lunedì 30 marzo 2020

Resurrection Eggs: verso la resurrezione giorno per giorno.




Qualche giorno fa grazie ad un commento ho scoperto l'esistenza delle "resurrection eggs" e per capire bene di cosa si trattasse ho fatto svariate ricerche trovando solo materiale in inglese ( ringrazio Bea per l'aiuto nella traduzione).
Leggendo qua e là ho scoperto questa particolare tradizione che ricorda un po l'avvento perchè è possibile aprire un uovo al giorno per 12 giorni fino a Pasqua.
In ogni uovo è presente un pezzetto di vangelo e un oggetto che rappresenta il versetto in modo da poterlo meditare aiutando anche i bambini a comprendere meglio la storia della Pasqua.
Questa attività è incentrata veramente su Cristo invece delle classiche sorprese all'interno degli ovetti di cioccolato.
Alla fine vi dirò come è possibile utilizzarli per raccontare la storia della Pasqua di Gesù.
(Per la storia delle uova di Pasqua vi rimando a questo articolo in cui ne parlo "Uova di Pasqua: storia e tradizione")

L'occorrente è reperibilissimo in casa senza bisogno di fare acquisti specifici, poi se volete esistono i kit già pronti acquistabili online ma credo sia più bello e utile crearlo da soli e con i bambini a casa.
Oggi in realtà i miei non avevano voglia di colorare per cui mi sono divertita da sola, loro si occuperanno di aprirli.

Cosa serve?
- contenitori per uova in cartone (ne ho uniti 2)
- uova di plastica (quelle degli ovetti kinder, inizierò ora a metterle da parte per il prossimo anno)
- (se non avete le uova di plastica potete ricrearli con la carta alluminio utilizzando un uovo come sagoma)
- carta
- penne, colori
- tempere e pennarelli
- Forbici
- oggetti che vi elencherò accanto ai versetti.
- numeri stampabili per numerare le uova.

Procedimento:
Colorate con le tempere i cartoni delle uova, scegliete voi quello che preferite, a noi erano rimasti solo il giallo, rosso e blu, per cui ho optato per giallo e rosso.
Mentre asciuga preparate i versetti e gli oggetti da inserire nelle uova (o contenitori simili);
Ci sono varie versioni, ovvero tanti versetti diversi con annessi oggetti da poter combinare tra loro per cui ogni anno si può modificare o aggiornare a piacimento, questa è la versione che ho scelto per quest'anno.

Uovo 1: Matteo 26,39; oggetto: una coppa piccola (rubata alle barbie)
Uovo 2: Matteo 26, 14-15; oggetto: 3 monete (da 1 cent.)
Uovo 3: Matteo  27,1-2; oggetto: della corda con un nodo
Uovo 4: Matteo 27,24-26; oggetto: un pezzetto di sapone
Uovo 5: Matteo27,28-30; oggetto: pezzetto di stoffa o carta rossa
Uovo 6: Matteo 27,31-32; oggetto: una piccola croce di legno e un chiodo.(l'ho realizzata al momento con degli stuzzicadenti e del filo)
Uovo 7: Matteo 27, 35; oggetto: dei dadi
Uovo 8: Matteo 27, 50-51, 54; oggetto: un sacchetto con della terra
Uovo 9: Matteo 27, 57-59; oggetto: un pezzetto di stoffa o lino bianco
Uovo 10: Matteo 27,60, 65-66; oggetto: una piccola pietra
Uovo 11: Luca 24, 1-3; oggetto: un sacchetto con delle spezie. (ho messo chiodi di garofano e zenzero)
Uovo 12: Matteo 28,6; oggetto: vuoto... come il sepolcro.



Una volta preparato tutto, inserite foglietto e oggetto nell'uovo (o similari), numerate e abbellite la scatola esterna come più preferite.



