo di grazia negli anni 80/90 del 1900.
Pensate che esiste anche un messale romano precedente al 1955 che contiene la liturgia legata ad halloween..


Ma per quanto riguarda la parte storica cattolica, è spiegata molto meglio nel video (ok, dura 2 ore e mezza ma potete ascoltarlo mentre fate altro).

Una delle obiezioni più gettonate riguarda la messa in guardia da parte degli esorcisti in merito alla festa etichettata come satanista.

Che dire... hanno ragione! Si, hanno ragione perchè i satanisti in questa festa ne fanno di ogni, sacrifici animali compresi, profanazioni, o semplicemente rituali con invocazioni per cui questa parte esiste ed è reale...
La cosa che però va tenuta da conto è che questa giornata NON E' SOLO SATANISTA (oltretutto loro sfruttano le feste altrui perchè di loro, nel concreto non ne hanno), ma è una giornata anche pagana (e loro fanno cose diverse, senza sacrifici o altro oltretutto loro non festeggiano halloween ma samhain) e soprattutto è una giornata CATTOLICA, la vigilia dei Santi, il giorno che ci prepara a rendere grazie per la comunione dei Santi che prima di noi sono vissuti su questa terra, hanno servito il Signore e ci indicano con la loro vita che è possibile la via per la Santità.

Ricordo quando tempo fa cercai ulteriori approfondimenti in siti storici e del folklore, mi colpì una frase "Halloween è la moderna e anche un po folle espressione dei culti celti" come per dire che ad oggi, tra travestimenti etc, non è rimasto quasi nulla che ricordi quel culto (eccetto la versione pagana ovvero Samahin, ma è un'altra storia)

Ma ora passiamo alla parte pratica.

Come possiamo fare per riprenderci questa festa (oltre all'hashtag #riprendiamocihalloween)?

- Intagliare la zucca con simboli religiosi e preparare qualcosa per i defunti come ha fatto Beatriz:


Questa zucca con la croce illuminata rappresenta la luce di Cristo che vince il buio della morte, la nostra fede e attesa della vita eterna.

Ho visto su instagram una zucca con un rosario intagliato.
[parentesi zucca; la zucca intagliata risale al 1800 circa, prima invece si intagliavano rape e creavano lanterne con le cipolle]
PS: se proprio la zucca non vi piace potete disegnare sulla buccia dei mandarini XD

- Preparare "Dolcetto o versetto?" con dei dolci e caramelle con un'immaginetta dei Santi oppure con un versetto della Bibbia scritto su un foglietto arrotolato attorno alla caramella.

- Fare una bella cena a festa in onore dei Santi e dei defunti, con delle pietanze della vostra tradizione popolare, e come dolce il pan dei morti o fave dei morti (cambia in base alla zona)

- Accendere una candela sul davanzale oppure se avete un piccolo altare religioso in casa, potete aggiungere le foto dei defunti e immagini dei Santi con alcune candele accese.

- Stampare delle immagini dei Santi da far colorare ai bambini oppure esiste online stampabile il memory dei Santi (è in inglese, ve lo mostrerò su instagram)

- Fare dei biscotti a tema, sia a zucca sorridente che con le formine dei santi (se ne trovano online)

- In alcune regioni c'è l'usanza di lasciare in una cesta del cibo per i defunti e l'indomani i bambini nel cesto trovano dei doni.

- C'è chi si traveste da Santo, potrebbe essere interessante rispolverare i martiri in questa occasione XD

Di idee ce ne sono moltissime, e sono tutte coerenti con la nostra fede.

Ora invece vorrei condividere con voi le esperienze di due amiche che hanno seguito tradizioni cattoliche a riguardo.

