venerdì 29 gennaio 2021

Le tentazioni sono anche razionali episodi di felicità apparente.

 


Questo articolo è l'evoluzione/ampliamento di uno che scrissi 4 anni fa proprio riguardo questo argomento... le tentazioni.
Ultimamente sono particolarmente bombardata per cui credo sia il momento adatto per rivedere questo tema.

Quanto è difficile parlare di tentazioni?
Onestamente... tantissimo!
Credo sia uno degli argomenti più difficili da affrontare per vari motivi.. per vergogna, spesso pensiamo di non essere capiti e di conseguenza di essere presi in giro; per paura di essere fraintesi o di passare per creduloni; perché non ci crediamo, le tentazioni sono qualcosa di astratto ad un primo ragionamento per cui diventa difficile riuscire a capire se sono reali con conseguente silenzio... logorante il più delle volte..

Fino a pochi anni fa non credevo alle tentazioni, da brava persona razionale, pensavo fossero una conseguenza dell'insicurezza delle persone, oppure una scusa, oppure giochetti mentali dovuti a suggestioni o cose simili.
Poi, con il tempo e innumerevoli chiacchierate con il mio padre spirituale, mi sono resa conto che probabilmente mi stavo sbagliando, non solo per i suoi discorsi o per alcune letture a tema, ma perché ho iniziato a trovare una logica a svariati eventi nella mia vita per cui avevo qualcosa di concreto e razionale.. non avevo più scusa per negare.
Una volta appurato che le tentazioni esistono, il passo più difficile è stato quello di associare le tentazioni al male, a Satana per essere precisi.
Una lettura utilissima è stata "Occasione o tentazione?" di Silvano Fausti, mi ha aperto un nuovo modo di vedere i fatti della vita.
Di vedere che anche una cosa che può sembrarci buona per noi, in realtà è una tentazione che ci porta sulla strada sbagliata e allora lì bisogna mettere in atto un processo di discernimento.
La tentazione è anche qualcosa che ti porta ad una felicità ma solo apparente, ad una tristezza negativa (esiste anche quella positiva), ad una gioia contraffatta.
Il male blocca con menzogne e paure, adesca con piacere apparente, con la maschera del bene...
Nel libro ci sono una serie di esercizi per poter capire come discernere nel modo corretto se si tratta di una tentazione o meno.

Quando mi dicevano frasi come "eh, attenta, sarà colpa del demonio, ci mette sempre lo zampino!" sinceramente sorridevo senza darvi troppo peso, pensavo che certe persone semplicemente vedessero il male pure nell'acqua gassata.
Nel mio cammino di conversione ho sempre e comunque messo al primo posto la risposta razionale, è più forte di me, cosi come quando seguivo altre vie religiose tra cui il paganesimo, durante le celebrazioni credevo poco a ciò che gli altri mi raccontavano riguardo ciò che provavano durante il cerchio.
Quindi per me le tentazioni non venivano proprio da Satana, semplicemente le trovavamo sul nostro cammino e dovevamo resistervi perché doveva essere cosi.
Non vi dico quanti anni ho trascorso in questo modo!

Poi leggi quella frase e colleghi una cosa, ne leggi un'altra e colleghi un'altra cosa e cosi via... episodi che mi hanno messa molto alla prova, cambi di programma che pensavo io stessa perchè magari "non avevo voglia" di fare qualcosa e poco alla volta ho provato a chiedermi:
" e se queste cose fossero veramente tentazioni di Satana?"...
"e se effettivamente le sue tentazioni non fossero nulla di eclatante o soprannaturale ma fossero semplici <cambi di programma> che decidiamo noi?"
"e se ci fosse una semplice risposta razionale senza cercare chissà quale collegamento strano?"


Ecco, queste semplici domande, hanno iniziato a frullarmi in testa sempre più spesso, soprattutto quando accadevano episodi banalissimi che mi allontanavano da qualcosa di bello a causa della pigrizia, non voglia di fare o dubbi.
Da bambini non è che sappiamo bene come funzionino queste cose, ce le spiegano a grandi linee, poi per chi  come me si allontana dalla chiesa vengono un pò rimosse o messe in un cassettino della memoria molto lontano e spesso sono proprio fonte di ulteriori punti a cui aggrapparsi per andarsene dalla chiesa pensando che sono tutti pazzi e credono a chissà quale entità spaventosa.
Se doveste chiedere ad un bambino cosa è una tentazione, non quanti riuscirebbero a rispondere concretamente.

