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domenica 22 dicembre 2019

Perdono ma non dimentico.... questa è la fine.




“Sappiamo che, se vogliamo veramente amare, dobbiamo imparare a perdonare.”
(Madre Teresa di Calcutta)

Il Natale si avvicina, mancano pochissimi giorni ed è proprio in quest momenti che probabilmente rischiano di riaffiorare ricordi poco piacevoli se sappiamo che dovremo avere a che fare con persone che ci hanno fatto del male oppure che ci hanno fatto un torto e che pensavamo di aver perdonato.
Ma a Natale condividiamo la stessa tavola.. per cui cosa vuoi fare? Come ti comporterai? Hai fatto un bilancio di ciò a cui potresti andare incontro?
Solitamente a queste domande la risposta è "NO, non lo so/non ci ho pensato"!
A Natale si è tutti più buoni (e un po ipocriti, vedi vecchio post), per questo la priorità dei pensieri è data dall'ignorare la cosa perchè prevalgono sentimenti ben precisi come il rimuginare, magari con un surplus di muso lungo oppure in senso opposto parlando come se niente fosse e dentro c'è un piccolo demone che elenca errori, torti, risposte sbagliate ricevute e chi più ne ha più ne metta.
Volete mettere poi se quella persona fa un passo falso?
Viene aggiunto alla lista di "errori" e quasi è una cosa bella perchè.... "Ecco, vedi... come se non bastasse ha detto quello e quello...capisci perchè non mi convince? Poi per carità, l'ho perdonata per quello che mi ha fatto, però...." e magari siamo noi a vedere quelle cose  perchè siamo prevenute nei confronti degli altri.

"L'ho perdonata però....", quante volte ho sentito questa frase!! Quante volte io stessa ho detto questa frase!! Quante volte questa frase nasconde un'ipocrisia che Satana scansati perchè lo scettro è mio.
In 40 minuti di attesa fuori dal confessionale qualche giorno fa ho ragionato molto riguardo questo tema e mi sono resa conto di quante volte mi sono ritrovata a non confessare questi pensieri perchè dentro di me ero convinta di aver perdonato alcune persone, ma in realtà era una bugia enorme.
Quante volte in confessione ho detto che avevo finalmente perdonato mia madre per ciò che mi aveva fatto.
Poi una volta fuori non ci mettevo molto a ribadire come si era comportata (cosa diversa dal testimoniare una determinata cosa, motivo per cui certe cose vanno riprese) e magari durante il pranzo di Natale le rispondevo male, ero nervosa, stavo sulle mie, non parlavo perchè la sua sola voce mi indisponeva.
Conseguenza? Non passiamo un Natale insieme da 5 anni....  (quest'anno però l'ho invitata a pranzo a Santo Stefano, il che è tanta roba per cui mi do una pacca sulla spalla da sola )
Ora l'ho perdonata? Se devo essere onesta non del tutto ma ci sto lavorando, sono a buon punto, non mi irrita più, ci parlo senza problemi, le scrivo di mia spontanea volontà, ma ancora non riesco a vedere in modo distaccato ciò che è successo; direi che è quasi perdonata, non manca molto.
Un'altra persona che credevo di aver perdonato, quando ero in psicoterapia mi sono resa conto che invece non avevo per niente digerito la cosa, ora posso dire di si, l'ho perdonata ma è una cosa molto recente; ho scoperto che senza il perdono sincero e del cuore non si può andare avanti.