Giorgia (vive in Austria):
"
Nella mia famiglia è stata mia nonna a tramandarmi alcune tradizioni legate alla festa di Ognissanti partendo dalla vigilia.
Devo dire che da bambina ho intagliato anch'io la zucca, ma invece di fare la faccia spaventosa facevo la bocca rotonda come se cantasse, ci mettevo una candela ed insieme a tutta la famiglia dicevamo una preghiera per i defunti.
Mio padre arrostiva al forno dei semi di zucca che poi avremmo mangiato i giorni seguenti..se ci arrivavano! 

Il giorno di tutti i santi nonna preparava le lasagne e si andava alla Santa Messa.
I dolci erano presi in pasticceria e nel pomeriggio facevamo il "giro dei cimiteri" perché abbiamo i nostri cari in due cimiteri diversi.
Aiutavo mia nonna a pulire e lavare le lapidi e a mettere i fiori nuovi. La osservavo mentre puliva la foto dei genitori, li accarezzava e parlava con loro, raccontando qualche cruccio e affidandogli preghiere per tutta la famiglia.
Vivendo all'estero questa cosa mi manca molto, essendo lontana non posso accompagnare nonna neanche quest'anno.
Però ho una certezza in più: voglio riprendere a fare i dolci della tradizione, voglio riprendere a intagliare la zucca insegnando a Chiara che è una vigilia importante. Che non è una cosa "d'altri tempi" ma fa parte di quello che siamo, coloro che celebrano i Santi e commemorano i propri defunti."

Beatriz (vive a Palermo ma è nata in Inghilterra, per cui ha un'esperienza molto diversa):
"Essendo nata e cresciuta a Londra da genitori spagnoli in una famiglia Cattolica praticante, la mia esperienza di Halloween è sicuramente molto diversa da tanti di voi che state leggendo.
Per noi il 31 Ottobre era una festa, tipo il vostro Carnevale a Febbraio (che gli Inglesi non hanno), ed allora ci travestivamo da streghette, mostri, o anche personaggi di libri, intagliavamo facce buffe sulle zucche insieme a mia madre, e poi appena arrivava mio padre dal lavoro, uscivamo a fare 'Trick or Treating' (dolcetto o scherzetto) dai nostri vicini.
Era un bel modo di conoscere i vicini, gli altri bambini nella via ed ovviamente tornare a casa con un sacco di dolcini; mia madre ci permetteva di mangiarne 3 e poi le nascondeva.
L'indomani, cioè la festa di Tutti I Santi, se ero a scuola, essendo una scuola cattolica di suora, andavamo in cappella per partecipare alla Messa, se invece non avevo scuola andavo a messa con i miei genitori e fratelli. 

Nel 2015, dopo aver avuto la mia prima figlia, Irene, al nostro primo Halloween con lei, cominciò il dibattito con mio marito, uomo siciliano, nato e cresciuto qui a Palermo.
Non aveva mai festeggiato il 31 Ottobre, ed io ovviamente provavo a spiegargli che le origine erano diverse rispetto a quello che solitamente si pensa ecc ecc..
Quest'anno che Irene già ha quasi 6 anni, e Teresa 3, ho voluto introdurre la zucca come tradizione di Halloween, spiegando alle bambine appunto che NON E' una festa di mostri e zombie ma Cristiana nel quale festeggiamo la vigilia di Tutti I Santi...per cui  abbiamo preso una zucca e mio marito ha creato un immagine della Madonna che tiene il bambino piu' simboli Cristiani nella parte dietro. Sicuramente non faremo 'Trick or Treating'.
Aggiungo anche una cosa importante, in fondo le origine sono Cristiane, perchè come ricordo SEMPRE a tutti: Halloween = 'All Hallow's Eve' = La Veglia di Tutti i Santi, ed aggiungo che nel Padre Nostro, che noi recitiamo in Inglese antico ancora oggi, noi diciamo 'HALLOWED be thy name' (sia santificato il tuo nome)."

Spero possa esservi utile tutto questo e spero che potremo un giorno riuscire a tornare realmente alle origini cattoliche di un giorno come questo.

(Noi il 31 festeggiamo Mattia, è il suo compleanno)

Buona vigilia dei Santi!

mercoledì 28 ottobre 2020

L'orazione Teresiana, un intimo rapporto con Dio.

