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lunedì 8 marzo 2021

Donne in cammino... sulla via della santità.

 


Siamo nel 2021, viviamo in un'epoca in cui tutto è possibile, o per lo meno cosi vogliono farci credere, possiamo essere ciò che vogliamo, o cosi vogliono farci credere.... ma a quanto pare, essere donne, oggi, nel mondo, non è proprio una faccenda cosi facile come sembra.
Mi metto come esempio diretto, sono donna, moglie, mamma di 3 bambini, casalinga per scelta, allo stesso tempo faccio qualche lavoretto artigianale, studio ciò che mi interessa, vado a messa.
Secondo un'analisi spiccia, il quadro che ne farebbero di me nella società di oggi sarebbe il seguente: <una donna sottomessa al marito e mantenuta (per il fatto che ho 3 figli e sono casalinga), senza alcun tipo di aspirazione (per il fatto che non lavoro con posto fisso a contratto), bigotta (per la fede).>

Figo, no?
Ci sono più pregiudizi ora sulle donne che nemmeno ai tempi di mia nonna, quando in realtà a quei tempi qualche domanda una doveva magari farsela.


Sapete qual è la cosa più strana dell'analisi fatta sopra? 
Che in moltissimi casi verrebbe fatta da donne.
Ebbene si, c'è anche questo da aggiungere ed è quasi peggio di tutto il resto.

C'è una cosa che mi ha fatto sorridere la scorsa settimana e ve la racconto brevemente..
La domenica sera guardo un programma dal titolo "90 giorni per innamorarsi..", stranieri che si fidanzano e poi sposano con americani...
In una delle coppie, è lei che lavora e lui che sta a casa; direi che la situazione di quella coppia rispecchia a pieno il sogno femminista.. e invece no.. è stato massacrato (da donne) per il fatto che fosse lui a restare a casa ad occuparsi della figlia, additato come nullafacente, uno che non ha voglia di lavorare, mantenuto dalla moglie etc.. giuro che non volevo credere ai commenti che leggevo... 
Mi sorge spontanea una domanda..
Siamo realmente pronti a certi tipi di "cambiamenti"?

Si incolpa tanto il "patriarcato" perchè rende la donna un oggetto, perchè la mette in secondo piano, non le da il posto che "merita" (quale sarebbe non lo so) e tutto questo genere di cose, quando in realtà è una guerra interna che crea più danni che cose buone.
Creando oltretutto un movimento che va ad escludere l'uomo, per cui non diventa più una voglia di parità ma di sottomissione al contrario.. ma rischierei di divagare.
Una donna non può scegliere autonomamente cosa fare perchè altre donne la etichettano; se resta a casa è una povera succube e sottomessa, se decide di non fare carriera è una poveretta schiava della società patriarcale, se è contraria all'aborto è una pazza bigotta.
Combattono il sessismo facendo sessismo.

Io, purtroppo o per fortuna (dipende dai punti di vista), ho una visione tutta strana dell'essere donna nel mondo, soprattutto di oggi.
L'essere donna e far valere l'essere tale, spesso è ridotto a chiasso, lotte, urla, proteste mettendo a nudo anche il proprio corpo, denigrando il pudore e quant'altro, quando in realtà, secondo me, per essere donna nel mondo, basta semplicemente ESSERE, trovare la propria essenza.
Anziché prendere esempio da chissà quali eroine particolari e conosciute, che magari colorano di rosa i peli delle ascelle o sfoggiano un monociglio che "zio Bergomi" levati (ex calciatore dell'inter); preferisco cercare quell'essenza in figure più concrete, quelle donne che hanno fatto la differenza, lasciato il segno, con calma...sto parlando delle Sante, donne che hanno messo la loro vita a disposizione degli altri, fatto del bene, anche rivoluzionato molte cose importanti ma in modo pacato, senza urlare contro nessuno.
Ma non solo...

All'interno della chiesa la donna è sempre stata vista come qualcosa di invisibile (scusate il gioco di parole), inutile, non considerata... almeno è ciò che credono molti se si basano su uno sguardo superficiale.
Se si prova ad approfondire un po, neanche troppo, si scopre quanto nella chiesa la donna in realtà abbia un grande valore.
Basti guardare Maria, colei che ha dato alla luce il figlio di Dio, colei che, nonostante stesse un passo indietro, faceva grandi cose.
Senza il suo Sì chissà ora come saremmo, senza la sua accoglienza, il suo mettersi a disposizione e mettersi a disposizione dell'altro non significa essere succube  tutt'altro. 

Vogliamo parlare delle donne nella bibbia?
Le stiamo scoprendo piano piano nel cammino di Quaresima, cosi come spesso le troviamo non solo nell'Antico Testamento ma anche nei Vangeli, accanto a Gesù, sempre.. e Lui non le tratta come inferiori, non le denigra, non le caccia, anzi...
Per alcuni "povere donne non considerate", per me esempi di dignità femminile e di vita quotidiana, di preghiera e di comunione con Dio.
Per non parlare delle Sante come accennato poco fa, oppure semplicemente conoscenti, amiche, parenti che possono per noi essere degli esempi di Donne, femminilità, dignità, senza però essere conformate al pensiero comune di questa generazione che le vorrebbe vedere in piazza urlanti che inneggiano alla parità dei sessi denudandosi o rabbiose o sfoggiando statue a forma di organo genitale femminile o come viene chiamata in alcuni casi "Yoni".
Per carità, non tutte sono cosi, esiste anche una sorta di femminismo utile, anche interessante, che si dissocia da certe manifestazioni ma con cui non posso lo stesso concordare perchè quando una donna lotta per l'aborto, per me ha perso in partenza.

Per me essere donna è un compito difficile e meraviglioso allo stesso tempo, siamo creatrici di vita, la custodiamo, la mettiamo al mondo, la aiutiamo ad entrare nel mondo, alcune cose spettano a noi, altre le facciamo insieme all'uomo; non sempre siamo madri in modo diretto ma  laddove c'è vita, non posso vederci una possibile scelta di morte.

Perchè è cosi, oggi si fanno lotte strane, si lotta per avere il diritto di abortire a piacimento, per far riconoscere i transessuali come donne vere...
Tutto questo trasforma la donna, la sua essenza; diventa rabbiosa, feroce, predatrice, e questa cosa porterà ad una sola conseguenza, la mutazione della parità di genere per cui combattono nell'esaltazione della figura della donna arrivando a sovrastare quella dell'uomo..
Si passerà dalla visione patriarcale, a quella matriarcale perchè la via di mezzo sarà ben difficile da ottenere.
Non siamo pronti...
Conosco moltissime femministe che lottano per queste cose, e la stragrande maggioranza di loro vorrebbe una società matriarcale, (questa cosa capita soprattutto quando ci si addentra nel mondo new age...)... e la parità dove va a finire?

Si lotta perchè una donna possa conciliare lavoro e famiglia, ma non perchè una donna possa decidere in modo consapevole di potersi prendere cura della famiglia senza per forza lavorare fuori casa.

Se mi seguite da tempo, sapete la mia fissazione per le donne Sante, anche poco conosciute (ne parlo spesso su instagram o qualche volta anche su facebook), trovo estremamente utile ed edificante conoscere le loro storie, la loro vita, le loro "rivoluzioni" nel mondo perchè rendono la santità qualcosa alla portata di tutti, non solo una prerogativa maschile o delle persone super perfette, qualcosa che si può raggiungere attraverso scelte quotidiane, delle "lotte" quotidiane, che lotta non significa per forza guerra, ma esiste anche una lotta calma, composta da fatti concreti.

La santità non è perfezione ma è un cammino continuo verso Dio mettendo la nostra vita nelle sue mani, con cadute, pensieri, dubbi, ma con il cuore ricolmo del suo amore che ci da la forza di non mollare.

Per questo durante lo scorso lockdown ho creato una piccola rubrica dal titolo "Donne in cammino....sulla via della Santità", un piccolo spazio dedicato esclusivamente alle donne che evangelizzano e parlano della loro fede tramite i social.
Siamo tutti in cammino, tutti puntiamo o dovremmo puntare alla Santità, ma se raramente ci dicono che è alla portata di tutti, magari rischiamo di demoralizzarci, allora quello spazio diventa una piccolo pezzetto di condivisione di un cammino che può esserci d'ispirazione o d'aiuto per continuar e in questo obiettivo.
Donne, ragazze, mogli, mamme, artiste, lavoratrici, casalinghe, consacrate e non...
Eh no, non sono contro i Santi maschi, loro hanno già tantissimo spazio, in quanto donna, moglie, mamma, ho bisogno di focalizzarmi su altre donne, mogli e mamme che prima di me hanno raggiunto l'obiettivo della Santità, e donne che come me sono in cammino quotidiano che mi ricordano che è possibile..

E le piccole donne?
Bisogna educare le future donne da piccole, aiutandole a prendere consapevolezza della loro essenza di donna in modo sano, senza lasciare questo compito alla società altrimenti si rischia di mandare tutto all'aria, perché il mondo toglierebbe loro il senso del pudore e dell'accoglienza, della voglia di realizzarsi in modo sano senza guerre cariche di pregiudizi verso l'uomo. 
Spetta a noi crescere delle future donne consapevoli del loro ruolo nel mondo, riconoscendo il diritto alle ragazze di essere tenute in considerazione anche se non si adeguano ad una società che le vuole con il coltello tra i denti.
Cosi come non è giusto che se ne stiano zitte ed accondiscendenti, ci sono le vie di mezzo, quelle belle, sane, utili.. perchè una donna, nella sua essenza, non potrà mai essere uguale ad un uomo e per fortuna...