Ma cosa significa veramente perdonare?
Non voglio sostituirmi a psicologi, o a sacerdoti, padri spirituali etc, assolutamente non ne ho la competenza ma posso dirvi cosa ho imparato da tutti loro, si perchè se non avessi ricevuto in dono il loro aiuto, le loro parole, la loro visione della cosa, probabilmente sarei ancora rinchiusa nell'idea che la frase "perdono ma non dimentico" fosse la strada perfetta e giusta.
Mi dispiace dirvi e sottoscrivere che non è cosi.
"Perdono ma non dimentico" è l'orlo del precipizio, è la staccionata marcia che fa da parapetto ad un burrone, se vi appoggiate cadete giù ed è la fine.
"si beh, ma ho perdonato!".
No, se non dimentichi ciò che ti hanno fatto, non hai perdonato, hai semplicemente il colpo in canna pronto da sparare nel momento più opportuno.
Al primo passo falso o parola sbagliata, si va a ripescare e taaaac, servito su un piatto d'argento l'elenco puntato degli errori dove quello appena fatto aveva già un numeretto vuoto perchè si sapeva che sarebbe successo.
Questo non è perdonare perchè per farlo devi saper andare oltre senza sforzi; quando vedi quella persona non devi pensare a cosa ha fatto ma devi vederla per ciò che è ora; nel momento in cui ti capita di pensare a ciò che ti ha fatto non provi nessun sentimento negativo ma solo la voglia di andare oltre fino a che tutto diventi un lontano, sbiadito e sporadico ricordo che non fa più male ma bene.
Come può fare bene un ricordo che dovrebbe essere negativo e /o doloroso?
Basta pensare a tutto il bene che ha portato dopo, ma dopo aver perdonato realmente uno se ne rende conto, prima è estremamente difficile perchè il male farà sempre capolino come un promemoria del cellulare che continuiamo a rimandare.
Se ripenso a un paio di cose che mi hanno letteralmente distrutta tempo fa, ora riesco a vedere quanto bene mi hanno fatto, veramente tanto tanto tanto, mi hanno portata dove sono ora, come sono ora e posso solo ringraziare; poi è ovvio che avrei volentieri evitato di passarci ma oramai è andata per cui prendiamo il bene e facciamolo fruttare.
Invece ci sono un paio di cose  (per assurdo più leggere) che non ho ancora metabolizzato e come conseguenza rendono due rapporti fermi e non potranno evolvere finchè non ci sarà un confronto.

Come è possibile perdonare e non dimenticare di proposito?
A pensarci bene è un controsenso, se perdoni lo fai perchè quella persona si è scusata, ha compreso l'errore, avete chiarito, appianato le cose; che senso avrebbe allora lasciare in un cassetto a portata di mano (di proposito) quel ricordo se non per farci del male da soli?
Non perdonare gli altri ci porta a farci del male; rimuginiamo, siamo nervosi, indisponenti e quant'altro e tutto questo fa male a noi, non all'altra persona.
Siamo un mucchio di autolesionisti che pensano di fare un torto agli altri invece si fanno del male da soli ma ovviamente" dando la colpa agli altri.

Immaginate la stessa cosa da parte di Dio con la confessione.
Noi confessiamo i nostri peccati, le nostre mancanze, i nostri errori e il sacerdote scrive ogni cosa e se la porta a casa, poi la volta successiva quando stiamo per parlare e magari diciamo un errore come la volta precedente, tira fuori il foglio e ci dice "eh ma lo hai già fatto, non mi sembra il caso che Dio ti perdoni visto che sono due di fila...ti sarai anche pentito ma come può perdonarti ancora....".
Invece no, noi ci pentiamo, ci rendiamo conto dell'errore, chiediamo perdono e Dio cancella tutto come se non fosse successo nulla, ci abbraccia ed è sempre con noi.
Per carità, non dico che dobbiamo essere come Dio, però se pensiamo alla confessione e al post confessione, come ci sentiamo quando sappiamo che siamo stati perdonati nonostante tutto?
Bene, anzi, benissimo! Siamo carichi e pronti a dare il meglio.
Allora a piccoli passi potremmo fare cosi ancora noi con gli altri, ci sono tempi anche lunghi, perdonare è difficile, essere consapevoli di averlo fatto veramente è un processo lungo e faticoso ma una volta portato a termine lascia una sensazione splendida di pace, serenità e soprattutto libertà!
Siamo liberi da quelle catene che ci limitavano in molte cose, soprattutto nell'essere vicini a Dio e agli altri.
Chiediamo il suo aiuto per poter essere portatori di pace e di bene, affidiamoci a lui ogni volta che un ricordo o un episodio ci torna alla mente e andiamo avanti.
Siamo ancora in tempo per vivere questo Natale in modo positivo, spensierato, bello, e come già avevo detto in un altro articolo, dobbiamo fare in modo che il nostro cuore diventi la grotta per accogliere Gesù, ma se il nostro cuore contiene anche rancore, rabbia, risentimento, solo accogliendo Gesù e imparando da Lui il perdono, possiamo spazzare via quei sentimenti che ci fanno stare male.
Concludo con una frase di Papa Francesco  che amo molto:

«Come sembra difficile tante volte perdonare! Eppure, il perdono è lo strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la serenità del cuore. Lasciar cadere il rancore, la rabbia, la violenza e la vendetta sono condizioni necessarie per vivere felici» 
(Misericordiae Vultus; Papa Francesco).