 


"L'orazione a mio parere, non è altro che un intimo rapporto di amicizia, nel quale ci si trattiene spesso da solo a solo con quel Dio da cui ci si sa amati"  (Vita 8,5 Santa Teresa)

Ho scoperto l'orazione teresiana durate il lockdown grazie a Debora, una ragazza che ha frequentato per un po di tempo le Clarisse.
Conoscere la sua esperienza a riguardo, mi ha permesso di poter approfondire questa tipologia di preghiera molto intima e silenziosa tanto efficace e perfetta per il mio modo di vivere la spiritualità in modo interiore.

In sostanza questo tipo di orazione è una preghiera RELAZIONALE e intima che non necessita di formule di preghiera specifiche continue ma la base è la Scrittura.
In questo modo si pratica una la preghiera del cuore secondo Santa Teresa perchè è proprio il cuore che prega.
(riguardo la preghiera del cuore trovate anche questo post)

“Chi l’ha cominciata [l’orazione] non la lasci; e chi non l’ha cominciata, io lo scongiuro per amor di Dio a non privarsi di tanto bene; se persevera io spero nella misericordia di quel Dio che nessuno ha mai preso invano come amico; giacché l’orazione mentale non è altro – per conto mio – che un trattare con amicizia, intrattenendosi molte volte da soli con Chi sappiamo che ci ama” (Vita 8,5).

Essendo legata all'interiorità della relazione, può essere sempre diversa poichè condizionata dall'emotività, per cui ciò che proviamo un giorno con una lettura, il giorno successivo non sarà necessariamente uguale...
Se in quel momento siamo tristi avremo un certo tipo di vissuto mentre se saremo felici, ne avremo uno diverso.
La cosa da fare è orientare tutto verso il TU di Cristo, mettendosi davanti a Lui come in una relazione vera e propria.

Ora entriamo nello specifico di questa pratica:

Cosa serve per fare questo tipo di orazione?
La Bibbia (o solo i vangeli), una candela, un'icona e soprattutto il silenzio.
Se volete, potete utilizzare il vostro diario di preghiera per appuntare ciò che ritenete necessario.
[L'icona aiuta a rimandare al Signore.]

L'orazione permette di andare da me alla scrittura, dalla scrittura alla mia interiorità e nella mia interiorità emerge il TU del Signore, quello con cui dobbiamo metterci in relazione profonda.


Come fare l'orazione o per meglio dire, come nutrirci con questo incontro?
Ci si siede composti e comodi in un luogo tranquillo e possibilmente silenzioso (che con dei figli diventa difficile ma facciamo finta che sia possibile).

Si inizia con il segno della croce fatto piano e in modo consapevole; si procede chiudendo gli occhi e mettendo da parte tutti i nostri problemi e pensieri, come dice Santa Teresa, "Occorre farsi un po di violenza per raccogliersi e contemplare il Signore nel proprio interno (CP 26,8) Non si può parlare con Dio nel medesimo tempo che con il mondo..."

E' possibile fare anche un'invocazione allo Spirito Santo e un breve esame di coscienza per cantare le misericordie del Signore nella nostra vita.

Il passo successivo è tanto importante quanto difficile (non voglio scoraggiarvi ma rendervi consapevoli che raramente si fa in modo cosciente) ovvero, prendere coscienza che Dio, in Gesù, suo figlio, è presente.
Dobbiamo instaurare un rapporto di amicizia con il Signore, per questo ci può aiutare pensare che sia al nostro fianco, realmente in persona vicino a noi.
[Teresa dà molta importanza all'Incarnazione, motivo per cui è presente un'icona]

Oltre all'invocazione allo Spirito Santo, potete recitare anche un Padre Nostro

Poi passiamo alla scelta del brano da leggere; sulla scelta del brano potete decidere voi, oppure utilizzare la lettura del giorno.
Se ne avete il tempo potete aggiungere anche una scrutatio limitandosi alla parte meditativa.

