domenica 29 dicembre 2024

Te Deum Laudamus; c'è sempre qualcosa per ringraziare.

 


Eccomi con il Te Deum Laudamus, da qualche anno fa parte della tradizione del blog ospitare il riassunto di ciò che è accaduto con una serie di ringraziamenti a Dio per ciò che è stato l'anno che si sta per concludere.
In un tempo in cui si tende a non vedere nulla di buono se le cose vanno diversamente rispetto a ciò che ci eravamo prefissati, vorrei spezzare una lancia a favore degli imprevisti, a volte ingombranti, che permettono di fare spazio alla grazia che si può vedere una volta usciti dalla nebbia del mondo. Mi capita spesso di leggere che non si ha nulla per cui ringraziare e la cosa mi rattrista molto perché in realtà non credo proprio si a così. Si tende invece a fissarsi su ciò che va male e dimenticare le cose belle che ci accadono ogni giorno, sì, perché ogni giorno c'è almeno una cosa per cui rendere grazie, prima di tutto la vita, l'alzarsi ogni mattina e arrivare a fine giornata, il sorriso di una persona, l'avere una casa, un lavoro, una famiglia, del cibo, e spesso chi non ha tutto questo riesce a ringraziare lo stesso per qualcosa. Dopo questa premessa ecco il mio semplice te deum..

Te deum laudamus... per il primo anno cancer free o per meglio dire, un anno da quando mi è stato rimosso il tumore (i tumori). Un anno con i controlli ok. Un anno da quando è iniziato un nuovo percorso che mi ha cambiata e ha cambiato chi mi sta intorno (buona parte di essi). 
Te deum laudamus... per aver iniziato l'anno con la visita oncologica e con notizie confortanti anche se tutto resta nelle Tue mani (e sai quanto per me sia difficile).
Te deum laudamus... per avermi insegnato a chiedere, a capire che non tutto dipende da me, che c'è il tempo per fermarsi, osservare e comprendere.
Te deum laudamus... per le settimane di convalescenza che mi hanno permesso di ridurre i ritmi folli che avevo e che mi hanno portata a vivere con meno fretta è più consapevolezza. Peccato sia durato poco, ma ho notato che in questi giorni ci stai lavorando ancora per farmelo capire.
Te deum laudamus... per Jessica Hanna (blessed by cancer) che seguo su instagram (ora il profilo è portato avanti dal marito), perché mi ha insegnato che il Signore fa bene tutte le cose anche quando c'è di mezzo la malattia, anche quando sai che le cose non andranno come vorresti e le accetti. Per avermi fatto capire che crollare, piangere per la paura di non riuscire ad accettare sono emozioni sane e che ci stanno senza che ciò possa togliere la fiducia in Te Signore.
Te deum laudamus... per la prima confessione di Mattia.
Te deum laudamus... per la mia testardaggine e pignoleria che mi ha permesso di vedere che effettivamente qualcosa non andava con le terapie, anche se dopo mesi stiamo ancora cercando una soluzione. Tu la soluzione ce l'hai, è dentro di me da tempo...
Te deum laudamus... per la mia condizione di salute che mi ha portata ad osare scrivendo un romanzo fantasy per ragazzi. Se non avessi avuto la diagnosi probabilmente non avrei mai provato. Continuerò la lode quando verrà pubblicato il prossimo anno.
Te deum laudamus... perché sto imparando ad ascoltare quello che credevo essere il "mio istinto" ma che in realtà sei Tu che mi guidi ogni giorno. Ti sento, non sempre ti ascolto, ma ti sento...
Te deum laudamus... per le vacanze in montagna di quest'estate (nonostante non sia stata bene), quattro giorni circondata da tutto ciò che amo: la mia famiglia, i monti e il silenzio per la contemplazione.
Te deum laudamus... per l'attesa (snervante) dell'esito di un esame importante, mi porta a mettere tutto nelle Tue mani quando in realtà vorrei avere il controllo di ogni cosa.
Te deum laudamus... per l'umana paura che ogni tanto prende il sopravvento. Mi ricorda che, indipendentemente dalla malattia, ognuno di noi è terminale e non deve perdere tempo. Certo è che, quando la malattia c'è, la paura rischia di sovrastare la grazia, rischia di farti sprecare tempo e ti distoglie dal vivere pienamente. Mi fido di te ma so che nella paura mi consoli.
Te deum laudamus... per tutti i controlli che mi aspettano appena varcata la soglia del 2025 perché un check-up di inizio anno è, per me, il modo migliore di iniziare il primo mese mettendo basi solide da cui partire.
Te deum laudamus... per la mia famiglia, mio marito, i miei figli, mia madre e chi mi circonda, un pò meno per chi mi fa del male e mi fa soffrire; ma ci sono anche loro che mi portano a fare un ripasso di umiltà sempre utile e necessario.
Te deum laudamus... per tutti i progetti che mi ispiri e per avermi insegnato il discernimento, perché non tutto ciò che sembra ispirazione è utile e viene da Te. Piccoli passi, senza fretta.
Te deum laudamus... per ogni giorno che posso trascorrere nel mondo. Vorrei fare ancora tante cose, sperimentare, osare, il tutto sempre con la Tua guida nella speranza di poter lasciare la parte migliore ai miei figli.
Te deum laudamus... per Mattia che non smette un attimo di parlare, mi sta insegnando ad essere paziente e a mettere prima l'ascolto, rispetto al mio bisogno di silenzio al mattino appena mi sveglio.
Te deum laudamus... anche quando vorrei un pò di tregua ma quella tregua Tu sai benissimo che sarebbe destabilizzante per me.
Te deum laudamus... per i molti cambiamenti di questi mesi, perché non sono più la persona di un anno fa, ma nemmeno di un mese fa e sono sempre in continua evoluzione per arrivare ad essere ogni giorno la migliore versione di me stessa guidata da Te.

Ci sarebbero molti altri Te deum laudamus... da scrivere che ora non ricordo e che torneranno alla mente appena premerò "pubblica" e che probabilmente va benissimo se restano solo con me.
Ogni tanto mi chiedo se riuscirei a scrivere tutti questi te deum se avessi una condizione di salute peggiore, se in realtà io sia ipocrita a rendere lode e grazie al Signore per il mio percorso oncologico perché magari più semplice rispetto ad altre. Posso dire che questo pensiero è frutto di tentazioni e insidie del maligno perché cerca di staccarmi dal Signore. 
Ogni percorso di vita è differente, ogni cammino è fatto di intoppi, fatiche, cadute, gioie, passi avanti e passi indietro, momenti buoni e non buoni. Non possiamo sapere "cosa sarebbe accaduto se..." ma possiamo solo essere testimoni concreti di quanto il Signore possa spargere grazia nella vita di ogni singola persona in modi diversi.
Vi auguro di non soffermarvi su ciò che c'è di complicato ma su ciò che il Signore vi dona ogni giorno attraverso piccole cose, a volte impercettibili, per farvi sentire che non si è mai soli.
Vi auguro di imparare a non voler avere sempre il controllo su ogni cosa ma che ogni tanto possiamo lasciare alcune cose nelle Sue mani.
Vi auguro di mettere sempre Lui al centro per poter diramare nella vostra vita gioia e serenità ogni momento, anche quando la paura e la tristezza stanno per prendere il sopravvento.

Buon nuovo anno.
Cristina

sabato 2 novembre 2024

Devozione dei 100 requiem per anime dei defunti.

                                 



Ne ho già parlato nel profilo instagram ma ho preferito fare anche un articolo qui per rendere tutto più facile da trovare.
La devozione dei 100 Requiem è una pratica spirituale volta a pregare per le anime dei defunti, in particolare per quelle dimenticate o in purgatorio. Questa devozione nasce come una pratica per intercedere in modo speciale per le anime del Purgatorio, spesso dimenticate nelle preghiere quotidiane.

Il Requiem è una preghiera dedicata al riposo eterno dei defunti: ‘L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen.'

Consiste nel recitare 100 volte la preghiera del Requiem, con cuore e intenzione, chiedendo a Dio il riposo eterno per tutte le anime. Per questo pia devozione ci si può servire di una comune corona di cinque poste o decine, percorrendola tutta due volte, per formare il centinaio di Requiem.

Ne esistono due versioni, quella tradizionale e una versione con l’offerta della passione di Gesù (le trovate entrambe di seguito)

COME RECITARLA:

S'incomincia col recitare un Pater noster,  poi una decina di Requiem sui dieci grani piccoli della corona, infine della quale si dirà sul grano grosso la seguente giaculatoria:

Gesù mio, misericordia delle Anime del Purgatorio, e specialmente dell'Anima di N. N. e dell'Anima più abbandonata.

Terminate le dieci decine (ossia il centinaio) di Requiem, si dice il De profundis:

De profundis
Dal profondo a Te grido, Signore,
Signore ascolta la mia voce!
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.
Se consideri i peccati, Signore,
Signore, chi potrà sussistere ?
Ma presso di Te è il perdono,
e avremo il tuo timore.
Io spero nel Signore,
l’anima mia spera nella sua parola,
l’anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l’aurora.
Israele attenda il Signore,
perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.
Il Signore redimerà Israele
da tutte le sue colpe.


Puoi dedicare i 100 Requiem a un defunto in particolare o per tutte le anime del Purgatorio, in momenti di preghiera speciale come in preparazione al giorno dei defunti, il mese di novembre o ogni volta che il tuo cuore lo desidera.
Pregare per i defunti è un atto di misericordia, che avvicina a Dio e rinnova il legame tra i vivi e le anime bisognose di preghiere.


VERSIONE CON OFFERTA DELLA PASSIONE DI GESU':

Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

1. Ti offro, adorato mio Gesù, in aiuto delle anime del Purgatorio, i meriti dei patimenti e dei dolori da te sofferti per la nostra redenzione; e incomincio dal contemplare quel sangue, che trasudò dal tuo corpo per la tristezza e l'angustia che ti assalì nell'orto degli Ulivi.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

2. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, la somma afflizione, che ti strinse il cuore, nel vedere un tuo discepolo, Giuda, da te amato e beneficato, il quale, fattosi persecutore, con bacio sacrilego ti tradì per consegnarti nelle mani di crudeli nemici.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

3. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, la mirabile pazienza con cui sopportasti tanti oltraggi da quella vile soldatesca, che ti trascinò da Anna a Caifa, da Pilato ad Erode, il quale, per maggior disprezzo, facendoti indossare la veste dei folli, fra le beffe e le derisioni del popolo, ti rimandò al governatore romano.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

4. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, l'amarezza che turbò il tuo spirito allorché dai Giudei, tu innocente e giusto fosti posposto a Barabba, sedizioso ed omicida; poi legato alla colonna, senza alcuna pietà, fosti percosso con innumerevoli frustate.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

5. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio l'umiliazione da te tollerata, quando, per trattarti da finto re, ti hanno posto sulle spalle un cencio di porpora e ti hanno dato per scettro una canna, ti cinsero il capo con la tormentosa corona di spine, e così Pilato ti mostrò al popolo con le parole: Ecce homo.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

6. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, l'ineffabile rammarico che provasti, quando contro di te si gridò: crucifige, crucifige: ed il penoso peso sostenuto con sublime rassegnazione lungo la via del Calvario, col pesante legno della croce sulle spalle.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

7. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, la compassione pietosa, e il dolore profondo da te interamente sentito, allorquando dalla tua diletta Madre, venuta ad incontrarti e ad abbracciarti, fosti con tanta violenza separato.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

8. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, gli inauditi tormenti che patisti quando, disteso sulla croce il tuo corpo sanguinante, fosti orribilmente trafitto con chiodi nelle nani e nei piedi, e innalzato sopra l'ignominioso patibolo.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

9. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio le angosce e le pene, che per tre ore continue sopportasti pendente alla croce e gli spasimi, che soffristi in tutte le membra, accresciuti dalla presenza della tua addolorata Madre, testimone di una simile straziante agonia.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.

