venerdì 5 aprile 2024

"Siate nel mondo ma non del mondo"; vivere senza farsi divorare dal mondo.


Pagina di Diario 2

"Siate nel mondo ma non del mondo"... (utile leggere tutto Gv 15,18-21)
Ci sono momenti in cui mi ripeto nella mente questa frase per calmarmi, per non disperare o per evitare di rinchiudermi tra le mura domestiche così da non dover avere a che fare con il male che c'è al di fuori della mia comfort zone e che mi manda in crisi. Solitamente queste sono cose che tengo per me per evitare di passare per la polemica di turno ma, dopo un episodio avvenuto l'altro giorno, mi sono resa conto di non essere polemica (dato che sono comunque educata, non mi lamento, rispetto le opinioni altrui e non attacco nessuno), bensì una persona normale ma con idee che non sono al passo con quelle del mondo. Non per nostalgia del passato, nemmeno perché non mi piacciono le novità e il progresso, o forse sì, è per questo, dato che ultimamente "progresso e novità" sono due parole molto utilizzate per cose che però non fanno bene all'anima. Mi rendo conto che spesso la frase "Siate nel mondo ma non del mondo" è utilizzata in modo esagerato, a volte a sproposito anche per piccole cose tanto da ritrovarsi a farle perdere di significato... Allora poniamoci una domanda basilare...
Cosa significa realmente essere NEL mondo ma non DEL mondo?
Significa essere in mezzo agli altri, vivere una vita normale, a contatto anche con chi la pensa diversamente, senza rinchiudersi in se stessi o solo nella propria comfort zone (che spesso corrisponde alla cerchia di amici con cui sappiamo che può andare tutto bene e non dobbiamo affilare i coltelli), ma senza che ciò possa cambiare i nostri valori , i nostri pensieri e le nostre idee. Senza che la nostra spiritualità e moralità venga intaccata quando siamo circondati da tutt'altro. Il mondo non ci ingurgita ma ci fissa come se fossimo alieni o semplicemente dei folli.
Cosa facciamo? Ci lanciamo nel mondo disarmati per farci sbranare? Assecondiamo il mondo per non avere problemi? Ci facciamo i fatti nostri? Diciamo la nostra in modo educato e andiamo oltre?
Ognuno ha la propria tecnica e strategia che dipende da molte cose.. ma tutti, e dico proprio tutti noi con una fede comune abbiamo un asso nella manica, guardare quel crocifisso e lasciarci guidare dallo Spirito (e questo difficilmente suggerisce aggressività, rabbia e cose simili, quelle arrivano dal nemico per farci sbarellare e perdere il controllo oltre che perdere la via).

Ora arriviamo al giorno incriminato...
Qualche giorno fa ho visto un post instagram riguardo l'uscita di un romanzo vintage con nuova traduzione e prefazione di una nota autrice di romanzi rosa. Mi sono fiondata a leggere perché il libro in questione è uno dei miei preferiti, *"Una ragazza fuori moda" di Louisa May Alcott. Leggo i vari punti che lo caratterizzano, arrivo alla fine del post e leggo che la Alcott viene definita come una "scrittrice che strizza l'occhio alle famiglie queer". Dopo essere rimasta qualche secondo bloccata con la bocca spalancata, ho cercato di ripensare alla trama del romanzo e, in tutta onestà, questa cosa non l'ho mai minimamente percepita. Ho fatto notare all'autrice che non mi sembrava un accostamento corretto. L'autrice sostiene la sua tesi condividendo nelle storie qualche articolo che parla delle particolarità dell'autrice, ovvero delle sue lotte femministe, del fatto fatto che non si sia mai sposata ne innamorata, che abbia più volte detto che avrebbe voluto essere un uomo etc...
Nello stesso articolo però si sostiene che nell'800, affermare di voler essere un uomo, fosse una sorta di protesta contro la condizione della donna ma che non significasse realmente un'ideologia di genere o un desiderio reale. Le lotte femministe della Alcott inoltre pare siano per il semplice diritto di voto. Approfondendo il tema, sia negli articoli che ho trovato che secondo l'autrice del post, si parla sempre di interpretazione e di sfumature colte da alcuni lettori (per cui fini a ste stesse) ma che non hanno nulla di concreto e tangibile nel collettivo. Basta fare ricerche mirate per incappare in articoli, anche stranieri, che in aggiunta a quanto citato prima, ipotizzano il fatto che la Alcott fosse addirittura Transgender.  (what??!!!)

