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domenica 22 dicembre 2019

Perdono ma non dimentico.... questa è la fine.




“Sappiamo che, se vogliamo veramente amare, dobbiamo imparare a perdonare.”
(Madre Teresa di Calcutta)

Il Natale si avvicina, mancano pochissimi giorni ed è proprio in quest momenti che probabilmente rischiano di riaffiorare ricordi poco piacevoli se sappiamo che dovremo avere a che fare con persone che ci hanno fatto del male oppure che ci hanno fatto un torto e che pensavamo di aver perdonato.
Ma a Natale condividiamo la stessa tavola.. per cui cosa vuoi fare? Come ti comporterai? Hai fatto un bilancio di ciò a cui potresti andare incontro?
Solitamente a queste domande la risposta è "NO, non lo so/non ci ho pensato"!
A Natale si è tutti più buoni (e un po ipocriti, vedi vecchio post), per questo la priorità dei pensieri è data dall'ignorare la cosa perchè prevalgono sentimenti ben precisi come il rimuginare, magari con un surplus di muso lungo oppure in senso opposto parlando come se niente fosse e dentro c'è un piccolo demone che elenca errori, torti, risposte sbagliate ricevute e chi più ne ha più ne metta.
Volete mettere poi se quella persona fa un passo falso?
Viene aggiunto alla lista di "errori" e quasi è una cosa bella perchè.... "Ecco, vedi... come se non bastasse ha detto quello e quello...capisci perchè non mi convince? Poi per carità, l'ho perdonata per quello che mi ha fatto, però...." e magari siamo noi a vedere quelle cose  perchè siamo prevenute nei confronti degli altri.

"L'ho perdonata però....", quante volte ho sentito questa frase!! Quante volte io stessa ho detto questa frase!! Quante volte questa frase nasconde un'ipocrisia che Satana scansati perchè lo scettro è mio.
In 40 minuti di attesa fuori dal confessionale qualche giorno fa ho ragionato molto riguardo questo tema e mi sono resa conto di quante volte mi sono ritrovata a non confessare questi pensieri perchè dentro di me ero convinta di aver perdonato alcune persone, ma in realtà era una bugia enorme.
Quante volte in confessione ho detto che avevo finalmente perdonato mia madre per ciò che mi aveva fatto.
Poi una volta fuori non ci mettevo molto a ribadire come si era comportata (cosa diversa dal testimoniare una determinata cosa, motivo per cui certe cose vanno riprese) e magari durante il pranzo di Natale le rispondevo male, ero nervosa, stavo sulle mie, non parlavo perchè la sua sola voce mi indisponeva.
Conseguenza? Non passiamo un Natale insieme da 5 anni....  (quest'anno però l'ho invitata a pranzo a Santo Stefano, il che è tanta roba per cui mi do una pacca sulla spalla da sola )
Ora l'ho perdonata? Se devo essere onesta non del tutto ma ci sto lavorando, sono a buon punto, non mi irrita più, ci parlo senza problemi, le scrivo di mia spontanea volontà, ma ancora non riesco a vedere in modo distaccato ciò che è successo; direi che è quasi perdonata, non manca molto.
Un'altra persona che credevo di aver perdonato, quando ero in psicoterapia mi sono resa conto che invece non avevo per niente digerito la cosa, ora posso dire di si, l'ho perdonata ma è una cosa molto recente; ho scoperto che senza il perdono sincero e del cuore non si può andare avanti.