10. Ti offro, adorato mio Gesù, per le anime del Purgatorio, la desolazione da cui fu oppressa la Vergine Santissima nell'assistere alla tua morte, e lo schianto del suo tenero cuore nell'accoglierti esanime, deposto dalla croce, tra le sue braccia.

10 volte l'Eterno Riposo

Anime sante, Anime del Purgatorio pregate Dio per me, ch'io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del Paradiso.’


Buona preghiera.


mercoledì 9 ottobre 2024

L'arte della lamentela; quando la grazia scompare (a causa nostra).


                             


Viviamo in un'epoca in cui la lamentela sembra essere diventata una seconda lingua, una sorta di veleno invisibile della quotidianità. Non so voi ma sembra andare sempre peggio e ammetto di aver avuto più volte la tentazione di lasciare i social per non rovinarmi lo stato d'animo per ciò che leggevo. Ci lamentiamo del traffico, del tempo, del lavoro, se piove più oppure meno di quello che ci hanno detto, delle persone che ci circondano, persino delle piccole cose che in fondo non meritano tutta la nostra attenzione. Invece di focalizzarci su ciò che di buono accade intorno a noi, ci perdiamo in un vortice di negatività, che non solo avvelena il nostro spirito, ma finisce per influenzare (solitamente in male) anche chi ci sta vicino.
Quest'estate il tema principale era il caldo eccessivo e se un giorno le temperature erano meno calde allora si gridava al complotto e al fatto che il cambiamento climatico fosse un'invenzione...
In questi giorni la pioggia, le allerte meteo che vengono diramate proprio in queste ore. Qui hanno chiuso tutte le scuole superiori della provincia per precauzione, il flusso enorme di studenti che si spostano avrebbe creato non pochi problemi in caso di emergenze per cui hanno ritenuto opportuno prevenire. In mattinata la pioggia non era esagerata ed è iniziato il carosello di pseudo esperti che sindacavano la decisione "due gocce d'acqua e chiudono le scuole!" le lamentele più gettonate. Se invece ci fosse stato qualcosa di peggio? Probabilmente la lamentela si sarebbe spostata sul "dovevano chiudere le scuole per evitare questo disastro!".

Mi sono chiesta, perché ci lamentiamo? Spesso la lamentela è talmente immediata che diventa una risposta automatica, come se subentrasse nella mente un meccanismo di difesa per sfuggire alle difficoltà della vita quotidiana. Ci lamentiamo perché è più facile riversare all'esterno la nostra frustrazione piuttosto che affrontare ciò che non va. Tuttavia, questo atteggiamento è un modo per evitare il vero lavoro interiore che ogni individuo dovrebbe fare: la ricerca di soluzioni e l'accettazione delle situazioni che non possiamo cambiare.
Come dico sempre, se mi lamento cosa cambia? La situazione migliora? Beh, no. Ammenoché si va allo sportello delle lamentele (ah no, è il centro informazioni) di qualsivoglia centro commerciale. Se mi lamento del fatto che ho il cancro mi passa? Certo che no, allora perché mai dovrei farlo se non porta a qualcosa di buono?

La lamentela costante (occasionale ci potrebbe anche stare qualche rara volta, anche solo per un piccolo sfogo con chi conosciamo) ci allontana dalle cose buone che accadono intorno a noi. Quando siamo concentrati solo su ciò che va storto, perdiamo la capacità di riconoscere le piccole gioie quotidiane. Non ci accorgiamo dei gesti di gentilezza, dei momenti di serenità o dei doni inattesi della vita. Questo atteggiamento negativo eclissa la nostra gratitudine e blocca la nostra capacità di vedere ogni piccola grazia intorno a noi. Come possiamo aspirare a una vita più piena se siamo sempre concentrati su ciò che manca o su ciò che non funziona? Come possiamo vedere la grazia se pesa più un sassolino nella scarpa che una comoda poltrona?

Non solo la lamentela danneggia chi la pratica, ma finisce per influenzare negativamente anche chi ci sta vicino, spesso si sottovaluta l'impatto che può avere anche sui propri figli. Una lamentela continua crea un ambiente tossico, dove le conversazioni diventano pesanti e tutto si appesantisce. La nostra mente tende a vedere il mondo attraverso il filtro delle nostre parole, quindi, se continuiamo a lamentarci, alimentiamo un ciclo di pensieri negativi che può rapidamente diffondersi agli altri. Ci si ritrova responsabili non solo verso se stessi ma anche verso l'altro, soprattutto i bambini. Un po come il serpente che si è insinuato nella vita di Eva, ha fatto scattare in lei quasi una lamentela della situazione che è sfociata nella scelta peggiore.
Il primo passo per rompere questo circolo vizioso è la consapevolezza che può scaturire dal discernimento. Quando notiamo che ci stiamo lamentando, fermiamoci un attimo e chiediamoci:
È davvero così grave? Cosa posso fare per migliorare la situazione? Ne vale la pena?
Oppure, possiamo cambiare prospettiva, cercando almeno una cosa buona nella situazione che ci sta frustrando. Questo piccolo sforzo di gratitudine aiuta a riequilibrare la nostra visione della realtà. Uno degli antidoti più potenti alla lamentela è proprio la gratitudine. Quando siamo grati per ciò che abbiamo, la lamentela perde di significato. Possiamo allenarci a coltivare la gratitudine tenendo un diario dove annotiamo ogni giorno almeno tre cose per cui siamo grati. Questo semplice esercizio può aiutarci a spostare il focus dalle carenze e dalle difficoltà alle benedizioni e alle opportunità che incontriamo. Non a caso ogni domenica su instagram propongo il box della gratitudine dove scrivere almeno una cosa buona che ha lasciato il segno durante la settimana oppure nell'agenda, alla fine di ogni mese trovate lo spazio per ringraziare.
Un altro esercizio utile è cercare di focalizzarsi su ciò che possiamo controllare. Spesso le lamentele riguardano cose che non possiamo cambiare (come il meteo o il comportamento degli altri), ma spendere energie su queste cose oltre ad essere inutile è anche frustrante. Dobbiamo accettare ciò che non possiamo modificare chiedendo anche aiuto alla preghiera e concentrare la nostra attenzione su ciò che è nelle nostre mani.

La lamentela ci impedisce di vivere pienamente il momento presente e di vedere le cose buone che accadono intorno a noi. Liberarsi da questo atteggiamento richiede impegno e consapevolezza, ma i benefici sono enormi: ci sentiremo più leggeri, più felici e più capaci di affrontare le sfide quotidiane con uno spirito positivo. Sostituire la lamentela con la gratitudine ci permetterà di vedere il mondo con occhi nuovi, e chi ci sta accanto sarà ispirato dalla nostra energia positiva. 
Ci permetterà di poter sperimentare anche la lode..
Trasformare la lamentela in lode richiede di passare dalla frustrazione alla fiducia in Dio. Quando ci lamentiamo, spesso stiamo implicitamente dicendo che le cose non vanno come vorremmo o che siamo insoddisfatti di ciò che ci viene dato. Questo atteggiamento ci chiude al bene che Dio sta operando nella nostra vita. Invece, trasformare la lamentela in preghiera significa riconoscere che, anche nelle difficoltà, Dio ha un piano e che possiamo fidarci di Lui.
Mi potreste dire... "beh, ma anche nella Bibbia ci sono lamentele..." , avete ragione... ma c'è anche un cambio di atteggiamento come possiamo vedere nei salmi. Il salmista spesso inizia con una lamentela, ma conclude lodando Dio.
Il Salmo 13, ad esempio, inizia con un grido di dolore: “Fino a quando, Signore? Mi dimenticherai per sempre?” ma termina con una professione di fiducia: “Io confido nel tuo amore fedele”
Per noi può essere un grande esempio e un modello base che ci insegna che, anche nei momenti di dubbio o dolore, possiamo sempre concludere con la lode, confidando nella fedeltà di Dio.

Quando scegliamo di lodare Dio invece di lamentarci, stiamo attivamente riconoscendo il bene che ci circonda e che Dio ha già fatto nella nostra vita. Questo non significa ignorare le difficoltà, ma piuttosto cambiarne la prospettiva, soprattutto se sono cose di poco conto. Come scrisse San Paolo nella Lettera ai Filippesi (4,6-7): “Non angustiatevi per nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, con ringraziamento.”. Questa esortazione ci invita a trasformare ogni situazione in preghiera e ringraziamento.

In tutto questo e per concludere, ecco cosa possiamo fare in modo pratico:
  • Diario della gratitudine: Ogni giorno, scrivi almeno tre cose per cui sei grato, anche se sembrano piccole. Questo ti aiuterà a focalizzarti su ciò che funziona, piuttosto che su ciò che non va. (ti concedo di iniziare con una al giorno)
  • Preghiera di ringraziamento: Quando senti la tentazione di lamentarti, fermati e ringrazia Dio per almeno una cosa buona che hai. Può essere una preghiera semplice come: “Grazie, Signore, perché oggi ho respirato, ho camminato, e sono vivo.”
  • Rileggere le promesse di Dio: Tieni a mente le promesse di Dio nella Scrittura. Passaggi come Isaia 41,10 (“Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio”) ci ricordano che Dio non ci abbandona mai. Sappiamo inoltre che "non temere" è molto presente nella scrittura.
Buona lode e buona gratitudine.
Cristina




mercoledì 21 agosto 2024

Un anno dopo: la grazia che mi circonda e la mano di Dio.



 Pagina di Diario 3
Un anno dopo: la grazia che mi circonda e la mano di Dio.

E' da un po' che non scrivo una pagina di diario qui, per cui, ad un anno esatto dalla diagnosi, ho pensato di recuperare facendo un resoconto degli ultimi mesi, ma non solo della malattia, non voglio di certo annoiarvi... Prendetela come una chiacchierata, come se stessimo prendendo un caffè insieme. Vi avevo raccontato il primo periodo dalla diagnosi in un vecchio articolo, ma non vi ho più detto nulla dell'operazione e del post operatorio fino ad oggi. Ripercorrerò questi mesi, dimenticherò pezzi e cercherò di ricostruire le parti più utili anche per la testimonianza.
Preparate una moka di caffè oppure una tisana o un bicchiere d'acqua, sedetevi e beviamo insieme, una di fronte all'altra. Come state? Prima vorrei sapere di voi se vi va...
Dopo aver accolto una parte di voi ecco che vi dono una parte di me...