Vi lascio una citazione che amo molto dal Libro dei Proverbi:

''Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare''
(Libro dei Proverbi)

Un abbraccio.

martedì 26 gennaio 2021

Quell'essere imperfetti per il mondo, che ci rende perfetti ai Suoi occhi.

 


Tutto ciò che scriverò qui ha un'origine ben precisa, fatta di persone che spesso si sentono inadatte a seguire Gesù perché non perfette, a causa dell'idea di cristiano idealizzata nel modo sbagliato.
Troppe volte ho letto messaggi dove mi confidavano che leggere dei miei "momenti no" e delle mie debolezze per loro era un aiuto a non sentirsi sbagliati perché "allora c'è qualcun altro come me".. "allora, posso essere cattolica anche se non sono perfetta!"

Non ho mai capito perché esiste questa convinzione che se una persona è cattolica, allora di conseguenza è perfetta e impeccabile.
Anzi, in realtà per il mondo DEVE essere perfetta e impeccabile..
Tassativamente esente da errori, cadute, sbagli...
Non può lamentarsi ne tantomeno essere stanca.. 
Dubbi?? Giammaiiiii! Assolutamente no!!! Non puoi!!

Non so voi, ma a me è capitato un sacco di volte che la mia scelta religiosa fosse utilizzata come "specchio riflesso" (contro di me) in moltissime occasioni, da quelle in cui mi vedevano più nervosa a quelle in cui addirittura non lo ero abbastanza per cui passavo per la buonista di turno.

- Alzi la voce? Ma sei matta!!! Sei cattolica, dovresti avere un tono pacato, sempre tranquillo e ragionevole.
- Non vuoi parlare con una persona? Vai a confessarti!!! Non è cosi che si comportano i cattolici!!
- Soffri per una situazione? Eh beh, di cosa ti lamenti? Sei cattolica, dovresti amare la sofferenza, goditela!
- Hai dei dubbi? Veramente? Ah, credo tu non sia abbastanza cattolica... non dovresti avere dubbi.
- Cerchi di metterti nei panni degli altri, di capire, di volere un dialogo sincero? No no, sei solo una buonista ipocrita!

No ma... c'è qualcosa che va bene??  XD
Pare proprio di no... e la cosa più strana è che certe volte sono gli stessi "catto-amici" che pensano queste cose.
Capiamoci, non è colpa loro in realtà, ma di quello che spesso viene insegnato oppure, in vari casi, omesso per rendere la fede più semplice e quasi in modalità figli dei fiori tutti peace&love che Flanders a confronto è un pivellino.
Poi si, c'è chi non sa proprio nulla, cova un astio non indifferente verso la religione per cui ogni virgola sbagliata è un bel pretesto per punzecchiare o azzannare direttamente, dipende da quanta fame ha.
E io tanti anni fa, quando ero lontana dalla chiesa, di fame ne avevo molta e sapevo come "colpire" i cattolici con queste cose.

-"Noi sei perfetto?? Allora hai sbagliato religione!"
--"Ma come?? Io pensavo che Lui... beh.. mi amasse lo stesso.."
-"No! Ma dove lo hai letto? No no, devi essere perfetto, altrimenti il paradiso tu lo vedi solo in cartolina!
Vuoi addirittura puntare alla Santità? No va beh... cerca di essere realista, la santità è per i perfetti, per chi non sbaglia mai!"

In realtà noi cattolici dovremmo andare in giro con un cartello che dice in due parole ciò che non viene considerato "Siamo persone".
In quanto persone, esseri umani con una vita più o meno nella norma, possiamo commettere errori, possiamo essere stanchi, possiamo anche perdere la bussola, sbagliare strada...
In tutto questo, la cosa che come persone ci rende magari (passatemi il termine) "diversi" dagli altri è che abbiamo qualcuno che ci ama in modo incondizionato anche quando non siamo perfetti.

SI, ANCHE QUANDO NON SIAMO PERFETTI!

Nel nostro essere imperfetti al mondo, siamo perfetti ai suoi occhi... 

Anche quando una domenica non abbiamo voglia di uscire di casa per andare a messa perché piove e fa freddo e non vogliamo toglierci il pigiama...ma ci andiamo lo stesso; anche quando un giorno non hai voglia di fare delle letture impegnate e vuoi solo svagarti un po'.
Anche quando è una di quelle giornate in cui proprio non riesci a pregare per svariati motivi e lasci a metà il rosario o dici un'Ave Maria di corsa.

Sicuri sicuri che mi ama lo stesso??
Ora facciamo un po di chiarezza, ci sediamo davanti al crocifisso, facciamo un bel respiro, lo guardiamo, ci rilassiamo e ci lasciamo guidare dalla realtà, quella vera, non quella ipotetica senza senso.

Gesù, il figlio di Dio, colui che è morto per noi, ci ama, ci ama anche e soprattutto perché siamo imperfetti, ci ama indistintamente e se cadiamo, se non riusciamo a mantenere un fioretto, se ci dimentichiamo di dire un giorno di novena, se ci capita di alzare la voce con i bambini perché siamo stanchi, Lui ci ama e vuole che ci rendiamo conto di questo.
Ci ama ed è sempre accanto a noi, a tranquillizzarci, ad aiutarci, a sorreggerci, non ci lascia mai soli anche quando noi siamo abituati ad essere lasciati soli dagli altri.
Noi spesso non crediamo a tutto questo perché ci fanno credere che se non siamo perfetti allora non valiamo abbastanza, non siamo abbastanza per avere il Suo amore..
Vi rendete conto che per colpa di questa malsana convinzione molti sono lontani da Lui?
Non avete idea di quanto sia stata difficile la mia conversione all'inizio, non solo per gli attacchi di chi non voleva che lasciassi l'altra via... ma soprattutto a causa di chi mi faceva credere che se non fossi stata impeccabile nel seguire ogni cosa, nel condividere tutto, ogni singola cosa nel silenzio (perché se avessi obiettato guai..), Gesù, non mi avrebbe amata, non mi avrebbe accolta finché non avessi fatto tutto perfettamente.
Il lavoro per arrivare a questo è stato molto lungo e guidato da un padre spirituale, altrimenti a quest'ora probabilmente sarei altrove con un sacco di idee sbagliate in testa.

L'essere consapevoli che siamo amati per ciò che siamo, non deve però portarci all'atteggiamento opposto, ovvero al non volerci migliorare, al fregarcene, al fare le vittime perché "va beh, Lui mi ama lo stesso", ci vuole sempre impegno, come in ogni relazione d'amore.
La consapevolezza del suo amore e dell'essere perfetti ai suoi occhi deve essere il punto di partenza che ci spinge a fare sempre meglio, ad essere migliori ad avere la certezza che negli sbagli e nelle cadute Lui c'è per farci ripartire per quella via verso la Santità che è possibile per tutti.

SONO CATTOLICA, NON PERFETTA, ricordiamolo sempre, soprattutto a noi stessi.
SONO CATTOLICA, NON PERFETTA, posso avere anche dei momenti non proprio buoni e non me ne devo vergognare, è bellissimo parlare della gioia della fede, della meraviglia dell'essere cristiani, ma è lecito e giusto anche parlare dei "momenti no" proprio parte integrante della vita reale, solo cosi si arriverà poi a ricordare con gioia ciò che non andava, perchè Lui è con noi.

Un abbraccio

giovedì 24 dicembre 2020

Santi della Vigilia: Cosa c'entrano Adamo ed Eva con il Natale?




Ogni giorno si scoprono cose nuove, soprattutto per chi come me che è stato lontano tanto dalla Chiesa.
Scopro novene, preghiere, Santi e Sante, tradizioni che non sapevo esistessero e certe volte questo può essere vissuto in due modi; il primo in modo pessimista, della serie "non conosco queste cose, allora valgo meno agli occhi di Dio", oppure, il secondo modo più positivo è "wow, ecco qualcosa di nuovo per poter ampliare e arricchire la mia vita di fede".
Ecco, se fino a poco tempo fa adottavo il primo modo, ora voglio il secondo e vorrei che tutti lo adottassero... soprattutto ignorate il primo modo, non viene da Dio.

Comunque... ecco cosa ho scoperto grazie a Giorgia (non mia figlia eh, ma un'amica che collabora con il gruppo di stile di vita e con il calendario di liturgia quotidiana)

Oggi, nel giorno della vigilia di Natale si ricordano Adamo ed Eva....
Cercando "adamo ed eva vigilia di natale" ho poi scoperto che hanno a che vedere anche con l'albero di Natale...
Ebbene si.. 
Nel Medioevo c'era la tradizione degli Adam una Èva Spiele (“giochi di Adamo ed Èva”), nelle chiese alla vigilia di Natale si ricostruiva lo scenario del Paradiso in terra, con tanti alberi da frutta, simboli dell’abbondanza e del mistero della vita. 
Ora però lascio la parola.. o per meglio dire.. la tastiera del pc.. a Giorgia con qualche riflessione e suggerimento.


Questa Vigilia lo sappiamo tutti, sarà diversa da quelle che siamo stati abituati a vivere, per questo non
dobbiamo perdere l’occasione, soprattutto per i nostri bambini, di trasformarla in qualcosa di davvero
speciale, da ricordare davvero per il suo significato e non solo per quello che ci sta capitando in questo
2020.