Vorrei agganciarmi alla definizione di "tentazioni" presa dal vocabolario Treccani
(non poteva mancare la parte "dizionario"):

tentazióne s. f. [dal lat. temptatio -onis, der. di temptare «tentare»]. – 1. Nella teologia cattolica, l’azione e il fatto di tentare o di venire tentato al peccato, intesa sia come prova a cui l’essere libero viene sottoposto per conoscerne la capacità di sottostare alla legge morale e religiosa, sia come stimolo o invito a compiere azioni moralmente cattive: t. di Gesù Cristo, nei vangeli sinottici, l’episodio in cui Cristo è tentato da Satana; le t. di s. Antonio nel desertole t. di Buddadi Zarathustradi Maometto. Con valore soggettivo, la condizione di chi è tentato, cioè l’esperienza del soggetto religioso che subisce l’attrazione di una condotta contrastante con gli ideali della propria religione

In sintesi qui si parla di compiere azioni che vanno contro la legge morale e religiosa, e compiere azioni moralmente "cattive", quindi viene considerato solo tutto ciò che è inerente ad un'azione negativa e che porta a conseguenze spiacevoli.
Ho sottolineato la parola "solo" per un motivo ben preciso poiché nella cerchia delle tentazioni citate trovo un certo limite, si parla di avere una "condotta contrastante con gli ideali della propria religione", ma secondo un mio pensiero, le tentazioni non sono solo per forza azioni negative o in contrasto con la mia fede, posso anche essere azioni che io reputo banali e senza conseguenze che se guardate con razionalità tolgono una possibile crescita personale.
Credo che con gli esempi si possa capire meglio ciò che intendo, poi magari io le vedo come tentazioni mentre voi no per cui non prendete per oro colato ciò che dico, semplicemente mi baso su vari ragionamenti fatti negli anni.

Satana attraverso le tentazioni fa in modo che noi ci allontaniamo da Dio, ci porta a cedere ad azioni che inizialmente sono positive ma vanno a discapito di qualcuno per cui sono azioni contro la nostra morale e fede, non solo questo però ci può allontanare da Dio, ci sono anche cose che semplicemente non ci fanno evolvere spiritualmente e anche quelle secondo me derivano dalle tentazioni.

Ora passiamo veramente ad esempi concreti cosi è più semplice.

- 1: in parrocchia fanno la catechesi degli adulti, la fanno magari due volte all'anno, vorreste andarci ma la pigrizia spesso prende il sopravvento, oppure decidete di non andare perchè sareste arrivati in ritardo per degli imprevisti.
Voi in questo non ci vedete una tentazione? non pensate che la pigrizia sia stata una tentazione?
In questo caso non avete fatto nulla contro la morale e contro la fede essendo incontri non obbligatori ma avete mancato un'occasione per avvicinarvi a Dio.

- 2: i profumi.. credo che per chi come me è estremamente sensibile alla cosa, siano la cosa peggiore. 
(Qui ne ho parlato ampiamente), improvvisamente mi capita di sentire dei profumi e subito la mia mente va a ripescare determinate immagini, sensazioni etc.. e spesso accade andando a richiamare la mia vecchia strada.. ci sono 3 profumi particolari che mi capita di sentire per tornare al passato e diventa una cosa difficile da controllare; quella è una tentazione.
Un profumo che richiama ad un evento passato e che ci mette in dubbio/crisi su ciò che siamo ora.
Basta poco.. non servono cose eclatanti.

- 3: pensieri... il male è subdolo, sa quali sono i nostri punti deboli, ciò che può andare a toccare per metterci in crisi ed è proprio lì che gioca.
Il male è razionale perchè spesso utilizza la ragione, i nostri ragionamenti ci portano a metterci in dubbio, a mettere in dubbio il nostro percorso, la nostra fede, la nostra libertà e anche noi come persone.
Andiamo continuamente a ripescare cose del passato, nostri errori, mancanze ricevute... 
"prima ero più libera...", "prima stavo meglio..."... e non vediamo più cosa siamo e cosa ci attende.