Il brano scelto va letto con calma, cercando di assimilare parola per parola assaporandone il contenuto.
Cercate il punto che più vi colpisce, che sia una parola, più parole o un versetto ripetendolo più volte anche mantenendo gli occhi chiusi.
Cercate di entrare dentro di voi, di percepire la compagnia di Cristo, la sua presenza.

Tutto ciò non è facile, ci saranno tante distrazioni soprattutto all'inizio, la mente andrà altrove, potranno spuntare pensieri, i nostri impegni etc, ma non bisogna demordere, la perseveranza è la strada per poterci riuscire.
Pensare ci porta a parlare a noi stessi, pregare invece ci porta al dialogo con Dio e quella è la strada.

Come detto all'inizio, questa è una preghiera emotiva, per cui "Se siete nella gioia potrete contemplare Cristo risorto, se siete afflitte o nei travagli potete contemplarlo mentre si reca al giardino degli ulivi."

"Anche se doveste fare il peggiore dei peccati, non lasciate mai l'orazione!"

Il Signore può abitare il vuoto che stiamo vivendo soprattutto in questo tempo, fatto di attese, paure, incertezze.
L'orazione non termina nel momento in cui chiudiamo le Scritture e ci congediamo, ma continua costantemente.
Possiamo immaginare che Gesù sia al nostro fianco durante la giornata, durante le nostre normali faccende e occupazioni, in quelle occasioni pensiamo che ci guardi con amore e che possiamo ricambiare questo sguardo.

Essere “da solo a solo” come scritto nella citazione all'inizio di questo articolo, non significa pregare isolato dagli altri, benchè possa sembrare cosi.... soprattutto perchè certe volte ne sentiamo proprio la necessità, (lo stesso Gesù nel corso della sua vita terrena ha dei momenti in cui si deve isolare).
Ma "io e Dio" oppure "tu e Dio" possiamo avere quest’esperienza di intimità anche se ci troviamo in una grande assemblea; quel “solo a Solo” significa che per me, per te... in quel momento, c’è solo Lui e io o tu, non desideriamo altro che staccarci da tutto ciò che non è Lui e che distrae da Lui.

Concludiamo questa preghiera con un'offerta semplice, per la carità verso il fratelli e il prossimo, oppure per delle intenzioni che sappiamo essere necessarie.

Una volta iniziata questa pratica sarà difficile farne a meno.
A presto.

lunedì 21 settembre 2020

"L'abito della festa", una pillola di modestia extra large.

                                        

Ciao a tutte!!
Rieccomi dopo più di un mese di stop, ma se gli impegni sovrastano l'ispirazione, preferisco non scrivere.
Molte di voi conoscono le "Pillole di modestia" che pubblico il venerdi, questa volta ho pensato fosse utile rendere una pillola qualcosa di più.
Il tema riguarda "l'Abito della domenica", quell'abito (oggi semplicemente outfit) che mia nonna chiamava "ol vestit ella festa" ovvero l'abito della festa/domenica.

Come moltissime di voi, sono cresciuta con l'idea che la domenica per andare a messa bisognasse indossare il vestito più bello, quello che non utilizzavi durante la settimana, dedicato alle occasioni speciali.
"Ti sembra il caso di andare in chiesa vestito come se dovessi andare a prendere il pane?", è una delle frasi che ho sentito ancora non troppo tempo fa.
Oggi questa idea è molto meno sentita e quando ne parlo per esempio ai bambini del catechismo mi guardano in modo strano.
(I maschietti, perché le femminucce sono molto più propense ad agghindarsi per queste occasioni).

Un primo appunto da fare riguarda il significato che viene richiamato con "l'abito della festa".
Cerchiamo di non cadere nell'errore di credere che "abito più bello" corrisponda a costoso perché non è affatto così.
L'outfit per la messa deve essere qualcosa di speciale, diverso dal solito e che indossereste per delle occasioni speciali, non nel quotidiano, ma semplice.

