domenica 29 dicembre 2024

Te Deum Laudamus; c'è sempre qualcosa per ringraziare.

 


Eccomi con il Te Deum Laudamus, da qualche anno fa parte della tradizione del blog ospitare il riassunto di ciò che è accaduto con una serie di ringraziamenti a Dio per ciò che è stato l'anno che si sta per concludere.
In un tempo in cui si tende a non vedere nulla di buono se le cose vanno diversamente rispetto a ciò che ci eravamo prefissati, vorrei spezzare una lancia a favore degli imprevisti, a volte ingombranti, che permettono di fare spazio alla grazia che si può vedere una volta usciti dalla nebbia del mondo. Mi capita spesso di leggere che non si ha nulla per cui ringraziare e la cosa mi rattrista molto perché in realtà non credo proprio si a così. Si tende invece a fissarsi su ciò che va male e dimenticare le cose belle che ci accadono ogni giorno, sì, perché ogni giorno c'è almeno una cosa per cui rendere grazie, prima di tutto la vita, l'alzarsi ogni mattina e arrivare a fine giornata, il sorriso di una persona, l'avere una casa, un lavoro, una famiglia, del cibo, e spesso chi non ha tutto questo riesce a ringraziare lo stesso per qualcosa. Dopo questa premessa ecco il mio semplice te deum..

Te deum laudamus... per il primo anno cancer free o per meglio dire, un anno da quando mi è stato rimosso il tumore (i tumori). Un anno con i controlli ok. Un anno da quando è iniziato un nuovo percorso che mi ha cambiata e ha cambiato chi mi sta intorno (buona parte di essi). 
Te deum laudamus... per aver iniziato l'anno con la visita oncologica e con notizie confortanti anche se tutto resta nelle Tue mani (e sai quanto per me sia difficile).
Te deum laudamus... per avermi insegnato a chiedere, a capire che non tutto dipende da me, che c'è il tempo per fermarsi, osservare e comprendere.
Te deum laudamus... per le settimane di convalescenza che mi hanno permesso di ridurre i ritmi folli che avevo e che mi hanno portata a vivere con meno fretta è più consapevolezza. Peccato sia durato poco, ma ho notato che in questi giorni ci stai lavorando ancora per farmelo capire.
Te deum laudamus... per Jessica Hanna (blessed by cancer) che seguo su instagram (ora il profilo è portato avanti dal marito), perché mi ha insegnato che il Signore fa bene tutte le cose anche quando c'è di mezzo la malattia, anche quando sai che le cose non andranno come vorresti e le accetti. Per avermi fatto capire che crollare, piangere per la paura di non riuscire ad accettare sono emozioni sane e che ci stanno senza che ciò possa togliere la fiducia in Te Signore.
Te deum laudamus... per la prima confessione di Mattia.
Te deum laudamus... per la mia testardaggine e pignoleria che mi ha permesso di vedere che effettivamente qualcosa non andava con le terapie, anche se dopo mesi stiamo ancora cercando una soluzione. Tu la soluzione ce l'hai, è dentro di me da tempo...
Te deum laudamus... per la mia condizione di salute che mi ha portata ad osare scrivendo un romanzo fantasy per ragazzi. Se non avessi avuto la diagnosi probabilmente non avrei mai provato. Continuerò la lode quando verrà pubblicato il prossimo anno.
Te deum laudamus... perché sto imparando ad ascoltare quello che credevo essere il "mio istinto" ma che in realtà sei Tu che mi guidi ogni giorno. Ti sento, non sempre ti ascolto, ma ti sento...
Te deum laudamus... per le vacanze in montagna di quest'estate (nonostante non sia stata bene), quattro giorni circondata da tutto ciò che amo: la mia famiglia, i monti e il silenzio per la contemplazione.
Te deum laudamus... per l'attesa (snervante) dell'esito di un esame importante, mi porta a mettere tutto nelle Tue mani quando in realtà vorrei avere il controllo di ogni cosa.
Te deum laudamus... per l'umana paura che ogni tanto prende il sopravvento. Mi ricorda che, indipendentemente dalla malattia, ognuno di noi è terminale e non deve perdere tempo. Certo è che, quando la malattia c'è, la paura rischia di sovrastare la grazia, rischia di farti sprecare tempo e ti distoglie dal vivere pienamente. Mi fido di te ma so che nella paura mi consoli.
Te deum laudamus... per tutti i controlli che mi aspettano appena varcata la soglia del 2025 perché un check-up di inizio anno è, per me, il modo migliore di iniziare il primo mese mettendo basi solide da cui partire.
Te deum laudamus... per la mia famiglia, mio marito, i miei figli, mia madre e chi mi circonda, un pò meno per chi mi fa del male e mi fa soffrire; ma ci sono anche loro che mi portano a fare un ripasso di umiltà sempre utile e necessario.
Te deum laudamus... per tutti i progetti che mi ispiri e per avermi insegnato il discernimento, perché non tutto ciò che sembra ispirazione è utile e viene da Te. Piccoli passi, senza fretta.
Te deum laudamus... per ogni giorno che posso trascorrere nel mondo. Vorrei fare ancora tante cose, sperimentare, osare, il tutto sempre con la Tua guida nella speranza di poter lasciare la parte migliore ai miei figli.
Te deum laudamus... per Mattia che non smette un attimo di parlare, mi sta insegnando ad essere paziente e a mettere prima l'ascolto, rispetto al mio bisogno di silenzio al mattino appena mi sveglio.
Te deum laudamus... anche quando vorrei un pò di tregua ma quella tregua Tu sai benissimo che sarebbe destabilizzante per me.
Te deum laudamus... per i molti cambiamenti di questi mesi, perché non sono più la persona di un anno fa, ma nemmeno di un mese fa e sono sempre in continua evoluzione per arrivare ad essere ogni giorno la migliore versione di me stessa guidata da Te.