Mentre leggevo la liturgia del giorno mi sono soffermata sulla Prefazio dove troviamo queste parole:

“È veramente giusto rendere grazie a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo, per il mistero della Vergine Madre.
Dall’antico avversario venne la rovina, dal grembo verginale della figlia di Sion è germinato colui che
ci nutre con il pane degli angeli e sono scaturite per tutto il genere umano la salvezza e la pace.
La grazia che Eva ci tolse ci è ridonata in Maria.
In lei, Madre di tutti gli uomini, la maternità, redenta dal peccato e dalla morte, si apre al dono della
vita nuova. Dove abbondò la colpa, sovrabbonda la tua misericordia in Cristo nostro salvatore.
E noi, nell’attesa della sua venuta, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo l’inno della tua lode:
Santo ...”

Sono andata a curiosare un po’ in giro per approfondire e ho scoperto che proprio oggi, la vigilia di
Natale, si festeggiano Adamo ed Eva
, i nostri progenitori!

Perchè proprio oggi? 
Perchè Gesù che nasce (tra poche ore) è la risposta alla caduta e al peccato.

Qui la nostra proposta per la giornata di oggi:
In un momento “morto” della giornata radunate tutta la famiglia, sul divano, sul lettone, in cucina,
insomma dove più vi piace e aprendo la Bibbia leggete i due passaggi della Genesi (Gen 2,4-3 e 3, 24)
che raccontano la loro storia (mentre facevo un po’ di ricerca ho scoperto che alcune famiglie mettono
in scena una piccola recita familiare dove raccontano questa storia. 
Se lo fate mandateci le foto!!!) e provate a parlare insieme di cosa è andato storto, ascoltare cattivi consigli, hanno mentito, non hanno dato fiducia a Dio, non hanno seguito le regole, si sono dati la colpa a vicenda e a chiedervi “e noi.. come ci comportiamo?"

Eva ha seguito il suo orgoglio e si è fatta influenzare da un “amico” che non aveva a cuore il suo bene.
Adamo ha semplicemente seguito la corrente e non la sua vocazione, il suo essere originale e ha
preferito essere “fotocopia”. 
Sapevano di fare del male e l’hanno fatto comunque, ed invece di cercare di aggiustare (confessare) la situazione, hanno cercato di nasconderla e quando il Signore l’ha scoperto, si sono dati la colpa a vicenda...mamme, vi suona familiare?

Prima di peccare, Adamo ed Eva, vivevano, è il caso di dirlo “da Dio”: vivevano in un paradiso,
disponevano di tutti i beni che Dio aveva dato loro, dovevano seguire solo delle semplici regole per il
loro bene, Dio li aveva anche messi in guardia sulle conseguenze, se fossero andati fuori strada. 
Hanno usato male la loro libertà. 
Dalla loro disubbidienza nel mondo entrarono la morte e il peccato.
La punizione, come giusto che sia, arriva, ma basta leggerla dalla giusta prospettiva per capire che
invece è stata una grazia.
Dio ci ama, come un padre e una madre amano i propri figli, anche davanti alla nostra disobbedienza.
Non ama vederci peccare ma ci lascia la libertà di sbagliare, di cadere, di fallire, ma poi, quando
torniamo, quando risaliamo dopo aver toccato il fondo, quando accettiamo il suo perdono, allora
rifioriamo, diventiamo persone migliori.

Come dicevo all’inizio Gesù che nasce, è la risposta a questa caduta!
Probabilmente fu Giustino (100-165) il primo autore che ricorse al parallelismo Eva-Maria. 
Infatti scriveva: «Il Figlio di Dio si è fatto uomo per mezzo della Vergine, affinché la disobbedienza provocata dal serpente fosse annullata attraverso la stessa via per la quale prese inizio. Come infatti Eva, che era vergine e incorrotta, dopo aver accolto la parola del serpente, partorì disobbedienza e morte, allo stesso modo Maria, la Vergine, avendo ricevuto dall'Angelo Gabriele il buon annuncio che lo Spirito Santo sarebbe disceso su di lei e che la potenza dell'Altissimo l'avrebbe adombrata, concepì fede e gioia, per cui il santo nato da lei sarebbe stato il Figlio di Dio. Perciò rispose: «Mi avvenga secondo la tua parola» (Lc 1,38). Così per mezzo di lei è nato colui a proposito del quale, come abbiamo dimostrato, sono state dettate tante Scritture. Per mezzo di lui Dio abbatte anche il serpente, insieme a quegli angeli e a quegli uomini che sono divenuti simili a lui» (Dialogo con Trifone)

Gesù è il nuovo inizio, la nuova strada, la nuova luce per la nostra vita.
L’Antico Testamento inizia con questa coppia che non capisce la propria vocazione.
Il Nuovo Testamento inizia con una coppia che dice “si” alla propria vocazione. 
Capiscono cosa c’è in gioco: il riscatto dal peccato, la salvezza per tutti.

Buona viglia di Natale.
Cristina e Giorgia

venerdì 30 ottobre 2020

Hallows- eve, la Notte di tutti i Santi (idee pratiche)



Hallows-eve, la notte di tutti i Santi, festa con radici cattoliche che ci sono state strappate e che ad oggi credo sia giusto riprendersi.
[avevo scritto un articolo anche lo scorso anno e lo trovate QUI]
Dopo qualche brevissimo riassunto delle basi, vi propongo alcune idee pratiche e concrete per far tornare cattolica questa giornata.

Per chi non sapesse di cosa sto parlando, vi rimando anche ad una diretta (che trovate QUI) a cui ho partecipato qualche giorno fa ospite di CattOnerD con Lucia di Una Penna Spuntata.

In sintesi, Halloween è una festa che ha forti radici cattoliche che ci è stata "portata via" o per lo meno ci è stata strappata da alcune maldicenze da parte del ramo protestante per la prima volta intorno al 1600 per poi dare l'ulteriore colpo di grazia negli anni 80/90 del 1900.
Pensate che esiste anche un messale romano precedente al 1955 che contiene la liturgia legata ad halloween..


Ma per quanto riguarda la parte storica cattolica, è spiegata molto meglio nel video (ok, dura 2 ore e mezza ma potete ascoltarlo mentre fate altro).

Una delle obiezioni più gettonate riguarda la messa in guardia da parte degli esorcisti in merito alla festa etichettata come satanista.

Che dire... hanno ragione! Si, hanno ragione perchè i satanisti in questa festa ne fanno di ogni, sacrifici animali compresi, profanazioni, o semplicemente rituali con invocazioni per cui questa parte esiste ed è reale...
La cosa che però va tenuta da conto è che questa giornata NON E' SOLO SATANISTA (oltretutto loro sfruttano le feste altrui perchè di loro, nel concreto non ne hanno), ma è una giornata anche pagana (e loro fanno cose diverse, senza sacrifici o altro oltretutto loro non festeggiano halloween ma samhain) e soprattutto è una giornata CATTOLICA, la vigilia dei Santi, il giorno che ci prepara a rendere grazie per la comunione dei Santi che prima di noi sono vissuti su questa terra, hanno servito il Signore e ci indicano con la loro vita che è possibile la via per la Santità.

Ricordo quando tempo fa cercai ulteriori approfondimenti in siti storici e del folklore, mi colpì una frase "Halloween è la moderna e anche un po folle espressione dei culti celti" come per dire che ad oggi, tra travestimenti etc, non è rimasto quasi nulla che ricordi quel culto (eccetto la versione pagana ovvero Samahin, ma è un'altra storia)

Ma ora passiamo alla parte pratica.

Come possiamo fare per riprenderci questa festa (oltre all'hashtag #riprendiamocihalloween)?

- Intagliare la zucca con simboli religiosi e preparare qualcosa per i defunti come ha fatto Beatriz:


Questa zucca con la croce illuminata rappresenta la luce di Cristo che vince il buio della morte, la nostra fede e attesa della vita eterna.

Ho visto su instagram una zucca con un rosario intagliato.
[parentesi zucca; la zucca intagliata risale al 1800 circa, prima invece si intagliavano rape e creavano lanterne con le cipolle]
PS: se proprio la zucca non vi piace potete disegnare sulla buccia dei mandarini XD

- Preparare "Dolcetto o versetto?" con dei dolci e caramelle con un'immaginetta dei Santi oppure con un versetto della Bibbia scritto su un foglietto arrotolato attorno alla caramella.

- Fare una bella cena a festa in onore dei Santi e dei defunti, con delle pietanze della vostra tradizione popolare, e come dolce il pan dei morti o fave dei morti (cambia in base alla zona)

- Accendere una candela sul davanzale oppure se avete un piccolo altare religioso in casa, potete aggiungere le foto dei defunti e immagini dei Santi con alcune candele accese.

- Stampare delle immagini dei Santi da far colorare ai bambini oppure esiste online stampabile il memory dei Santi (è in inglese, ve lo mostrerò su instagram)

- Fare dei biscotti a tema, sia a zucca sorridente che con le formine dei santi (se ne trovano online)

- In alcune regioni c'è l'usanza di lasciare in una cesta del cibo per i defunti e l'indomani i bambini nel cesto trovano dei doni.

- C'è chi si traveste da Santo, potrebbe essere interessante rispolverare i martiri in questa occasione XD

Di idee ce ne sono moltissime, e sono tutte coerenti con la nostra fede.