Come ho detto all'inizio, è possibile utilizzare queste 12 uova per raccontare ogni giorno una piccola parte della storia per cui come un calendario dell'avvento ma pasquale.
Un'alternativa è quella di aprire le uova nella settimana Santa partendo dalla domenica delle palme; in questo caso sarebbe utile mettere nel primo uovo il versetto della domenica delle Palme, in cui c'è l'entrata di Gesù, con una rametto di ulivo, il resto può restare invariato rispetto a sopra.
Altra alternativa, aprire parte delle uova durante la giornata del Venerdi Santo e le successive il sabato e la domenica.
Oppure aprirle tutto in una volta raccontando tutto aprendo le uova una per volta.
Ho letto anche di una caccia al tesoro ma in questo caso preferisco mantenere la tradizione di farla a pasquetta con gli ovetti di cioccolato.
Direi che di alternative ce ne sono, dovete solo trovare quella che preferite e sbizzarrirvi.
Il prossimo anno provvederò anche a preparare dei file stampabili, da allegare qui, per questa volta ho avuto poco tempo per farlo per cui ho optato per scrivere tutto a mano.
Spero possa esservi utile, vi anticipo che nei prossimi giorni arriverà anche un post con alcune indicazioni per vivere al meglio la settimana Santa a casa.
A presto!


domenica 15 marzo 2020

La preghiera, tra consolazione ed intercessione nella solitudine.




Sono giorni che medito su questo articolo, se pubblicarlo o meno, se lasciarlo qui per il futuro o andare avanti; dopo vari giorni mi sono decisa ed eccolo...

Questa quarantena mi sta rendendo troppo seria ma credo sia una cosa inevitabile, quando hai il fiato sul collo da parte di qualcosa che non puoi vedere resti sempre sul "chi va là".
Quando senti il telefono che squilla, la paura che possa essere qualcosa di spiacevole c'è (soprattutto se come me difficilmente ricevete telefonate).
Qui in realtà le cose sono due ma vorrei soffermarmi su una in particolare di cui si parla in continuazione, pure troppo, ma anche questo è inevitabile.
Può colpire chiunque, senza alcuna distinzione, per cui non sai mai a chi può arrivare, se a te, un familiare, un conoscente, un amico, uno sconosciuto...
Indipendentemente dalla categoria di appartenenza, di fronte all'idea che quella persona, se avrà un peggioramento e morirà, lo farà in totale solitudine, spezza il cuore.
Giustamente se la persona rientra nella nostra cerchia il dolore è ancora più forte, è inevitabile, ma sentire le notizie dei morti per questo virus consapevoli della loro solitudine è un colpo al cuore... è inevitabile.
Prima di andare avanti vorrei raccontarvi una cosa personale...

Tra qualche giorno ricorrono 7 anni dalla nascita al cielo di mia nonna Dirce (si, aveva un nome particolare, per intero era Maria Dirce), con lei avevo un legame speciale, per me era una seconda mamma.
Il 23 marzo, era un sabato, era entrata in ospedale per dei controlli di routine, aveva 80 anni, viveva da sola, aveva fatto colazione da sola come sempre, poi mio fratello con mia madre l'avevano portata in ospedale per questi controlli.
L'hanno ricoverata per accertamenti e la sera di quello stesso giorno, per la cena, la imboccavo perchè non era più in grado di mangiare da sola...
Il giorno dopo uguale, ogni tanto si svegliava e ci riconosceva, la sera le parole del medico "è terminale, potrebbe andarsene da un momento all'altro", a mezzanotte ci chiamano perchè stava morendo e alle 2,05 è tornata alla casa del Padre.
Quando ci hanno chiamato perchè stava morendo sono volata in auto fregandomene dei limiti di velocità, sono arrivata in ospedale 10 minuti dopo e sono stata con lei, poi sono arrivati anche mio fratello e mia madre.
Non so cosa sia successo in quelle 36 ore (un pò come i peggioramenti di questo virus) e oramai non mi importa...
Era attaccata ad un respiratore, quelli trasparenti per la respirazione non invasiva che sembrano caschi per gli astronauti (quelli che utilizzano per questo virus), sento ancora il rumore di quel macchinario, ed era immobile.
Mi sono attaccata alla sua mano e ho iniziato a pregare incessantemente fino al momento in cui ha avuto uno (dei tanti in quelle due ore) scompenso cardiaco e ha dato l'ultimo respiro.
Fino a quel momento non sapevo cosa potesse significare la preghiera incessante (scoperta qualche anno dopo), la mia fede ai tempi era molto leggera ma senza nemmeno rendermene conto ho preso un rosario a decina che mi era stato regalato nei primi passi della conversione e avevo iniziato a pregare.
Non pregavo per fare in modo che si salvasse, lo facevo perchè la volevo accompagnare nel suo ultimo viaggio e, per quanto sia stato estremamente doloroso, ne sono anche estremamente felice perchè so per certo che sapeva che eravamo li per e con lei.