Vediamo qualche esempio pratico:

- Per chi come me fosse poco abituata alle gonne, può essere l'occasione giusta per abituarsi ad urilizzarle; 
[rispolverate qualche vecchia gonna o qualche vecchio abito che avete nell'armadio fermo da troppo tempo, per una volta alla settimana ce la potete (anzi, possiamo.. mi ci metto anche io) fare!]














- Per chi mette sempre gonne o abiti, può essere l'occasione per aggiungere un tocco speciale o scegliere un paio di capi solo per la santa messa.

- Se preferite utilizzare jeans per comodità, potete metterli da parte e utilizzare un pantalone elegante.
[Una buona via di mezzo è una bella gonna pantalone; comoda come un pantalone e allo stesso tempo modesta.
Se proprio proprio non potete rinunciare al jeans e alla super comodità, abbinategli una camicia o una maglia elegante con taglio irregolare più lunga dietro e delle sneakers "della festa" magari con qualche dettaglio di luce che le renda meno sportive]



Il vestito può essere abbellito (non troppo) con una spilla oppure una cintura particolare, scarpe eleganti oppure dei comodi stivali, del make-up più curato e degli accessori che magari solitamente non indossate.
[Ne ho parlato nelle pillole di modestia precedenti che trovate sulla pagina e gruppo facebbok, oppure su instagram]
Potete sbizzarrirvi senza eccedere, quel giorno della settimana dedicatevi qualche attimo in più per potervi sistemare e curare per un incontro speciale con il Signore.
Il senso del "vestito della domenica" va ben oltre la semplice idea di abito.
Non è un semplice atto di vanità, altrimenti si rischia di cadere nel peccato e non va bene, sarebbe tutt'altro che modesto.
E' tutto quello che c'è dietro a rendere diverso quel giorno, la preparazione, il curarsi in modo particolare per andare dal Signore.
In modo particolare, non maniacale!

Il curarsi per quell'incontro può essere semplicemente aggiungere un accessorio oppure, se proprio alla tuta non potete rinunciare, mettere la tuta più bella invece di quella tutta sformata. 
(Ecco, se la messa è programmata e non siete in montagna, per una volta evitate di indossare la tuta)
Tutto questo non perché cosi il Signore ci vede più belle, il Signore di certo non guarda a come siamo vestiti per amarci immensamente, anche perché vi avevo già detto tempo fa che l'outfit perfetto è quello fatto di Santità.
E' solo una cosa nostra, un nostro modo per dire che è un evento importante.. 
Per capirci, solitamente non si va ad un matrimonio in tuta, giusto?
Se si va a festeggiare qualcosa che è programmato ci si prepara, ecco, è la stessa cosa.. 

Se poi l'andare a messa è una cosa decisa al momento o non si ha voglia di prepararsi (tante volte mi capita, soprattutto in base all'umore della giornata), allora va bene così; per esempio io tengo sempre un chotky in borsa da mettere prima di entrare in chiesa se improvviso, oppure se non voglio cambiarmi, aggiungo una collana e un rosario da polso.. 
Un piccolo dettaglio può fare una grossa differenza anche solo per lo spirito con cui lo facciamo... sappiamo che quel velo di rossetto o quel bracciale o quella collana, o quella maglietta o gonna l'abbiamo indossata solo per quell'occasione, per il Signore e probabilmente (e capita) se vi cade lo sguardo su quella cosa durante la messa o mentre uscite, vi scapperà un piccolo sorriso.

Tutto sommato l'idea dell'abito della festa è una tradizione che varrebbe la pena rispolverare per un giorno alla settimana, ci aiuta anche a staccare dalla quotidianità.

Vi lascio il link ad un vecchio articolo in cui parlavo proprio degli outfit per la Santa QUI.
A presto!!!


lunedì 10 agosto 2020

Guardaroba capsula: L'essenziale può essere visibile agli occhi.


