giovedì 7 maggio 2015

Preferisco il "per sempre" al "finchè avvocato non ci separi".



Buon pomeriggio,
scrivo poco causa mancanza di tempo ma allo stesso tempo mi manca molto scrivere quindi appena ho qualcosa da condividere prendo carta e penna e appunto ogni cosa per poi farlo diventare un post per chi vorrà leggere.
L'argomento di oggi è il matrimonio come si capisce dal titolo, la profondità di questo immenso e sottovalutato sacramento, quel "per sempre" che spesso viene tramutato in "finchè ci sta bene cosi" oppure in "finchè le cose vanno bene".
Vi avviso che sarà lungo ma cercherò di essere sintetica nonostante il Signore il dono della sintesi probabilmente si è dimenticato di donarmelo.
Prendo spunto dalla mia esperienza personale in modo da poter avere una base reale per arrivare alla differenza tra matrimonio legale e matrimonio in Cristo, perchè la differenza c'è ed è enorme!
Io e mio marito abbiamo iniziato ad uscire insieme "per caso" dopo una chicchierata scherzosa il 9 settembre 2001 (ufficializzata un mese dopo) ; eravamo amici e praticamente quasi vicini di casa, avevo 16 anni e lui 19, due persone molto simili ma gli amici dicevano che non saremmo mai durati molto.
Gli anni passano e i progetti iniziano ad avvicinarsi, non eravamo credenti, anzi, particolarmente anti-clericali e filo-satanisti quindi per coerenza non ci saremmo sposati in chiesa poichè non lo avremmo mai fatto per accontentare i parenti.
Nell'ottobre del 2007 iniziamo la convivenza, non come "prova" ma come semplice inizio, nonostante vari problemi per questioni economiche e di lavoro, nel luglio del 2008 la romanticissima proposta di matrimonio (sulla panchina del nostro primo bacio) con tanto di anello.
La data è fissata per ottobre 2009, quindi iniziamo i preparativi, con annesse pressioni per farci sposare in chiesa che prontamente sorvolavamo.
Qualche mese prima del matrimonio spunta in me una forte voglia di maternità quindi con l'idea di prendercela con "calma" ci apriamo alla vita, che decide di venirci a trovare due mesi dopo, quindi 2 mesi prima del matrimonio (questa meraviglia compirà 5 anni tra 2 giorni)
Due giorni prima di sapere di essere incita avevo rimesso piede in chiesa (cosa che non facevo da circa 8/9anni) e mi ero fatta una breve chiacchierata con la Madonna con cui ho poi iniziato un rapporto speciale mai avuto prima.
Il 10 ottobre 2009 il grande giorno, pochi invitato, sala del municipio molto carina, abito bianco e una creaturina dentro di me (l'abito lo avevo scelto un anno prima quindi non potevo cambiare modello ma l'ho allargato solo di 1 cm ;) )
Il tempo passa, quando Giorgia ha 8 mesi la facciamo battezzare il giorno della festa del battesimo di Gesù, anche in questo caso non per accontentare i parenti ma perchè stavamo effettivamente cambiando spiritualmente e volevamo iniziare il nostro cammino con il battesimo della piccola.
Il tempo passa, torniamo a frequentare la chiesa con calma, riscopro il sacramento della confessione e quando la piccola ha 22mesi nel marzo del 2012 ecco in attesa di un altro pupetto (che ora ha 2 anni e mezzo) , la gravidanza ha dato parecchi problemi (minaccia d'aborto, ospedale etc) ma a giugno del 2012 ci sposiamo in chiesa.
Ebbene si, al giorno d'oggi la gente si sposa più volte senza problemi e con persone diverse, io mi sono sposata ben due volte con lo stesso uomo...sono recidiva!
Ora sapete il mio percorso quindi posso arrivare al succo del discorso, ovvero la totale diversità del matrimonio "legale" da quello "religioso"; quando me lo dicevano non ci credevo soprattutto quando ti viene detto da persone che hanno fatto solo quello religioso, la domanda che ti poni è "come fanno a sapere la differenza se non l'hanno vissuta? è comunque un matrimonio cambia poco"
Mi sbagliavo... eccome se mi sbagliavo!
Ho sempre creduto nel matrimonio come unione tra due persone che si amano, ho sempre creduto a quel per sempre, per questo mi sono sposata! (ci ho sempre creduto nonostante i miei genitori siano divorziati).
Una volta sposata in Chiesa non ho sentito la differenza, vai poi a capire che cosa mi aspettassi, magari qualche segno dal cielo come una povera credulona; quindi abbiamo continuato la nostra vita di sempre, con l'arrivo del secondo figlio con un mesetto di anticipo per poi qualche mese dopo arrivare un periodo pesantissimo.
A marzo 2013 ho perso una persona fondamentale improvvisamente, la mia cara nonna, e da allora è stato un susseguirsi di problematiche varie sul quale ora non mi soffermo, ad ottobre altra perdita ma solo a livello affettivo e non fisico (mia madre)..
Questi due avvenimenti molto pesanti mi hanno fatta pensare molto, analizzare ogni cosa della mia vita e mi sono resa conto di un mio errore enorme, ma veramente enormissimo! sono stata una grandissima egoista poichè da ogni mio dolore mi sono resa conto di aver completamente escluso mio marito.