Ho avuto l'immensa fortuna di stare con lei, di farle sentire la mia presenza...
Tornando ad oggi, l'idea che qualcuno debba morire senza nessuno accanto, senza essere accompagnato, senza avere accanto le persone che lo amano, lascia un peso sul cuore... uno può dire che non se ne rende conto, non se ne accorge etc.. ma resta una cosa che spezza il cuore cosi come doloroso è il non poter dare l'ultimo saluto e/o stare accanto a chi vive questo peso per non essere stato vicino al proprio caro.
Se fosse capitato ora, sarebbe stato devastante pensare che sarebbe stata in ospedale da sola e che non avrei potuto tenerle la mano facendole sentire che c'ero.
Abbiamo una fortuna (sottovalutata), la preghiera, quella arriva ovunque indipendentemente dalle distanze, dal male, dai virus, quella arriva sempre a destinazione.
L'idea che in quel momento possa esserci accanto Gesù che le tiene la mano al posto mio ( o insieme a me quando è successo), quella è una consolazione, una grazia.

Pregare per chi sta soffrendo, farlo anche incessantemente se riusciamo, è una delle cose più belle che possiamo fare, la preghiera è la più grande consolazione per noi e per loro indipendentemente dal fatto che conosciamo o meno quella persona.
E' l'affidarsi per eccellenza, come dire "Signore, io non posso esserci, vai tu, fagli sentire che ci sei, che ci siamo, consolalo/la, sana la sua anima, abbraccialo/la nella sua solitudine, fa che senta tutto l'amore che lo/la circonda, so che puoi farlo, so che lo sentirà.."

C’è un legame profondo e indissolubile tra quanti sono ancora pellegrini in questo mondo – fra noi – e coloro che hanno varcato la soglia della morte per entrare nell’eternità. Tutti i battezzati quaggiù sulla terra, le anime del Purgatorio e tutti i beati che sono già in Paradiso formano una sola grande Famiglia. Questa comunione tra terra e cielo si realizza specialmente nella preghiera di intercessione.
(Papa Francesco)

In queste circostanze un pensiero va anche a chi non crede, chi pensa che non esiste nulla o semplicemente un generico Dio che fa boh... qualcosa... ma di certo non allevia il dolore.
Credo sia veramente molto triste vivere con l'idea che una persona muore sola, senza alcuna consolazione, nel vuoto di una stanza d'ospedale rende tutto più devastante, per cui comprendo la loro rabbia e il loro dolore.
Per noi cristiani invece la cosa è diversa, consapevoli che Lui non ci lascia mai soli, che è sempre accanto a noi, a chi sta male, sta morendo, è solo, è in compagnia.. Lui c'è e quanta grazia!
In un tempo come questo in cui siamo privati della libertà, delle messe, dei funerali, degli abbracci, di una semplice passeggiata, di vedere i nostri cari, di stare accanto a chi sta male, Lui ci consola, li consola...
Siamo umani, pensare alla solitudine fa male, alla morte in solitudine ancora di più, ma in questo momento non possiamo fare altro che affidarci e affidare i malati e i morti al Signore.
Pregare per loro, per chi conosciamo e soprattutto per tutti perchè molti non avranno nemmeno la consolazione della preghiera o di un pensiero per loro.

Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime. 
(Sant’Agostino)
Un abbraccio.

mercoledì 11 marzo 2020

Quarant - esima...40 giorni di "Grazie" tra quarantena e quaresima.



Quanto ho desiderato l'arrivo della Quaresima, avevo estremamente bisogno di vivere queste tempo forte, viverlo pienamente.
Pian piano che si avvicinava, ero sempre più carica, poi qualcosa si è intromesso, qualcosa è spuntato dal nulla e ha iniziato ad insinuarsi nella nostra quotidianità e l'ha scombussolata...
Scombussolata e allo stesso tempo riempita di Grazia e di grazie, perchè per quanto sia pesante tutto questo, è una quaresima (dal 22 febbraio al 3 aprile sono 40 giorni) particolare che difficilmente scorderemo.
Se tutto questo fosse accaduto in un altro periodo dell'anno probabilmente non avremmo vissuto cosi intensamente la preghiera, questo calvario, non avremmo compreso veramente cosa possa significare essere privati di Lui e il fatto che sia successo proprio quando Lui si sta però donare per noi lo trovo una Grazia immensa..
Capiamoci, il virus non è arrivato come grazia,  non intendo affatto quello, semplicemente cerco di trarre il bene laddove è difficile vederlo.

Qui i bambini sono a casa da scuola e dall'asilo dal 22 febbraio (comprese le vacanze di carnevale, Gabri dal 17 perchè era stato malato), 3 settimane... 3 settimane che in realtà sembrano almeno un paio di mesi.
Certe volte vorrei eclissarmi, mettermi i tappi nelle orecchie, sparire per un po, però nonostante le urla, i litigi e tutto ciò che avviene tra fratelli, è una grazia il fatto che sono comunque sereni e riusciamo a mantenere un clima tutto sommato vivibile (si, ogni tanto sbarello ma poi torno in carreggiata).
Averli a casa da un giorno all'altro senza preavviso ti scombussola, provi un senso di gioia ma anche di stordimento perchè devi modificare un sacco di programmi e non eri pronta per farlo.

Quando iniziavano a vociferare della chiusura delle scuole però ci hanno tolto prima di tutto la messa... quella domenica non ero andata perchè ero a casa con la febbre, mio marito doveva andare a quella delle 18.00 ma nel pomeriggio è arrivato il comunicato che erano state sospese. (in quei giorni scrissi questo articolo).
Anche questa è una grazia, avete visto quante messe e quanti rosari online ci sono??? Tantissimi!!!!
Ok, non è la stessa cosa mancando l'eucarestia ma una comunione di preghiera cosi intensa è una grazia assoluta!

I bambini per loro fortuna l'hanno presa più come una vacanza nonostante i compiti ma quando abbiamo detto loro che staranno a casa ancora per un po hanno iniziato a chiedere quando potranno rivedere i compagni, quando potranno tornare a calcio o equitazione o a scout oltre a fare domande riguardo il virus.
Domande che hanno diritto ad una risposta anche se non facile.
Per fortuna tra giochi a casa, giri in bicicletta o qualche tiro al pallone dove ci sono i box gli permette di sfogarsi.. magari nel week end una passeggiata la faremo.
Tenere rinchiusi in casa 3 bambini non è facile, sfido chiunque a dire che lo sia...e se per voi è facile spiegatemi cosa fate cosi che possa lodarvi all'infinito.
Restare in casa tutti e 5 è bello, si, lo è all'inizio poi la tensione si sente, soprattutto se la casa è piccola e tra di loro iniziano battibecchi.
Anche questa è una grazia, perchè ci siamo lamentati per settimane che ci vedevamo poco a causa dei miei mille impegni e di quelli di mio marito, ora invece siamo insieme h24 da 3 settimane.
Bello e pesante, alcune volte lo mangerei, ma lamentarsi sarebbe una follia, è un modo per lavorare sulla nostra pazienza e misura di sopportazione.