Buon Santo Natale.
Un abbraccio

lunedì 29 luglio 2019

La "SoulCare routine": Purificami come la mia maschera per il viso.



Eccomi di nuovo qui a scrivere dopo due mesi di assenza, due mesi estremamente intensi, fatti, spiritualmente parlando, di buio pesto, aridità e tanto silenzio...
Che poi di silenzio effettivo ce n'era ben poco visto che ho a casa tutte e 3 le pesti tutti i santi giorni tutto il giorno e il silenzio non sanno nemmeno dove sta di casa.

Ma oggi vorrei parlare d'altro e l'ispirazione è arrivata stamattina mentre cercavo di rispettare il tempo di posa della mia maschera per il viso.
Di solito nonostante la maschera si possono fare molte altre cose, invece stavolta ho provato quella in cellulosa che oltretutto era enorme, scomoda e non potevo muovermi per cui ero ferma a riflettere mentre i bambini provavano ad avere un comportamento sobrio e non si menavano.
Inizialmente l'ho provata perchè volevo scrivere una recensione dopo l'utilizzo, poi i pensieri hanno deviato l'obiettivo per portarmi a collegare una maschera viso con il bisogno di purificarsi non solo esteticamente ma anche (e soprattutto) interiormente.

Ad oggi è normalissimo prendersi cura di se stessi, acquistare prodotto specifici per viso e corpo per poter stare bene, avere un viso perfetto, magari con meno rughe, purificato dalle imperfezioni tanto che per le più costanti la skincare routine prevede svariati step quotidiani e maschera viso ed esfoliazione almeno 2 volte a settimana.
Questo rende la pelle bellissima e la sentiamo più leggera e fresca... nel mio caso un pò meno dato che faccio pseudo routine a metà e maschera viso una volta ogni circa 1/2 mesi, ma prima o poi migliorerò cosi potrò smettere di lamentarmi della mia orrenda pelle.

Mentre mi guardavo allo specchio con quella spaventosa maschera (quelle in cellulosa possono spaventare i bambini per cui fatele quando siete sole in casa), ho iniziato a pensare a quante somiglianze ci possono essere tra il prendersi cura di noi in modo esteriore e il farlo in modo interiore.
Perchè ci teniamo cosi tanto a mostrare una pelle purificata, liscia, fresca, tanto che una volta terminata la pulizia viso etc ci sentiamo bene, ci rendiamo conto che la pelle è pulita... e quando si tratta di farlo interiormente spesso ci tiriamo indietro?
Se pensiamo alla vita spirituale, la maschera viso e la pulizia del viso possono essere paragonate alla confessione, il viso alla nostra anima.
Prima di fare la maschera, la pelle va pulita per cui preparata e quello può essere il momento dell'esame di coscienza quando ci prepariamo per la confessione ripensando a ciò che dobbiamo dire, ai nostri peccati, ai nostri errori che di lì a poco verranno cancellati.
La maschera viso ha in media una posa di 10/15 minuti per cui il tempo di una confessione (se fatta con una certa frequenza altrimenti diventa più lunga), in quel momento la maschera inizia ad agire un po come le parole del sacerdote durante la confessione agiscono su di noi.
Terminato il tempo di posa, la maschera viene tolta lavando il viso e quello è il momento dell'assoluzione, dove ogni errore e peccato sparisce, viene estirpato da noi come un'imperfezione del viso che viene sanata dall'azione del prodotto.
Ok, si quelle in cellulosa non vanno lavate ma il liquido va massaggiato fino ad assorbimento, ma in quel caso può essere visto come un balsamo (per l'anima) che lenisce le ferite causate dal peccato dopo la confessione.
Se dopo la maschera viso sentiamo la pelle più fresca, leggera, ringiovanita, in  poche parole PURA.... dopo una confessione ci sentiamo più leggeri, freschi, allegri, grati e PURIFICATI...decisamente molto meglio!
Ci sono persone che si confessano anche una volta alla settimana un po come chi segue le indicazioni sulla confezione della maschera, io seguo la stessa regola delle mie purificazioni del viso ovvero una volta al mese...
Ecco, ognuno di noi ha la propria frequenza e di certo non sta a me dettare regole, ma dovremmo creare una routine dell'anima (in inglese google traslate suggerisce "SoulCare" ed è decisamente più cool... e pure Bea conferma), in modo da poterci prendere cura di noi dall'interno, partendo dalla nostra anima per poi arrivare anche alla nostra pelle...
Anche se scommetto che una volta che la nostra "SoulCare routine" prende il via, anche la nostra pelle ne trarrà giovamento e sembreremo più giovani perchè più leggere dentro, alla base del senso della vita.