- 4: preghiera... vorreste dire il rosario ma non avete il tempo necessario per dirlo tutto in una volta, oppure vorreste iniziare una novena ma anche in quel caso se la iniziate volete farla bene per cui piuttosto che rischiare di non terminarla o piuttosto che spezzare la preghiera sulla giornata non pregate.
Che dite? Mettiamo questa cosa tra le tentazioni? Direi di si, anche se per noi quello non è grave, anzi, lo facciamo perchè magari ci sembra di essere irrispettosi non terminando una preghiera, invece cosi cadiamo in una tentazione.

Prendo in prestito una citazione i Papa Francesco dell'11 aprile 2014 per dire un'altra cosa riguardo le tentazioni:

<<Come fa il demonio per allontanarci dalla strada di Gesù? La tentazione incomincia lievemente, ma cresce: sempre cresce. Secondo, cresce e contagia un altro, si trasmette ad un altro, cerca di essere comunitaria. E alla fine, per tranquillizzare l’anima, si giustifica. Cresce, contagia e si giustifica>>

In questo piccolo pezzetto c'è un altro esempio che spesso si sottovaluta paurosamente... ovvero essere complici delle tentazioni!
Come??
Nel parlare male degli altri, oppure nel dare agli altri consigli sbagliati..
"lascia perdere, non andarci e goditi la serata a casa..";
"hai lavorato tutto il giorno, hai bisogno di svagarti, ci andrai un'altra volta...";
"ma no!! perché dovresti iniziare tu a parlarci? è lui che ha sbagliato..";
"effettivamente non c'è nulla di male se leggi cose new age, è solo per informarti"

Un esempio concreto che personalmente ho sottovalutato e mi è stato fatto notare dal mio padre spirituale, le mie condivisioni di post sul paganesimo nel mio profilo personale....
Lo facevo in buona fede, per informare, ma senza aggiungere nessuna mia spiegazione rischiavo di fuorviare le persone che le leggevano... magari una persona più "debole" avrebbe approfondito e chissà a cosa l'avrei potuta portare senza rendermene conto.

Ecco, queste sono tutte tentazioni e il mezzo siamo noi, la tentazione cresce con il tempo, contagia e il mezzo possiamo essere noi, giustifica..."sarai stanco... stai a casa... sei tu che hai ragione..."
Sarò strana io, ma ci trovo una continua spiegazione razionale alle azioni di cui vi ho parlato fino ad ora.. e per razionale intendo che ha una spiegazione logica, azioni con conseguenze a cui si trova una spiegazione effettiva.
Si, le tentazioni, sono anche razionali.
Come conclusione cito ancora Papa Francesco sempre riguardo il discorso fatto l'11 aprile 2014:

«Tutti siamo tentati, perché la legge della vita spirituale, la nostra vita cristiana, è una lotta: una lotta. Perché il principe di questo mondo – il diavolo – non vuole la nostra santità, non vuole che noi seguiamo Cristo. Qualcuno di voi, forse, non so, può dire: “Ma, Padre, che antico è lei: parlare del diavolo nel secolo XXI!”. Ma, guardate che il diavolo c’è! Il diavolo c’è. Anche nel secolo XXI! E non dobbiamo essere ingenui, eh? Dobbiamo imparare dal Vangelo come si fa la lotta contro di lui».

Non è un tema facile da affrontare e sarebbe interessante sapere se avete esempi anche nella nostra vita che prima non avevate considerato tentazioni mentre ora li avete rivalutati.
Nel frattempo vi lascio una lettura stupenda, da fare poco a poco, prendendosi del tempo perché può essere un grossissimo aiuto nel capire se è "Occasione o tentazione?"

Un abbraccio.

martedì 26 gennaio 2021

Quell'essere imperfetti per il mondo, che ci rende perfetti ai Suoi occhi.

 


Tutto ciò che scriverò qui ha un'origine ben precisa, fatta di persone che spesso si sentono inadatte a seguire Gesù perché non perfette, a causa dell'idea di cristiano idealizzata nel modo sbagliato.
Troppe volte ho letto messaggi dove mi confidavano che leggere dei miei "momenti no" e delle mie debolezze per loro era un aiuto a non sentirsi sbagliati perché "allora c'è qualcun altro come me".. "allora, posso essere cattolica anche se non sono perfetta!"