Ma cosa significa veramente perdonare?
Non voglio sostituirmi a psicologi, o a sacerdoti, padri spirituali etc, assolutamente non ne ho la competenza ma posso dirvi cosa ho imparato da tutti loro, si perchè se non avessi ricevuto in dono il loro aiuto, le loro parole, la loro visione della cosa, probabilmente sarei ancora rinchiusa nell'idea che la frase "perdono ma non dimentico" fosse la strada perfetta e giusta.
Mi dispiace dirvi e sottoscrivere che non è cosi.
"Perdono ma non dimentico" è l'orlo del precipizio, è la staccionata marcia che fa da parapetto ad un burrone, se vi appoggiate cadete giù ed è la fine.
"si beh, ma ho perdonato!".
No, se non dimentichi ciò che ti hanno fatto, non hai perdonato, hai semplicemente il colpo in canna pronto da sparare nel momento più opportuno.
Al primo passo falso o parola sbagliata, si va a ripescare e taaaac, servito su un piatto d'argento l'elenco puntato degli errori dove quello appena fatto aveva già un numeretto vuoto perchè si sapeva che sarebbe successo.
Questo non è perdonare perchè per farlo devi saper andare oltre senza sforzi; quando vedi quella persona non devi pensare a cosa ha fatto ma devi vederla per ciò che è ora; nel momento in cui ti capita di pensare a ciò che ti ha fatto non provi nessun sentimento negativo ma solo la voglia di andare oltre fino a che tutto diventi un lontano, sbiadito e sporadico ricordo che non fa più male ma bene.
Come può fare bene un ricordo che dovrebbe essere negativo e /o doloroso?
Basta pensare a tutto il bene che ha portato dopo, ma dopo aver perdonato realmente uno se ne rende conto, prima è estremamente difficile perchè il male farà sempre capolino come un promemoria del cellulare che continuiamo a rimandare.
Se ripenso a un paio di cose che mi hanno letteralmente distrutta tempo fa, ora riesco a vedere quanto bene mi hanno fatto, veramente tanto tanto tanto, mi hanno portata dove sono ora, come sono ora e posso solo ringraziare; poi è ovvio che avrei volentieri evitato di passarci ma oramai è andata per cui prendiamo il bene e facciamolo fruttare.
Invece ci sono un paio di cose  (per assurdo più leggere) che non ho ancora metabolizzato e come conseguenza rendono due rapporti fermi e non potranno evolvere finchè non ci sarà un confronto.

Come è possibile perdonare e non dimenticare di proposito?
A pensarci bene è un controsenso, se perdoni lo fai perchè quella persona si è scusata, ha compreso l'errore, avete chiarito, appianato le cose; che senso avrebbe allora lasciare in un cassetto a portata di mano (di proposito) quel ricordo se non per farci del male da soli?
Non perdonare gli altri ci porta a farci del male; rimuginiamo, siamo nervosi, indisponenti e quant'altro e tutto questo fa male a noi, non all'altra persona.
Siamo un mucchio di autolesionisti che pensano di fare un torto agli altri invece si fanno del male da soli ma ovviamente" dando la colpa agli altri.

Immaginate la stessa cosa da parte di Dio con la confessione.
Noi confessiamo i nostri peccati, le nostre mancanze, i nostri errori e il sacerdote scrive ogni cosa e se la porta a casa, poi la volta successiva quando stiamo per parlare e magari diciamo un errore come la volta precedente, tira fuori il foglio e ci dice "eh ma lo hai già fatto, non mi sembra il caso che Dio ti perdoni visto che sono due di fila...ti sarai anche pentito ma come può perdonarti ancora....".
Invece no, noi ci pentiamo, ci rendiamo conto dell'errore, chiediamo perdono e Dio cancella tutto come se non fosse successo nulla, ci abbraccia ed è sempre con noi.
Per carità, non dico che dobbiamo essere come Dio, però se pensiamo alla confessione e al post confessione, come ci sentiamo quando sappiamo che siamo stati perdonati nonostante tutto?
Bene, anzi, benissimo! Siamo carichi e pronti a dare il meglio.
Allora a piccoli passi potremmo fare cosi ancora noi con gli altri, ci sono tempi anche lunghi, perdonare è difficile, essere consapevoli di averlo fatto veramente è un processo lungo e faticoso ma una volta portato a termine lascia una sensazione splendida di pace, serenità e soprattutto libertà!
Siamo liberi da quelle catene che ci limitavano in molte cose, soprattutto nell'essere vicini a Dio e agli altri.
Chiediamo il suo aiuto per poter essere portatori di pace e di bene, affidiamoci a lui ogni volta che un ricordo o un episodio ci torna alla mente e andiamo avanti.
Siamo ancora in tempo per vivere questo Natale in modo positivo, spensierato, bello, e come già avevo detto in un altro articolo, dobbiamo fare in modo che il nostro cuore diventi la grotta per accogliere Gesù, ma se il nostro cuore contiene anche rancore, rabbia, risentimento, solo accogliendo Gesù e imparando da Lui il perdono, possiamo spazzare via quei sentimenti che ci fanno stare male.
Concludo con una frase di Papa Francesco  che amo molto:

«Come sembra difficile tante volte perdonare! Eppure, il perdono è lo strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la serenità del cuore. Lasciar cadere il rancore, la rabbia, la violenza e la vendetta sono condizioni necessarie per vivere felici» 
(Misericordiae Vultus; Papa Francesco).

Buon Santo Natale.
Un abbraccio

venerdì 15 luglio 2016

Essere positivi in un mondo che fa paura.



Ci ho pensato parecchio prima di scrivere questo post ma credo sia lecito dopo numerosi attentati, esprimere qualche considerazione riguardo ciò che sta accadendo attorno a noi.
Ieri sera a Nizza un uomo ha ucciso 84 persone, donne uomini e bambini senza guardare in faccia a nessuno; con il suo furgone si è lanciato sulla folla con l'idea di uccidere, pare sia un tunisino figlio di un estremista.
Prima di Nizza c'è una lista lunga di attentati tra cui Parigi, Bruxelles, Dacca e altri, tra cui uno degli aeroporti considerati più "sicuri", si, "sicuri" virgolettato perchè oramai a mio parere non esiste nulla di sicuro al mondo.
Tutti ci dicono di non avere paura perchè è quello che vogliono gli attentatori, di vivere normalmente.. ma cosa si fa? spiegatemi come posso vivere spensierata sapendo che da un momento all'altro un pazzo potrebbe farsi saltare in aria o chissà cos'altro.
Capisco che non si possa vivere nel terrore (non sarebbe nemmeno vivere), ma allo stesso tempo prima di fare degli spostamenti credo sia lecito fare mille ragionamenti ed è innegabile che non ci si possa più spostare tranquillamente come una volta.
Come si può stare tranquilli pensando che un parente o il proprio marito o i figli si debbano spostare con aerei o metropolitane per vacanza, lavoro, studio o vogliano assistere a qualche festa come nel caso di ieri?
Come si può andare tranquilli a visitare grandi città senza che il pensiero vada al rischio di possibili attentati?
Soprattutto come possiamo pensare ad un futuro positivo per i nostri figli con un mondo del genere?
Me lo chiedo spesso avendo una figlia di 6 anni, uno di quasi 4 e uno in arrivo e non so effettivamente rispondere in modo esaustivo.
Da parte loro non ci sono domande, solitamente non guardo il telegiornale con loro, eccetto oggi, volevo vedere qualcosa riguardo l'accaduto quindi ho messo sul canale del tg, essendo sempre con me ovviamente anche loro hanno sentito qualcosa, nessuna immagine cruda fortunatamente (altrimenti avrei cambiato canale all'istante) e la grande ha chiesto cosa fosse successo, oggi non le ho saputo rispondere, ho cercato di deviare il discorso perchè non ero pronta, cosi le ho messo i cartoni animati in modo che l'attenzione si potesse spostare su un altro argomento.
Questa cosa mi ha portata a riflettere sia su eventuali risposte per loro sia per me stessa perchè non riesco proprio a concepire l'idea di violenza tra esseri umani per pseudo ideali e cose simili.
Dico "pseudo" ideali perchè personalmente trovo sbagliatissimo etichettare e fare di tutta l'erba un fascio ovvero collegare i mussulmani agli attentatori, non sono tutti cosi, non voglio nemmeno credere che siano tutti cosi ma non voglio parlare di questo.
Quindi cosa fare se si pensa al futuro? Come comportarsi con i propri figli?
Come cristiani dobbiamo pregare e anche tanto! Pregare per la pace, pregare perchè nel cuore degli uomini si possa fare spazio a Dio perchè solo cosi riusciremo a vivere in un posto migliore; finchè Dio resterà escluso dalla vita delle persone potrà esserci solo del male.
Coinvolgiamo i nostri figli nella preghiera, sia per le vittime di queste stragi sia per chi compie del male perchè nessuno li prenda da esempio per compiere altro male.
Anche se non è facile dobbiamo trasmettere loro la speranza di un mondo migliore, di un mondo in cui è possibile vivere serenamente senza il terrore per ciò che può accadere intorno, speranza negli esseri umani.
Questo si può fare parlando dei fatti accaduti (sempre in base alla loro età), raccontando loro in modo semplice cosa sta succedendo nel mondo e invitandoli a pregare.
Non lasciate mai i bambini da soli davanti alla tv quando ci sono telegiornali (di solito nemmeno in generale ammenochè sapete cosa stanno guardando), dovete sempre essere pronti a cambiare canale nel caso ci fossero immagini non adatte a loro o l'argomento viene trattato in modo troppo dettagliato, (cosa che accade spesso ma ne parlerò dopo) dovrete essere pronti a rispondere ad eventuali domande, prendetevi anche del tempo se necessario (cosa che ho fatto oggi) poichè liquidare con qualche parola può creare idee sbagliate o ulteriori dubbi, quindi meglio evitare di rispondere subito ma farlo successivamente con tranquillità e in modo che capiscano e non gli restino dubbi.
Se non volete nemmeno affrontare l'argomento perchè troppo piccoli allora evitate di far vedere loro cose a riguardo, se invece non lo volete affrontare ma sono abbastanza grandi da veire a conoscenza dei fatti da esterni (scuola, amici etc) allora forse è il caso che lo facciate voi prima che si facciano idee sbagliate o qualcuno gli metta in testa della cattiveria che non servirebbe a nulla.