Ammettiamolo, è oggettivamente difficile riuscire a restare sempre sempre a casa per settimane... uscire solo lo stretto necessario (spesa) e non poter fare riposare il cervello dal vociare che c'è in casa dalla mattina alle 8 alla sera alle 23 e io ho estremamente bisogno di avere i miei momenti di silenzio.. momenti per ricaricarmi per non essere insofferente e indisposta verso gli altri.. momenti che non riesco ad avere (ecco perchè non scrivo da più di 2 settimane).
Ho iniziato il sacro manto l'1 marzo convinta che mi sarei ritagliata la mia mezz'ora di calma e silenzio per poter pregare, magari anche andando in chiesa (1 volta però ci sono riuscita), beh, povera illusa, hai 3 figli a casa e speri di riuscire a pregare tranquilla ahaha e con cal..ahahah calma!!! 
Alla fine prego dopo pranzo a rate perchè tra una preghiera e l'altra devo rispondere a domande, sedare discussioni, dirigere i compiti che non hanno terminato al mattino, con Giorgia che dice ai fratelli "lasciatela stare che sta pregando", tre secondi dopo è lei a farmi domande e a chiacchierare per conto suo...
Sono sicura che San Giuseppe apprezzerà lo stesso il mio sforzo anche se perennemente interrotto.
Anche questa è una grazia, ho smesso di rimandare il momento di preghiere lunghe perchè non trovavo quello adatto, ora so che posso farlo nonostante le interruzioni, l'importante è farlo.

Stare a casa è giusto, è doveroso per rispetto verso gli altri ma, personalmente mi rendo conto di non avere paura, almeno per me...mi fido e mi affido e mai come in questo periodo mi sta venendo veramente facile, complice anche il fatto che spesso sembra tutto cosi surreale.
Beh si, un po di ansia c'è per mio padre che essendo cardiopatico e avendo una compagna che lavora all'ospedale di Bergamo in pronto soccorso, potrebbe prenderlo per cui se sento il telefono che suona un po di strizza arriva.
Anche questa è una grazia perchè sto cercando di fidarmi cosa che per me è tanto difficile.

Non so quando tutto finirà, non so nemmeno se condivido a pieno quello slogan che dice "tutto andrà bene" perchè non posso assicurare ai miei figli che andrà veramente tutto bene.. 
So solo che da tutto questo ne usciremo sicuramente cambiati, spero in meglio anche se ho paura che una volta finito tutto le persone si dimenticheranno della bellezza dell'aiuto reciproco, del rispetto verso gli altri e dell'enorme solidarietà che ci circonda..
Posso solo dire ai miei figli che "tutto potrà andare bene" se collaboriamo, se seguiamo ciò che ci viene detto, posso dire loro con certezza che..
«Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8, 28) tutto concorre al bene per cui da ogni cosa negativa dobbiamo trarre qualcosa di buono e positivo da aggiungere in saccoccia nel nostro bagaglio di vita per essere persone migliori.
Anche questa è una grazia perchè non sempre riesco ad essere positiva nella vita quotidiana ma ora come ora, se ti fidi di Lui, tutto potrà andare bene.... probabilmente in un periodo normale con un singolo episodio negativo, questo non lo avrei pensato.
40 giorni di Grazia e grazie tra quaresima e quarantena, questa è una grazia per cui grazie...
Buona quarantena e buona quaresima sempre uniti in preghiera, quell'unione che stiamo riscoprendo e che spero manterremo anche dopo.