Non ho mai capito perché esiste questa convinzione che se una persona è cattolica, allora di conseguenza è perfetta e impeccabile.
Anzi, in realtà per il mondo DEVE essere perfetta e impeccabile..
Tassativamente esente da errori, cadute, sbagli...
Non può lamentarsi ne tantomeno essere stanca.. 
Dubbi?? Giammaiiiii! Assolutamente no!!! Non puoi!!

Non so voi, ma a me è capitato un sacco di volte che la mia scelta religiosa fosse utilizzata come "specchio riflesso" (contro di me) in moltissime occasioni, da quelle in cui mi vedevano più nervosa a quelle in cui addirittura non lo ero abbastanza per cui passavo per la buonista di turno.

- Alzi la voce? Ma sei matta!!! Sei cattolica, dovresti avere un tono pacato, sempre tranquillo e ragionevole.
- Non vuoi parlare con una persona? Vai a confessarti!!! Non è cosi che si comportano i cattolici!!
- Soffri per una situazione? Eh beh, di cosa ti lamenti? Sei cattolica, dovresti amare la sofferenza, goditela!
- Hai dei dubbi? Veramente? Ah, credo tu non sia abbastanza cattolica... non dovresti avere dubbi.
- Cerchi di metterti nei panni degli altri, di capire, di volere un dialogo sincero? No no, sei solo una buonista ipocrita!

No ma... c'è qualcosa che va bene??  XD
Pare proprio di no... e la cosa più strana è che certe volte sono gli stessi "catto-amici" che pensano queste cose.
Capiamoci, non è colpa loro in realtà, ma di quello che spesso viene insegnato oppure, in vari casi, omesso per rendere la fede più semplice e quasi in modalità figli dei fiori tutti peace&love che Flanders a confronto è un pivellino.
Poi si, c'è chi non sa proprio nulla, cova un astio non indifferente verso la religione per cui ogni virgola sbagliata è un bel pretesto per punzecchiare o azzannare direttamente, dipende da quanta fame ha.
E io tanti anni fa, quando ero lontana dalla chiesa, di fame ne avevo molta e sapevo come "colpire" i cattolici con queste cose.

-"Noi sei perfetto?? Allora hai sbagliato religione!"
--"Ma come?? Io pensavo che Lui... beh.. mi amasse lo stesso.."
-"No! Ma dove lo hai letto? No no, devi essere perfetto, altrimenti il paradiso tu lo vedi solo in cartolina!
Vuoi addirittura puntare alla Santità? No va beh... cerca di essere realista, la santità è per i perfetti, per chi non sbaglia mai!"

In realtà noi cattolici dovremmo andare in giro con un cartello che dice in due parole ciò che non viene considerato "Siamo persone".
In quanto persone, esseri umani con una vita più o meno nella norma, possiamo commettere errori, possiamo essere stanchi, possiamo anche perdere la bussola, sbagliare strada...
In tutto questo, la cosa che come persone ci rende magari (passatemi il termine) "diversi" dagli altri è che abbiamo qualcuno che ci ama in modo incondizionato anche quando non siamo perfetti.

SI, ANCHE QUANDO NON SIAMO PERFETTI!

Nel nostro essere imperfetti al mondo, siamo perfetti ai suoi occhi... 

Anche quando una domenica non abbiamo voglia di uscire di casa per andare a messa perché piove e fa freddo e non vogliamo toglierci il pigiama...ma ci andiamo lo stesso; anche quando un giorno non hai voglia di fare delle letture impegnate e vuoi solo svagarti un po'.
Anche quando è una di quelle giornate in cui proprio non riesci a pregare per svariati motivi e lasci a metà il rosario o dici un'Ave Maria di corsa.

Sicuri sicuri che mi ama lo stesso??
Ora facciamo un po di chiarezza, ci sediamo davanti al crocifisso, facciamo un bel respiro, lo guardiamo, ci rilassiamo e ci lasciamo guidare dalla realtà, quella vera, non quella ipotetica senza senso.