Una domanda sorge spontanea... Veramente per avvalorare una tesi bastano le sfumature? Spero proprio di no, altrimenti staremmo freschi..
In che mondo stiamo vivendo? Se facciamo il riassunto di ciò che vediamo intorno a noi possiamo dire che è un mondo fatto di caos ideologico, di libertà intesa come poter fare quello che si vuole ma che in realtà porta le persone a conformarsi per non essere escluse, porta le persone a non poter dire qualcosa di diverso per non essere attaccate e insultate... la libertà che conosco io è un pochetto diversa, quella che indica Cristo è molto più chiara e distinta.
Un mondo fatto di ideologie (biologicamente traballanti) che stanno emanando odore di zolfo da mettere la nausea. Ricordo quando leggevo frasi come "il mondo si oggi è nelle mani di Satana" e cose simili sorridevo, lo ritenevo esagerato... In questi anni ammetto che ho rivalutato la mia opinione. Si, perché quando si dice che il mondo di oggi è satanista, non è un'esagerazione ne tantomeno una bugia, ma la verità se pensiamo a quali sono le basi della filosofia satanista, l'io al centro, la libertà che però incatena, la sessualità senza freni, aborto... una società EGO-centrica. 

Ma voglio fare un passetto indietro...al discorso dell'identità di genere attribuita alla Alcott.
Non parlo mai di questi argomenti ma questa volta mi tiro in mezzo da sola per un'esperienza personale molto concreta e diretta.
Se dovessimo stare a guardare alle affermazioni e agli stati d'essere delle persone in alcune fasi della loro vita ci ritroveremmo a fare i conti con appunto delle semplici "fasi" dettate da millemila motivi diversi ma che non implicano per forza un problema di genere o di crisi identitaria.
Ora arriviamo al mio esempio... si, proprio riguardo me stessa...
Ebbene sì, nel periodo dagli 11 ai 13 anni ero un vero e proprio maschiaccio (non che ora sia esempio di femminilità e finezza), rubavo i vestiti a mio fratello, abiti larghi, capelli corti, cappellini per nascondere il viso e spesso mi scambiavano per mio fratello (non perché, grazie alla fantasia dei miei genitori, entrambi rispondiamo a "Cri"; io mi chiamo Cristina e lui Christian, ma per altro) cosa che mi gasava parecchio. 
Sulla base di quello che stavo vivendo in piena adolescenza, al mio modo di vestire e di pormi, se anche allora ci fossero state le ideologie sull'identità di genere che vanno di moda ora, probabilmente mi avrebbero creato moltissimi dubbi su quella che poteva essere la mia identità di genere portandomi a mettere in dubbio il sesso biologico. Fluida? lei/lui? Non binario? Il caos mentale più assoluto. Quando in realtà fu semplicemente una fase che poi passò con il tempo e senza nessun tipo di problema sulla mia identità di genere. Chissà, magari quando morirò diranno che ero una fluida repressa perché una volta a 13 anni ho detto che volevo essere un maschio... (ritrattate per favore dato che non potrò farlo io XD).