Ora invece vorrei condividere con voi le esperienze di due amiche che hanno seguito tradizioni cattoliche a riguardo.

Giorgia (vive in Austria):
"
Nella mia famiglia è stata mia nonna a tramandarmi alcune tradizioni legate alla festa di Ognissanti partendo dalla vigilia.
Devo dire che da bambina ho intagliato anch'io la zucca, ma invece di fare la faccia spaventosa facevo la bocca rotonda come se cantasse, ci mettevo una candela ed insieme a tutta la famiglia dicevamo una preghiera per i defunti.
Mio padre arrostiva al forno dei semi di zucca che poi avremmo mangiato i giorni seguenti..se ci arrivavano! 

Il giorno di tutti i santi nonna preparava le lasagne e si andava alla Santa Messa.
I dolci erano presi in pasticceria e nel pomeriggio facevamo il "giro dei cimiteri" perché abbiamo i nostri cari in due cimiteri diversi.
Aiutavo mia nonna a pulire e lavare le lapidi e a mettere i fiori nuovi. La osservavo mentre puliva la foto dei genitori, li accarezzava e parlava con loro, raccontando qualche cruccio e affidandogli preghiere per tutta la famiglia.
Vivendo all'estero questa cosa mi manca molto, essendo lontana non posso accompagnare nonna neanche quest'anno.
Però ho una certezza in più: voglio riprendere a fare i dolci della tradizione, voglio riprendere a intagliare la zucca insegnando a Chiara che è una vigilia importante. Che non è una cosa "d'altri tempi" ma fa parte di quello che siamo, coloro che celebrano i Santi e commemorano i propri defunti."

Beatriz (vive a Palermo ma è nata in Inghilterra, per cui ha un'esperienza molto diversa):
"Essendo nata e cresciuta a Londra da genitori spagnoli in una famiglia Cattolica praticante, la mia esperienza di Halloween è sicuramente molto diversa da tanti di voi che state leggendo.
Per noi il 31 Ottobre era una festa, tipo il vostro Carnevale a Febbraio (che gli Inglesi non hanno), ed allora ci travestivamo da streghette, mostri, o anche personaggi di libri, intagliavamo facce buffe sulle zucche insieme a mia madre, e poi appena arrivava mio padre dal lavoro, uscivamo a fare 'Trick or Treating' (dolcetto o scherzetto) dai nostri vicini.
Era un bel modo di conoscere i vicini, gli altri bambini nella via ed ovviamente tornare a casa con un sacco di dolcini; mia madre ci permetteva di mangiarne 3 e poi le nascondeva.
L'indomani, cioè la festa di Tutti I Santi, se ero a scuola, essendo una scuola cattolica di suora, andavamo in cappella per partecipare alla Messa, se invece non avevo scuola andavo a messa con i miei genitori e fratelli. 

Nel 2015, dopo aver avuto la mia prima figlia, Irene, al nostro primo Halloween con lei, cominciò il dibattito con mio marito, uomo siciliano, nato e cresciuto qui a Palermo.
Non aveva mai festeggiato il 31 Ottobre, ed io ovviamente provavo a spiegargli che le origine erano diverse rispetto a quello che solitamente si pensa ecc ecc..
Quest'anno che Irene già ha quasi 6 anni, e Teresa 3, ho voluto introdurre la zucca come tradizione di Halloween, spiegando alle bambine appunto che NON E' una festa di mostri e zombie ma Cristiana nel quale festeggiamo la vigilia di Tutti I Santi...per cui  abbiamo preso una zucca e mio marito ha creato un immagine della Madonna che tiene il bambino piu' simboli Cristiani nella parte dietro. Sicuramente non faremo 'Trick or Treating'.
Aggiungo anche una cosa importante, in fondo le origine sono Cristiane, perchè come ricordo SEMPRE a tutti: Halloween = 'All Hallow's Eve' = La Veglia di Tutti i Santi, ed aggiungo che nel Padre Nostro, che noi recitiamo in Inglese antico ancora oggi, noi diciamo 'HALLOWED be thy name' (sia santificato il tuo nome)."

Spero possa esservi utile tutto questo e spero che potremo un giorno riuscire a tornare realmente alle origini cattoliche di un giorno come questo.

(Noi il 31 festeggiamo Mattia, è il suo compleanno)

Buona vigilia dei Santi!

mercoledì 22 luglio 2020

Il nostro obiettivo..."Facciamoci sante, il resto è solo perdere tempo".



Nonna era molto devota a Padre Pio e, soprattutto, a Santa Rita; il primo non so per quale motivo, la seconda perché "aveva fatto tanto"... per cui la mia conoscenza a livello agiografico era di base molto limitata a questi due e pochi altri "famosi".
Vedevo Santa Rita come colei che aiutava i casi impossibili, Padre Pio come colui che mi incuteva timore, ogni volta che vedevo la sua immaginetta mi immaginavo già quanto mi avrebbe "cazziata" (ovvero sgridata per bene).
Nella lista ci sono anche San Martino, San Michele, San Rocco.. tutti per le feste di paese perché dove vivevo avevamo 3 chiese dedicate a questi 3 santi... per cui uno per i doni, l'altro per la fiera e l'altro ancora per i fuochi d'artificio... per cui vi lascio immaginare come stavo messa.
Di base non ho mai avuto un buon rapporto con i Santi, li vedevo cosi distanti, perfetti, qualcosa di irraggiungibile, inarrivabile, quasi irreali.
Ammetto che, nonostante tutto, avevo un debole per uno in particolare non citato sopra, Sant'Agostino.. ecco, lui per me era ganzo (passatemi il termine da ggggiovane)!!
Il suo passato piuttosto particolare, imperfetto...lo rendeva cosi.. umano!
Meno inarrivabile, meno "vocetta degli angeli in coro" ma con l'aggiunta di qualche colpo di tosse.
Pensando a lui si apre quel barlume di speranza "forse c'è qualche possibilità anche per noi, persone comuni".

Poi è passato un po di tempo e ho scoperto Chiara Corbella, si ok, non è ancora Santa ma ci sta arrivando.... quello che conta è anche la via verso l'obiettivo.
Ho letto e riletto la sua storia, e l'idea di santità si è fatta leggermente più vicina, forse di un paio di passi... piccoli passi possibili come diceva lei...

Passa ancora qualche anno e leggo il libro "Pazze per Dio" e lì ho scoperto un mondo tutto nuovo, una dimensione diversa, un excursus di Sante e Beate anche sconosciute dove ogni storia ti avvicina all'idea che la santità possa essere alla portata di tutti.
Da Santa Irene, martire del 300 alla Beata Maria Cristina di Savoia, principessa e regina di Napoli.. Da Sant'Agnese, una ragazza martire,a Chiara Luce Badano, alla Venerabile Giulia di Barolo, moglie e vedova fondatrice di un ordine che insieme al marito fondarono scuole e ordini religiosi oltre a lavorare con le donne carcerate.
Non solo religiose, ma mogli, donne, mamme, giovani, ragazzine...tutte con una cosa in comune, mettersi a disposizione e lasciarsi modellare dalle mani di Dio facendo si che ognuna di loro, in modo diverso potesse percorrere la via della santità con ciò che aveva, per ciò che era.

Pochi giorni fa ho terminato la lettura del libro di Don Luigi maria Epicoco dal titolo "Qualcuno a cui guardare" e ho letto due frasi riguardo i santi che mi hanno particolarmente colpita:

"Ogni epoca ha avuto le sue crisi e il Signore vi ha sempre risposto non con idee geniali, ma con i Santi. Ogni crisi ha avuto dei Santi, quelli sono stati la risposta di Dio[...]"

Arrivati ad un certo punto, il Signore non ha mai smesso di mandare Santi, in nessun periodo storico e credo sia proprio per questo, ovvero perché è il Suo modo di farsi sempre più vicino a noi.
E' il Suo modo per non lasciarci soli, donarci sempre persone che possano aiutarci ad essere migliori, a fare quei passi verso la santità quando noi crediamo sia qualcosa di inarrivabile perché Lui ci vuole santi.

"Se poi sta chiedendo a ciascuno di noi di dare il nostro originale e unico contributo a questo cambiamento, è perché la caratteristica dei Santi è l'unicità, l'originalità"

Scoprire e leggere la storia dei santi non deve essere un modo per imitarli, non dobbiamo fare "copia incolla", in realtà dobbiamo capire che ognuno di loro aveva un proprio modo per arrivare alla santità e noi dobbiamo trovare il nostro.
Leggere la loro vita deve essere un primo passo per renderci conto che l'essere Santi può essere alla nostra portata.
Imitare un santo sarebbe un po come cercare di mettere i nostri piedi sulle orme di qualcun altro mentre camminiamo sulla sabbia... l'orma verrebbe sformata, rovinata....
Ecco, imitare rischierebbe di portarci a storpiare ciò che quel santo ha fatto, passando pure per poco credibili.
Invece potremmo camminare accanto alle sue orme con il nostro passo, la nostra velocità, la nostra ampiezza del passo per trarre il meglio dal nostro presente.
Il modo migliore per essere Santi non è imitare uno di loro, ma è essere sé stessi mantenendo un filo conduttore, avere Gesù nel cuore ed essere testimone.