Gesù, il figlio di Dio, colui che è morto per noi, ci ama, ci ama anche e soprattutto perché siamo imperfetti, ci ama indistintamente e se cadiamo, se non riusciamo a mantenere un fioretto, se ci dimentichiamo di dire un giorno di novena, se ci capita di alzare la voce con i bambini perché siamo stanchi, Lui ci ama e vuole che ci rendiamo conto di questo.
Ci ama ed è sempre accanto a noi, a tranquillizzarci, ad aiutarci, a sorreggerci, non ci lascia mai soli anche quando noi siamo abituati ad essere lasciati soli dagli altri.
Noi spesso non crediamo a tutto questo perché ci fanno credere che se non siamo perfetti allora non valiamo abbastanza, non siamo abbastanza per avere il Suo amore..
Vi rendete conto che per colpa di questa malsana convinzione molti sono lontani da Lui?
Non avete idea di quanto sia stata difficile la mia conversione all'inizio, non solo per gli attacchi di chi non voleva che lasciassi l'altra via... ma soprattutto a causa di chi mi faceva credere che se non fossi stata impeccabile nel seguire ogni cosa, nel condividere tutto, ogni singola cosa nel silenzio (perché se avessi obiettato guai..), Gesù, non mi avrebbe amata, non mi avrebbe accolta finché non avessi fatto tutto perfettamente.
Il lavoro per arrivare a questo è stato molto lungo e guidato da un padre spirituale, altrimenti a quest'ora probabilmente sarei altrove con un sacco di idee sbagliate in testa.

L'essere consapevoli che siamo amati per ciò che siamo, non deve però portarci all'atteggiamento opposto, ovvero al non volerci migliorare, al fregarcene, al fare le vittime perché "va beh, Lui mi ama lo stesso", ci vuole sempre impegno, come in ogni relazione d'amore.
La consapevolezza del suo amore e dell'essere perfetti ai suoi occhi deve essere il punto di partenza che ci spinge a fare sempre meglio, ad essere migliori ad avere la certezza che negli sbagli e nelle cadute Lui c'è per farci ripartire per quella via verso la Santità che è possibile per tutti.

SONO CATTOLICA, NON PERFETTA, ricordiamolo sempre, soprattutto a noi stessi.
SONO CATTOLICA, NON PERFETTA, posso avere anche dei momenti non proprio buoni e non me ne devo vergognare, è bellissimo parlare della gioia della fede, della meraviglia dell'essere cristiani, ma è lecito e giusto anche parlare dei "momenti no" proprio parte integrante della vita reale, solo cosi si arriverà poi a ricordare con gioia ciò che non andava, perchè Lui è con noi.

Un abbraccio

venerdì 15 gennaio 2021

Casalinga (non disperata) per scelta, tra luoghi comuni e realtà.

 


Ammetto subito una cosa, questo articolo lo volevo scrivere da mesi... forse anni... ma non ero pronta, non puoi scrivere un articolo su un tema che ti spaventa o se ti senti in difetto nell'appartenere ad una certa categoria.
Ora però sono pronta, posso e voglio farlo ed eccomi qui...con un pizzico di serietà e di spensieratezza mi apro a voi attraverso luoghi comuni e attimi di realtà attraverso la mia esperienza.

Partiamo dalla definizione di casalinga, semplice e sintetica da dizionario:

"CASALINGA: Donna dedita esclusivamente alla cura e all'andamento della casa e della famiglia"

Effettivamente, una casalinga si occupa esclusivamente di casa e famiglia.
"Che ci vuole a fare quello, soprattutto se i bambini sono a scuola o asilo.. hai come minimo tutta la mattina libera per cui cosa fai, guardi la tv, vai dal parrucchiere, riposi...."
Evidentemente negli ultimi 11 anni ho perso dei pezzi... XD perché il divano mi vede solo dopo cena, la tv resta spenta e vado dal parrucchiere 1 volta all'anno.

La cosa che ho notato negli anni è che si ha la classica visione da film, peccato che sia una visione della casalinga ricca, non di una normale XD.
Altro errore, collegare la casalinga a quelle "di una volta", ma anche lì c'è un'idea errata; una volta non era cosi facile esserlo, non c'erano tutte le comodità di oggi, le cose da fare erano tante, magari con molti più figli di oggi da gestire e molto altro.

La domanda sorge spontanea... la definizione di casalinga è ancora attuale?
Penso di no, per un semplice motivo, non conosco casalinghe che si limitano solo alla gestione esclusiva di casa e famiglia senza fare altro.
Tutte fanno molto di più, e non parlo di lavorare fuori casa (in questo caso non sono casalinghe per definizione), ma studiano, oppure si dedicano all'autoproduzione che possa essere di detersivi, vestiti e quant'altro, seguono corsi, si dedicano al fai da te, scrivono, si mettono a disposizione degli altri, magari fanno qualche lavoretto a casa... insomma.. non stanno con le mani in mano.
Fare la casalinga non è solo pulire casa e cambiare i pannolini se si hanno figli..