Ci sarebbero molti altri Te deum laudamus... da scrivere che ora non ricordo e che torneranno alla mente appena premerò "pubblica" e che probabilmente va benissimo se restano solo con me.
Ogni tanto mi chiedo se riuscirei a scrivere tutti questi te deum se avessi una condizione di salute peggiore, se in realtà io sia ipocrita a rendere lode e grazie al Signore per il mio percorso oncologico perché magari più semplice rispetto ad altre. Posso dire che questo pensiero è frutto di tentazioni e insidie del maligno perché cerca di staccarmi dal Signore. 
Ogni percorso di vita è differente, ogni cammino è fatto di intoppi, fatiche, cadute, gioie, passi avanti e passi indietro, momenti buoni e non buoni. Non possiamo sapere "cosa sarebbe accaduto se..." ma possiamo solo essere testimoni concreti di quanto il Signore possa spargere grazia nella vita di ogni singola persona in modi diversi.
Vi auguro di non soffermarvi su ciò che c'è di complicato ma su ciò che il Signore vi dona ogni giorno attraverso piccole cose, a volte impercettibili, per farvi sentire che non si è mai soli.
Vi auguro di imparare a non voler avere sempre il controllo su ogni cosa ma che ogni tanto possiamo lasciare alcune cose nelle Sue mani.
Vi auguro di mettere sempre Lui al centro per poter diramare nella vostra vita gioia e serenità ogni momento, anche quando la paura e la tristezza stanno per prendere il sopravvento.

Buon nuovo anno.
Cristina

sabato 2 novembre 2024

Devozione dei 100 requiem per anime dei defunti.

                                 



Ne ho già parlato nel profilo instagram ma ho preferito fare anche un articolo qui per rendere tutto più facile da trovare.
La devozione dei 100 Requiem è una pratica spirituale volta a pregare per le anime dei defunti, in particolare per quelle dimenticate o in purgatorio. Questa devozione nasce come una pratica per intercedere in modo speciale per le anime del Purgatorio, spesso dimenticate nelle preghiere quotidiane.

Il Requiem è una preghiera dedicata al riposo eterno dei defunti: ‘L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen.'

Consiste nel recitare 100 volte la preghiera del Requiem, con cuore e intenzione, chiedendo a Dio il riposo eterno per tutte le anime. Per questo pia devozione ci si può servire di una comune corona di cinque poste o decine, percorrendola tutta due volte, per formare il centinaio di Requiem.

Ne esistono due versioni, quella tradizionale e una versione con l’offerta della passione di Gesù (le trovate entrambe di seguito)

COME RECITARLA:

S'incomincia col recitare un Pater noster,  poi una decina di Requiem sui dieci grani piccoli della corona, infine della quale si dirà sul grano grosso la seguente giaculatoria:

Gesù mio, misericordia delle Anime del Purgatorio, e specialmente dell'Anima di N. N. e dell'Anima più abbandonata.