Qualche tempo fa vi ho parlato delle stagioni dell'armocromia, scoprire i propri colori per fare acquisti mirati cosi da non acquistare capi che poi resteranno nell'armadio perchè "oggi non mi sta bene, lo metto domani...".
Abbiamo capito quali sono i nostri colori per essere sempre splendide anche con una tuta, ma del colore giusto ;) .

Oggi invece voglio parlarvi del GUARDAROBA CAPSULA, un altro metodo per ottimizzare gli acquisti, ridurre gli sprechi e alleggerire le valigie per i vostri viaggi e quelli del resto della famiglia.
L'essenziale (materiale) può essere ben visibile agli occhi, non serve avere troppe cose se inutilizzate, cercate di arrivare all'essenziale e vi sentirete più leggere.
Poi passate all'essenziale spirituale...
L'essenziale è solo che ogni giorno si trovi anzitutto un angolo tranquillo in cui avere un contatto con Dio, come se non ci fosse nient'altro al mondo.》
 — Edith Stein

Ma andiamo per gradi...



Cosa sarà mai un guardaroba capsula?
Nulla di strano, nessun  armadio del futuro o simili, semplicemente è l'idea di creare un guardaroba praticamente perfetto con un numero di capi limitato con l'aggiunta di una caratteristica essenziale, devono esserci capi senza tempo.
Senza tempo non significa vecchi, ma partire da capi essenziali che non passano mai di moda e che si possono usare tutto l’anno, a cui andranno aggiunti altri capi interscambiabili e che variano a seconda della stagione.
Sembra piuttosto semplice.... in teoria, poi nella pratica un po meno.. XD
In sintesi:
-abiti, scarpe e accessori sono limitati a un numero definito e stabilito in partenza;
- i capi sono selezionati per colore, stile e materiale in modo che siano tutti abbinabili tra loro;
- è utilizzabile per un’intera stagione, senza bisogno di fare nuovi acquisti e con la sicurezza di avere l’outfit giusto per ogni occasione.
Dove è nato?
In realtà non è nulla di nuovo, anzi, è una vera e propria tecnica risalente agli anni '70.
L'ideatrice è Susie Faux, nonchè proprietaria della boutique di abbigliamento “Wardrobe” nella Londra degli anni 70.
Successivamente, nel 1985 il guardaroba capsula (considerata una vera filosofia) ha raggiunto la popolarità grazie alla designer Donna Karan, che aveva creato una “collezione capsula” di vestiti da lavoro interscambiabili, chiamata Seven Easy Pieces, in sintesi, sette semplici pezzi per vestirsi senza stress prima di andare a lavorare.
Genialata!!!!

Qual è l'obiettivo del guardaroba capsula?
L'obiettivo è quello di avere outfit per ogni occasione, senza ritrovarsi con un’eccessiva quantità di vestiti che finirebbero per non essere indossati (i classici "lo metto domani...").
Sapere sempre cosa mettersi o cosa far indossare ai figli per la scuola e le varie occasioni e ridurre il tempo passato per cercare cosa indossare.
Vogliamo poi parlare del riscontro a livello economico ed ecologico?
Comprare meno, e meglio, può fare la differenza.

Come si crea?
Come detto all'inizio si deve puntare su capi senza tempo, evergreen facili da abbinare.
Ci sono varie filosofie con idee numeriche ben diverse tra loro, alcune dicono che bastano 10-12 capi (follia!!!), altri 35, altri 50 ma dipende molto anche dallo stile di vita della persone, dal lavoro e dalla quotidianità.
I punti importanti sono 3:

1. INDIVIDUARE LE OCCASIONI.
Una cosa da fare quando si decide di creare un guardaroba capsula è una mappatura precisa delle diverse occasioni che scandiscono la nostra vita, in modo da capire di quali capi di abbigliamento abbiamo bisogno per sentirci sempre a nostro agio.
In questo modo potremo capire di quanti capi avremo bisogno.