Vagando per il web si leggono spesso messaggi di odio verso gli attentatori e in generale per una certa tipologia di persone etichettate tutte come terroristi, appena succede qualcosa partono subito link su facebook con bufale a destra e sinistra con frasi mai dette da questo e quello, ecco, cercate di credere solo a ciò che è reso ufficiale, non a siti di pseudo giornali o simili creati solo per aumentare l'odio di cui invece dobbiamo fare a meno.
Già gli stessi telegiornali importanti quando una notizia è di cronaca e ci sono di mezzo dei morti rincarano la dose ad ogni servizio aggiungendo dettagli su dettagli riguardo quanto hanno sofferto le vittime, filmati di morti, oppure di come è stato ucciso l'attentatore, o di quello che si è fatto saltare in aria etc... le trovo tutte notizie inutili fatte solo per aumentare odio e paura dimenticando che per i morti ci deve essere rispetto cosi come per le famiglie che subiscono il lutto.
Di certo sentire in tv che il loro caro ha sofferto etc non è di aiuto, anzi, peggiora solo il dolore che già provano, quindi reputo quel tipo di informazione piuttosto squallida e solo per attirare spettatori che invece sembrano godere nel vedere scene cruente etc.
Nel caso di Nizza, utilizzare la foto della bambina morta con accanto la bambola non la trovo una buona idea come immagine simbolo, la trovo di pessimo gusto, mentre quella che trovate in questo articolo è l'immagine che reputo corretta se proprio si vuole condividere la vicinanza in modo simbolico alle persone coinvolte.

"io provo ad essere positivo...
ma questo mondo fa davvero paura"
è la frase che ho condiviso stamattina, un pensiero trovato sul web che rispecchia a pieno i miei pensieri al risveglio.
Ciò che ho scritto fino ad ora è arrivato in parte dalle riflessioni della giornata, in parte dal cuore e spero possano esservi utili cosi come lo sono stati per me mentre li scrivevo.
Il titolo del post l'ho messo solo alla fine, quando ho terminato di riordinare l'articolo, metterlo prima per certi argomenti è difficile quindi ho atteso l'ispirazione.
Un caro abbraccio in Cristo e vi auguro un sereno fine settimana.

giovedì 5 settembre 2013

Umiltà...tanto difficile.