Collegandomi a questo, non avete idea della difficoltà nel trovare un'immagine adatta all'articolo, scrivendo "casalinga" su Google, la maggior parte delle immagini mostrano una donna frustrata, sopraffatta, triste, carica di cose da fare, insoddisfatta... un sacco di luoghi comuni che non condivido.

Parlando di luoghi comuni, ecco 3 scenari tipici che sicuramente moltissime hanno sentito nel corso della loro vita da mamme, che arrivi ad un certo punto e preghi tutti i santi perchè ti aiutino a gestire le risposte...

Primo scenario, probabilmente una "tua simile" o semplicemente una donna solidale:
" Che lavoro fai?"...
" Casalinga e mamma a tempo pieno."
" Ah... beh si, bello e faticoso"

Secondo scenario, quella che probabilmente non ha ben capito cosa voglia dire:
" Che lavoro fai?"...
" Casalinga e mamma a tempo pieno."
" Bene, beata te che riposi!!"
ti verrebbe da rispondere.. "oh, certo! passo dal divano, al letto, rotolando direttamente in cucina, poi se proprio mi va preparo i 4 salti in padella per tutti e via"

Terzo scenario, subentra l'invidia e la voglia di farti sentire in colpa manco stessi rubando o dovesse darti lei dei soldi:
" Che lavoro fai?"...
" Casalinga e mamma a tempo pieno."
 (con aria stizzita) " Ah beh, beata te che te lo puoi permettere."

Queste non sono leggende metropolitane, ma alcune delle cose che mi sono sentita dire da quando è nata la mia prima figlia nel lontano 2010.
Poi arriva la perla (da chi è molto più vicino… oltretutto donna).. quella che crede di sapere cosa è giusto per tutte:
"Una donna deve lavorare fuori casa per sentirsi realizzata… quando ti trovi un lavoro?"
(e quando lo trovi per qualche ora ogni tanto... "io non abbandonerei i bambini per lavorare quando hanno bisogno di me".. giuro che è successo)

Secondo la società la donna è realizzata solo se sta fuori casa, solo se sui libri di scuola viene detto che lavora, sia mai dire che sta bene a casa.
Trovo questo estremamente triste e anzi, a mio parere toglie importanza alla donna perchè non le permette di essere nel posto che desidera ma sono gli altri a decidere per lei.

La donna è importante laddove si percepisce la sua essenza.

E, se proprio devo dirla tutta, la mia essenza viene sprigionata quando mi occupo esclusivamente della casa e della famiglia.. e non perché non posso fare altro non avendo una laurea ma un misero diploma professionale, ma perché è la cosa che mi fa stare bene, mi fa sentire realizzata e nel posto giusto.
Si ok, oltre a quello studio, un giorno a settimana lavoro ma non mi danno la stessa cosa, non mi rendono realmente felice, non mi completano.

Sono casalinga, non perché non ho alternative, lo sono per una scelta mia e condivisa con mio marito, perché mi fa sentire di avere una vita piena, ricca, anche un po' di corsa, sempre a disposizione dell'altro, ma meravigliosa.
Capitano anche i momenti in cui mi sento sopraffatta ma quando accade ho imparato ad affidarmi al Signore o a Maria, mi fermo, resetto e riparto.

Mi godo l'essere una casalinga?
Per niente! Mi sobbarcarco continuamente di cose da fare, troppe...

Quando ero incinta di Giorgia avevo in testa solo una cosa, rientrare al lavoro subito.
Sono rimasta dal 3°mese di gravidanza (le mie gravidanze sono a rischio dall'inizio alla fine per una mutazione genetica) e per una come me è stato abbastanza difficile abituarmi..
Sono cresciuta con l'idea che bisognasse sempre e solo lavorare.. ho iniziato quando ero ancora alle medie a lavorare ai mercati estivi con i miei genitori (mio padre aveva una bancarella di scarpe), poi alle superiori a lavorare i 3 mesi estivi anche in fabbrica e nei week end tutto l'anno (per pagarmi gli studi dopo una bocciatura), stare a casa non era contemplato... 