Tante volte ho chiesto a Dio di purificare il mio cuore prima di una confessione perchè mi sentivo appesantita dagli errori, dal continuo tradirlo nonostante lui fosse sempre fedele con me, ma alla fine non andava cosi... un po come quando prendi un prodotto speranzosa ma non funziona....
Poi riprendi la confezione, leggi bene le istruzioni e in realtà senza accorgertene lo hai utilizzato nel modo sbagliato.... sono utili i foglietti che si trovano spesso in chiesa che guidano l'esame di coscienza.
Ecco, quando mi sento cosi, mi rendo conto che non è la confessione a non fare effetto ma è il modo in cui la vivo a far si che non faccia effetto, che non mi senta leggera, purificata.
Parto con troppa aspettativa pensando che sia una cosa magica quando in realtà se non ti prepari e/o predisponi nel modo giusto, il cuore lo chiudi anzichè aprirlo.. se fai una maschera ma hai ancora il trucco in viso, questa non farà effetto... se ti confessi ma pensi solo al dopo senza pensare a scavare dentro di te, non farà effetto.
Per cui ho deciso di iniziare in modo costante la mia "SoulCare routine", non solo quando serve, anche per uscire da questo buio che non mi piace affatto!
Una buona preparazione pre-confessione, fatta bene a fondo ogni giorno per poi essere pronti quando sarà il momento e stabilire a cadenza regolare le confessioni.
Poi ho anche la fortuna di avere un padre spirituale che se vogliamo metterla sul ridere (restando in tema estetica) può essere come l'estetista che ti da delle dritte per non fare cavolate rischiando di rovinare la pelle quando tu stessa ti credi estetista per aver visto video su youtube...
Perdonatemi se può sembrare un paragone assurdo e non voglio affatto sminuire il ruolo del sacerdote ma lo trovo un esempio semplice e collegato al discorso fatto fino ad ora.
Potete approfittare anche della vostra skincare routine per ripercorrere i paragoni appena fatti e trarre qualcosa di utile dal momento di relax.

Ora vi saluto e spero possa essere una lettura utile.
Cristina.

Se volete leggere qualcosa riguardo invece la routine di preghera la trovare cliccando QUI.


venerdì 10 giugno 2016

Sopportare le persone moleste, fino ad un certo punto.

Buon pomeriggio,
rieccomi dopo i soliti periodi indefiniti di latitanza, ma come scritto anche in pagina, preferisco scrivere poco ma faro quando ho l'ispirazione piuttosto che scrivere spesso ma avere contenuti vuoti.
Poi cercate di capirmi, sono incinta del mio terzo figlio quindi le attenzioni sono tutte indirizzate li e agli altri due, tenendo conto che oltretutto la grande tra una settimana riceverà il diploma e a settembre inizierà la sua avventura in prima elementare!
Ora torno in carreggiata e vi dico subito a cosa ho pensato in quest'ultimo periodo per cui ho deciso pure di condividerlo con voi sperando possa essere utile, poi torno a fare la lista per le cose da portare al mare.

Chi di voi non ha mai incontrato o vissuto con qualcuno o è lui stesso permaloso? Direi che e è pieno il mondo e tutti abbiamo a che fare con questa categoria di persone, io stessa sono consapevole di esserlo ogni tanto.
Basta e avanza mio marito come permaloso e lo sono già pure i miei figli, quindi capitemi se io lo sono meno, o per meglio dire, ho imparato ad esserlo meno!
Partiamo dal definire la persona permalosa, vi riporto pari passo cosa dice il dizionario:

Detto di persona facile a offendersi, che, per eccessivo amor proprio, si risente e s’indispettisce di atti e parole che altri non considererebbero offensivi (e che per lo più non sono tali nelle intenzioni)

