giovedì 21 settembre 2023

Non perdere tempo, ringrazia ogni attimo. (Quando dal male piovono grazie)

 


Ho iniziato a scrivere questo pezzo il 6 settembre, poi l'ho messo da parte perché non era il momento, ho riprovato altre volte a metterci mano ma non andava, ho aspettato e oggi ci riprovo. 
Non so se sto facendo la cosa giusta scrivendo tutto questo e mettendolo nelle mani di chiunque, ma fare apostolato significa essere testimone della fede in Cristo anche quando le cose non buone arrivano come un fulmine e ciel sereno e non te le aspetti, travolgendo completamente la tua vita e facendoti rivalutare ogni attimo. Poi capisci che anche nel "non buono" si nasconde la grazia e non puoi tenerla tutta solo per te. Ma partiamo dall'inizio...

E' un sabato sera di fine luglio, sei sul divano con la famiglia alla ricerca di qualcosa da vedere insieme, senti un leggero prurito sopra il seno, ti gratti e senti una pallina che non avevi mai notato... il sangue si gela, secondi di panico, respiri, fai finta di niente e continui la serata.
Lunedi vai da medico, devi accontentarti del sostituto perché il tuo (che è estremamente pignolo e servirebbe) è in vacanza, ti controlla, dice che sarà sicuramente una banale ciste perché piccola, tonda e mobile ma prescrive una visita senologica entro 10 giorni perché "non si sa mai".
Visita prevista per il 10 agosto, l'attesa non è semplice ma arriva la data, entri dal medico, ti visita e ti fa mettere in fila per un'ecografia, "perché è meglio fare più controlli"..
Fai l'ecografia ma qualcosa non quadra, ti mandano a fare la mammografia e ancora prima di rivestirti ti richiamano per un'altra ecografia e ti ritrovi a fare una biopsia, non dicono altro "perché senza un referto non si può dire nulla". Ci sta.
Panico, sei frastornata e ti viene da piangere, ti senti vulnerabile, non dici nulla ma i pensieri volano...
I medici dicono di non aprire l'esito fino alla loro telefonata, ma non riesci ad aspettare, sono le 8,30 del 21 agosto, arriva il messaggio del fascicolo elettronico, è arrivato l'esito.
Prendi di corsa il pc, accedi al fascicolo e clicchi su "scarica".
Lo apri, passi da una riga all'altra, poi salta subito all'occhio l'esito tra le varie parole... rileggi per vedere se è giusto o hai sbagliato a leggere... "lesione maligna".... "carcinoma lobulare infiltrante...G2" e altre parole che capirò con il tempo. Vai da tuo marito nell'altra stanza, gli dici che è arrivato l'esito, ti segue, legge... lo sguardo dice tutto. 
Da lì ha inizio tutto, quel giorno scopro di avere un tumore maligno al seno e la vita prende una piega diversa, inaspettata.

Quello credo sia stato il giorno peggiore della mia vita, ho trascorso gran parte della giornata a piangere, guardavo i bambini e le lacrime scendevano senza il minimo contegno, dovevo rinchiudermi in bagno o camera per non farmi vedere... il cervello mi proiettava avanti, già mi vedevo in una bara, già per me era tutto finito come se mi avessero detto che avrei avuto pochi mesi di vita. "Ho solo 38 anni, voglio solo veder crescere i miei bambini" era la frase che mi risuonava nella testa...
Quando sentiamo la parola cancro è normale pensare subito a quello, vedere i progetti sgretolarsi.
Tocchi quella piccola pallina e non riesci a renderti veramente conto che stai toccando un tumore. Una cosa cosi piccola ha il potere di cambiare la mia vita, cosi come ha quello di farla finire prima del tempo o prima di quello che una si aspetta... Capiamoci, non sappiamo quanto vivremo ma nel nostro cuore la speranza e la voglia di invecchiare c'è, il desiderio di vedere i nostri figli crescere, di avere dei nipoti è naturale.. 