Buon pomeriggio,
il tema di oggi è decisamente complesso ovvero l'umiltà.
Più volte il Santo Padre ultimamente ha esortato all'umiltà, al prodigarsi verso gli altri, ad essere piccoli piccoli per poter arrivare realmente a Dio.
L'umiltà è fondamentale nel nostro essere cristiani, senza di essa non potremmo vivere la confessione, l'eucarestia, aiutare il prossimo e pregare.
Per vivere la confessione in modo sincero si deve umilmente chiedere perdono dei propri peccati pentendosi con il cuore; nell'eucarestia si deve chinare il capo di fronte al corpo di Cristo per poterlo ricevere e accogliere; aiutare il prossimo senza volerci sentire superiori; pregare anche per chi secondo noi non lo "merita"  e anche per chi ci ha fatto del male.
Ma l'umiltà riguarda molto più di ci che crediamo anche nella vita di tutti i giorni dove non pensiamo ci possa essere di mezzo il mettere in pratica la fede.
Il "vantarsi" di qualcosa che è stato fatto o che si è raggiunto.
Può sembrare una cosa banale ma ho notato che non lo è poi cosi tanto e ho ragionato anche con comportamenti vissuti proprio da me come mamma e dai parenti nell'elogiare (forse troppo) certi traguardi dei miei figli.
Allo stesso tempo però non ci si deve vergognare anche di dire ciò che non va e quindi essere umili e ammettere "sconfitte" ed "errori" non solo a noi stessi ma anche agli altri.

“L’umiltà è la madre di molte virtù, perché da essa nascono l’obbedienza, il timore, il rispetto, la pazienza, la modestia, la mansuetudine e la pace. Chi è umile obbedisce facilmente a tutti, teme di offendere tutti, mantiene la pace con tutti, si mostra affabile verso tutti, sta soggetto a tutti, non offende, né disgusta alcuno, non fa caso alle ingiurie che gli rivolgono, vive allegro e contento ed in una grande pace”. (S. Tommaso da Villanova)

Ho notato questa cosa in me e sto cercando di migliorarla il più possibile anche se ci vorrà tempo e cercherò anche di farlo notare a chi mi sta intorno ovviamente nel modo corretto e non come una critica ma come un aiuto per migliorarsi.
Appena ne avrò l'occasione vedrò di parlarne anche con mia suocera che tende un pò troppo a vantarsi con le sorelle dei miei figli sopratutto con una che ha il nipote con non pochi problemi nel relazionarsi etc...tende spesso a sottolineare certi atteggiamenti che ovviamente portano sua sorella a stare male emotivamente...
Cerchiamo di stare attenti a ciò che diciamo e a chi lo diciamo, prima di esporre qualcosa dovremmo chiederci se potrebbe fare del male a qualcuno, oppure si potrebbe modificare l'impostazione della frase esprimendo un concetto senza per forza elevarsi a superiori o cose del genere.
Umiltà è chiedere perdono per delle frasi sbagliate, anche se ciò è stato involontario.
Non voglio dilungarmi troppo quindi vi lascio con due frasi di Santi riguardo l'umiltà.

“L’umiltà è necessaria non solo per acquistare le virtù, ma anche per salvarsi. Poiché la porta del Cielo, come disse Gesù, è tanto stretta che non ammette se non i piccoli”. (S. Bernardo)

“L’umiltà è il fondamento di tutte le virtù, e nelle anime dove essa non è presente, non vi può essere nessun’altra virtù, se non di pura apparenza. Allo stesso modo, l’umiltà è la disposizione più propria per ricevere tutti i doni celesti. È tanto necessaria per raggiungere la perfezione, e tra tutte le vie per arrivare alla perfezione la prima è l’umiltà, la seconda è l’umiltà, la terza è l’umiltà”. (Sant’Agostino)


Buon proseguimento di giornata e che il Signore vi protegga.



lunedì 2 settembre 2013

Perdono o non perdono? Questo è il problema...