Allora alzi la mano chi non ne conosce almeno...10!
Ebbene, questo atteggiamento è inevitabile che risulti fastidioso per chi deve sopportarlo sporadicamente, figuriamoci per chi lo deve sopportare spesso; porta a non sapere come approcciarsi o ad aver paura che qualsiasi cosa detta possa essere fraintesa.
Ma la problematica principale viene proprio dal permaloso stesso non rendendosi conto che in primo luogo fa un danno alla sua persona, in che modo? Trovando qualcosa che non va in ciò che gli viene detto quindi provando sentimenti negativi verso l'interlocutore, trasmettendo negatività che viene generata da dentro di se portando a rovinare la propria vita più che quella degli altri.
Il fatto che risulti poi anche “antipatico” porta ad avere un difficile rapporto con questa persona perchè sinceramente, chi te lo fa are di confrontarti con uno che qualsiasi cosa dici la prende sul personale e non è capace di intraprendere un dialogo costruttivo?!
Passando da un sorriso ad un lato più serio della situazione, nonché motivo per cui ho deciso di scrivere questo articolo riguarda le ripercussioni di questo atteggiamento verso le persone che amiamo.
Quali altre conseguenze ci possono essere per un permaloso quando si tratta di avere questo atteggiamento in famiglia?
Ci ho riflettuto parecchio soprattutto perchè in quest'ultimo periodo questo aspetto sta fuoriuscendo più del solito in una persona di famiglia (non dirò mai chi è, escludete marito e figli XD ) e le conseguenze non sono delle migliori.
Il fatto che l'80% di ciò che viene espresso, sia in risposta che in argomentazione/dialogo, a causa della permalosità porti a musi lunghi o risposte stizzite è inevitabile che rovini serene giornate e porti le persone a (non in ordine cronologico):
1- non dire più nulla, il che è più semplice ma anche la scena muta può portare a malintesi;
2- non sapere in che modo rispondere portandoti a studiare libri di psicanalisi e derivati senza successo;
3- avere la tentazione di mandare a quel paese, ed è tanta, ma vince l'educazione per fortuna;
4- provare a rispolverare ciò che ti ha suggerito il parroco all'ultima confessione ovvero “sopportare le persone moleste” ma dopo un numero infinito di insuccessi ti viene difficile;
5- limitare le occasioni in cui ciò possa avvenire, e spesso è la soluzione migliore almeno temporaneamente;
6- provare a dialogare, cosa che metti tra le opzioni ma non sai se porti ad altri malintesi, rigiri di colpe etc dato che è una strada già percorsa e già testata con successo pari a 2 o 3 incontri;
7- provare a capire cosa porta una persona ad essere cosi permalosa, possono capitare a tutti periodi difficili e pesanti, ma poi ricordi che tutto sommato è sempre stata cosi ed è difficile trovare scusanti, al massimo attenuanti.
Direi che con il tempo le ho provate praticamente tutte, sia in successione che alternate che pescando a caso ma quando vedi che chi ami ci sta male c'è poco da fare, ovvero pensare al bene della propria famiglia prendendosi una pausa dalla persona in questione, riportare l'equilibrio dialogando con chi ci sta male e ripartire provando a rivivere attraverso un caffè con la persona permalosa.
Un distacco ci deve essere per prendere aria, sbollire, ricaricarsi e ripartire, le trovo fasi fondamentali, se non azzeri sarà solo difficile non riattaccarsi ad episodi precedenti e non ci sarà mai una reale ripartenza.
Nei punti citati c'è anche “sopportare le persone moleste”, ed è un buon proposito spirituale che mi è stato assegnato dal sacerdote per il giubileo della misericordia; quando però questo proposito può essere messo da parte (se si può ovviamente)?
All'inizio pensavo che non fosse possibile mettere da parte compiti simili, sarebbe la strada più semplice quindi il compito stesso avrebbe avuto poco senso, poi però chiedendo anche consigli ad altre persone ho capito che è possibile metterlo da parte nel momento in cui rischia di intaccare la serenità e l'equilibrio della famiglia.
Ebbene in quel caso non c'è compito che tenga, per questo penso che la fase di distacco sia fondamentale, per riprendere l'equilibrio e la serenità in modo da riaffrontare la situazione diversamente nel momento in cui si ripresenta.