La mattina dopo mi chiama l'ospedale e il pomeriggio sono già in ambulatorio; mi spiega la situazione e inizia dicendo "è stata fortunata perché molto piccolo, solitamente questi tumori si trovano già grossi, bastava avere un seno normale per non sentire nulla"
(il seno molto piccolo ha i suoi vantaggi in queste cose).
Mi spiega le due possibili strade e che per decidere servirà una risonanza cosi da avere un quadro più completo. "E' curabile" è stata l'altra parola a cui mi sono aggrappata, tanto che continuavo a chiedere a mio marito se avevo capito bene.
L'11 settembre faccio la risonanza con e senza contrasto, sorvoliamo sulla reazione allergica al contrasto avuta quasi all'istante, il 15 (in anticipo di 4 giorni) mi arriva l'esito sul fascicolo sanitario elettronico, a quando pare c'è anche un altro piccolo tumore più in profondità (che non si è visto con l'ecografia) e qualche altra cosa evidenziata, capisco subito quale sarà l'operazione.
Martedi sono stata in ospedale dopo la chiamata del medico, come immaginavo, l'operazione che dovrò fare sarà una mastectomia e successivamente terapia ormonale, tutto ciò che sarà dopo (eventuale radioterapia o chemioterapia) non si sa perché dipenderà dai linfonodi, da cosa effettivamente trovano e dall'esito dell'istologico, ci sono due certezza e tante incognite... io non amo affatto le incognite, ma dovrò farmi andare bene quello che arriva. Data ipotetica dell'intervento, 24 novembre. Aspetteremo.

Dal momento della diagnosi posso dire che ci sono state grazie come se piovesse.
NO, il cancro non è una grazia, non lo considero nulla di buono ma ciò non significa che non si riesca a trarre del buono da questa situazione. Se è arrivato a me vorrà dire che dovrò fare del mio meglio per non perdere tempo e sfruttare ciò che ho a disposizione per il meglio.
Credo che in qualche modo il Signore ci prepari a ciò che sarà la nostra croce, che sia la malattia o altro, ci mette sui nostri passi qualcuno o qualcosa che possa entrare nella nostra memoria per poi essere ripescato il giorno in cui ne avremo bisogno.
Da tantissimo tempo seguo una cattolica americana che ha un cancro al quarto stadio, condivide come lo vive, la sua fede fortissima, salda in un modo che non avevo mai visto in vita mia. La preghiera online anche quando ha poche forze e non sta bene, il benedire ogni attimo e ringraziare per ogni giorno, scrive anche dei versetti biblici di lode sulle scatole delle medicine e si fida di quello che è il progetto del Signore nella sua vita. Per me è sempre stata un esempio e ora lo è ancora di più.
Proprio l'altro giorno ho letto una sua storia instagram in cui diceva:

"E se oggi cammini, respiri, vivi...
Prendilo da una povera anima come me..
Non perdere tempo e usalo ORA per glorificare Dio. Non sai quando il tempo finisce e quando tempo avrai perché il tuo pellegrinaggio sulla terra guadagni il merito dell'anima e possa compiere atti di grande carità nel nome di Dio.
Fermati in adorazione oggi e parla con Cristo, digli quanto lo ami e ringrazialo di tutto! 
Andiamo da Lui sia nei giorni belli che nei giorni brutti.
Vorrei averlo fatto quando ero nei miei anni migliori ed ero sana."