"Siate nel mondo ma non del mondo"...
Rieccola che torna mentre scrivo, per ricordarmi di tornare al centro a cui voglio arrivare con questo pezzo che sa di strano diario e di chiacchierata tra amiche.
L'affermazione della scrittrice riguardo la Alcott come amica delle famiglie queer mi ha portata a pensare che mi sento un'estranea in un mondo che non permette di poter essere se stessi e di poter dire ciò che si pensa.. si, perché chi ha commentato riguardo la perplessità dell'affermazione, è stato etichettato come "ignorante" per il solo fatto che non vorrebbe leggere romanzi con ideologia e famiglie queer. Tutta questa tanto urlata obbligatoria espressione di se stessi dov'è finita? Vale solo se la si pensa tutti allo stesso modo?
Non so voi, ma io sto bene ad essere nel mondo a modo mio, anzi, no... non a modo mio ma a vivere nel modo migliore secondo ciò che Cristo ha pensato per me...libertà, santità e vita eterna... tanta roba!

Un abbraccio
Cristina

*Trama di "Una ragazza fuori moda":
Con la sua costante allegria, Polly, figlia del pastore di una piccola congregazione di campagna, arriva in città ospite della ricca famiglia dell'amica Fanny Shaw. E per gli Shaw la ragazzina è come un raggio di sole, che entra nella loro casa portando quel calore che per tanto tempo era mancato. A sei anni dalla prima visita, Polly, ormai una giovane donna, torna in città come insegnante di musica e riprende i contatti con Fanny. Grazie alla sua educazione e ai suoi profondi valori morali, sarà in grado di aiutare l'amica ad affrontare un grave rovescio economico, diventando per tutta la famiglia un importante punto di riferimento e, forse, anche qualcosa di più.


martedì 2 aprile 2024

La grazia del silenzio; quando fermarsi rigenera lo spirito.

Ciò che scrivo ora è quasi in modalità diario, perché alla fine anche questa è una delle tipologie di post che possono stare bene in un blog, senza troppi tecnicismi o chissà quali forme studiate. Oggi voglio raccontarvi un po cosa è successo nell'ultimo periodo, soprattutto poco prima della Settimana Santa, quando la tentazione di chiudere tutto è stata talmente forte da portandomi a prendere una pausa da instagram per una settimana. Ma partiamo dall'inizio..

Si può essere esperti nel discernimento e sapere come opera il maligno, ma ciò non significa che non si possa lo stesso crollare e andare a fondo incapaci di vedere la sua palese opera se non attraverso gli occhi degli altri. Partiamo dal fatto che non sono affatto un'esperta di discernimento, soprattutto su me stessa (sugli altri qualcosa me la cavicchio avendo un certo distacco ma su di me...no). Ecco perché in quel periodo, non riuscivo a vedere la mano del nemico ma credevo fosse solo una mia considerazione al netto delle tentazioni. Non va dimenticato che le tentazioni possono essere un mezzo per arrivare a Cristo, Lui le permette per purificarci, per aiutarci a capire che il fine ultimo è vivere in Lui... ci purificano dalla supponenza, dal sentirci "arrivati", dal sentirci migliori...
In sintesi le tentazioni sono anche una grazia che il Signore ci mette a disposizione per migliorare, per essere la versione migliore di noi stessi, sì, finché non ci cadiamo e ne rimaniamo impantanati. Ma anche lì, spesso non vediamo altro che noi stessi e i nostri ragionamenti... che polli..

Nessuno si salva da solo...