Buon pomeriggio,
oggi mi sono imbattuta in una frase San Francesco d'Assisi che mi ha portata ad alcune riflessioni, ovvero il PERDONO.
La frase è la seguente:

"E' nel dare che si riceve, perdonando che si è perdonati."

Lasciando da parte la prima parte della frase, preferisco concentrarmi sulla seconda, ovvero "è perdonando che si è perdonati".
Perdonare è qualcosa di decisamente difficile anche se dipende molto dalla situazione, per quanto mi riguarda ho imparato che portare rancore e non perdonare è qualcosa che non fa per me, rovina solo la vita della persona che prova questi sentimenti e non risolve nulla.
Perchè non dovrei perdonare? perchè devo provare questo sentimento cosi negativo e renderlo parte della mia vita? di certo non è la persona che mi ha causato quel sentimento che ci perde ma sono io.
Credo che a chiunque nella vita sia capitato di avere a che fare con persone che possano averci fatto un torto, o ci abbiano fatto del male portandoci a provare rancore, o addirittura odio (sentimento orribile) e che ci hanno fatto dire "mi dispiace ma questo non lo perdono".
Anche da bambini quando magari ci prendono in giro per qualcosa etc lo si dice ma da piccoli è ben diverso anche se è meglio insegnare ai propri figli a perdonare sempre e fin dalla tenera età.
C'è da dire che perdonare non significa dimenticare e cancellare tutto ciò che è accaduto ma rivalutare e nonostante tutto pregare anche per chi ci ha fatto del male.
Un esempio personale è la situazione che ho con mio padre, da qualche anno ha una nuova compagna e da quando sta con lei ha praticamente eliminato me e mio fratello dalla sua vita, io sono riuscita ancora a vederlo soprattutto dopo aver saputo che aveva avuto un infarto ma la sua frase è stata "se non accettate la mia compagna allora non vedrete più nemmeno me", trovo questa frase assurda, gli abbiamo spiegato che non è che non la accettiamo ma da quando sta con lei è cambiato, le poche volte che l'ho visto doveva esserci anche lei, se lei era al lavoro non potevamo vederci... fattostà che non lo vedo da 1 anno e 4 mesi.
All'inizio non la sopportavo appunto per questa conseguenza, poi piano piano ho capito che il non volerle perdonare il fatto che mio padre si è allontanato (oltre a non essere dl tutto colpa sua avendo anche mio padre una volontà propria) portava solo conseguenze a me poichè mi logorava e non mi rendeva serena.
Quindi ho perdonato entrambi, scrivo messaggi a mio padre per gli auguri, l'ho avvisato di vari eventi, invitato più volte a casa nostra ma senza successo, rispondeva ma in quanto a vederci non dava mai una risposta.
Conosce di vista la mia prima figlia, mentre non sa nemmeno che faccia abbiano il mio secondo figlio e la figlia di mio fratello.
Il perdono porta al perdono, chissà che magari in futuro anche mio padre si decida a perdonare anche noi per ciò che lui crede abbiamo fatto di male (ovvero non accettare del tutto la compagna) vedendo che nonostante tutto continuiamo a cercarlo e a renderlo partecipe della nostra vita...
Più volte mi è stato detto che altre al mio posto avrebbero chiuso ogni contatto, io non ce la faccio, è mio padre e mi manca immensamente, in certi momenti ho bisogno di lui ma non posso obbligarlo ad esserci se non vuole... nel mio piccolo faccio il possibile e spero ancora.
Ci sono state anche altre occasioni più "piccole" ma che mi hanno portata anche a perdonare cose ben più "gravi" evitando di portare rancore.
Prendiamo esempio dal Signore, lui è la nostra guida e il nostro punto di riferimento per capire cosa è il perdono e tutti i benefici.
Ovviamente non possiamo pretendere che ciò possa avvenire da un giorno all'altro e alla prima occasione, ci può volere tempo ma l'importante è arrivarci.
Che il Signore vi benedica!