Essere santi è un cammino quotidiano, Gesù stesso ci da ogni giorno i mezzi per raggiungere questo obiettivo perchè è proprio Lui che ci vuole cosi.
Essere testimoni concreti del suo amore, un amore presente anche nelle difficoltà, nella paura di non farcela, nella gioia!
León Bloy, violento anticlericale convertito in fervente cattolico, disse che nella vita «non c’è che una tristezza… quella di non essere santi».
Perché spesso si associa la santità solo ad un percorso fatto solo di dolore, sofferenza, invece non è cosi!
I Santi, sono gioiosi, felici, non privi di difficoltà ma in quella difficoltà trovano Cristo che li accoglie e sanno che tutto è grazia e porta ad una gioia più grande.
Santa Matilde di Hackeborn, scrisse un libro, il "Liber specialis gratiae", questo testo è pieno di gioia e di rendimento di grazie, senza alcun riferimento a pene o sofferenze; libro tanto amato che sarà utilizzato come guida per la vita cristiana.
(Contiene anche indicazioni per ricevere la comunione, per pregare e partecipare alla liturgia).

Papa Francesco qualche anno fa in un angelus disse che i santi sono nostri fratelli e sorelle che hanno accolto la luce di Dio nel loro cuore e l’hanno trasmessa al mondo, ciascuno secondo la propria “tonalità”.
La trovo un'espressione meravigliosa e che rende perfettamente l'idea di quanto detto prima.
Ma tutti sono stati trasparenti, hanno lottato per togliere le macchie e le oscurità del peccato, così da far passare la luce gentile di Dio. Questo è lo scopo della vita: far passare la luce di Dio; e anche lo scopo della nostra vita.
Possiamo diventare Santi da soli? No!!!
Senza Cristo non è possibile immaginare di poterlo diventare, affidarsi, fidarsi, non mollare... Possono sembrare tante cose ma in realtà sono tutte collegate ad una cosa importante, pregare!
Non dobbiamo stare in attesa senza fare niente, dobbiamo lottare per ciò che desideriamo, superare gli ostacoli consapevoli di non essere soli.

I Santi non devono essere un impedimento ma un incoraggiamento cosi che possiamo renderci conto che è possibile.
Non a caso la rubrica delle dirette che faccio su instagram si intitola: "Donne in cammino... sulla via della santità", proprio perchè siamo tutte in cammino con un solo obiettivo e ognuna ci arriva in modo diverso, dall'arte, alla cucina, alla testimonianza di conversione, alla musica, al servizio... e molto altro...
Mettiamoci in cammino perchè di una cosa sono certa, ne vale la pena e sarà bellissimo....
Cadremo, avremo dei ripensamenti, ma l'importante è continuare a volersi rimettere in piedi per camminare verso la strada giusta anche solo per fare in modo che la santità possa essere alla portata dei nostri figli.
"Facciamoci sante, il resto è solo perdere tempo" - Beata Eusebia Palomino.
Un caro abbraccio.

(ps: vi lascio qualche link ad altri articoli)
(pps: c'è anche il link ai libri, ma potrete cercarli anche in biblioteca)
[Le dirette verranno caricate piano piano nel canale youtube di Stile di vita di una folle donna cattolica.
Qui invece vi avevo parlato di un outfit perfetto, un abito fatto di Santità]

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venerdì 15 marzo 2019

Hygge style, la semplicità delle gioie quotidiane.





“Non permettete che niente vi riempia di tristezza, fino al punto di farvi dimenticare la gioia di Cristo risorto”.
(Beata Teresa di Calcutta)

Ultimamente una moda un pò particolare proveniente dalla Danimarca ha preso il sopravvento, non è nulla di strano o assurdo ma tutt'altro, è lo stile Hygge.
Sorvoliamo sulla pronuncia (se proprio volete saperlo si legge "ugghe" anche se alcuni dicono "hue-gah"), e per la verità è pure un termine intraducibile ma per farvi capire cosa significa bastano poche parole, semplicità, essenziale, naturale...
In poche parole lo stile Hygge ha come unico scopo il riscoprire la gioia e la felicità attraverso la semplicità, godendo delle cose semplici della nostra vita, il sentirsi confortati dal calore umano dell'affetto o da una semplice fetta di torta.
Hygge è un modo di essere, uno stile di vita, è cercare (e creare) il luogo più accogliente della casa, passare del tempo con le persone amate e lasciare da parte i doveri.

“Non tutti possiamo fare grandi cose. Ma possiamo fare piccole cose con grande amore”.
Questa frase di Madre Teresa di Calcutta riassume il fulcro di questo stile.

Tutti noi involontariamente abbiamo sperimentato questo stile perchè basta aver letto un libro nella tranquillità della nostra casa, o aver fatto un pranzo con le persone a cui teniamo e il gioco è fatto.
Tenete presente che questo modo di vivere è presente dal 1800 mentre in Inghilterra è arrivato solo nel 2016 e nell'ultimo anche anche qui in Italia.
Se fate qualche ricerca potete trovare tantissimi libri che trattano questo argomento con indicazioni per arredare casa in modo Hygge, vivere in modo Hygge etc.
Vagando per Pinterest, nel 2017 è stato il trend per quanto riguarda l'arredamento per la casa, su Instagram oltre 3 milioni di post taggati con #hygge.

Capiamoci, secondo i danesi pure i pantaloni della tuta sono Hygge e oltretutto hanno una declinazione apposita per definirli "hyggebukser".

Il top per un concentrato Hygge style?
Caminetto, coperta, maglioni oversize, calzini pesanti e per concludere candele... tante candele!!!
Il luogo dove trovare più facilmente la felicità? 
Le pareti di casa, che diventa nido e rifugio, questo non significa restare rinchiusi in casa sia l'unica soluzione, sono hygge anche le passeggiate all'aria aperta da soli o in compagnia, picnic al parco, cene fuori in compagnia, falò in spiaggia, godersi una lettura e un caffè in terrazza...
Si da spazio allo stile minimal , ovviamente sì alla cura di ogni piccolo dettaglio ma..solo l'essenziale!

Una cosa molto importante, ricordate di apprezzare le cose semplici che portano gioia nella vostra vita e ricordate che come diceva San Giovanni Bosco... "Il diavolo ha paura delle gante allegra"!
Per esempio invece di lamentarsi del maltempo di quest'inverno, accendete qualche candela e accucciatevi con una tazza di tè e quel libro che volete leggere da mesi, giocate con i vostri figli sul tappeto del salotto, oppure, un caldo abbraccio a chi vogliamo bene.
Se vi sentite socievoli, preparate il piatto che vi viene meglio e invitate i vostri amici per una serata a base di giochi da tavolo.



Attenzione: istruzioni per l’uso di Hygge. 
Non devono essere sensazioni, ma azioni vere e proprie, è questo che fa la differenza. 
Per cui su cosa possiamo basarci per capire cosa è hygge?
Devono essere cose che si possono “fare” realmente e che vi fanno sperimentare senso di appartenenza, conforto, amore, consolazione; comunione del tempo, dell’affetto, del pensiero, dello spazio; affermazione, coraggio, umiltà condivisa che diviene orgoglio di essere.
Bastano 30 minuti, non un'infinità!

“L’amore è l’unico tesoro che potete accumulare in questo mondo e portare con voi nell’altro. Tutta la gloria, il lavoro, le fortune, i tesori e i successi che credete di aver posseduto in questo mondo, resteranno in questo mondo”.
(S. Charbel)

Cosa non può essere definito hygge?
Guardare il telefono, stare attaccati al pc o videogame!!!
E la tv? Solo se inviti degli amici con cui condividere il momento!
Perchè lo stare insieme è una parte importantissima!

La serenità sta nelle piccole cose!
Ed è questo il motivo per cui questo stile lo trovo adottabile da ogni cattolico in circolazione.
Lo stile di vita essenziale, basato sulle piccole cose, come si legge spesso nella Bibbia e ci ricordano i nostri cari Santi, il non circondarsi continuamente di oggetti inutili e che non fanno la felicità, ma imparare a godere di ogni attimo vissuto con amore e semplicità.
E' hygge leggere sul divano con una coperta, o disegnare con i bambini sul tappeto di casa o fuori in giardino, preparare dei biscotti tutti insieme, accendere una candela alla Madonna in un angolino della casa, raccogliere dei fiori freschi mettendoli poi in un vaso accanto sempre alla Madonnina che abbiamo in casa.
Invitare gli amici per una cena o un pranzo in compagnia dopo la messa (questo se riuscite ad essere socievoli e non siete dei piccoli orsetti timidi come nel mio caso), oppure un rosario di quartiere a casa vostra.
Pregare il rosario seduti sulla poltrona nel silenzio della casa magari osservando ciò che ci offre il paesaggio intorno, oppure recitarlo al parco immersi nel verde e ammirando la natura, quella meraviglia creata da Dio.
Una casa felice è quella in cui la mattina della domenica prima di andare a messa si fa colazione a letto e quella in cui la sera inviti gli amici per due chiacchiere, è quella in cui i bambini hanno mille cuscini con cui giocare e finestre luminose aperte sul mondo.
Condividere con la famiglia è l'elemento più importante, è super Hygge!

Per una casa Hygge cosa possiamo fare?
I danesi consumano tantissime candele, creano l'atmosfera perfetta, per cui la sera le accendono insieme ai lampadari, questi con una luce tenue, niente lampadine bianche o troppo potenti, oltre al camino che crea il calore perfetto.
Coperte, copriletto, cuscini etc tutti con colori caldi e confortevoli.
Utilizzo di materiali naturali come legno o la lana, colori tono su tono, vasi con fiori freschi, quadri, cornici con foto di famiglia o amici, cesti per contenere coperte, giornali etc..
Inoltre pensando allo stare in compagnia si pensa anche ad arredare in modo da poter accogliere ospiti e farli sentire come a casa.