Terminate le dieci decine (ossia il centinaio) di Requiem, si dice il De profundis:

De profundis
Dal profondo a Te grido, Signore,
Signore ascolta la mia voce!
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.
Se consideri i peccati, Signore,
Signore, chi potrà sussistere ?
Ma presso di Te è il perdono,
e avremo il tuo timore.
Io spero nel Signore,
l’anima mia spera nella sua parola,
l’anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l’aurora.
Israele attenda il Signore,
perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.
Il Signore redimerà Israele
da tutte le sue colpe.


Puoi dedicare i 100 Requiem a un defunto in particolare o per tutte le anime del Purgatorio, in momenti di preghiera speciale come in preparazione al giorno dei defunti, il mese di novembre o ogni volta che il tuo cuore lo desidera.
Pregare per i defunti è un atto di misericordia, che avvicina a Dio e rinnova il legame tra i vivi e le anime bisognose di preghiere.


VERSIONE CON OFFERTA DELLA PASSIONE DI GESU':

Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

1. Ti offro, adorato mio Gesù, in aiuto delle anime del Purgatorio, i meriti dei patimenti e dei dolori da te sofferti per la nostra redenzione; e incomincio dal contemplare quel sangue, che trasudò dal tuo corpo per la tristezza e l'angustia che ti assalì nell'orto degli Ulivi.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

2. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, la somma afflizione, che ti strinse il cuore, nel vedere un tuo discepolo, Giuda, da te amato e beneficato, il quale, fattosi persecutore, con bacio sacrilego ti tradì per consegnarti nelle mani di crudeli nemici.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

3. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, la mirabile pazienza con cui sopportasti tanti oltraggi da quella vile soldatesca, che ti trascinò da Anna a Caifa, da Pilato ad Erode, il quale, per maggior disprezzo, facendoti indossare la veste dei folli, fra le beffe e le derisioni del popolo, ti rimandò al governatore romano.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

4. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, l'amarezza che turbò il tuo spirito allorché dai Giudei, tu innocente e giusto fosti posposto a Barabba, sedizioso ed omicida; poi legato alla colonna, senza alcuna pietà, fosti percosso con innumerevoli frustate.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

5. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio l'umiliazione da te tollerata, quando, per trattarti da finto re, ti hanno posto sulle spalle un cencio di porpora e ti hanno dato per scettro una canna, ti cinsero il capo con la tormentosa corona di spine, e così Pilato ti mostrò al popolo con le parole: Ecce homo.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

6. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, l'ineffabile rammarico che provasti, quando contro di te si gridò: crucifige, crucifige: ed il penoso peso sostenuto con sublime rassegnazione lungo la via del Calvario, col pesante legno della croce sulle spalle.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

7. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, la compassione pietosa, e il dolore profondo da te interamente sentito, allorquando dalla tua diletta Madre, venuta ad incontrarti e ad abbracciarti, fosti con tanta violenza separato.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

8. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, gli inauditi tormenti che patisti quando, disteso sulla croce il tuo corpo sanguinante, fosti orribilmente trafitto con chiodi nelle nani e nei piedi, e innalzato sopra l'ignominioso patibolo.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

9. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio le angosce e le pene, che per tre ore continue sopportasti pendente alla croce e gli spasimi, che soffristi in tutte le membra, accresciuti dalla presenza della tua addolorata Madre, testimone di una simile straziante agonia.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

10. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, la desolazione da cui fu oppressa la Vergine Santissima nell'assistere alla tua morte, e lo schianto del suo tenero cuore nell'accoglierti esanime, deposto dalla croce, tra le sue braccia.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.’


Buona preghiera.


mercoledì 9 ottobre 2024

L'arte della lamentela; quando la grazia scompare (a causa nostra).