Avevo già interiorizzato il fatto che non sappiamo ne il giorno ne l'ora e che nulla va sprecato quando è morto mio padre d'infarto, ma dopo un po' lasci andare, il tempo passa, molli la presa e ricominci a sprecare tempo, a procrastinare, a rimandare...
Quando vivi sulla tua pelle qualcosa che potrebbe toglierti la vita, ti guardi intorno, vedi tuo marito, i bambini ancora piccoli e che hanno bisogno ancora di te e puoi scegliere due strade... o ti piangi addosso, ti chiudi e cerchi di distaccarti per non farli soffrire se dovessi venire a mancare (il demonio con me ha sempre puntato su questo), oppure vivi nel vero senso della parola, togli ogni limite e barriera alle emozioni, dici ancora più spesso quanto ami tuo marito e i tuoi figli, glie lo dimostri togliendo quei paletti che avevi messo per paura di mostrarti a pieno e ringrazi per ogni attimo che vivi. Certo, se non ci fosse l'ansia a buttarti a terra fisicamente sarebbe più semplice ma pure lei poverina ha bisogno di sfogarsi e prima o poi passerà o imparerai a gestirla.

Chi sapeva quasi da subito la situazione ha organizzato novene, gruppi di preghiera, ma anche chi non sapeva ancora la mia diagnosi ma sapeva che non stavano andando bene dei controlli mi ha inondata di pensieri, preghiere, piccoli messaggi, vicinanza... Non credo di meritare tanto, e lo dico in modo onesto e sincero... Non mi sono mai sentita cosi amata come nell'ultimo mese e scusatemi, ma tutto questo affetto me lo prendo e me lo tengo stretto perché fa tantobene.
I giorni successivi sono stati complessi, difficili, ma la vicinanza di tutti, sconosciuti compresi mi ha lasciato senza fiato (in senso buono).
Mia madre ha iniziato ad andare a messa ogni tanto, inoltre mi ha chiesto scusa per un fatto grave accaduto alcuni anni fa e che aveva incrinato il nostro rapporto in modo pesante.
Sono solo all'inizio e la grazia è tanta.
Ci saranno momenti difficili, estremamente pesanti, sarò senza forze, mi chiederò "perché".. dovrò metabolizzare i risultati che arriveranno ma non smetterò di ringraziare il Signore per ogni attimo che mi permetterà di vivere con la mia famiglia. Poi la preghiera, proprio nel periodo dell'attesa ho iniziato la novena del rosario dei 54 giorni, credo che la farò ad oltranza perché mi sta facendo veramente tanto bene... diventa una sorts di preghiera incessante che non ti fa sentire sola.

I bambini lo sanno, appena avuto il primo colloquio con la situazione chiara lo abbiamo detto in modo che potessero capirlo per la loro età. Mattia non ha ben compreso e credo che alla sua età sia normale, mentre Giorgia e Gabriele si e la prima domanda è stata "ma muori?"...e spezza il cuore... abbiamo spiegato che ci hanno detto che è curabile e che affrontiamo una cosa alla volta, dovrò andare in ospedale, dovrò riposare molto nel dopo ma che abbiamo i mezzi per andare avanti... a loro è bastato, almeno per ora. Giorgia mi ha detto : "mamma, puoi stare in ospedale anche un mese, l'importante è che non muori e stai con noi"... Mattia si è già offerto di dormire nel lettone con papà quando io non ci sarò, Gabri è l'incognita, lo stiamo aspettando perché ha i suoi tempi.

Mi affido e li affido consapevole che il Signore fa bene ogni cosa, anche se non sempre riusciamo a capirlo subito, siamo umani, fragili, queste situazioni ci fanno paura, ma Lui è sempre con noi.
Ci mette accanto ciò di cui abbiamo bisogno, ci permette di riscoprire anche lati meravigliosi di chi abbiamo accanto, dobbiamo solo non togliere lo sguardo dalla meta.

Scusate per la lungaggine ma in situazioni cosi delicate è meglio dire di più che lasciare spazio a mezze frasi o altro. Ho preferito condividerlo qui ma sappiate che non vi romperò le scatole con questa cosa, vi dirò solo quando ho i controlli o qualche pensiero ogni tanto, nulla di più.

Grazie per aver accolto.
Un abbraccio

sabato 13 maggio 2023

Sono una mamma, non wonder woman: posso essere stanca.


Nell'immaginario collettivo la mamma è quell'essere mitologico sovraumano che, indipendentemente da tutto e tutti, fa sempre qualsiasi cosa e niente la ferma; un po' come un super Sayan di quinto livello ma in versione PRO.