A novembre 2023 sono stata operata con una settimana di anticipo rispetto al previsto. Per la precisione mastectomia sinistra. Sono entrata in ospedale lunedì 20, convinta di poter uscire nel giro di due giorni, ma alla fine sono stata dimessa solo domenica 26 a causa di alcune complicazioni. Il giorno del ricovero mi hanno fatto diversi esami e mi hanno iniettato il liquido per il linfonodo sentinella. Martedì mattina sono stata operata, un intervento durato circa 4-5 ore. Appena terminato, hanno telefonato a mio marito per informarlo che tutto era andato bene: il linfonodo sentinella era risultato negativo e avevano rimosso tutto. Avendo un seno molto piccolo (per fortuna), mi hanno dovuto inserire un espansore anziché una protesi diretta. Non mi dilungo nei dettagli, ma in breve, mercoledì mattina ho notato che il seno operato si stava gonfiando e il dolore non passava, anzi aumentava. Dopo numerosi controlli, compreso quello del primario, nel tardo pomeriggio hanno deciso di rioperarmi a causa di un'emorragia. Anche questa operazione è andata bene: hanno cauterizzato, cambiato l'espansore e ho ricominciato con i miei due simpatici drenaggi. Tuttavia, giovedì non riuscivo a reggermi in piedi e dai controlli hanno ritenuto necessario farmi una trasfusione. Domenica, vedendo che la situazione migliorava, mi hanno dimessa in attesa dell'esito dell'istologico definitivo.
La ripresa è stata molto lenta, ben oltre i tre mesi previsti. Probabilmente a causa delle due operazioni avvenute in 24 ore e dei drenaggi che ho dovuto tenere per più di tre settimane. Ero dimagrita molto a causa dell'ansia (ero sotto i 48kh) e sentivo i drenaggi contro le costole, il che aumentava il dolore.
Mi conoscete, o almeno, molti di voi sanno come sono, sempre con qualcosa da fare, che non si fa mai aiutare e cose del genere... Già nei giorni di ospedale ho dovuto imparare a chiedere aiuto, aiuto per vestirmi, per lavarmi, per fare ogni piccola cosa, anche solo legare i capelli. A casa uguale, mio marito mi aiutava a lavarmi, mi vestiva, mi aiutava ad andare a letto, faceva ogni cosa in casa e per la prima volta in vita mia non mi sono sentita in difetto, non mi sono sentita "umiliata" nel mio non fare ma sapevo che era una condizione per cui dovevo ringraziare perché lì ho capito quanto valesse ogni giorno, quando fosse importante ogni piccola cosa. Lì ho capito che la sofferenza andava offerta, che un aiuto è grazia e non intralcio. 
Pensate che è pure salita dalla Sicilia un'amica per qualche giorno ad aiutare, mai avrei pensato fosse possibile e che avrei meritato tanto, eppure ha lasciato qualche giorno marito e figlie per stare con me. Diventa difficile in questi casi non pensare che il cancro sia stata una grazia...(lo so, è difficile da capire).

Ho dovuto aspettare un po' per avere l'esito, complici le vacanze natalizie, oltretutto trascorse in modo tranquillo. Una volta ricevuto, hanno confermato quanto già noto e hanno specificato che gli altri due tumori erano in situ, cioè non ancora maligni. Tuttavia, c'era incertezza riguardo alla necessità di una chemioterapia, per cui hanno deciso di eseguire l'Oncotype, un test inviato in America per analizzare il tessuto del tumore. Questo test aiuta a determinare la percentuale di recidiva e se la chemioterapia possa essere utile. Nel mio caso, il rischio di recidiva era basso, quindi non era necessaria la chemioterapia.
A gennaio ho iniziato con la cura anti-ormonale, che prevede una menopausa medica per prevenire eventuali recidive. Il trattamento consiste in una puntura ogni 28 giorni e una pastiglia da assumere ogni giorno per almeno 5 anni. Alcuni intoppi, alcuni effetti collaterali pesanti all'inizio, sospensioni per problemi all'utero, risolti; ora convivo con i dolori e so come migliorarli e so anche che devo ascoltare il mio corpo per aiutarlo a convivere con una condizione non ottimale ma che mi permette di poter avere una strada da seguire.
[Per capirci, la terapia anti-ormonale ha una serie di effetti collaterali che vanno da problemi alla memoria, mal di testa (c'è), pressione alta (c'è), dolori ossei (c'è), dolori alle articolazioni (c'è), rischio di fratture, aumento di peso (c'è e ne sono felice, ho messo 10kg), vampate (ci sono..e tante) e molti altri...che a 39 anni ti stravolgono perché p come se invecchiassi di botto, ma puoi anche reggere meglio se ti affidi].
Ah, a luglio ho fatto un'infusione come prevenzione per l'osteoporosi (causata dalla terapia), utile per carità, ma credo di non essere mai stata così male in vita mia, sono stati giorni devastanti. L'anno prossimo avrò il cortisone preventivo...

Ho iniziato nuovi progetti, sto facendo corsi di scrittura buttandomi realmente in questo campo come ho sempre sognato. Sto provando un po' di cose, scrivo non solo qui o per l'agenda o per i vari libri religiosi che ho in cantiere ma anche in altro per ragazzi, perché credo abbiano bisogno di cose belle ma che non siano proprio del tutto in linea con il mondo. Un piccolo (nuovo) mondo bello, buono e dove si sentano compresi. C'è già qualcosa di pronto, vedremo... Come sempre metto tutto nelle Sue mani.
Ultimamente stiamo improvvisando varie gite, quando sto bene ne approfittiamo e ci buttiamo, siamo stati 4 giorni in montagna, e altre cose in programma quando farà meno caldo. Prima di tutto questo non avrei mai fatto così, avevo bisogno di programmare in anticipo, capire se era possibile, per poi ritrovarmi (anzi, ritrovarCI) a dire "no dai, un'altra volta"...
Che senso ha rimandare se è possibile farlo ora? Non serve fare chissà che ma piccole cose secondo le proprie possibilità.

Come dicevo all'inizio, oggi è trascorso un anno esatto dalla diagnosi, da quel giorno in cui, aprendo il fascicolo sanitario elettronico, lessi lesione maligna.. e la terra sotto i piedi iniziò a trasformarsi da solida e stabile a sabbia che ti fa affondare ad ogni passo, anche quando cerchi di stare immobile. Poi quella sabbia ha ripreso stabilità, ci è voluto tempo, ancora oggi ci sono momenti di paura, di "ok, avrò vita breve" oppure "ma si dai, i 10 anni di prognosi non sono male (e faccio i conti con le età dei figli)" ma non prendono più il sopravvento, arrivano, stanno un attimo poi se ne vanno come una vecchia amica che passa a salutarti di corsa e sta sulla porta con la giacca perché deve subito andare via.
Dall'inizio di questo nuovo cammino nel mondo della malattia, chi mi circonda, medici compresi, mi hanno sempre detto una frase (falsa come poche) "vedrai, tornerai alla vita di prima"... c'è sicuramente chi trova conforto in questa frase, chi non vede l'ora che questo possa accadere perché sia mai cambiare, tutto deve essere sempre uguale.. c'è chi una volta resasi conto che non sarà così (perché non sarà per niente come dicono) si arrabbia con il mondo, rischiando anche crisi emotive...
Poi ci sono io... che il solo pensare che "tornerò alla vita di prima" mi fa venire la pelle d'oca ma in senso negativo, mi fa proprio rabbrividire il solo pensiero.
Nel momento in cui ho vissuto esperienze molto pesanti fisicamente oppure emotivamente ho potuto sperimentare quanto il non tornare alla vita di prima fosse una salvezza oltre che la strada giusta.
Se dopo uno scossone torni alla vita di prima, significa che non hai capito nulla, non hai preso niente di buono, in sintesi hai sprecato l'occasione per essere migliore e/o fare qualcosa di utile e buono.
Un'amica mi disse che il cancro era "un pacchetto da scartare" nel tempo... quando lo disse aggiunse anche che avrei capito al momento giusto.. è stato così. Il momento in cui quella frase è tornata nella mia mente ho capito che stavo iniziando a scartare questo pacchetto per poi trovarci, tra piccole confezioni di ansia, anche dei regali meravigliosi.

Non so come andrà, non so cosa mi riserva il futuro, non posso saperlo in anticipo (ed è meglio così), ma so solo che senza tutto questo alla luce di Cristo non sarei chi sono ora, ovvero una persona che ha realmente iniziato a vivere a pieno, che si butta per realizzare i propri sogni, che ama e si lascia amare, che si dona agli altri sperando di essere un piccolo aiuto. Una persona che non prova rancore, che dà continue possibilità agli altri, che lascia andare il male, che evita di lamentarsi (perché lamentarsi di certo non cambia la mia condizione e non mi guarisce). Ripeto e sottolineo...senza la luce di Cristo tutto questo non sarebbe possibile perché se manca Lui nella tua vita, non puoi farcela, non puoi trovare il buono in tutto questo.
Dimenticavo... i prossimi passi sono un test genetico (sulla base di quello ci saranno eventuali strade da scegliere), eco e mammografia di controllo, esami e controllo in oncologia.
Intanto mi godo le ultime settimane con i bambini a casa da scuola e la prima riunione di inizio superiori tra una settimana.

Vi ringrazio per aver letto e se pregherete per me.
Un caro abbraccio
Cristina

ps: il primo articolo lo trovate qui 

venerdì 19 luglio 2024

Le regole del discernimento, per stare nel mondo con Dio.





Il tema del discernimento mi è molto caro e ho iniziato a parlarvene oramai più di un anno e mezzo fa, prima con le storie instagram poi qui con un primo articolo "Discernimento: imparare a discernere togliendo un peccato alla volta".
In questo articolo vorrei entrare nel vivo delle regole del discernimento di Sant'Ignazio di Loyola, senza perdermi in troppe premesse, per cui inizio subito con la prima regola:

"Quando va di male in peggio, il messaggero cattivo di solito ti propone piaceri apparenti facendoti immaginare piaceri e godimenti, perché tu persista e cresca nella tua schiavitù. Invece il messaggero buono adotta un metodo opposto: ti punge e morde la coscienza, per farti comprendere il tuo errore"
(Es, n 314)


Il piacere del nemico è apparente, è qualcosa che esiste nell'immaginazione ma non nel concreto e dopo aver provato a concretizzare resta il vuoto.
Invece Dio parla con il rimorso, disagio interiore, per farti capire che stai sbagliando. Ricordate bene che il rimorso è una cosa, il senso di colpa ben altro (lo vedremo tra poco).
SINTESI: quando sbagli i linguaggi sono due, Dio con il dispiacere per farti uscire, il nemico con il piacere apparente per tenerti.

IL MALE: cerca di sembrare bene ma non mantiene le promesse e ti lascia insoddisfatto. E' un ottimo comunicatore perché sa rendere appetibile anche il veleno e ti fa confondere il piacere con la felicità.

Piacere: è la soddisfazione dei propri bisogni.
Felicità: la soddisfazione che viene da una relazione

L'uomo è chiamato a vivere il piacere in modo quasi divino se unito all'amore.
Il piacere cercato in sé, al di fuori di una relazione positiva, crea frustrazione, assuefazione come la droga o l'alcol.
Per capire se ciò che vuoi fare è bene, pensa al dopo anche sulla base dell'esperienza altrui.

"Se dà gioia anche dopo è da Dio, se dà rimorso è dal nemico".