“Strappare la bellezza ovunque essa sia e regalarla a chi mi sta accanto. Per questo sono al mondo.”
(Alessandro D’Avenia)



E’ fondamentale trovare piccole zone di conforto nelle quali rifugiarsi per trascorrere qualche ora in totale relax, lontano dagli stress quotidiani. 
Niente tecnologia, computer e cellulari, solo un buon libro, una tazza da tè, il nostro libretto di preghiere, un diario.

Un po di stile Hygge nella nostra vita può solo portare tante cose positive, non serve stravolgere la nostra quotidianità ma provare semplicemente a migliorarla grazie alle belle sensazioni date dall'essenziale e dall'apprezzare le piccole cose di ogni giorno.

A presto.
Cristina

lunedì 11 febbraio 2019

La parola d'ordine per San Valentino? Made with love.




Mancano pochi giorni alla festa degli innamorati, ricorrenza tanto amata e tanto odiata allo stesso tempo, beh si, ci sono due fazioni, quella di coloro che in questa occasione festeggiano l'amore e quelli che la attaccano su tutti i fronti.
Non preoccupatevi, non scriverò l'origine di questa festa etc, ne è pieno il web di queste cose, per cui ve le risparmio.

San Valentino è la festa dell'amore, di coloro che si amano e in alcune tradizioni oltre a riguardare le coppie di fidanzati e sposi, riguarda  anche tutte le persone a cui si vuole bene.
Ricordo un episodio dei Simpson dove portavano a scuola dei biglietti per i compagni di classe e li scambiavano, non mi soffermo sulla vicenda del povero Ralph e di Lisa.
Una scatola di cioccolatini, una rosa, un bigliettino dolce, in questo giorno le idee sono innumerevoli, magari anche i più orsi e burberi decidono di addolcirsi per una giornata facendo un gesto carino.
Come già ho raccontato i miei genitori sono divorziati, litigavano continuamente e non ho dei buoni ricordi però il giorno di San Valentino e del loro anniversario (che è due giorni dopo, ed è anche il mio compleanno) era come se ci fosse un tacito accordo e qualsiasi cosa fosse successa in precedenza svaniva, soprattutto mio padre che è molto "orso" e non ama affatto gesti romantici o dolci (non l'ho mai visto dare un bacio a mia madre), in quell'occasione aveva sempre un regalo per mia madre.
Da figlia che li vedeva sempre discutere, questo loro atteggiamento ha lasciato un bel ricordo di questa ricorrenza per cui la voglia di festeggiarla non è mai mancata.

La fazione che non ama San Valentino, leggendo l'esperienza sopra citata dirà "Ci si deve amare tutto l'anno, non solo a San Valentino!"
Chi ha situazioni particolari in casa, posso dire che si accontenta di poco, se quel poco emana amore, il fatto che poi piano piano svanisca è relativo, si immagazzina il ricordo e si va avanti.
Perchè tutto questo rancore per una banalissima festa dell'amore? Cosa c'è di male in questo?
Non riuscirò mai a capirlo, cosi come non capirò mai le tristissime frasi a riguardo come "San Valentino, con la moglie o con l'amante?".... se anche l'amore viene sminuito, deriso, cosa ci resta....

Escludendo l'esempio dei miei genitori (che comunque qualcosa insegna) posso dire che non comprendo il motivo di chi snobba questa festa, festeggiare San Valentino non equivale ad amarsi solo un giorno,è solo un momento in più per fare qualcosa di speciale, per ritagliarsi del tempo per la coppia oppure per fare una cenetta particolare in famiglia se non volete uscire da soli (va beh, uscire da soli per una volta male non fa in questi casi).
Un po come per il mese della prevenzione, non è che si fa prevenzione solo quel mese e il resto dell'anno no, quello è un input per darsi una svegliata.
Ecco, San Valentino ha la stessa logica, se non faccio nulla di speciale durante l'anno posso farlo quel giorno esattamente come quando festeggiamo l'anniversario.
Noi solitamente festeggiamo a metà, ovvero il 15 perchè poi il 16 è il mio compleanno per cui due feste (e due regali) in un colpo solo!

Volete amarvi concretamente 365 giorni all'anno?
Allora ecco per voi una dritta per un regalo speciale, fatto con amore, che dura tutto l'anno e soprattutto non vi farà ingrassare a differenza di quei (buonissimi) cioccolatini.
Un barattolo con all'interno 365 bigliettini che accompagnerà la vostra dolce metà per tutto l'anno!
Dovrete metterlo bene in vista, in modo che ogni mattina si ricordi di pescare il biglietto del giorno.
Lo faccio già da 4 anni, per cui quest'anno faccio una pausa e lo trasmetto a voi cosi che possiate metterlo in pratica perchè è veramente un dono speciale.



Cosa serve?
- un barattolo con coperchio
- fogli di carta bianchi o colorati
- pennarelli o pastelli
- nastro

Il procedimento è semplicissimo, basta preparare tanti bigliettini quanti sono i giorni dell'anno, potete decidere se scriverli a mano oppure fare a computer, dipende dal tempo a disposizione.
In alcuni biglietti potete scrivere frasi dolci, in altri ricordare un episodio che vi lega, oppure un complimento, oppure (è più veloce) potete formare una frase mettendo una lettera per biglietto (andranno numerate) e solo alla fine riuscirà a ricomporre ciò che volete dirgli.
Un altro suggerimento riguarda l'inserire dei bonus che possono essere un massaggio, una cena da soli etc... con una regola per non dimenticarvi ovvero con una scadenza, per esempio "una volta pescato hai tempo 2 settimane per utilizzarlo".
Questo è un modo concreto per vivere ogni giorno l'amore e sarà molto utile quando magari avrete avuto una discussione e il biglietto sarà un passo per dimenticare o risolvere tutto.
Mettete tutti i bigliettini ben piegati nel barattolo, potete creare un'etichetta carina e mettere un fiocco per abbellire il tutto ed è pronto!
Avete poco tempo perchè lo avete scoperto poco prima?
Bene, potete farne almeno la metà e il resto li potete aggiungere successivamente, ma shhhh è un segreto!

Potete creare anche un bigliettino con un cuore pop up, il tutorial lo trovate in questo SITO.
Altro suggerimento, dei buonissimi muffin con sorpresa, anche questi li preparo da anni e li portano a scuola anche i bambini.; la ricetta la trovate nel mio blog di cucina "In Cucina con Crissy".

Siete single?
Questa ricorrenza riguarda le coppie ma non solo, può comprendere tutti per cui se una persona è single può fare qualcosa di speciale per gli altri in questa ricorrenza, bigliettini alla famiglia, a chi ci è sempre accanto, dedicarsi al prossimo con qualche attività solidale.
Ho anche letto che in una parrocchia in questo giorno faranno una preghiera per chiedere la grazia di un marito o una moglie ed è una cosa molto carina.

San Valentino è la festa degli innamorati, una festa di gioia, in cui ringraziare il Signore per chi ci ha messo accanto perchè possiamo riscoprire e trasmettere quanto sia importante l'amore nella vita delle persone.

Buon San Valentino!
Cristina

martedì 5 febbraio 2019

L'outfit perfetto: un abito fatto di Santità.




Di recente vi ho parlato di un capo di abbigliamento utilissimo e quasi indispensabile per il periodo invernale, il cappotto.
In attesa di scrivere qualcosa riguardo l'abbigliamento primaverile, oggi vorrei parlarvi di un outfit ottimo per tutte le stagioni e per arrivare a questo, sono passata attraverso un incontro di catechismo fatto domenica con i bambini di prima elementare.

Il tema dell'incontro era "il banchetto".
Partendo da ciò che loro intendono per festa e banchetto, devo dire che ci siamo fatti qualche risata perché nessuno di loro collegava il banchetto alla festa ma tutti parlavano del banchetto del mercato.
Per cui facendo dei giri assurdi, siamo passati dal banchetto del mercato al banchetto vero e proprio per poi arrivare all'altare che diventa una tavola dove Gesù è il festeggiato e partecipando a questo banchetto facciamo una forte esperienza di comunità.

Tra una considerazione e l'altra abbiamo letto la parabola delle nozze del figlio del Re (Mt 22,1-10), (ho trovato una versione semplificata adatta ai bambini della loro età con un lavoretto da fare), a cui abbiamo collegato l'abbigliamento....

Alla domanda "voi come vi vestite solitamente per andare ad un banchetto?", la risposta è stata "eleganti!".
Bene, l'idea di diversificare l'abbigliamento per determinate occasioni esiste ancora, rara, ma esiste (a riguardo potete trovare un articolo interessante sull'abbigliamento per andare a messa).

Ed ecco una domanda un pò particolare.....che ha dato vita alle risposte più disparate:
"Quale abito scegliereste per andare da Gesù?"
Sapete cosa hanno risposto?
- da angioletto...
- marrone come San Francesco...
- bianco....

"E se vi dicessi che basta un semplice vestito che voi nemmeno potete vedere.....?  Eh già...
E'un vestito fatto di Santità..."