E' malata? Nessun problema, lei può fare tutto lo stesso come se non avesse mezza linea di febbre.
E' stanca? In realtà quella parola non sa cosa sia, ne ha solo sentito parlare, ma da altri.
Ha bisogno di momenti per sè? Ma quando mai! Non serve, è tempo perso!
C'è un'emergenza? Ha una soluzione per tutto e non va assolutamente nel panico.
Ciò che ha programmato va in fumo? Nessun problema, riesce lo stesso a riprogrammare oppure fare tutto lo stesso magari concludendolo in anticipo rispetto al previsto.
Ansia? Non sa cosa sia... Pianti? Ma siamo matti!!
La donna, soprattutto se mamma deve sempre essere il multitasking incarnato, non ha altra scelta. In tutto questo voler rincorrere il modello "mamma top", mi rendo conto che non può esserci reale serenità e soprattutto onestà; al di fuori non ci sarà ansia o pianto ma probabilmente dentro è tutt'altra storia.
Ricordate Marta e Maria? Questo primo elenco mi ricorda un po' Marta, con il suo fare, essere sempre sul pezzo e non pensare ad altro, ma anzi, rimproverare chi non è come lei. 
"Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta."

Tenete bene a mente queste parole mentre leggete...perché stiamo per entrare nell'immaginario di Maria, solitamente vista come quella che "non fa niente", o fa pochissimo ma che in realtà ha scelto la parte migliore, ovvero il saper dosare ciò che serve. Prendersi il tempo per ascoltare il Signore, e solo dopo fare anche altro, una cosa alla volta, un passo dopo l'altro.

Vi svelo un segreto, la mamma wonder woman non esiste, o almeno parlo per me, io non lo sono di certo... credo valga anche per altre donne che magari si vergognano a dire che il multitasking e la perfezione stanno strette, talmente strette da soffocarle e farle sentire sole.
Dobbiamo dirlo, la mamma non è un essere mitologico (ne tantomeno un concetto antropologico), non ha super poteri, non riesce a fare tutto ne tantomeno a fare qualsiasi cosa senza crollare nemmeno una volta o senza avere momenti "no", quelli che vorresti essere in un eremo sperduto per resettare.
E voler essere in un eremo da sole per qualche ora non è un pensiero brutto o da cattiva mamma, è un bisogno umano perché anche le duracell ultra power prima o poi si scaricano e noi non siamo da meno.
Ora vi racconto un po' cosa accade a me, riprendendo i punti precedenti, per capire se anche a voi capita e magari ci sentiamo meno sole insieme. Sono arrivata a determinate conclusioni dopo anni di schemi che mi facevano solo del male, su alcune cose devo ancora lavorare tanto ma su altre va meglio.

- Sono malata? Ridimensiono ciò che devo fare o che mi ero prefissata...la cosa mi disturba parecchio ma non posso fare altro, rischierei di peggiorare la situazione e involontariamente mi ritroverei ad insegnare ai miei figli un'abitudine dannosa. 
- Sono stanca? Lo dico in famiglia, non l'ho mai nascosto ai bambini e loro solitamente si adoperano per dare una mano senza doverlo chiedere. Se ne ho la possibilità, mi prendo 10 minuti di pausa in camera da sola (si, è possibile, magari non subito se si è soli con i figli ma il modo c'è).
- Ho bisogno di momenti per me? Non è che servono, sono obbligatori e ci devono essere per potersi ricentrare; che possa essere leggere un libro, pregare, non fare niente (non è una brutta parola), una passeggiata, ascoltare musica, scrivere...vale anche cucinare se vi rilassa, cucire e molto altro.
- C'è un'emergenza? Dipende dall'emergenza, ci sono quelle che mi mandano in panico e altre dove potrei dare una soluzione in un nanosecondo. 
- Ciò che ho programmato va in fumo? Panico! Si, detesto quando ciò che ho pianificato non va come deve per cui ho bisogno di metabolizzare, rivedere i piani e capire come riorganizzare, poi c'è chi se ne frega altamente e fa ciò che riesce.. io ci devo lavorare ancora parecchio.
- Pianti? Si, ci stanno, la mamma può piangere, può farlo se stanca, se ha bisogno di sfogarsi, se ha solo bisogno di piangere e basta. E' liberatorio, altre volte ti rigenera, è normale.