L'eccesso di cibo e di alcool, l'infedeltà, la prostituzione, l'uso di droga, danno piacere al momento, ma non di certo felicità e ti ritrovi senza via d'uscita in una catena di frustrazioni e dispiaceri.
Il rimorso (come responsabilità dal male) invece è la medicina amara contro la menzogna.
Ora vediamo la differenza:
I Sensi di colpa: per ciò che non sei e che vorresti essere, sono bloccanti. Vanno messi a tacere.
Il rimorso: che hai per il male fatto è ciò che ti distingue dall'animale. Non devi silenziarlo ma ascoltarlo. E' tristezza che viene da Dio e porta alla vita, invece la depressione del nemico ti vuole far chiudere in te stesso.
Accogli la voce di Dio, respingi quella del nemico.


Seconda regola:
"Quando ti impegni per uscire dal male e cerchi il bene, è proprio del messaggero cattivo bloccarti con rimorsi, tristezze, impedimenti, turbamenti immotivati che paiono motivatissimi, perché tu non vada avanti. E' proprio invece del messaggero buono darti coraggio, forza, consolazioni, lacrime, ispirazioni e pace, rendendoti facili le cose e togliendoti ogni impedimento, perché tu vada vanti" (Es, n 315)


Quando vuoi uscire dal male e cerchi il bene ecco i due linguaggi:
1. Il nemico ora ti fa apparire male il bene, per distoglierti e ti tenta con mille ragioni false o vere... sensi di colpa e scrupoli presi per giusti rimorsi, tristezze, incertezze, turbamenti, sfiducie cosi da far sembrare il bene una cosa impossibile.
Avverti il male che hai fatto e diventa lo scoglio che non ti permette di cambiare.

2. Dio invece ora ti invoglia al bene con la consolazione, ti dà coraggio, pace, fiducia, forza... anche il peso del male fatto diventa una spinta ad uscire verso la libertà.

Quando facevi del male, il nemico ovviamente ti lasciava in pace, non aveva bisogno di "disturbarti".. ma nel momento in cui passi al bene ecco che passa all'attacco..

RICORDA: La tentazione non è peccato se non cedi, ma occasione di crescita, non di caduta!

La prima e tipica tentazione è questa:
"Io non ce la faccio. Non è per me! Come farò ad andare avanti cosi?"
Fai un passo indietro, fermati e pensa, noterai che ti sarà capitato un'infinità di volte.
La tentazione ti fa vedere solo la difficoltà per immobilizzarti, per non farti andare avanti.
Pensa sempre al risultato, cosi li distingui.

Il nemico ti impedisce con sentimenti quali sfiducia, oscurità, tristezza... 
Dio invece ti fa andare avanti nel cammino verso la libertà.

ATTENZIONE: il male insinua anche l'atteggiamento "critico" dove ti fa credere di poter individuare bene il male anche negli altri, ma ciò ti porta con il tempo a diventare solo acido e malevolo. Vedere il bene invece rende più ben disposti e propositivi.
Coltiva pensieri di fiducia e speranza, gioia del cuore e pace...


Eccoci alla terza regola del discernimento:
"Quando ti impegni per uscire dal male e cerchi il bene, Dio ti parla con la consolazione spirituale. Questa è di tre tipi: il primo quando sorge in te qualche movimento intimo che ti infiamma d'amore per il Signore, e ami in lui e per lui ogni creatura, oppure versi lacrime che ti spingono ad amare il Signore e servire i fratelli o a detestare i tuoi peccati; il secondo quando c'è in te crescita di speranza, di fede e di carità; il terzo quando c'è in te ogni tipo di intima letizia che ti sollecita e attrae verso le cose spirituali, verso l'amore di Dio e il servizio del prossimo, con serenità e pace del cuore" (Es n° 316)

Dio parla con la CONSOLAZIONE; (con-solare=stare-con-chi-è-solo)
E' la sola compagnia che vince la tua solitudine...il consolatore...
Dio è amore, e l'amore è sempre presente dove è amato.

Ora vediamo i 3 tipi di consolazione:
1. una sensibile
2. una insensibile o quasi
3. una poco sensibile

Eccole nello specifico:
La prima consolazione è la più sensibile (e pericolosa): può essere prodotta da te o dal nemico, ci si attacca per il piacere che procura e come arriva se ne va lasciandoti a bocca asciutta. Essa può sia fecondare che devastare lo spirito, soprattutto se cercata.
E' un movimento intimo, che viene dal profondo, è fuoco e luce che muove e commuove, scalda e illumina... Tutto questo dà piacere e nutre lo spirito ma è rischioso perché può "non essere abbastanza".
La "golosità" di consolazioni è più pericolosa di ogni altro vizio.
Se Dio la concede è per facilitare il distacco dai piaceri grossolani, non per farci attaccare ad essa.

La seconda consolazione è insensibile. E' una crescita di amore, speranza e fede che riscontri nel quotidiano. E' una consolazione molto efficace che si presta meno ad inganni.. Ne fanno parte le consolazioni profonde e sostanziali che consistono nella crescita della forza dello spirito che ti fa andare avanti nella libertà di amare e servire Dio e il prossimo.

La terza consolazione è quella poco sensibile. Rientrano i sentimenti poco avvertibili se non nel silenzio o da una sensibilità raffinata, che guidano al bene. Sono l'intima letizia, un'attrazione verso Dio e la sua promessa , una serenità e pace che ti fa trovare in Lui riposo.

CONSOLAZIONE COME FORZA

La consolazione non toglie la lotta, anzi, è la forza che permette di non soccombere ma di vincere, spinge ad operare il bene, è l'albero della vita, vivine con gratitudine, gioia e amore verso di lui.

DESOLAZIONE
La quarta regola ci fa entrare nella desolazione.
"Si intende per desolazione tutto il contrario della terza regola, per esempio l'oscurità dell'anima, il turbamento interiore, lo stimolo verso le cose basse e terrene, l'inquietudine dovuta a diverse agitazioni e tentazioni: così l'anima s'inclina alla sfiducia, è senza speranza e senza amore, e si ritrova pigra, tiepida, triste e come separata dal suo Creatore e Signore. Infatti, come la consolazione è contraria alla desolazione, così i pensieri che sorgono dalla consolazione sono contrari a quelli che sorgono dalla desolazione" (es n° 317)

L'azione del nemico (il diavolo) è quella di dividerti dal Signore, farti sentire abbandonato, triste... Prima ti divide da Dio e dalla sua parola quindi da te stesso, poi dagli altri.. Separato da Dio, perdi la tua identità. Resti solo, "desolato", avvolto nell'oscurità del nulla.

CONTRASTO
Sei agitato, turbato, pieno di paura, senza fiducia, senza speranza e senza amore. 
La consolazione è quando sei in armonia con l'opera di Dio e trovi nella calma e nell'abbandono confidente in Lui la tua forza.
La desolazione è quando sei in contrasto con essa, per colpa tua o per insinuazione del nemico. Allora sei senza pace..il luogo tipico della tentazione e soprattutto che conosciamo meglio della consolazione.

LEGGI BENE QUANTO SEGUE.
Se, quando cerchi il male, il nemico ti alletta con il piacere apparente, quando vuoi uscire dalla schiavitù, ti ostacola con la desolazione, dispiacere apparente.

Anche la desolazione ha 3 linguaggi che ora vediamo.

I 3 LINGUAGGI DELLA DESOLAZIONE:
1. desolazione sensibile
2. desolazione sostanziale
3. desolazione quasi insensibile

Ora le vediamo in sintesi:
Desolazione sensibile: oscurità, turbamento, attrattiva al male, agitazione, ribellione e repulsione al bene; l'opposto della consolazione sensibile. In sè non è male, ma una prova con due esiti, una caduta, oppure una purificazione.

Desolazione sostanziale: un calo di fede, speranza e amore.. questo calo è sempre un male, può portare ad infedeltà, o all'odio verso Dio... ecco allora l'accidia, la pigrizia e la mancanza di entusiasmo verso il bene

Desolazione quasi insensibile: assenza di gioia, di pace e di ogni buon sentimento oppure di tepore e apatia.

Le desolazioni, se non riconosciute o non avvertite, portano al male, o dal male al peggio.


Quinta Regola:
"In tempo di desolazione non si deve mai fare mutamento ma restare fermo e costante nei propositi e nella determinazione in cui si stava nel giorno precedente a tale desolazione, o nella determinazione in cui si stava nell’antecedente consolazione. Come infatti nella consolazione ci guida e consiglia di più il buono spirito, così nella desolazione il cattivo, con i cui consigli non possiamo prendere la giusta strada ." (Es n° 318)

In sintesi, quando sei nella desolazione, NON prendere decisioni nuove. NON devi fare ciò che faresti d'istinto. Se prenderai una decisione in questo momento sarà sicuramente sbagliata perché arriva del nemico. Il male ha bisogno di essere fatto subito, perché se ci pensi, non lo fai!
Devi invece avere fiducia nel Signore e attendere.
Se nella preghiera siamo distratti, non abbiamo voglia, siamo aridi etc.. è proprio in quel momento che non dobbiamo mollare, perché è il nemico che vuole farci desistere.
Offri al Signore questa situazione e prega anche solo un minuto in più.


Sesta Regola:
"Dato che nella desolazione non dobbiamo cambiare i primi propositi, giova molto cambiare intensamente se stessi contro la stessa desolazione; per esempio insistendo di più nella preghiera, meditazione, esaminandosi molto e dando maggior spazio alla penitenza in modo opportuno."

Invece di assecondare la desolazione, la devi contrastare, non semplicemente attendere che passi. Se stai nella desolazione ti chiudi, non sei più libero... Invece devi ridimensionare e avere fiducia nel Signore. Il nemico vuole farti "retrocedere", tu invece dei reagire positivamente:
"Il pericolo del male diventi occasione per un bene maggiore".
Per cui dedicati in modo più assiduo e intenso al lavoro spirituale. In questo modo ti abitui ed educhi a diventare libero dai tuoi umori, senza lasciarti dominare.

PREGARE IN DESOLAZIONE
Ebbene si, pregare nella desolazione, quando non hai voglia o non riesci a concentrarti, in realtà, è estremamente utile. Ti fa capire che a te non interessa né Dio né la preghiera.. ciò ti associa a tutti i peccatori. Presentala a Dio e alla sua misericordia, vedrai che la tua tenebra, man mano diventerà luce.
Se preghi solo quando sei consolato, ti potresti addirittura illudere di essere santo.


Settima regola:
"Chi si trova nella desolazione, consideri che il Signore, per provarlo, lo ha affidato alle sue forze naturali, perché resista alle diverse agitazioni e tentazioni del demonio; e può riuscirci con l'aiuto di Dio che gli rimane sempre, anche se non lo sente chiaramente. È vero, infatti, che il Signore gli ha sottratto il molto fervore, il grande amore e la grazia abbondante; però gli ha lasciato la grazia sufficiente per la salvezza eterna. " (Es n° 320)

La desolazione viene data NON per essere vinto, ma per vincere!
Ricorda una cosa estremamente importante nel cammino:
"Dio è fedele e non ti permetterà che tu sia tentato oltre le tue forze, ma con la tentazione ti darà anche la via di uscita e la forza per sopportarla".
Nel momento in cui pensi di non farcela, stai pur sicuro che non ce la farai! Se invece avrai fiducia nel Signore, troverai la forza per superarla.
La tentazione è una prova e superandola si diventa esperti. Nella desolazione troverai l'occasione per convertirti.. La fatica nella vita spirituale non è un errore, è semplicemente mancanza di allenamento, affrontala, vivila e potrai agire senza sforzo.