2. SELEZIONARE I CAPI GIA' PRESENTI.
Controlla il tuo guardaroba e cerca di capire quali capi tenere e quali no (ne parlerò meglio a fine articolo)

3. GUARDAROBA CAPSULA RIGIDO O FLESSIBILE?
In base al risultato del decluttering del vostro armadio, potete stabilire se non avete nulla da aggiungere oppure dovete rivedere alcuni stili per renderli interscambiabili.

Ecco alcune regole da seguire per scegliere i vostri capi:

*1. FORMA DEL CORPO.

In base alla forma del corpo ci sono vestiti adatti e meno adatti, iniziare selezionando quello adatto a noi e scartando quelli meno adatti riusciremo a fare decluttering e/o acquisti mirati.
Secondo la psicologia, se l’abbigliamento che possediamo è adatto alla nostra figura, siamo più propense a volerlo tenere e indossare spesso evitando di lasciare abiti nell'armadio ad ammuffire.

*2. SCEGLIERE I COLORI ADATTI.
Qui entra in gioco la tecnica delle stagioni dell'armocromia di cui vi avevo parlato in questo articolo.
Trovare i propri colori e, fondamentale, che si abbinino tra loro, rende tutto più semplice.

*3. PUNTA SUL CLASSICO.
Il vantaggio delle forme e fantasie classiche è che sono senza tempo, vanno bene ogni anno e non c'è bisogno di abbandonarli l'anno successivo perchè "Fuori moda".

*4. TESSUTI DI QUALITA'.
Acquistare capi di buona e ottima qualità equivale a farli durare nel tempo senza il rischio che si possano rovinare con i lavaggi, l'utilizzo frequente etc.
Qualità, non quantità!

Ora passiamo ai capi che non possono mai mancare in un guardaroba capsula:
Il tubino (o un abito) nero, adatto ad occasioni importanti ma anche versatile grazie alla possibilità di abbinarci delle sneakers per rendere il tutto meno formale.
Assolutamente non possono mancare una camicia bianca, un blazer nero e 3-4 t-shirt basic, (possibilmente evitando stampe e colori eccessivamente accesi).
Serviranno 2 top adattabili per ogni occasione diversa dalla quotidianità (da mettere sotto capi scollati etc), 2 maglioni dal colore neutro e un paio di jeans comodi, non troppo particolari o elaborati.
Un pantalone nero, meglio se con taglio sartoriale, un bel vestitino da giorno e, se amate le gonne, 2 o 3 modelli che possano adattarsi sia all’ufficio che a una serata fuori.
Se la gonna non fa per voi, potete sostituirla con un’altra tipologia di pantaloni da “multi-occasioni”.
Inoltre non devono mancare un trench e 2-3 modelli di scarpe, sia bassi che con tacco. 
Altro appunto, se il tacco non fa per voi, optate per scarpe differenti tra loro, per garantirvi la possibilità di creare outfit per varie occasioni.

COME INIZIARE? CON IL CAMBIO STAGIONE:
Solitamente è il momento ideale per iniziare a creare il vostro guardaroba capsula.
Guardate uno ad uno i vostri capi e cercate di capire il vostro stile, selezionate quelli che proprio non mettete e regalateli o vendeteli, poi concentratevi su ciò che volete tenere.
Individuate 3 pantaloni, 2 gonne, 2 abiti, 2 magliette, 2 camicie, 3 maglioni e via dicendo, che si abbinino bene tra loro per colori e tessuti.
Ricordate che non sono compresi abbigliamento intimo, pigiami e accessori.

Questo approccio dovrebbe aiutarvi a fare spazio nell’armadio per nuovi e più meditati acquisti, a spendere meno e ad avere un guardaroba che rispecchia davvero il vostro stile, in ogni stagione.
Esistono anche delle app che possono aiutarvi in questo ma non le ho ancora testate per cui vi dirò più avanti.

Sto iniziando a pianificare il mio, per cui vi terrò aggiornate su instagram.