Non mi sto a dilungare, cosa che ovviamente ho già fatto, ma vorrei anche chiedere una cosa ai permalosi, comportarsi cosi a cosa porta di positivo?
No, perchè provando anche a rifletterci, personalmente non trovo nemmeno mezza nota positiva ma solo conseguenze negative per se stesse e per chi ci circonda.
Pensare che figli o nipoti o amici non amano stare con noi perchè hanno paura che spunti questo lato (se è cosa frequente ovviamente, non parlo di episodi sporadici dato che a tutti può capitare la giornata “no”) è veramente triste e dovrebbe istintivamente portare a voler migliorare anche come buon esempio per i più piccoli.
Non ho mai nascosto ne negato il fatto che in passato avevo un carattere un po'..diciamo... odioso, si, ero proprio antipatica, sempre nervosa, e pure permalosa, dispotica e...va beh, dai non esageriamo! non che come simpatia sia migliorata ma per tutto il resto direi che dopo aver compreso tutte le conseguenze dei miei atteggiamenti ho dato una svolta alla mia vita, sono cambiata e ora sto benissimo, so che si può cambiare perchè ci sono passata, so anche che più si invecchia e più è difficile cambiare ma sono ottimista e lo spero sempre.
La cosa diventa più semplice affidandosi attraverso la preghiera, si, basta affidarsi al Signore e tutto può migliorare.
“Signore, non sono perfetta e mai riuscirò ad esserlo ma aiutami ad essere migliore, ad essere per gli altri esempio del tuo immenso amore e della tua infinita misericordia.
Tu perdoni sempre, mentre per noi è cosi difficile farlo, fa che il mio cuore possa sempre perdonare e comprendere”
Amen

Un caro abbraccio, che il Signore vi benedica, scriverò presto, rileggere l'articolo mi ha dato altre idee da poter scrivere.


martedì 3 marzo 2015

Siamo cristiani, non siamo perfetti.


Buongiorno,
è da molto che non scrivo ma non sempre si ha l'ispirazione per scrivere e piuttosto che scrivere male e cose a casaccio credo sia meglio prendersi delle pause.
Nell'ultimo periodo nei social (soprattutto facebook) ho provato ad espormi un po, cosa credo normalissima, ovvero dire cosa ci piace, cosa condividiamo, cosa non condividiamo con motivazioni etc...
Dovrebbe essere lo scopo dei social quello di dire la propria opinione soprattutto quando si tratta di farlo nella bacheca personale.
Bene, questa faccenda funziona, si creano dibattiti, dialoghi e scambio di opinioni molto interessanti almeno finchè le persone hanno la stessa idea.
Il discorso cambia e spesso si evolve in modo negativo se gli interlocutori hanno opinioni diverse e tu che hai creato il post sei cattolico coerente.
Già, purtroppo per molti il fatto che tu sia cattolico diventa sinonimo di chiusura mentale, bigottismo, persone moraliste che rosicano, cattoliche solo all'apparenza e chi più ne ha più ne metta.
Dopo tutto questo aggiungiamo il fatto che l'essere cattolico ti porta a dover stare attento a cosa fai o dici perchè secondo gli altri non puoi sbagliare, se sei cosi convinto della tua fede eh no, guai a te se commetti un minimo sgarro, allora sei incoerente!
Mi dispiace deludere chi la pensa in un certo modo ma noi cattolici non siamo perfetti, non lo siamo affatto!
Commettiamo errori, ci capita di perdere la pazienza, alziamo la voce con i nostri figli, discutiamo con i nostri mariti, suoniamo il clacson in macchina per redarguire qualcuno...
Siamo esseri umani e in quanto tali peccatori... l'unica cosa che abbiamo di diverso è semplice; sappiamo riconoscere le nostre colpe, riconosciamo il peccato, ce ne pentiamo e chiediamo perdono poi commetteremo altri peccati come è ella natura umana ma cercheremo sempre di provare a migliorare, di capire dove sbagliamo e ci impegniamo per fare meglio.
Ecco, il punto fondamentale è riconoscere il peccato e chiedere perdono con il cuore, quella è la differenza, quello non ci rende migliori ma diversi, coerenti con la nostra fede e il nostro cammino.
Il mio errore all'inizio della mia conversione era simile, mi sentivo troppo imperfetta per poter essere cattolica, mi sentivo in difetto, piena di peccati che avrei ricommesso quindi incapace di avere un percorso limpido, poi è arrivato un sacerdote che mi ha aiutata a capire che il Signore ci ama proprio per ciò che siamo e che seguendolo possiamo essere diversi, migliori ma pur sempre peccatori ed è per questo che esiste il grandissimo dono del sacramento della riconciliazione.
Ci sono due tweet recenti del Santo Padre che ho letto proprio ieri e ve li scrivo:
3 Febbraio: "Siamo tutti peccatori. Siamo tutti chiamati a una conversione di cuore"
20 Febbraio: "I Sacramenti sono la manifestazione della tenerezza e dell'amore del Padre verso ognuno di Noi"
21 Febbraio: "Non c'è peccato che Dio non possa perdonare. Basta che noi chiediamo perdono."
ce ne sarebbero a decine di piccoli messaggi del genere che ci portano a pensare che se una persona ha fede o la ritrova (come nel mio caso), accanto a Gesù può migliorare e scoprire un mondo nuovo, non fatto di perfezione ma di amore nonostante i nostri errori.
Essere cattolici non è facile, ma abbiamo dalla nostra parte il Signore che ci ama incondizionatamente, anche quando in certi momenti dubitiamo di questo suo amore.
Da quando mi sono convertita ho riscoperto una fede diversa, qualcosa di speciale, di meraviglioso, ho scoperto la grandezza dei sacramenti, ho capito veramente cosa significa ricevere l'eucarestia, ho capito l'importanza della messa che non è "devo andarci altrimenti è peccato" ma è un incontro con Lui, un modo per accettare il suo invito a quel banchetto che ci offre ovvero se stesso...
Ho scoperto la pace che può infondere la recita del Rosario, cosa che molti giudicano "da vecchi", ebbene si, ho 30anni e recito il Rosario e ne sono felice.
Ho scoperto la gioia della preghiera per ringraziarLo ogni giorno di ciò che ho vissuto nel bene e nel male.
In poche parole se lo segui ti si apre un mondo nuovo, non più facile o senza intoppi, ma sai che non sei solo e che anche le difficoltà le affronti con accanto il Signore.
C'è però da aggiungere che se una persona si definisce cattolica non può poi dire che non è praticante, che va a messa ogni tanto, che non prega, che non vive in un certo modo la quaresima etc.
Ovviamente non spetta a me fare la morale ma o si vive la fede al 100% oppure come dice il Santo Padre non possiamo essere cristiani tiepidi, dobbiamo trasmettere la gioia della fede!
Direi che mi sono dilungata più del previsto.
Che il Signore vi Benedica e Buona Quaresima.