Ottava Regola:
"Chi si trova nella desolazione si sforzi di conservare la pazienza, che si oppone alle sofferenze che patisce; e pensi che presto sarà consolato, se si impegna con ogni diligenza contro quella desolazione, come è detto nella sesta regola. " (Es. n°321)

Invece di disperarti, sappi che devi e puoi rafforzarti nei sentimenti contrari a quelli che senti; se sei sfiduciato cresci nella fiducia, se sei impaziente, nella pazienza, se irascibile nella calma, se instabile nella perseveranza etc.
Perché?
In questo modo il male che stai sperimentando, invece di distruggerti, è l'occasione che il Signore permette perché tu ti radichi di più nel bene opposto.
Altra cosa da tenere a mente...
Se ora sei desolato, ricorda che presto sarai consolato. La difficoltà è transitoria e anticipa un dono maggiore.
Se pensi che la desolazione può durare nel tempo, resterai incatenato in quel pensiero e farai fatica ad uscirne precludendo il bene che deve arrivare.
"La difficoltà proiettata nel futuro, ti succhia le energie e ti distrugge il presente".
L'immaginazione della sofferenza futura è più dolorosa e angosciante di qualunque dolore presente, al punto che arrivi a farti del male reale per non sentire quello immaginario.
Puoi sempre e solo portare il carico che c'è qui e ora
"A ciascun giorno basta la sua pena" (Mt 6,34)
Ridimensiona sulla realtà le tue fantasie e sii fiducioso. La tristezza, il sentirsi provati, sono tutti sentimenti che arrivano dal male, Dio non ti tenterà mai, ma permetterà le tentazioni e lo fa per un bene maggiore. Il male, quando c'è diventa il luogo in cui sovrabbonda la grazia.

Per la desolazione ci sono 3 cause:
1. il male fatto da te
2. il male fatto a te
3. il male stesso del mondo che è in te come tutti.

Queste tre "schiavitù" rappresentano i frutti, il tronco e le radici dell'albero del male. Da questo scontro ci deve essere la tua progressiva LIBERAZIONE.

Ora li vediamo uno per uno:
1. Il male che tu fai; invece di fare ciò che piace a Dio, ti fai guidare semplicemente dalle tue voglie e da ciò che piace a te e ti ritrovi ad abbandonarlo. L'oscurità che tu senti è un richiamo alla luce per assumerti le tue responsabilità...il rimorso. Ti senti annoiato, spento, oscuro, triste, senza desideri, depresso, vuoto, angosciato, non appagato. E' una desolazione salutare di Dio che vuole toglierti dalla schiavitù del male che fai per raggiungere la gioia per cui sei creato. Non giustificarti attribuendo la colpa agli altri, alle situazioni o agli imprevisti, prenditi le tue responsabilità; nella misura in cui lo farai, ti libererai dal male. Vedi bene cosa non va in te e lavora su questo punto con l'esame particolare.

2° il male che ti hanno fatto gli altri; che ti hanno fatto gli altri o le tue malefatte e che ti tengono in ostaggio. Ma è una desolazione salutare perché attraverso essa e un processo di elaborazione e interpretazione, Dio vuole purificare il tuo amore liberandoti dall'egoismo. Arriva quando vuoi fare qualcosa di buono per Dio ma ti senti arido, ti senti nel deserto e tutto il male che hai sperimentato viene a galla e ti blocca. Capita a tutti coloro che cercano il Signore e quando avviene in forma più forte e prolungata è chiamata "La notte dei sensi". Non avvilirti ma ringrazia, è un dono!  Accetta questa desolazione come purificazione da tutto il male passato. Non sentendo più Dio rischi di smettere di pregare, invece devi fare il salto di qualità facendo diventare la preghiera (anche se ti sembra vuota), una flebo che ti alimenta anche se non senti nulla.

3° il male del mondo; questa desolazione è la più dura ma più salutare delle altre perché puoi giungere alla libertà piena e alla conoscenza tua e di Dio. E' buio fitto nello spirito, ti senti lontano da Dio e sembra una tortura. Quel poco che vedi è il male che ti assedia e non ti lascia in pace, nessuna via di scampo, ti senti sprofondare maledicendo la Sua assenza. Capita a tutti coloro che cercano davvero il Signore ed è detta "la notte dello spirito". Accettala, è l'opportunità per la vittoria definitiva, la liberazione dal male del mondo che hai nel cuore. Ti vuol far capire che senza di Lui non puoi fare nulla e solo grazie a Lui puoi fare tutto. In questo modo cresci in umiltà e fiducia, sapendo che tutto è grazia.
Smetti di pretendere e resti in attesa del dono. Se avessi solo consolazione diventeresti come Lucifero, la desolazione invece ti tiene umile e fiducioso.


Decima Regola:
"Chi sta nella consolazione pensi come si troverà nella desolazione che dopo verrà e attinga nuove forze per allora." (es.323)

La consolazione ti serve per andare avanti nei momenti di oscurità, fanne tesoro. Non devi dare per scontato i giorni di consolazione, scrivi come ti senti, cosa provi, come stai... sarà utile rileggere quelle pagine nella desolazione per fare memoria della grazia di Dio.
La fede stessa è ricordo di ciò che Dio ha fatto, che diventa chiarezza e forza interiore per leggere e reggere positivamente la realtà, alla luce della sua promessa. Le consolazioni non sono un bene di consumo ma un mezzo di produzione. Con esse devi imparare a servire Dio. Molti nella preghiera ricercano le loro sensazioni, questo NON deve mai essere il fine della preghiera! E' solo un mezzo (ambiguo) che Dio dà quando, come e se ritiene opportuno.
Le persone che ricercano consolazioni non sono "uomini spirituali" perché seguono l'istinto del piacere e non il desiderio dell'amore.

Ricarica: La consolazione ti è data per caricare le batterie e accumulare energie nella tua lotta quotidiana contro il male, viverla come un bisogno o un dono che "devi" ricevere ti porta fuori strada.


Undicesima regola:
"Chi sta consolato procuri di umiliarsi e abbassarsi quanto può, pensando quanto poco vale in tempo di desolazione senza tale grazia o consolazione. Al contrario, chi sta nella desolazione pensi che con la grazia sufficiente può fare molto per resistere a tutti i suoi nemici, attingendo forze nel suo Creatore e Signore." (es.324)

Nella consolazione sii umile pensando a cosa sei in desolazione.
"Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti?" 
(1Cor 4,7)
La coscienza del tuo limite è grande sapienza. L'umiltà ti svuota di te e attira in te Dio. Se non sei umile non puoi capire cosa Dio vuole darti. Ecco perché il nemico tenta nell'orgoglio. 
Egli fa dell'umile il suo tempio, dimora della sua gloria (cf Is 57,15)


IMPORTANTE PREMESSA: Prima di leggere la dodicesima regola, andate oltre i possibili preconcetti presenti nella regola, ma pensate che è “figlia della sua epoca” e vale anche a parti invertite.

Dodicesima Regola:
"Il nostro nemico si comporta come una donna, ne ha la debolezza e l'ostinazione. Perché è proprio della donna, quando litiga con qualche uomo, perdersi d'animo, dandosi alla fuga, se l'uomo le mostra il viso duro; al contrario, se l'uomo comincia a fuggire, perdendosi d'animo, l'ira, la vendetta e la ferocia della donna si accrescono e non hanno più misura. Così è proprio del nemico fiaccarsi e perdersi d'animo, dileguandosi con le sue tentazioni, quando la persona che si esercita nelle cose spirituali mostra molta fermezza contro il tentatore, facendo diametralmente l'opposto di quello che gli suggerisce. Al contrario, se la persona che si esercita comincia a temere e sopportare l'attacco con meno coraggio, non v'è bestia tanto feroce sopra la terra come il nemico della natura umana, la cui crudeltà eguaglia la malizia nel perseguire la sua dannata intenzione." (es.325)

Sintetizzando questa regola, possiamo dire che il nemico ha come obiettivo INCUTERE PAURA.
Ammettiamolo, ci stiamo rendendo conto che in realtà il nemico tutto sommato è anche un po' scontato.
E’ DEBOLE CON I FORTI E FORTE CON I DEBOLI.
Ma ATTENZIONE, l’unica forza che lui ha è solo quella che TU gli accordi!
LA TUA PAURA E’ LA SUA UNICA FORZA!
Il male lo fai tu quando perdi fiducia, il nemico ne approfitta, il nemico ti domina soprattutto con la paura della morte.
Nella Bibbia la parola “NON TEMERE” ricorre ben 365 volte, una al giorno, per ricordarci di fidarci di Lui. Paura e fede convivono nella nostra vita e nel quotidiano ma lo spazio che occupa una, viene tolta all’altra. La fede è sufficiente per piccole difficoltà, ma per quelle grandi serve una grande fede e dobbiamo chiederla a Dio!

“AUMENTA LA NOSTRA FEDE” (Lc 17,5)
La paura ti pone davanti il male che temi e ritieni vere le cattive fantasie che ti sei creato/a. La fede invece ti pone davanti Dio e le sue promesse che ritieni vere e le realizzi.
Quando senti di aver paura, non nasconderlo, sarebbe ben peggio, cerca di conoscerla e riconoscerla come opera del nemico.
Volgi il tuo occhio verso il Signore e abbi fiducia in Lui...
“IL TUO VOLTO SARA’ RAGGIANTE” (Sal 34,6)


Tredicesima Regola:
"Similmente si comporta come un seduttore. Egli domanda il segreto e nulla teme come di essere scoperto, perché il seduttore che, parlando con cattiva intenzione, adesca la figlia di un buon padre o la moglie di un buon marito, chiede che le sue parole persuasioni restino segrete. Al contrario, gli dispiace assai quando la figlia al padre o la moglie al marito rivela le sue false parole e la sua depravata intenzione, perché facilmente si avvede che non potrà riuscire nell'impresa cominciata. Alla stessa maniera, quando il nemico della natura umana vuole ingannare con le sue astuzie e persuasioni l'anima giusta, desidera e vuole che siano ricevute e tenute in segreto. Ma quando l'anima scopre tutto a un buon confessore o ad altra persona spirituale che conosca gl'inganni e le malizie del nemico, molto gli pesa, perché sa che non potrà riuscire nella malvagità che aveva cominciata, essendo stati scoperti e manifestati i suoi inganni." (Es.326)

Il mezzo che utilizza il nemico per farti paura è la MENZOGNA, con essa ti terrorizza. Ma non è una menzogna riconoscibile, bensì nascosta. Il nemico in questo modo ti tiene nelle tenebre e vuole impedirti di uscirne. Per comprendere devi parlarne apertamente ad una persona non coinvolta ma fidata perché tu possa sbugiardare il bugiardo. Da soli diventa complicato oppure quando lo si comprende è troppo tardi. Appena riconosci la difficoltà dopo averle manifestate ad altri, tutto diventerà più semplice, tutto si ridimensionerà perdendo l’alone di minaccia immaginaria. Non sottovalutare il fatto che possa utilizzare altre persone per questo scopo.


Quattordicesima Regola:
"Così pure il demonio si comporta come un condottiero che vuole vincere e fare bottino. Infatti un capitano, che è capo di un esercito, pianta il campo ed esamina le difese o la disposizione di un castello, e poi lo attacca dalla parte più debole. Allo stesso modo il nemico della natura umana ci gira attorno ed esamina tutte le nostre virtù teologali, cardinali e morali, e poi ci attacca e cerca di prenderci dove ci trova più deboli e più sprovveduti per la nostra salvezza eterna." (Es.327)

Il mezzo che utilizza il nemico per farti cadere nella menzogna è ATTACCARTI NEI PUNTI DEBOLI. Dove sei più incline a cadere. Invece di chiudere gli occhi, sii vigile e confida in Dio!