Poi è nata lei, ho perso il lavoro e si è aperto un mondo nuovo…

Ho scoperto la gioia del prendersi cura di un bambino (prima della maternità non amavo affatto i bambini), l'esserci per ogni suo piccolo progresso, quando stava male, quando aveva bisogno e quando semplicemente era tranquilla addormentata e potevo sistemare casa o leggere qualcosa.
Ho scoperto che il lavoro non è solo qualcosa di retribuito ma può essere anche il mettersi a disposizione dell'altro gratuitamente.
Ho scoperto che l'essere mamma a tempo pieno, prendersi cura della casa, fare la spesa e far quadrare i conti sono un lavoraccio non da poco.
[piccola parentesi: quando lavoravo, si occupava mio marito di casa, spesa e conti perché io uscivo di casa alle 8 e rientravo alle 20,30 e il sabato andavo direttamente al secondo lavoro fino all'1 o 2 di notte.]
Ho scoperto che il lavoro non è tutto, che ci deve essere nel momento in cui una persona ne ha bisogno per una questione economica (ovviamente), e ne sente il bisogno perché ama il suo lavoro, ciò che fa etc.. ma nel momento in cui può farne a meno, ha tutto il diritto di seguire ciò che è la sua vocazione senza doversi sentire in difetto o in colpa ne tantomeno una mantenuta.

La scelta di stare a casa è stata una decisione condivisa e supportata da mio marito, abbiamo deciso che avremmo fatto sacrifici ma che avrei cresciuto io i bambini senza appoggi di nonni o asilo nido.
Poi quando Giorgia aveva quasi 2 anni, sono rimasta incinta di Gabriele e quando Gabriele ne aveva quasi 4 eccomi incinta di Mattia che ora ha 4 anni e mezzo.

Richiamo un pezzetto di un mio articolo di qualche mese fa sulla figura della donna (lo trovate qui)

"Per quanto un uomo possa impegnarsi (in assenza di una figura femminile o in suo aiuto), non potrà mai eguagliare l'essenza femminile.
Nella Bibbia, è lei che fa vivere la liturgia settimanale dello shabbat (il sabato), un giorno sacro da ritagliare tra le varie faccende domestiche e uno spazio da dedicare al Signore, ringraziandolo per i benefici ricevuti.
In Israele, il sabato la donna non compie azioni speciali, (non serve fare cose straordinarie, ma ordinarie cariche di significato) si serve di piccoli gesti per ricordalo; quei piccoli gesti che fanno la differenza.. pulisce ed illumina la casa, diffonde un'aria di festa, cucina con una cura particolare e ricorda alla famiglia che quel giorno è speciale.
Non solo, accende candele in ogni stanza cosi che la luce si possa diffondere rallegrando la casa in preparazione alla preghiera.

La donna in sintesi rivestiva un ruolo sacro, ricordava (gesto di una premura meravigliosa) la festa con segni particolari: ceri, olio, rami d'ulivo, pulizia della casa, cibi speciali, faceva indossare alla famiglia il "vestito buono", quello che per noi è della domenica (di cui vi ho parlato poco tempo fa), ma la cosa più importante è che, nell'intimità famigliare veniva chiamata maestra di preghiera... che onore..."

Il ruolo della donna, soprattutto della casalinga andrebbe rivalutato, non sminuito, non snobbato, deve essere apprezzato, rispettato senza allusioni all'essere una mantenuta (de che!!) o orribili etichette perché nessuno sa cosa c'è dietro una scelta di questo genere e nessuno dovrebbe permettersi di giudicare ne tantomeno di invidiare o sminuire perché la cosa importante è che ognuna si possa trovare nel posto che la fa stare meglio.
La prima solidarietà dovrebbe iniziare tra noi donne, nessuna è meglio dell'altra, una lavoratrice fuori casa non è migliore di una casalinga... per questo auguro a tutte di trovare il proprio posto, di fare quello che vi fa stare meglio, di essere nel luogo che vi fa essere a pieno voi stesse che possa essere la casa, un salone, un'aula, o altro..

Il mio obiettivo per questo nuovo anno è quello di vivere meglio il mio essere casalinga senza sobbarcarmi di cose solo per dimostrare che faccio tanto per poi ritrovarmi realmente frustrata... voglio solo essere una folle casalinga cattolica che sta bene nel suo posto.