Ora vorrei dedicare un po' di spazio ad un ultimo punto perché è stato quello che mi ha portata qui ora a scrivere e mi fa sentire più inadatta ma allo stesso tempo mi porta ad alcune riflessioni (buone).
- Ansia? Credo sia la mia migliore amica, ed è proprio a causa sua (o grazie a lei, dipende dai punti di vista) che sto scrivendo, scrivere mi aiuta a fare ordine. Soffro di ansia da quando ho 18 anni, risolta e poi tornata alcuni anni fa, soprattutto per problemi di salute che sto cercando di risolvere... ma la mente li fa tornare in modo prepotente e quasi invalidante e devo farci i conti.
Gli ultimi due giorni sono stati molto pesanti per questo motivo, l'ansia di stare male ha vinto (sono stata realmente male) e ciò mi ha fatta sentire inadeguata al ruolo di madre, debole, incapace di gestire alcune situazioni, un peso per la mia famiglia perché a causa mia si ritrovano ad avere alcuni limiti e se non ci fosse mio marito sicuramente ora Gabri non sarebbe a Roma (avevo scritto sull'aereo ma ora che ho finito di scrivere è già anche atterrato).
Poi l'uomo che ho accanto (che Dio mi ha messo accanto) mi aiuta a rimettere ordine, mi aiuta a capire che se siamo una famiglia un motivo c'è, che siamo una squadra e in quanto tale ognuno arriva dove può e dove riesce, mi ricorda quando invece altre volte ce l'ho fatta, soprattutto mi ricorda i punti precedenti...di prendermi del tempo, di fermarmi, di rallentare e ascoltarmi perché non sono una supereroina ma una donna e mamma che può essere stanca, può aver bisogno di spazio e tempo per riprendersi può e ha il diritto di dire "stop".
Attenzione: ammettere debolezze, stanchezza etc, non equivale a lamentarsi, sono due cose molto diverse.
Questo mi ricorda ancora una volta che nessuno si salva da solo e che ogni punto della prima lista è un semplice inganno del male presente nel mondo. Quel male che vuole farci credere che bisogna essere perfetti altrimenti si è "sbagliati" e che se si è sbagliati si è soli. E se si ci si sente soli si è vulnerabili e il male può entrare nella nostra vita in molti modi.

La donna, soprattutto se mamma deve rientrare in una certa tipologia, se non rientra in quel canone allora ha fallito. Invece no, siamo donne, siamo mamme, abbiamo sì delle responsabilità, dei doveri, ma ciò non significa fare sempre tutto per tutti senza mostrare debolezze o stanchezza o fallimento. Anche questo può essere un insegnamento per i nostri figli e ne ho avuto la prova con i miei più volte. C'è la gioia e c'è il dolore, c’è la salute e la malattia, c'è l'energia per fare e la stanchezza che ti permette a malapena di alzarti dal divano, ogni cosa ha un senso, ogni cosa ha il suo corso, ogni cosa può essere vissuta senza vergogna e per farlo possiamo affidarci a Lui, in Cristo possiamo trovare quel senso in ogni cosa, quel gancio nel cielo per poterci risollevare dopo una giornata storta e andata male. Quel gancio che ci permette di stare su nel goderci la gioia e la felicità, la calma e la serenità e che ci permette di restare appesi se non vogliamo scivolare giù e vogliamo affidarci completamente a Lui per andare oltre la nostra idea di "mamma perfetta" che non significa prima di errori e sempre con la soluzione pronta ma aperta ad accogliere ciò che arriva e ad affrontarlo come riesce.