IN SINTESI: la strategia del nemico è incuterti paura, allo scopo si serve della menzogna e si inserisce attraverso i tuoi punti deboli, dove sei più fragile. Riconosci i tuoi punti deboli, manifesta ciò che vuoi tenere nascosto e non avere mai paura delle tue debolezze, ma solo confida in Lui.

CONFIDA: Il Signore non ti abbandona, agisce in direzione opposta, incoraggiandoti a riconoscere la tua verità e, nel tuo limite, a incontrare Lui

Concludo qui la prima parte delle regole del discernimento, nel prossimo articolo entreremo nello specifico di alcune situazioni.
Per qualsiasi domanda potete scrivere nei commenti o privatamente, anche se avere bisogno di approfondimenti, vedrò di preparare contenuti specifici.
Buon discernimento.
Cristina

venerdì 5 aprile 2024

"Siate nel mondo ma non del mondo"; vivere senza farsi divorare dal mondo.


Pagina di Diario 2

"Siate nel mondo ma non del mondo"... (utile leggere tutto Gv 15,18-21)
Ci sono momenti in cui mi ripeto nella mente questa frase per calmarmi, per non disperare o per evitare di rinchiudermi tra le mura domestiche così da non dover avere a che fare con il male che c'è al di fuori della mia comfort zone e che mi manda in crisi. Solitamente queste sono cose che tengo per me per evitare di passare per la polemica di turno ma, dopo un episodio avvenuto l'altro giorno, mi sono resa conto di non essere polemica (dato che sono comunque educata, non mi lamento, rispetto le opinioni altrui e non attacco nessuno), bensì una persona normale ma con idee che non sono al passo con quelle del mondo. Non per nostalgia del passato, nemmeno perché non mi piacciono le novità e il progresso, o forse sì, è per questo, dato che ultimamente "progresso e novità" sono due parole molto utilizzate per cose che però non fanno bene all'anima. Mi rendo conto che spesso la frase "Siate nel mondo ma non del mondo" è utilizzata in modo esagerato, a volte a sproposito anche per piccole cose tanto da ritrovarsi a farle perdere di significato... Allora poniamoci una domanda basilare...
Cosa significa realmente essere NEL mondo ma non DEL mondo?
Significa essere in mezzo agli altri, vivere una vita normale, a contatto anche con chi la pensa diversamente, senza rinchiudersi in se stessi o solo nella propria comfort zone (che spesso corrisponde alla cerchia di amici con cui sappiamo che può andare tutto bene e non dobbiamo affilare i coltelli), ma senza che ciò possa cambiare i nostri valori , i nostri pensieri e le nostre idee. Senza che la nostra spiritualità e moralità venga intaccata quando siamo circondati da tutt'altro. Il mondo non ci ingurgita ma ci fissa come se fossimo alieni o semplicemente dei folli.
Cosa facciamo? Ci lanciamo nel mondo disarmati per farci sbranare? Assecondiamo il mondo per non avere problemi? Ci facciamo i fatti nostri? Diciamo la nostra in modo educato e andiamo oltre?
Ognuno ha la propria tecnica e strategia che dipende da molte cose.. ma tutti, e dico proprio tutti noi con una fede comune abbiamo un asso nella manica, guardare quel crocifisso e lasciarci guidare dallo Spirito (e questo difficilmente suggerisce aggressività, rabbia e cose simili, quelle arrivano dal nemico per farci sbarellare e perdere il controllo oltre che perdere la via).

Ora arriviamo al giorno incriminato...
Qualche giorno fa ho visto un post instagram riguardo l'uscita di un romanzo vintage con nuova traduzione e prefazione di una nota autrice di romanzi rosa. Mi sono fiondata a leggere perché il libro in questione è uno dei miei preferiti, *"Una ragazza fuori moda" di Louisa May Alcott. Leggo i vari punti che lo caratterizzano, arrivo alla fine del post e leggo che la Alcott viene definita come una "scrittrice che strizza l'occhio alle famiglie queer". Dopo essere rimasta qualche secondo bloccata con la bocca spalancata, ho cercato di ripensare alla trama del romanzo e, in tutta onestà, questa cosa non l'ho mai minimamente percepita. Ho fatto notare all'autrice che non mi sembrava un accostamento corretto. L'autrice sostiene la sua tesi condividendo nelle storie qualche articolo che parla delle particolarità dell'autrice, ovvero delle sue lotte femministe, del fatto fatto che non si sia mai sposata ne innamorata, che abbia più volte detto che avrebbe voluto essere un uomo etc...
Nello stesso articolo però si sostiene che nell'800, affermare di voler essere un uomo, fosse una sorta di protesta contro la condizione della donna ma che non significasse realmente un'ideologia di genere o un desiderio reale. Le lotte femministe della Alcott inoltre pare siano per il semplice diritto di voto. Approfondendo il tema, sia negli articoli che ho trovato che secondo l'autrice del post, si parla sempre di interpretazione e di sfumature colte da alcuni lettori (per cui fini a ste stesse) ma che non hanno nulla di concreto e tangibile nel collettivo. Basta fare ricerche mirate per incappare in articoli, anche stranieri, che in aggiunta a quanto citato prima, ipotizzano il fatto che la Alcott fosse addirittura Transgender.  (what??!!!)

Una domanda sorge spontanea... Veramente per avvalorare una tesi bastano le sfumature? Spero proprio di no, altrimenti staremmo freschi..
In che mondo stiamo vivendo? Se facciamo il riassunto di ciò che vediamo intorno a noi possiamo dire che è un mondo fatto di caos ideologico, di libertà intesa come poter fare quello che si vuole ma che in realtà porta le persone a conformarsi per non essere escluse, porta le persone a non poter dire qualcosa di diverso per non essere attaccate e insultate... la libertà che conosco io è un pochetto diversa, quella che indica Cristo è molto più chiara e distinta.
Un mondo fatto di ideologie (biologicamente traballanti) che stanno emanando odore di zolfo da mettere la nausea. Ricordo quando leggevo frasi come "il mondo si oggi è nelle mani di Satana" e cose simili sorridevo, lo ritenevo esagerato... In questi anni ammetto che ho rivalutato la mia opinione. Si, perché quando si dice che il mondo di oggi è satanista, non è un'esagerazione ne tantomeno una bugia, ma la verità se pensiamo a quali sono le basi della filosofia satanista, l'io al centro, la libertà che però incatena, la sessualità senza freni, aborto... una società EGO-centrica. 

Ma voglio fare un passetto indietro...al discorso dell'identità di genere attribuita alla Alcott.
Non parlo mai di questi argomenti ma questa volta mi tiro in mezzo da sola per un'esperienza personale molto concreta e diretta.
Se dovessimo stare a guardare alle affermazioni e agli stati d'essere delle persone in alcune fasi della loro vita ci ritroveremmo a fare i conti con appunto delle semplici "fasi" dettate da millemila motivi diversi ma che non implicano per forza un problema di genere o di crisi identitaria.
Ora arriviamo al mio esempio... si, proprio riguardo me stessa...
Ebbene sì, nel periodo dagli 11 ai 13 anni ero un vero e proprio maschiaccio (non che ora sia esempio di femminilità e finezza), rubavo i vestiti a mio fratello, abiti larghi, capelli corti, cappellini per nascondere il viso e spesso mi scambiavano per mio fratello (non perché, grazie alla fantasia dei miei genitori, entrambi rispondiamo a "Cri"; io mi chiamo Cristina e lui Christian, ma per altro) cosa che mi gasava parecchio. 
Sulla base di quello che stavo vivendo in piena adolescenza, al mio modo di vestire e di pormi, se anche allora ci fossero state le ideologie sull'identità di genere che vanno di moda ora, probabilmente mi avrebbero creato moltissimi dubbi su quella che poteva essere la mia identità di genere portandomi a mettere in dubbio il sesso biologico. Fluida? lei/lui? Non binario? Il caos mentale più assoluto. Quando in realtà fu semplicemente una fase che poi passò con il tempo e senza nessun tipo di problema sulla mia identità di genere. Chissà, magari quando morirò diranno che ero una fluida repressa perché una volta a 13 anni ho detto che volevo essere un maschio... (ritrattate per favore dato che non potrò farlo io XD).

"Siate nel mondo ma non del mondo"...
Rieccola che torna mentre scrivo, per ricordarmi di tornare al centro a cui voglio arrivare con questo pezzo che sa di strano diario e di chiacchierata tra amiche.
L'affermazione della scrittrice riguardo la Alcott come amica delle famiglie queer mi ha portata a pensare che mi sento un'estranea in un mondo che non permette di poter essere se stessi e di poter dire ciò che si pensa.. si, perché chi ha commentato riguardo la perplessità dell'affermazione, è stato etichettato come "ignorante" per il solo fatto che non vorrebbe leggere romanzi con ideologia e famiglie queer. Tutta questa tanto urlata obbligatoria espressione di se stessi dov'è finita? Vale solo se la si pensa tutti allo stesso modo?
Non so voi, ma io sto bene ad essere nel mondo a modo mio, anzi, no... non a modo mio ma a vivere nel modo migliore secondo ciò che Cristo ha pensato per me...libertà, santità e vita eterna... tanta roba!

Un abbraccio
Cristina

*Trama di "Una ragazza fuori moda":
Con la sua costante allegria, Polly, figlia del pastore di una piccola congregazione di campagna, arriva in città ospite della ricca famiglia dell'amica Fanny Shaw. E per gli Shaw la ragazzina è come un raggio di sole, che entra nella loro casa portando quel calore che per tanto tempo era mancato. A sei anni dalla prima visita, Polly, ormai una giovane donna, torna in città come insegnante di musica e riprende i contatti con Fanny. Grazie alla sua educazione e ai suoi profondi valori morali, sarà in grado di aiutare l'amica ad affrontare un grave rovescio economico, diventando per tutta la famiglia un importante punto di riferimento e, forse, anche qualcosa di più.


martedì 2 aprile 2024

La grazia del silenzio; quando fermarsi rigenera lo spirito.

Ciò che scrivo ora è quasi in modalità diario, perché alla fine anche questa è una delle tipologie di post che possono stare bene in un blog, senza troppi tecnicismi o chissà quali forme studiate. Oggi voglio raccontarvi un po cosa è successo nell'ultimo periodo, soprattutto poco prima della Settimana Santa, quando la tentazione di chiudere tutto è stata talmente forte da portandomi a prendere una pausa da instagram per una settimana. Ma partiamo dall'inizio..