Inizialmente erano un po perplessi, poi hanno iniziato a capire...
"E' un vestito speciale, fatto di buone azioni, gesti semplici, gentili e generosi che possono fare del bene agli altri.
E' possibile iniziare subito a cucire quel vestito, ogni giorno, anche ora, ogni azione fatta con amore, ogni preghiera, è un piccolo pezzo di stoffa per il nostro vestito di Santità.
Non serve un colore, ogni pezzetto di stoffa è luminoso perché rispecchia la luce che abbiamo dentro nel fare ciò che Gesù ci ha insegnato".

Diciamo che è il nostro "vestito firmato", il nostro outfit perfetto da indossare quando andremo in Paradiso.

Il cantico di Simeone
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».




Spesso per quanto riguarda il vestiario non sempre siamo soddisfatte, soprattutto noi donne, vediamo mille difetti dove non ci sono.
Ci auto-critichiamo spesso ingiustamente perché magari non simo perfette, non abbiamo un fisico snello e sodo per cui ci imponiamo anche un abbigliamento che spesso ci fa stare ancora peggio.
Non riusciamo a trovare un vestito adatto perché ci soffermiamo sui difetti anziché i punti di forza.
Sentirsi inadeguate è un grosso ostacolo non solo nel quotidiano, può limitare anche spiritualmente perchè il nostro non sentirci degne si propaga in molti ambiti.
Iniziare anche solo nei giorni di festa ad avere un vestiario diverso per andare ad incontrare Gesù a Messa è un grosso passo avanti.
Beh si, anche io faccio fatica, un po per pigrizia, un po per il freddo, non faccio più distinzione tra domenica e resto della settimana.

Gesù non guarda di certo quale vestito indossiamo ma se dovessimo pensare di incontrarlo sarebbe inevitabile scegliere l'abito più bello e che ci fa sentire a nostro agio.
Al nostro incontro con Gesù, noterà subito il nostro vestito di Santità e la sua misericordia ci aiuterà anche a ricucire i buchi fatti dai nostri errori e dai peccati nel momento in cui ci pentiamo di ciò che abbiamo fatto o non fatto.
Per cui impegniamoci ogni giorno  a cucire il nostro outfit perfetto per il Paradiso, un po di cucito creativo ogni giorno.

Qualche aiuto per una nuova routine di preghiera? Eccola a questo LINK.

Buon lavoro!
Cristina

domenica 30 dicembre 2018

Te Deum, ringrazia e pianifica.



L'anno volge al termine, in queste ore che ci separano dall'anno nuovo è inevitabile iniziare a tirare le somme di ciò che abbiamo vissuto in questi 365 giorni e per me è sempre stato un momento triste.
Nulla a che vedere con il momento religioso, quello esula dalla mia tristezza, semplicemente si pensa a cosa è accaduto, si ricorda chi non c'è più, eventuali perdite e si tira una riga per provare a ripartire da zero, spesso con ottimi propositi e idee sapendo che non verranno quasi considerati.
Probabilmente è proprio il fatto che si fanno progetti che si sa non verranno portati a termine che crea questa tristezza, diventa un circolo vizioso .
Un circolo vizioso a cui un rimedio c'è ed è anche piuttosto semplice, pianificare senza pretese il minimo indispensabile.

Ma  partiamo con ordine, ovvero dalla fine....
La fine dell'anno dal punto di vista religioso è prima di tutto un momento di ringraziamento, attraverso il Te Deum Laudamus, un inno di ringraziamento che viene cantato la sera del 31 dicembre per ringraziare dell'anno appena passato.
Non sto a raccontare la storia di questo canto ma a quanto pare è molto antico, si parla della fine del IV secolo intonato anche da Sant'Agostino il giorno del suo battesimo.
Onestamente conosco il Te Deum da pochissimo, quando ero piccola non ne ho mai sentito parlare, una volta allontanata dalla chiesa men che meno, per cui ci sono cose che "scopro" e vivo tardi perchè ci arrivo con calma... meglio tardi che mai!

Per chi come me ha scoperto da poco questa tradizione e non sa bene cosa contenga ecco un breve riassunto in tre punti o parti:
-La prima, fino è una lode trinitaria indirizzata al Padre; molto simile ad un'anafora eucaristica, contenendo il triplice Sanctus. (arriva fino a Paraclitum Spiritum)
-La seconda parte è una lode a Cristo Redentore. (da Tu rex gloriæ a sanguine redemisti)
-L'ultima è un seguito di suppliche e di versetti tratti dal libro dei salmi. (da Salvum fac,)
Comunemente viene cantato a cori alterni: presbitero o celebrante e il popolo.

La versione del Te Deum in italiano e latino la trovate a questo link.

Ringraziare il Signore, un gesto che per molti è normale, per altri inusuale perchè troppo abituati a chiedere, chiedere, chiedere... 
C'è qualcosa di male nel chiedere? assolutamente no, proprio nel Vangelo troviamo queste parole:
"Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.."
Per cui chiedere è ben accetto dal Signore, però anche ringraziare è una cosa da fare e per chi non ha questa abitudine, il Te Deum è un ottimo momento per fare il punto della situazione e ringraziare il Signore.

C'è sempre un motivo per ringraziare, nonostante momenti bui, perdite, dolore, c'è sempre qualcosa per cui ringraziare, anche solo per il fatto che il Signore non ci abbandona mai ed è sempre accanto a noi per sostenerci nella prova e nella disperazione.
Ringraziare anche nelle giornate "normali" che sembra non abbiano nulla di speciale per il solo motivo di essere al mondo, aver trascorso del tempo con chi amiamo e aver goduto di ogni secondo della giornata.

Il mio Te Deum personale ad una prima riflessione sembra cortissimo, ma rivedendo ogni attimo di questo anno trascorso ho tanto, tantissimo per cui ringraziare nonostante ad un primo bilancio l'anno sia stato molto pesante sotto molti punti di vista.
Parlandone con mio marito, gli ho detto che avrei bisogno di un attimo di tregua dalle troppe preoccupazioni, la sua risposta è stata semplice è utile "la tregua dobbiamo crearcela noi, facciamo fatica a riconoscere i momenti di tregua perchè non siamo più abituati, può essere l'ora in cui guardiamo un film con i bambini senza pensieri, può essere una cena in cui chiacchieriamo..."
Ed è verissimo, se ci abituiamo a correre, fare mille cose etc, non riusciamo più a distinguere la calma quando in realtà la viviamo senza rendercene conto.
Magari condividerò con voi uno stralcio alla fine del post o direttamente su fb...

Se in ordine la prima cosa da fare è ringraziare l'ultimo giorno dell'anno, la seconda cosa è pianificare l'anno nuovo!
Si, agenda alla mano oppure un quaderno o un foglio, pianificate il vostro anno il che non significa predisporre degli obiettivi difficili da raggiungere, ma piccole cose facilissime e che possono sembrare banali per poi progettare strada facendo cose più "grandi".

Volete una piccola lista per prendere degli spunti?
Eccola!
- Scegli il tuo Santo protettore per l'anno nuovo, affida la tua famiglia e pregalo ogni giorno oltre ad informarti e leggere ogni cosa si possa trovare su di lui. 
Potete pescare un nome da una lista oppure tramite un sito che utilizzo da molti anni, dopo aver pregato avrete il vostro Santo protettore. (CLICCATE QUI)

- Scrivete il nome del vostro protettore su un foglietto e appendetelo in bella vista come promemoria per rivolgervi a lui quotidianamente. 

- Scegliete un Santuario da visitare durante l'anno, informatevi e andateci quando lo ritenete il momento giusto, ne basta uno.

- Vivi a pieno i Sacramenti, cerca di confessarti a cadenza regolare, appuntando sull'agenda o calendario avrete un utile promemoria.

- Ritagliatevi del  tempo per pregare con la vostra famiglia.

- Leggete il vangelo quotidianamente, mentre fate colazione, appena svegli, mentre andate al lavoro (se non utilizzate l'auto), ci sono anche applicazioni comode per poter leggere ovunque appena avete 2 minuti di tempo.

- Mettete la lista appesa in cucina o in un posto che per voi possa essere ben visibile, certe volte le troppe cose da fare mettono a dura prova la memoria per cui un appunto visivo è utilissimo.

- Appuntate delle riflessioni in un quaderno di preghiera, cercate di mantenere questo "appuntamento" con il Signore qualche minuto durante la settimana oppure se proprio non avete tempo potete crearvi un appuntamento mensilmente per fare una specie di riassunto mensile. 
Non è la stessa cosa ma meglio partire da piccoli passi. Trovate QUI il post riguardo il prayer journal.

- Provate a fare almeno una novena durante l'anno.

- Ringraziate il Signore ogni sera per ciò che avete vissuto in quella giornata.

- Per le più "brave" anche recitare il Santo Rosario secondo le proprie possibilità può essere inserito nella lista, ma di quello parlerò in un nuovo post un po particolare...

Non dovete fare tutto! 
Chi riesce ok, va benissimo ma non impazzite e soprattutto non caricatevi troppo perchè il Signore non guarda alla quantità di cose che fate, meglio che ne fate poche ma fatte bene, che troppe fatte in modo frettoloso e distratto.