Buona festa a tutte le mamme, dato che mi sono resa conto che tra poche ore...

giovedì 27 aprile 2023

Discernimento: imparare a discernere togliendo un peccato alla volta.



Da un po' nel profilo instagram parlo del tema discernimento, soprattutto da quando le tentazioni sono aumentate e ho iniziato a fare gli evo (esercizi spirituali ignaziani per la vita ordinaria) entrando nel mondo di Sant'Ignazio di Loyola. Sto anche rileggendo il libro "Occasione o tentazione?" di Silvano Fausti, mi sta aiutando a guidare le storie che pubblico per parlare proprio di questo tema.
E' un argomento a cui tengo particolarmente e che credo debba essere alla base di ogni cammino di fede per poter fare un percorso concreto e consapevole anche se non esente da difficoltà.

Per poter imparare a discernere bisogna prima capire quali sono i peccati/difetti che fanno parte della nostra vita e del nostro quotidiano e capire come il male opera in noi, come si insinua nella nostra vita e come rendersi conto di ciò che avviene.
Per farlo ci sono due cose da fare, l'esame di coscienza particolare e l'esame di coscienza generale.
In questo articolo vi parlerò nello specifico dell'esame particolare.

ESAME PARTICOLARE DI COSCIENZA.
Il tema del discernimento è particolarmente ricco e interessante, anche se all'inizio può sembrare veramente un gran casino. Per poter fare un cammino ordinato è meglio partire dall'esercizio che vi darà la prima infarinatura di come siete e preparerà la base per il passo successivo.
Sto parlando dell'esame particolare di coscienza secondo Sant'Ignazio.

Di cosa si tratta?
è un esame di coscienza quotidiano suddiviso in tre tempi e due esami, vi permette di eliminare un peccato che siete soliti compiere oppure per eliminare un difetto che blocca il vostro cammino.
E' la prima cosa da raccomandare a chi vuole iniziare un vero e proprio cammino spirituale.
Eliminando il peccato/difetto diventeremo consapevoli di ciò che vi guida e sarà più facile dissentire dai comportamenti errati.
La cosa importante è non avere fretta, prendersi il tempo necessario e soprattutto togliere un punto negativo per volta, passerete al successivo solo dopo aver sradicato il primo.

Come si svolge.
Come ho accennato prima, è diviso in 3 tempi e 2 esami. 
Vi riporto le esatte parole di Sant'Ignazio per evitare di sbagliare a sintetizzare qualcosa.

Primo punto: La mattina appena alzato, ti proponi di guardarti con impegno da quel determinato peccato o difetto di cui ti vuoi correggere.

Punto secondo: a metà giornata chiedi a Dio la grazia di ricordarti quante volte sei caduto in quel determinato peccato, e di correggerti per l'avvenire. Poi fa il primo esame su quella cosa, di cui ti vuoi correggere, passando in rassegna ora per ora.
Poi segna su di un taccuino nella prima linea del giorno tanti punti quante volte sei caduto*

Punto terzo: alla fine della giornata farai il secondo esame, sempre ora per ora, cominciando dal primo esame, fino al secondo attuale; segna poi nella seconda linea tanti punti quante volte sei caduto..

*Schema per segnare le cadute
Sant'Ignazio utilizza un metodo semplice per segnare le "cadute" ed è un metodo che permette di vedere subito i progressi e i miglioramenti nell'abbandonare quel peccato o difetto.

Servono 7 righe, una per ogni giorno della settimana, per ogni riga, due linee, una per il primo esame e una per il secondo della giornata.
Vediamo subito nella pratica..

(dom) G = (qui mettere i puntini per ogni caduta; linea sopra primo esame, linea sotto secondo esame.)