Si può essere esperti nel discernimento e sapere come opera il maligno, ma ciò non significa che non si possa lo stesso crollare e andare a fondo incapaci di vedere la sua palese opera se non attraverso gli occhi degli altri. Partiamo dal fatto che non sono affatto un'esperta di discernimento, soprattutto su me stessa (sugli altri qualcosa me la cavicchio avendo un certo distacco ma su di me...no). Ecco perché in quel periodo, non riuscivo a vedere la mano del nemico ma credevo fosse solo una mia considerazione al netto delle tentazioni. Non va dimenticato che le tentazioni possono essere un mezzo per arrivare a Cristo, Lui le permette per purificarci, per aiutarci a capire che il fine ultimo è vivere in Lui... ci purificano dalla supponenza, dal sentirci "arrivati", dal sentirci migliori...
In sintesi le tentazioni sono anche una grazia che il Signore ci mette a disposizione per migliorare, per essere la versione migliore di noi stessi, sì, finché non ci cadiamo e ne rimaniamo impantanati. Ma anche lì, spesso non vediamo altro che noi stessi e i nostri ragionamenti... che polli..

Nessuno si salva da solo...

Ci possiamo cadere lasciandoci sballottare come su di una nave in tempesta, ammaccandoci, facendoci male, con la paura di non farcela e di morire annegati... (e andrà esattamente cosi se cerchiamo di fare tutto da soli.. falliremo e affonderemo...) oppure in quella tempesta proviamo a guardarci intorno cercando la Sua mano; noteremo non una sola mano, ma ce ne darà altre cento per aiutarci a sopravvivere e ad uscirne. L'ho provato varie volte ma mai cosi forte come in quel periodo quando ho pensato seriamente di mollare il mio apostolato, di lasciare tutto.
A differenza di ciò che molti credono, fare apostolato sui social non è semplice, non lo è se lo fai come vocazione per cui metti la tua vita a disposizione Sua e degli altri; se condividi in modo sincero il bello e il meno bello, i momento buoni e quelli che non lo sono, Cristo ma anche l'azione del demonio e la coerenza con il magistero...  spesso il problema non sono i non credenti ma i credenti stessi che non accettano realmente ciò che dice la Chiesa e il catechismo della chiesa cattolica. sono quelli che fanno più male... almeno a me. Sono quelli che mi fanno mettere in dubbio ciò che condivido, come lo faccio e non vedo che in realtà il nemico si serve di loro per fare il lavoro sporco... il suo lavoro.
Aggiungiamo la fugacità delle interazioni, se dici una virgola diversa da ciò che uno crede o pensa ti cancellano (basta una cosa diversa su cento e spariscono) se non sei costantemente sul pezzo, se un giorno condividi poco, le persone ti salutano e se ne vanno (ne ho avuto varie volte la prova), ma se condividi troppo si lamentano. Ancora metti in dubbio me stessa...cosa sbaglio?
Tratto temi non sempre facili, passo dal quotidiano a temi come il discernimento, la conversione dal satanismo, il demonio... ora anche la malattia.. e se uno di questi argomenti non interessa, anziché passare oltre, mi viene scritto di non parlarne (malattia compresa) perché non interessano e se ne vanno. Certo, magari sono solo 5 sul numero totale di follower, ma sia i modi che le motivazioni fanno riflettere e anche parecchio. E rimetto in dubbio.. non sto facendo nulla per Lui.. sbaglio tutto.

Ho sentito il mio apostolato poco utile e ho tutt'ora dei dubbi possa portare realmente frutto per qualcuno... mi chiedo che senso abbia condividere il mio quotidiano rischiando di passare per una che vuole "farsi vedere" quando in realtà lo facci perché credo nella comunione in ogni cosa nel bene e nel male. Ammetto che non sempre mi sento libera di condividere tutto ciò che vorrei, mi piacerebbe far diventare il blog una specie di diario, meno "formale", (ci sto provando ora) perché credo ci sia bisogno più di genuina quotidianità che di condivisioni forzate e per compiacere (o peggio ancora, per avere follower e consensi)... vorrei fare anche qualche video instagram in più senza pensare troppo alla forma ma alla sostanza ma anche qui.. boh.. mi chiedo, servirà? sarà utile? Non lo so.. Ci sono tanti pensieri che vorticano nella mente, in tante mi dicono che è una tentazione, che è il demonio a metterci lo zampino e probabilmente è cosi e ad ogni messaggio ricevuto in privato che tengo stretto stretto c'è un passo verso quella direzione, è una tentazione.
Ho utilizzato la Settimana Santa per discernere, ho fatto silenzio postando solo le due storie quotidiane con il vangelo e il Santo o la Santa del giorno e nient'altro. Per il resto ho stoppato, pregato, meditato le letture, il triduo santo e ogni parola ricevuta. Ho fatto pulizia interiore e vissuto l'assenza come una grazia per ciò che realmente serve non solo a voi ma anche a me.

Non sottovalutatevi mai, non pensate che non potete dare solo perché non fate apostolato in modo aperto e diretto, con tutti i messaggi mi avete fatto scoprire quanto abbia sottovalutato le donne silenziose come molte di voi che, per aiutarmi, hanno rotto quel silenzio per dire la loro in quel momento, per farmi notare piccolissimi dettagli che possono scorgere solo poche persone, quelle che veramente ti vedono come una sorella in cammino.
Quelle donne che mi scrivono che hanno la mia stessa tazzina del caffè e che a loro sembra di berlo insieme.. beh questo fa più bene all'anima di migliaia di like ad un post...quelle che notano piccoli dettagli che quasi nemmeno tu riesci più a vedere per abitudine.
In questa occasione le donne silenziose hanno preso la parola e donato qualcosa di immenso e per questo vi chiedo scusa per non aver dato il giusto valore alla vostra presenza solo perché riservata. Siete un tassello importante esattamente come tutte quelle persone che mi scrivono sempre, che si fidano di me, chi mi danno il buongiorno, che si preoccupano di come sta andando la terapia, che chiedono il mio aiuto o anche solo per scambiare quattro chiacchiere, che mi chiedono consigli oppure semplicemente mi girano immagini perché hanno pensato a me vedendo quella cosa.
Siete state tutte parte del puzzle per il discernimento che si è concentrato sul come essere luce per gli altri nella mia esperienza di vissuto (per citare il confessore). Non chiuderò il profilo, andrò avanti ma in modo leggermente diverso, con uno spirito nuovo, con un fine ricentrato, a volte più attiva, altre meno ma sempre a disposizione dell'apostolato che è parte integrante della mia vita e di cui non riesco a fare a meno anche quando vorrei staccare.. e qui c'è sicuramente la Sua mano.
Ho tanti progetti in testa ma anche quelli devono essere messi in ordine con calma, calma... questa è la parola che mi accompagnerà in questo tempo di pasqua e che sarà la chiave per risolvere e dissolvere ogni nodo.

Grazie per aver letto e grazie per essere parte di tutto questo.
Un abbraccio
Cristina 

venerdì 8 marzo 2024

Alza lo sguardo, di donne sante ne è pieno il cielo.



Sono giorni che penso di scrivere qualcosa riguardo la "festa della donna", poi rimando poi penso sia meglio evitare... un classico caso di "vale la pena?" con annessa idea che la risposta sia no, ma in questo caso è sì, vale la pena provare a dire qualcosa perché il tema della donna è caro a me anche nell'ottica di mia figlia e di ciò in cui potrebbe imbattersi, ovvero in lotte sbagliate, deviate e con poco senso.
[attenzione, potrei rischiare di essere polemica]

Partiamo da due cose in contrasto tra loro, adoro la mimosa e mio marito praticamente è obbligato a regalarmela, tutta colpa di mio padre che ogni anno mi portava una mimosa con piccola orchidea da quando ero piccola. La cosa in contrasto riguarda il fatto che ho sempre mal sopportato questo giorno dove mi ritrovavo a dover seguire mia madre alle pizzate con le amiche e poi a vedere spogliarelli (io me ne stavo in un angolo guardando altrove trovando tutto assolutamente svilente e anche abbastanza deprimente, ma non avevo alternative). Se la festa della donna si deve riassumere in spogliarelli e nel momento di "via libera" anche in abiti succinti, probabilmente ci sono altri problemi di fondo e questo giorno diventa solo una sorta di "scappatoia".
Oggi questa ricorrenza si sta tramutando nella "giornata contro il patriarcato", dove spesso tirano in mezzo la Chiesa (senza nemmeno conoscere realmente la quantità enorme di donne che la sorreggono) e che vogliono "combattere" per i loro diritti mostrando però una donna che in realtà scava la fossa alla propria dignità da sola.
La donna non è e non deve essere questo perché significa non avere nemmeno un briciolo di amore e rispetto verso se stesse, il proprio corpo e il proprio spirito... Io voglio trasmettere altro a mia figlia, perché possa essere una donna del futuro capace di portare qualcosa di buono in chi la circonda. Forse è un'utopia ma non sono mai stata una persona che si adegua quando qualcosa è sbagliato.
Vorrei insegnarle che la donna è qualcuno che nel suo essere tale riesce a smuovere le montagne senza bisogno di urlare in piazza o senza bisogno di fare proteste denudandosi e mettendo in mostra il proprio corpo, ne tantomeno aver bisogno di abortire per dire che il corpo è suo ma mettendo in campo se stessa e i propri talenti. Veramente pensate che ciò che sta accadendo in Francia sia un passo avanti per la donna? Mi dispiace deludervi ma in quel modo la state distruggendo, non solo, anche il diritto di nascere. Veramente pensate che la lotta parta dal mostrare gambe e ascelle non depilate o dal poter andare in giro svestite mettendo in mostra il proprio corpo? Veramente pensate che servano cose cosi "basse" per far vedere quanto in realtà la donna sia un essere unico e irripetibile? 
Perché la parità (o fluidità) che si intende oggi (che spesso esula dal lavoro e diritti), non sarà mai possibile perché uomo e donna sono cosi diversi tra loro, ognuno con i propri talenti, le proprie peculiarità, il proprio modo di essere e agire e bisogna solo ringraziare il Signore che sia cosi.

Vorrei insegnarle che la donna è grazia, dignità, genuinità, bellezza, femminilità, meraviglia, accoglienza, creatività,  può essere solitaria, avventurosa.. e potrei continuare.. ma anche rabbia, tristezza, delusione, scoraggiamento e il tutto vissuto in modo sano e onesto con se stesse... Ora ci vogliono mostrare una donna predatrice, rabbiosa, urlante, senza la sua essenza, vuota...si, ci vogliono svuotare per renderci esseri indefiniti, automi a cui deve andare bene tutto. 
Viviamo in un mondo dove si scambia la femminilità con la volgarità, l'emancipazione con la sessualità libera, la parità di genere con la rabbia verso l'uomo, l'essere qualcuno con il successo economico... Tutto ciò che non ha valori.... Sono di un'altra idea, molto più banale forse, riprendiamoci la nostra dignità di donne, ma quella vera, quella che ci permette di essere portatrici di vita in ogni cosa, di accoglienza, di amore, di vita vera, di maternità in molte sfaccettature, saggezza, ma anche portatrici di gioia e scompiglio. Nessuno ci impedisce di arrabbiarci purché ciò non ci deformi... 
Monica ha condiviso oggi una frase perfetta di Chesterton e la condivido con voi:
"Il femminismo è scambiato con l'idea confusa che le donne siano libere quando servono i loro datori di lavoro ma schiave quando aiutano i loro mariti".
Quanta verità in queste parole, dove oggi sei una vera donna se non hai una famiglia e fai carriera ma se decidi di fare la casalinga e avere famiglia sei una schiava del patriarcato..