martedì 24 dicembre 2013

Buon Natale.

Buon pomeriggio,
eccomi qui per gli auguri di Natale!!!
Domani è il grande giorno, quel giorno che viene purtroppo festeggiato da molti con superficialità basando tutto sullo scambio di doni e regali, cene e cenoni in famiglia pensando che si è obbligati a vedere anche chi non vogliamo.
Sono sempre stata contraria al Natale "ipocrita" ovvero quel natale basato su incontri e condivisioni con persone che magari per il resto dell'anno non vediamo e proprio in questo giorno abbracciamo e salutiamo con il sorriso, si ero contraria a tutto ciò finchè non ho compreso che tutto sommato è una cosa positiva.
Quella che non amava ciò domani si ritroverà a fare il pranzo di natale con la propria madre con cui ha un rapporto forzato (sapete il motivo scritto in precedenti post), ma ciò tutto sommato non mi pesa, lo faccio non per dovere ma perchè lo trovo giusto ed è un'occasione per mettere da parte quell'apatia ovviamente nei limiti della decenza ovvero mantenendo un rapporto civile ed educato cercando di non fare nulla per rovinare questa giornata.
Cosa positiva sarà il 26 dove saremo a cena da mio padre, cosa che non accadeva da almeno 2 anni..
Quindi non lamentatevi del fatto che vedete persone di cui poco vi importa ma pensate che è un'occasione per chiacchierare un pò con loro.
Oggi sono andata a confessarmi e sono entrata in quel confessionale con mille dubbi, pensieri poco positivi e ne sono uscita rigenerata, un'altra persona...
Abbiamo la fortuna di avere un parroco eccezionale e che sa farti vedere le cose in modo diverso aiutandoti a capire ogni minima sfumatura e ringrazio il Signore di averlo messo sulla mia strada come padre spirituale.
Non mi dilungo, passerò ancora nei prossimi giorni per gli auguri di fine anno.
Un caro abbraccio e che il Signore vi benedica e protegga sempre.