(lun) g = :::. (ogni linea è un esame del giorno)

(mart) g = (1° esame, puntini su prima riga)

(merc) g = (2° esame, puntini su seconda riga del giorno)

(giov) g = (tutto per ogni giorno della settimana)

(ven) g =

(sab) g =


QUALI PECCATI
Come accennato, dovete occuparvi di un solo peccato/difetto per volta, non uno di più.
Iniziate con quello che, nel qui ed ora, credete possa essere più nocivo per voi e per la vostra vita, dovete tenere conto anche del rapporto con gli altri.
Può essere irascibilità, impazienza, litigiosità, spirito di contraddizione, incapacità di ascolto, incostanza, pignoleria, intolleranza, remissività, maldicenza, mormorazioni, pigrizia, ira, disordine di qualsiasi tipo.
Lavorare su un punto non significa limitare il progredire, tutt'altro, vi renderete conto di come un solo punto in realtà possa influenzare molti altri peccati/difetti.

Come consiglio personale vi suggerisco di fare un elenco dei peccati/difetti da tenere a disposizione, una volta concluso con il primo sono sicura che ne cancellerete altri dalla lista.
Se non sapete quale difetto scegliere ho un consiglio personale e come tale prendetelo con le pinze poiché frutto solo della mia esperienza.
Per una settimana fate l'esame particolare segnando nei due esami i peccati/difetti che avete riscontrato, a fine settimana tirate le somme, sarà una sorta di sondaggio e saprete da quale partire ed eventualmente con quale continuare.

I tuoi peccati/difetti non sono il luogo della sconfitta, ma diventano luogo di lavoro quotidiano, del lento ma sicuro cammino verso casa.

Ricorda: L'esame particolare consiste nella capacità di vincere il tuo falso io per essere in armonia con te, con tutti, con tutto e con Dio.

CONSIGLI PER MIGLIORARE
Ecco quattro semplici consigli di S.Ignazio per eliminare velocemente il peccato/difetto:

- quando cadi in quel determinato peccato/difetto, ti poni la mano sul petto dispiacendoti d'essere caduto;
- dato che il primo rigo della "g=" indica il primo esame e il secondo il secondo esame, guarda la sera se dal primo al secondo rigo, cioè dal primo al secondo esame, ci sia miglioramento.
- confronta i due esami del giorno presente con i due esami del giorno precedente e vedi se da un giorno all'altro ti sei corretto.
- confronta una settimana con l'altra e vedi se, rispetto alla settimana precedente ti sei corretto.

E' importante fare un solo aspetto negativo per volta (lo so, sono pesante) e perseverare, soprattutto ci tengo a sottolineare che questo esame NON deve portarci ad autocommiserarci, ma deve spronarci a fare sempre meglio e per farlo serve una cosa importante: CHIEDERE AIUTO AL SIGNORE!

Memo: Nessuno si salva da solo....

Questa è una delle prime pratiche che dovrebbe imparare chiunque decida di intraprendere un cammino spirituale. Sant'Ignazio dice che "fare quello che è spontaneo" serve al neonato, ma non per una persona normale, per progredire serve un certo tipo di percorso altrimenti si resta fermi.
Se vuoi crescere e camminare devi fare i conti con gli ostacoli da superare e il primo è il classico "non ce la posso fare" o il "sono fatto cosi"...
No, non "sei fatto cosi", hai la piena libertà di poter cambiare.

L'esame particolare è un lavoro di "scalpello" per togliere ciò che nasconde la verità dentro di noi ovvero che SEI AD IMMAGINE DI DIO.
E' un lavoro contro il falso, una lotta contro il male, è un lavoro su di sé. Non si tratta di stravolgere, ma di togliere da se stessi l'ignoranza e la schiavitù che impedisce di realizzare ciò che si è.
E' un'ascesi negativa, per togliere ciò che nuoce. Più male togli da te, più stai bene e sei libero. In che modo? Con la disciplina.