                             


Viviamo in un'epoca in cui la lamentela sembra essere diventata una seconda lingua, una sorta di veleno invisibile della quotidianità. Non so voi ma sembra andare sempre peggio e ammetto di aver avuto più volte la tentazione di lasciare i social per non rovinarmi lo stato d'animo per ciò che leggevo. Ci lamentiamo del traffico, del tempo, del lavoro, se piove più oppure meno di quello che ci hanno detto, delle persone che ci circondano, persino delle piccole cose che in fondo non meritano tutta la nostra attenzione. Invece di focalizzarci su ciò che di buono accade intorno a noi, ci perdiamo in un vortice di negatività, che non solo avvelena il nostro spirito, ma finisce per influenzare (solitamente in male) anche chi ci sta vicino.
Quest'estate il tema principale era il caldo eccessivo e se un giorno le temperature erano meno calde allora si gridava al complotto e al fatto che il cambiamento climatico fosse un'invenzione...
In questi giorni la pioggia, le allerte meteo che vengono diramate proprio in queste ore. Qui hanno chiuso tutte le scuole superiori della provincia per precauzione, il flusso enorme di studenti che si spostano avrebbe creato non pochi problemi in caso di emergenze per cui hanno ritenuto opportuno prevenire. In mattinata la pioggia non era esagerata ed è iniziato il carosello di pseudo esperti che sindacavano la decisione "due gocce d'acqua e chiudono le scuole!" le lamentele più gettonate. Se invece ci fosse stato qualcosa di peggio? Probabilmente la lamentela si sarebbe spostata sul "dovevano chiudere le scuole per evitare questo disastro!".

Mi sono chiesta, perché ci lamentiamo? Spesso la lamentela è talmente immediata che diventa una risposta automatica, come se subentrasse nella mente un meccanismo di difesa per sfuggire alle difficoltà della vita quotidiana. Ci lamentiamo perché è più facile riversare all'esterno la nostra frustrazione piuttosto che affrontare ciò che non va. Tuttavia, questo atteggiamento è un modo per evitare il vero lavoro interiore che ogni individuo dovrebbe fare: la ricerca di soluzioni e l'accettazione delle situazioni che non possiamo cambiare.
Come dico sempre, se mi lamento cosa cambia? La situazione migliora? Beh, no. Ammenoché si va allo sportello delle lamentele (ah no, è il centro informazioni) di qualsivoglia centro commerciale. Se mi lamento del fatto che ho il cancro mi passa? Certo che no, allora perché mai dovrei farlo se non porta a qualcosa di buono?

La lamentela costante (occasionale ci potrebbe anche stare qualche rara volta, anche solo per un piccolo sfogo con chi conosciamo) ci allontana dalle cose buone che accadono intorno a noi. Quando siamo concentrati solo su ciò che va storto, perdiamo la capacità di riconoscere le piccole gioie quotidiane. Non ci accorgiamo dei gesti di gentilezza, dei momenti di serenità o dei doni inattesi della vita. Questo atteggiamento negativo eclissa la nostra gratitudine e blocca la nostra capacità di vedere ogni piccola grazia intorno a noi. Come possiamo aspirare a una vita più piena se siamo sempre concentrati su ciò che manca o su ciò che non funziona? Come possiamo vedere la grazia se pesa più un sassolino nella scarpa che una comoda poltrona?

Non solo la lamentela danneggia chi la pratica, ma finisce per influenzare negativamente anche chi ci sta vicino, spesso si sottovaluta l'impatto che può avere anche sui propri figli. Una lamentela continua crea un ambiente tossico, dove le conversazioni diventano pesanti e tutto si appesantisce. La nostra mente tende a vedere il mondo attraverso il filtro delle nostre parole, quindi, se continuiamo a lamentarci, alimentiamo un ciclo di pensieri negativi che può rapidamente diffondersi agli altri. Ci si ritrova responsabili non solo verso se stessi ma anche verso l'altro, soprattutto i bambini. Un po come il serpente che si è insinuato nella vita di Eva, ha fatto scattare in lei quasi una lamentela della situazione che è sfociata nella scelta peggiore.
Il primo passo per rompere questo circolo vizioso è la consapevolezza che può scaturire dal discernimento. Quando notiamo che ci stiamo lamentando, fermiamoci un attimo e chiediamoci:
È davvero così grave? Cosa posso fare per migliorare la situazione? Ne vale la pena?
Oppure, possiamo cambiare prospettiva, cercando almeno una cosa buona nella situazione che ci sta frustrando. Questo piccolo sforzo di gratitudine aiuta a riequilibrare la nostra visione della realtà. Uno degli antidoti più potenti alla lamentela è proprio la gratitudine. Quando siamo grati per ciò che abbiamo, la lamentela perde di significato. Possiamo allenarci a coltivare la gratitudine tenendo un diario dove annotiamo ogni giorno almeno tre cose per cui siamo grati. Questo semplice esercizio può aiutarci a spostare il focus dalle carenze e dalle difficoltà alle benedizioni e alle opportunità che incontriamo. Non a caso ogni domenica su instagram propongo il box della gratitudine dove scrivere almeno una cosa buona che ha lasciato il segno durante la settimana oppure nell'agenda, alla fine di ogni mese trovate lo spazio per ringraziare.
Un altro esercizio utile è cercare di focalizzarsi su ciò che possiamo controllare. Spesso le lamentele riguardano cose che non possiamo cambiare (come il meteo o il comportamento degli altri), ma spendere energie su queste cose oltre ad essere inutile è anche frustrante. Dobbiamo accettare ciò che non possiamo modificare chiedendo anche aiuto alla preghiera e concentrare la nostra attenzione su ciò che è nelle nostre mani.