Essere la versione migliore di noi stesse è la strada giusta e il modo per poterlo fare risiede sulla croce che andremo a contemplare in questo tempo di quaresima. Lui ha sempre visto la donna come colei che avrebbe custodito la parte migliore tanto da averle dato il compito del primo annuncio.
Avete idea di quante donne meravigliose ci sono nella scrittura? Avete mai notato quanto Dio abbia un legame con loro fin dall'antico testamento? Contemplando le donne della Bibbia in questa quaresima mi rendo conto di quanto la figura della donna, all'interno della Chiesa sia estremamente importante. "Ma non possono fare i preti" dice qualcuno... "ma per fortuna!" rispondo io; abbiamo questa malsana idea che per essere importanti e poter fare la differenza si debba essere ai piani alti, ricoprire ruoli importanti, invece non è cosi, non è necessario; basta fare la differenza nelle piccole cose, nella Chiesa è cosi, basta leggere il Vangelo.
Anche se le società antiche descritte nella Bibbia erano spesso patriarcali e le donne soggette a restrizioni sociali e culturali, le loro storie mostrano il loro impatto e la loro importanza nella storia della fede ebraica e cristiana. Basti pensare a tutte le donne presenti nei vari passi; le donne sono madri delle nazioni, Profetesse e leader spirituali, eroi di fede e coraggio, modelle di virtù e devozione, partecipanti ai miracoli e alla redenzione.. vi pare poco?

''Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. Apre le sue palme al misero, stende la mano al povero. Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare'' (Libro dei Proverbi)  

Per cui in questo giorno,  auguro a tutte voi, mie care donne di alzare lo sguardo verso l'alto ..che di donne Sante da cui prendere esempio ne è pieno il cielo... 
Cristina

mercoledì 28 febbraio 2024

Alzati, prega e vivi la giornata alla luce della gioia di Cristo.


Oggi è uno di quei giorni in cui sono in modalità "psicopatica", passo da momenti buoni ad altri meno buoni o negativi, possiamo dire che ho una scusante dato che ho appena fatto la puntura della terapia e l'ultima volta sono stata male per una decina di giorni. Per cui oggi rientra nelle classiche giornate "no" che in questa situazione si amplificano più del dovuto.
Per questo motivo ho deciso di revisionare questo articolo in questa giornata, ovvero rivedere alcune cose non in un momento buono ma in uno che non lo è per dare una serie di consigli più credibili.

Sono passati 6 mesi dalla diagnosi, giorno più giorno meno, tra controlli, operazione, convalescenza e ko, ho avuto molto tempo per pensare e non sempre è una cosa buona.. Lo sapete che noi donne siamo multitasking, pensiamo a più cose contemporaneamente mentre stiamo facendo altre cose e il tutto senza perdere il filo del discorso di ciò che stavamo pensando mentre programmavamo il menù dell'intera settimana successiva. Ecco, io non sono più cosi multitasking perché la malattia in qualche modo ti permette di fare meno cose insieme e scopri di essere umana e che tutto sommato questa cosa non è male. Peccato che quella versione ridimensionata del multitasking mette al primo posto i pensieri non proprio positivi e che rendono le giornate serene e tranquille nonostante tutto.
Ogni fine settimana apro l'agenda e cerco di tirare le somme della settimana, giustamente non basta un giorno, inizio di venerdi e finisco la domenica sera cosi che non mi sfugga nulla delle cose di cui mi debba pentire di aver fatto, non fatto o pensato.
Il rimprovero più gettonato è il "non sono riuscita a fare quello, quello e quello perché ero stanca, perché non stavo bene etc..."; mi rendo conto che anziché imparare a gestire al meglio il tempo, in realtà lo gestisco malissimo... io... la life planner di casa, quella che pianifica pure quando deve finire una penna... non riesco a mantenere una routine salda, ma non perché sbaglio a fare i conti ma perché pretendo troppo.
"Mi perdo in cose inutili  quando potrei dedicarmi a ben altro di più produttivo, edificante ed intelligente" mi ripeto in continuazione, peccato che stia sbagliando totalmente prospettiva. Con la mania del dover riempire di attività la giornata senza tenere conto che quello di certo non mi manderà in paradiso. No, non è una battuta, ma veramente il fare fare fare non ti manda in paradiso e per svariati motivi.
Ogni giorno mi alzo dal letto (assonnata o dolorante o magari a causa delle caldane per la terapia) con l'idea di fare tante cose belle utili ed edificanti, come pregare tanto, leggere tanto, pulire tanto, cogliere fiori in giardino per abbellire la tavola (ok, questo non è vero perché ho il sintetico, ma compro i tulipani alla lidl) e a fine giornata vado a dormire delusa facendomi promesse che il giorno dopo non riuscirò ancora a mantenere. Essere a casa e fare la casalinga per scelta non significa stare a casa a fare niente tutto il giorno, chi lo pensa probabilmente ha uno stereotipo completamente sbagliato, se ci aggiungi l'avere tre figli con varie attività diverse, (ringrazio il Signore di avere il marito ancora in smart working perché ora non avrei potuto reggere tutto questo), l'aver preso la decisione di seguire la vocazione dell'apostolato come strada principale e tutto l'impegno che comporta con progetti, attività, scrivere etc, riempie la giornata quasi completamente, aggiungici anche il pensare alla malattia e al doversi fermare per gli effetti collaterali delle terapie. Ci devo convivere per i prossimi 5 anni (4 anni e 10 mesi) ma ho la grazia di potermi fermare, anche se uno dei problemi è che non la so utilizzare questa grazia.

Rifletto e nei momenti di saggezza che ogni tanto spuntano, mi chiedo a cosa serva rimproverarsi di non aver fatto le venti attività che avevo programmato per la giornata.
Serve a poco, anzi, a niente... 
Ogni tanto mi sento dire da alcune amiche che sono una "super mamma" perché riesco a fare un sacco di cose nonostante tre figli... sapete una cosa?
Non è vero, non sono una super mamma, a riguardo avevo già scritto e vi rimando a quello per non ripetermi (QUI), in aggiunta posso dire che riuscire a fare tutto e più di quello che è possibile fare, il più delle volte, non è una cosa positiva perché ti porta in un circolo vizioso fatto di "più faccio meno posso essere criticata" oppure nel circolo vizioso del non voler deludere le aspettative. (brutta cosa...pesante soprattutto). Non fatevi fregare!

Per questo ho pensato ad una sorta di routine utile e che permette di centrarsi per fare tutto meglio e con lo spirito giusto, fatta di note sul telefono e forza il minimo indispensabile di forza di volontà sostenuta da qualcuno che sono sicura possa aiutarmi... il Signore.
Il mio motto modificato secondo ciò che vorrei...
"ALZATI, PREGA...E AFFIDATI AL SIGNORE!", serve questo per affrontare la giornata alla luce della gioia di seguire Cristo.
Con la preghiera ogni cosa si affronta diversamente, è innegabile.. per cui anche la malattia e la terapia possono avere un sapore diverso, uno spirito diverso, uno scopo diverso, ma con un solo obiettivo, la santità. Lo sperimento quotidianamente da quando ho impostato delle preghiere fisse nella giornata. Anche se è in una di quelle "no", sento la Sua mano che cambia le cose.
Ma ora vediamo qualche piccolo punto da fissare senza esagerare e sono sicurare che sarà fattibile per tutti.

1. APRI GLI OCCHI: Mai dare per scontato questo punto, hai aperto gli occhi, puoi ringraziare e lodare il Signore solo per quello. Ma dopo aver aperto gli occhi guardati intorno e nota cosa c’è... hai qualcuno accanto? senti le voce di qualche membro della famiglia? Hai un animale da compagnia? Hai anche solo un messaggio sul telefono? Ringrazia per ogni cosa.

2. ALZATI: Ora puoi alzarti, darti una sistemata (io ad esempio prima di qualsiasi cosa devo lavarmi e cambiarmi), preparare la colazione, salutare il resto della famiglia chiedendo come hanno dormito e come stanno, che impegni hanno etc...(scegli tu in che ordine tutto ciò) preparati per le attività che hai di lì a poco o più tardi.. nel frattempo avvicinati al Signore con il vangelo e commento del giorno, ascoltando della musica cristiana o semplicemente pregando come preferisci (rosario intero, decina, una novena che stai facendo etc..).

3. PREGA: (capirete che ci sono tantissimi modi per pregare) Non riguarda il punto precedente ma prima di uscire di casa abituati a pregare, ti consiglio una decina del rosario che puoi recitare mentre metti la giacca o vesti i bambini o gli dai istruzioni se sono più grandi (intendo decina extra rispetto al punto 2), il segno di croce e vai..
Se invece sei a casa perché non hai impegni allora prenditi del tempo per altre modalità di preghiera come le lodi, le orazioni di Santa Brigida, la coroncina della divina misericordia (questa anche alle 15,00), l'orazione teresiana etc...
A mezzogiorno l'Angelus mentre preparate il pranzo o, se siete al lavoro, prendetevi qualche minuto di pausa. Lettura di qualche pagina oppure scrivere nel diario di preghiera; seguire la messa online cosi come l'adorazione eucaristica (anche solo 5 minuti)...
Ogni cosa richiede veramente poco tempo (eccetto la messa ovviamente), al massimo 15 minuti e può essere interrotta con la promessa a se stessi di riprenderla il prima possibile, non di dimenticarla.
Fare preghiere a rate è sicuramente più lodevole che non provarci nemmeno per paura di non riuscirci.. questo è ciò che mi ha sempre detto il mio padre spirituale, oramai è sempre cosi, ma sto pregando molto di più.

4. AFFIDATI: Difficoltà livello millemila. Fattibile? in realtà parecchio! Affida la tua giornata a Lui, da quando apri gli occhi a quando li chiudi conclusa la giornata.. e se durante la giornata lo ritieni utile, rinnova questo tuo affidamento. Puoi farlo con parole tue oppure preghiere di affidamento che si trovano online anche di Santi.

5. AL SIGNORE: “...al Signore” .. tutto a Lui in lode e offerta, senza sprecare un attimo. Che può sembrare poca cosa ma in realtà à tantissimo, e in questo caso non solo per noi ma anche per gli altri. Difficoltà, gioie, dolori... se sappiamo che nulla va sprecato ma che tutto serve per qualcosa di buono allora possiamo fare uno sforzo in più per vivere la giornata con il sorriso e la gioia limitando lo sconforto e il rimanere abbattuti e giù di morale.

Tutto questo ti permette di vivere la giornata alla luce della gioia e fede in Cristo... che non è gioia superficiale ed euforica senza motivo ma gioia profonda che dona speranza, calma il cuore e lo ricolma di Dio. Che ti permette di vivere anche i momenti di sconforto nella grazia consapevoli che ogni peso può essere alleggerito con la fede nel Signore.
Ricordiamo cosa dice San Paolo:
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.
(San Paolo di Tarso)
Non solo:
Fratelli, considerate perfetta letizia, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza e la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti ed integri, senza mancare di nulla (Gc 1, 2-4).

Non è complicato provare a vivere le difficoltà con uno spirito di gioia, ma diventa impossibile nel momento in cui crediamo di poterlo fare da soli.
Abbiate pazienza, prima di tutto con voi stessi perché cosi facendo potrete sperimentare la grazia della misericordia con la consapevolezza che non riuscire a fare tante cose non è fallire o essere pigri ma semplicemente aver capito che siamo umani, abbiamo dei limiti e che il nostro obiettivo è la santità e quella può essere raggiunta solo se ci diamo il tempo anche di riposare e ripartire.

A presto.
Cristina