L'orgoglio, il volermi far vedere forte, il fare solo ed esclusivamente la mamma, tutto metteva mio marito in secondo piano perchè sbagliavo completamente la visione del matrimonio.
Come ho capito ciò? facendo entrare Cristo nella mia vita, nella famiglia, affidandomi ai suoi insegnamenti, affidandomi alla catechesi del matrimonio, provando a comprendere la vera chiesa domestica, rispolverando discorsi dei Papi in merito al sacramento del matrimonio e al modo in cui marito e moglie dovrebbero amarsi e vivere.
Da allora ho compreso ogni cosa, ogni mio errore, e sono cambiata, e con quello è cambiata la vita di coppia e della famiglia.
Magari capita di discutere più di prima ma con l'abissale differenza che ora pariamo di ogni minimo problema, di ogni sentimento che ci attraversa, anche della cosa più banale, non possiamo fare a meno di parlare e chiarire, consigliarci, sostenerci, sfogarci, ascoltarci, ringraziarci e ringraziare per chi abbiamo accanto.
Ho scoperto l'umiltà, come sostenere al meglio mio marito, la "sottomissione" come dice Costanza Miriano nel suo libro (e la cosa andrebbe approfondita in un post apposito) e prendendo una frase che lessi in un gruppo fb ecco l'idea di sottomissione reciproca:
L'uomo e la donna imparano a uscire da se stessi e a mettere il coniuge al di sopra di sé, per servirlo, per occuparsi innanzitutto di lui/ lei invece che di sé.
Nella gerarchia del servizio prima c'è il coniuge, poi vengo io.
Il che non c'entra niente con il comandare e l'obbedire.
Tutte cose che senza Cristo non sarebbero possibili, e in questa considerazione si deve essere realisti, la differenza è enorme e la senti a livello interiore quindi è anche difficile da descrivere.
Come ha detto ieri il Santo Padre che ha appunto parlato del matrimonio:
«Il sacramento del matrimonio è un grande atto di fede e di amore: testimonia il coraggio di credere alla bellezza dell’atto creatore di Dio e di vivere quell’amore che spinge ad andare sempre oltre, oltre sé stessi e anche oltre la stessa famiglia. La vocazione cristiana ad amare senza riserve e senza misura è quanto, con la grazia di Cristo, sta alla base anche del libero consenso che costituisce il matrimonio».
«È  commovente e tanto bella questa irradiazione della forza e della tenerezza di Dio che si trasmette da coppia a coppia, da famiglia a famiglia. Ha ragione san Paolo: questo è proprio un “mistero grande”! Uomini e donne, coraggiosi abbastanza per portare questo tesoro nei “vasi di creta” della nostra umanità, sono - questi uomini e queste donne, che sono così coraggiosi - sono una risorsa essenziale per la Chiesa, anche per tutto il mondo! Dio li benedica mille volte per questo!». 
Più ripenso a come ero prima e a come sono ora, più mi rendo conto di quanto Cristo sia una presenza che fa la differenza in ogni cosa, dobbiamo solo lasciarlo entrare, come diceva Giovanni Paolo II "aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!", quella frase mi è sempre rimasta nella memoria e ora ne comprendo a pieno il significato.
Se lo facciamo entrare può cambiare la vita in meglio, tutto è diverso, ogni cosa si affronta in un altro modo, dalle cose belle a quelle spiacevoli poichè "tutto posso in colui che mi da la forza" (Filippesi 4-13)
Chi abbiamo accanto è qualcuno con cui abbiamo giurato davanti a Dio di amarci per sempre, finchè morte non ci separi e anche oltre, con cui creiamo una famiglia, se abbiamo fatto ciò sicuramente c'è un motivo e nei momenti di sconforto doppiamo rispolverarlo, ridare vita a tutto e mai abbattersi o incrociare le braccia e stare a guardare, l'amore va coltivato e non dobbiamo dare spazio alle erbacce.
Ok, mi sono dilungata più del previsto quindi ulteriori considerazioni le metterò in un altro post che preparerò prossimamente.
Un abbraccio e che il Signore vi benedica.

1 commento:

  1. ho letteralmente bevuto il tuo post... avresti potuto continuare per ore e io sarei stata lì a bocca aperta, ad ascoltare. Hai detto tutto quello che abbiamo passato anche noi, non nella sequenzialtà della cosa ma come abbiamo vissuto il nostro matrimonio. solo purtroppo io, noi abbiamo lasciato morire quello che ci era stato donato e adesso viviamo una tragica storia di separazione da 15 mesi. Adesso io sto facendo il percorso che hai fatto tu, ma lo sto facendo da sola, mentre mio marito ha preferito passare ad un'altra storia. Io sto pregando tutti i giorni e tutte le notti di poter avere una seconda possibilità, di veder di nuovo la nostra famiglia unita. Il Rosario abbiamo imparato a recitarlo adesso in casa, io e i nostri tre figli. Dovevamo farlo prima, come tante altre cose che solo ora ho capito e che avevo dato per scontato. Una cosa solo non ho mai dato per scontato: amo mio marito, l'ho sempre amato e continuerò ad amarlo nonostante tutto e tutti. Ciao Patrizia

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