La lamentela ci impedisce di vivere pienamente il momento presente e di vedere le cose buone che accadono intorno a noi. Liberarsi da questo atteggiamento richiede impegno e consapevolezza, ma i benefici sono enormi: ci sentiremo più leggeri, più felici e più capaci di affrontare le sfide quotidiane con uno spirito positivo. Sostituire la lamentela con la gratitudine ci permetterà di vedere il mondo con occhi nuovi, e chi ci sta accanto sarà ispirato dalla nostra energia positiva. 
Ci permetterà di poter sperimentare anche la lode..
Trasformare la lamentela in lode richiede di passare dalla frustrazione alla fiducia in Dio. Quando ci lamentiamo, spesso stiamo implicitamente dicendo che le cose non vanno come vorremmo o che siamo insoddisfatti di ciò che ci viene dato. Questo atteggiamento ci chiude al bene che Dio sta operando nella nostra vita. Invece, trasformare la lamentela in preghiera significa riconoscere che, anche nelle difficoltà, Dio ha un piano e che possiamo fidarci di Lui.
Mi potreste dire... "beh, ma anche nella Bibbia ci sono lamentele..." , avete ragione... ma c'è anche un cambio di atteggiamento come possiamo vedere nei salmi. Il salmista spesso inizia con una lamentela, ma conclude lodando Dio.
Il Salmo 13, ad esempio, inizia con un grido di dolore: “Fino a quando, Signore? Mi dimenticherai per sempre?” ma termina con una professione di fiducia: “Io confido nel tuo amore fedele”
Per noi può essere un grande esempio e un modello base che ci insegna che, anche nei momenti di dubbio o dolore, possiamo sempre concludere con la lode, confidando nella fedeltà di Dio.

Quando scegliamo di lodare Dio invece di lamentarci, stiamo attivamente riconoscendo il bene che ci circonda e che Dio ha già fatto nella nostra vita. Questo non significa ignorare le difficoltà, ma piuttosto cambiarne la prospettiva, soprattutto se sono cose di poco conto. Come scrisse San Paolo nella Lettera ai Filippesi (4,6-7): “Non angustiatevi per nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, con ringraziamento.”. Questa esortazione ci invita a trasformare ogni situazione in preghiera e ringraziamento.

In tutto questo e per concludere, ecco cosa possiamo fare in modo pratico:
  • Diario della gratitudine: Ogni giorno, scrivi almeno tre cose per cui sei grato, anche se sembrano piccole. Questo ti aiuterà a focalizzarti su ciò che funziona, piuttosto che su ciò che non va. (ti concedo di iniziare con una al giorno)
  • Preghiera di ringraziamento: Quando senti la tentazione di lamentarti, fermati e ringrazia Dio per almeno una cosa buona che hai. Può essere una preghiera semplice come: “Grazie, Signore, perché oggi ho respirato, ho camminato, e sono vivo.”
  • Rileggere le promesse di Dio: Tieni a mente le promesse di Dio nella Scrittura. Passaggi come Isaia 41,10 (“Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio”) ci ricordano che Dio non ci abbandona mai. Sappiamo inoltre che "non temere" è molto presente nella scrittura.
Buona lode e buona gratitudine.
Cristina