DISCIPLINA
Per poter fare un cammino reale è fondamentale la disciplina. è la base per non restare fermi.
L'esame particolare è una pratica ascetica che implica un personale impegno.
La disciplina permette di migliorare con il tempo; all'inizio sarà difficile, vi dimenticherete, farete fatica a renderlo parte di una routine quotidiana, vi verrà voglia di mollare, vi sembrerà pesante, lungo da fare, anche noioso.. non lasciatevi vincere.
La disciplina serve proprio a questo, a permettervi di progredire, di migliorare sempre di più rendendo la pratica naturale (anche se non priva di difficoltà); naturale non significa vuota, ma "amica".
Sappiate che, anche se avete vizi grandi come una casa e non fate la pace con essi, camminate davvero, anche se non vi sembra; ma se avete un difetto, pur minimo, con cui fate pace, la vostra volontà rimane bloccata.

MECCANISMI DELL'ESAME
Rimozione e repressione, non risolvono, anzi, tendono ad aggravare il male causato dal peccato/difetto 
La soluzione è nella coscientizzazione e dissociazione, in che modo?
La tua intelligenza prende onestamente coscienza e la tua volontà è libera di disapprovare dicendo
"ho sbagliato e non vorrei averlo fatto".
Questo esercizio, appunto, ti permette di prendere coscienza del male che viene percepito e sentito come male, non acconsentiamo, anzi, dissentiamo.
Dissentendo, non gli permettiamo di fare presa nel cuore e quindi non si sviluppa e nemmeno radica.

RICORDA: Ciò che approvi cresce in te, ciò che disapprovi decresce fino a scomparire.

NON REPRIMERE
La repressione NON toglie il male.
Una molla più è compressa, più scatta con violenza.
Per semplificare utilizzo l'esempio dell'ira presente nel libro.
Se avete problemi d'ira, attraverso l'esame particolare, prendete coscienza dei vostri scatti dopo che essi sono avvenuti, vi dispiace, non li approvate.
Con il tempo vi renderete conto che iniziate ad avvertirli mentre stanno arrivando, non più dopo.
Per cui potete disinnescarli sul nascere, in che modo?
Con un sorriso, sapendo che arrabbiarsi è sconveniente, che una volta fatto ve ne pentirete.
Alla fine vi ritroverete ad averne il pieno controllo.
Diventate finalmente libera/o, non sarete più in balìa dei vostri impulsi ma li indirizzerete nella direzione positiva.

E se non riusciste a dominare i vostri impulsi?

VANTAGGI SE NON RIESCI
Se non riesci a dominare gli impulsi, continua lo stesso con l'esame particolare perché avrai lo stesso alcuni vantaggi che ora vediamo:
- hai imparato un po' a conoscere i moti del tuo cuore
- hai esercitato la tua libertà nel domarli, e l'esercizio migliora ogni facoltà, mentre il non uso la atrofizza.
- hai visto i tuoi limiti/peccati, ovvero la tua verità.
- la tua miseria ti rende umile, solidale e misericordioso con gli altri (peccatori come te)
- la tua miseria ti rende solidale con la misericordia di Dio; capisci cosa significa "Cristo è morto per me"
- capirai che il problema non è "chi sbaglia meno", ma "chi amerà di più". E amerà di più proprio colui che sbaglierà di più.
- capirai perché, in quest'ottica, conoscere il proprio peccato, è miracolo maggiore che risuscitare i morti.

Ora tre piccole note.
Note dell'autore:
- Annotare è importante per poter vedere concretamente i progressi
- Se l'esercizio (dopo tanto tempo) produce angustia o tensione, esasperazione o regressione, semplificalo; 
- Ogni volta che cadi, guardati con lo sguardo benevolo di Dio; 
- Se sei una persona depressa c'è una variante; ogni volta che sei triste, leva gli occhi del cuore al Signore con un sentimento di fiducia nel suo amore per te.

Ecco qui una sintesi di ciò che ci serve per iniziare un cammino di discernimento. La prossima volta entreremo nell'esame generale e in alcune regole.
Buon cammino e continuate a seguire il profilo instagram per non perdere le prossime storie a tema e alcuni extra.