Nel calendario o agenda all'inizio di ogni mese potete scrivere cosa vorreste fare anche in base a cosa/chi quel mese è dedicato, non riuscite a farlo? ok, lo spostate al mese successivo, per questo è meglio fare programmi mese per mese.
Pianifico gennaio, ok, a fine mese tiro le somme e pianifico febbraio sulla base di quello che è accaduto, imprevisti etc..
Voglio leggere 20 libri durante l'anno? facciamo che ridimensiono a 5.
Raggiungo l'obiettivo? bene, aggiungiamone altri 5...
Voglio pregare il Rosario tutti i giorni? ok,iniziamo con 1 a settimana e vediamo come va..ho sempre tempo per aumentare la frequenza.
E cosi via... Vedrete che non sarete sopraffatte dalle troppe cose perchè gli imprevisti non si possono comandare o annullare o prevedere per cui è inutile fare progetti a lungo termine... i tempi di Dio non sono i nostri.

Te Deum Personale.

Ti ringrazio Signore per ogni attimo dell'anno appena passato,
per avermi fatto intravedere la luce in fondo al tunnel per la mia salute pessima.
Ti ringrazio per il solo fatto di avermi permesso di stare accanto ai miei figli.
Ti Lodo per il fatto di avere accanto un uomo come mio marito, perchè nonostante le incomprensioni, l'amore risolve ogni cosa.
Ti Lodo per le discussioni con le sorelle in Cristo perchè mi hanno aiutata a cambiare, a capire i miei errori e a mettere l'altro prima del mio orgoglio.
Ti Lodo per avermi avvicinata a mio Padre.
Ti Lodo e per ciò che ho dovuto subìre da mia madre, perchè tutto questo mi ha permesso di avvicinarmi ancora di più a Te e spero possa essere utile soprattutto a lei.
Ti ringrazio per avermi donato un Padre Spirituale.
Ti Lodo per i problemi di mia figlia con le insegnanti perchè mi hanno permesso di aprire gli occhi e di tirare fuori i lato materno che stavo sopprimendo...
Ti Lodo e ti ringrazio per ogni momento difficile perchè motivo di crescita e cambiamento.
Ti Lodo per le sorelle in Cristo che ho trovato, quelle che ho perso e quelle che troverò.
Ti Lodo perchè sei sempre accanto a me.

Auguro a tutti un buon ultimo dell'anno e un nuovo anno ricco di amore donato e ricevuto, se date voi stessi per gli altri anche nei momenti bui, l'amore non mancherà mai.
Un forte abbraccio.
Cristina.

martedì 20 novembre 2018

In cucina con i Santi: Le Pettole di Santa Cecilia.





Questo mese la rubrica 'in cucina con i santi' ci presenta un piatto tipico della tradizione Tarantina: "le Pettole di Santa Cecilia".
Grazie a Maria Elena per questo splendido lavoro.

Con la festa di Santa Cecilia, che ricorre il 22 novembre, inizia nella citta' di Taranto il periodo dei festeggiamenti per il Natale, quarantotto giorni di eventi, che spaziano tra cultura, intrattenimento e musica. 
E' pertanto per i tarantini una festa molto sentita.

La notte tra il 21 e 22 novembre, per tradizione, in citta' le famiglie si danno un bel da fare per preparare le Pettole di Santa Cecilia, da gustare  da prima dell'alba.
Gia' dalle 3.30 di notte i tarantini sono svegliati dalla musica della banda che percorre per alcune ore le vie della citta', suonando pastorali scritte appositamente per l'occasione e ispirate alle melodie realizzate con zampogne e cornamuse dai pastori di Abruzzo che in passato, durante la transumanza, scendevano fino in Puglia con il gregge e suonavano per le vie di Taranto chiedendo cibo in cambio della loro musica.

Il cibo tipico tarantino che veniva offerto ai pastori e poi in seguito utilizzato nei festeggiamenti per Santa Cecilia, erano proprio delle semplici e gustose frittelle di pane...le pettole!

Pare che le tradizioni legate a questa notte piena di musica e festa, siano nate nell'Ottocento dal desiderio dei musicisti della Banda locale di onorare la Santa Patrona della musica.
Prima dell'alba del 22 novembre, ogni tarantino che voglia onorare la tradizione, deve mettersi ai fornelli per friggere le pettole, che verranno poi mangiate in famiglia e offerte ai musicisti e ai passanti!
Ancora oggi, in occasione della festa, oltre alla Banda locale, si esibiscono anche gli zampognari che giungono nella città partendo dai monti della Calabria e della Murgia, per suonare ed assaggiare qualche pettola.

La tradizione narra che le pettole, da 'pettel' che in dialetto significa 'focaccia', siano nate da un errore di lievitazione capitato ad una mamma tarantina, che trasformo' l'impasto di pane in una massa esageratamente gonfia, tanto da non poter piu' essere usata per il pane, ma solo divisa in pezzetti e fritta. 
La storia narra che la donna, affascinata dalle melodie degli zampognari che suonavano sotto casa sua, si distrasse e lascio' lievitare troppo l'impasto e, pur di non lasciare i figli senza colazione, ne ideo' un utilizzo alternativo: delle saporite frittelle di pane.
Il risultato fu' talmente buono che la donna scese poi in strada ad offrire le pettole agli zampognari, per ringraziarli di essere stati all'origine della sua distrazione.

Ecco dunque la ricetta delle pettole.

Ingredienti per circa 45-50 pettole:
- Farina 00 500 g
- Lievito di birra fresco 12 g
- Sale grosso, un cucchiaino 
- Acqua tiepida 375 ml

Preparazione:
Setacciate la farina in una ciotola, fate al centro una fontana e scioglieteci il lievito di birra con poca acqua tiepida. 

Sciogliete nell’acqua rimanente il sale grosso e versatela a filo poco alla volta sulla farina. 
Impastate con le mani per ottenere un impasto molto morbido e colloso, se necessario aggiungete altra acqua. 

Mettere l'impasto in forno con la luce accesa per due ore in modo che raddoppi di volume.

Predisporre sul fuoco una pentola capiente con abbondante olio di semi per friggere le pettole.
Appena l'olio avrà raggiunto i 180° bisogna prelevare con un cucchiaio poco impasto alla volta e, aiutandosi con un dito bagnato in poca acqua, si dovra' far scivolare dal cucchiaio la pallina di impasto direttamente nell’olio.

Le pettole devono essere dorate da entrambi i lati, quindi in cottura andranno girate con una pinza. 

Una volta tolte dall’olio e fatte scolare su carta assorbente, le pettole andranno gustate ancora calde.

Per una versione dolce si potranno rotolare, appena scolate, nello zucchero o nel miele.

La versione salata piu' ricca invece, prevede che nell'impasto base vengano aggiunti ingredienti a scelta, come ad esempio olive o pancetta.



Buon appetito e al prossimo mese!!!!
Se avete ricette collegate ai Santi da consigliarci, potete scriverci!!

venerdì 26 ottobre 2018

Cucito Creativo: tutorial per Commemorazione dei defunti.


Buongiorno a tutte,
eccoci con il secondo tutorial di cucito creativo con qualcosa di diverso e incentrato sulle ricorrenze che ci saranno a breve, ovvero Santi e Commemorazione dei defunti.
Floriana ha dato vita ad un tutorial splendido e che può coinvolgere anche i bambini soprattutto per aiutarli a capire che se una  persona "torna alla casa del padre" è con Lui; non a caso si dice anche che "passa a miglior vita" ovvero oltre la morte ci aspetta Gesù per cui una vita migliore alla sua presenza, o per lo meno io lo interpreto cosi.

Ma ora vi lascio subito alla spiegazione di Floriana, poi aspettiamo i vostri lavori!!

Faremo una croce bianca (simbolo di purezza) con dei fiori.
Ogni fiore rappresenta un nostro defunto che vogliamo commemorare in occasione della "Commemorazione dei defunti" , oppure in occasione della festa dei Santi, può rappresentare un Santo.



Occorrente:

- Panno lenci bianco per la croce e colorato per i fiori se volete farli voi.
- forbici
- ago
- filo bianco
- cartoncino per ritagliare una croce della grandezza desiderata.
- velcro adesivo
- ovatta per l'imbottitura


Ritagliate su cartoncino due croci di 18 x 15 x 3 cm


Posizionando il cartoncino sul panno lenci bianco segnate con una matita i bordi più 1 cm per le cuciture. (immagine 2.)

Per i fiori.
Ritagliare un rettangolino di stoffa della misura desiderata (in foto è 6x4, immagine 4.).
Piegare a metà come nell'immagine 3.
Passare il filo e tirare quasi ad arricciarlo. (come nell'immagine 5. 6.)




Dopo aver formato il fiore, cucire la base per tenerlo chiuso (immagine 7. e 8.)
Ora prepariamo la corona che sarà la base del fiore.
Ritagliare una corona di 4x2, se utilizzate il panno lenci bianco potete colorarlo di verde con un pennarello, dopodiché attaccarla al fiore (immagine 9. 10. 11.).


Torniamo alla croce.
Ritagliamo la sagoma della croce precedentemente preparata, iniziamo a cucire la croce in vari punti (immagine 12.)  per permettere di girarlo e quindi nascondere le cuciture.
Mano a mano aggiungiamo l'ovatta per imbottire la croce (immagine 13.)
Una volta riempita, terminiamo le cuciture (immagine 14.) ed ecco pronta la base (immagine 15.)



Aggiungere il velcro sotto i fiori e sulla croce.
Applicate i fiori o fateli applicare ai vostri figli.
Il lavoretto è pronto!


Come fiori potete anche crearli in modo diverso, ovvero ritagliando le forme dai panno lenci colorati e applicando sul retro il velcro.

Spero vi sia piaciuto, fateci vedere i vostri lavori.
A  novembre il prossimo tutorial!
Un abbraccio
Floriana e Cristina.