Ci possiamo cadere lasciandoci sballottare come su di una nave in tempesta, ammaccandoci, facendoci male, con la paura di non farcela e di morire annegati... (e andrà esattamente cosi se cerchiamo di fare tutto da soli.. falliremo e affonderemo...) oppure in quella tempesta proviamo a guardarci intorno cercando la Sua mano; noteremo non una sola mano, ma ce ne darà altre cento per aiutarci a sopravvivere e ad uscirne. L'ho provato varie volte ma mai cosi forte come in quel periodo quando ho pensato seriamente di mollare il mio apostolato, di lasciare tutto.
A differenza di ciò che molti credono, fare apostolato sui social non è semplice, non lo è se lo fai come vocazione per cui metti la tua vita a disposizione Sua e degli altri; se condividi in modo sincero il bello e il meno bello, i momento buoni e quelli che non lo sono, Cristo ma anche l'azione del demonio e la coerenza con il magistero...  spesso il problema non sono i non credenti ma i credenti stessi che non accettano realmente ciò che dice la Chiesa e il catechismo della chiesa cattolica. sono quelli che fanno più male... almeno a me. Sono quelli che mi fanno mettere in dubbio ciò che condivido, come lo faccio e non vedo che in realtà il nemico si serve di loro per fare il lavoro sporco... il suo lavoro.
Aggiungiamo la fugacità delle interazioni, se dici una virgola diversa da ciò che uno crede o pensa ti cancellano (basta una cosa diversa su cento e spariscono) se non sei costantemente sul pezzo, se un giorno condividi poco, le persone ti salutano e se ne vanno (ne ho avuto varie volte la prova), ma se condividi troppo si lamentano. Ancora metti in dubbio me stessa...cosa sbaglio?
Tratto temi non sempre facili, passo dal quotidiano a temi come il discernimento, la conversione dal satanismo, il demonio... ora anche la malattia.. e se uno di questi argomenti non interessa, anziché passare oltre, mi viene scritto di non parlarne (malattia compresa) perché non interessano e se ne vanno. Certo, magari sono solo 5 sul numero totale di follower, ma sia i modi che le motivazioni fanno riflettere e anche parecchio. E rimetto in dubbio.. non sto facendo nulla per Lui.. sbaglio tutto.

Ho sentito il mio apostolato poco utile e ho tutt'ora dei dubbi possa portare realmente frutto per qualcuno... mi chiedo che senso abbia condividere il mio quotidiano rischiando di passare per una che vuole "farsi vedere" quando in realtà lo facci perché credo nella comunione in ogni cosa nel bene e nel male. Ammetto che non sempre mi sento libera di condividere tutto ciò che vorrei, mi piacerebbe far diventare il blog una specie di diario, meno "formale", (ci sto provando ora) perché credo ci sia bisogno più di genuina quotidianità che di condivisioni forzate e per compiacere (o peggio ancora, per avere follower e consensi)... vorrei fare anche qualche video instagram in più senza pensare troppo alla forma ma alla sostanza ma anche qui.. boh.. mi chiedo, servirà? sarà utile? Non lo so.. Ci sono tanti pensieri che vorticano nella mente, in tante mi dicono che è una tentazione, che è il demonio a metterci lo zampino e probabilmente è cosi e ad ogni messaggio ricevuto in privato che tengo stretto stretto c'è un passo verso quella direzione, è una tentazione.
Ho utilizzato la Settimana Santa per discernere, ho fatto silenzio postando solo le due storie quotidiane con il vangelo e il Santo o la Santa del giorno e nient'altro. Per il resto ho stoppato, pregato, meditato le letture, il triduo santo e ogni parola ricevuta. Ho fatto pulizia interiore e vissuto l'assenza come una grazia per ciò che realmente serve non solo a voi ma anche a me.

Non sottovalutatevi mai, non pensate che non potete dare solo perché non fate apostolato in modo aperto e diretto, con tutti i messaggi mi avete fatto scoprire quanto abbia sottovalutato le donne silenziose come molte di voi che, per aiutarmi, hanno rotto quel silenzio per dire la loro in quel momento, per farmi notare piccolissimi dettagli che possono scorgere solo poche persone, quelle che veramente ti vedono come una sorella in cammino.
Quelle donne che mi scrivono che hanno la mia stessa tazzina del caffè e che a loro sembra di berlo insieme.. beh questo fa più bene all'anima di migliaia di like ad un post...quelle che notano piccoli dettagli che quasi nemmeno tu riesci più a vedere per abitudine.
In questa occasione le donne silenziose hanno preso la parola e donato qualcosa di immenso e per questo vi chiedo scusa per non aver dato il giusto valore alla vostra presenza solo perché riservata. Siete un tassello importante esattamente come tutte quelle persone che mi scrivono sempre, che si fidano di me, chi mi danno il buongiorno, che si preoccupano di come sta andando la terapia, che chiedono il mio aiuto o anche solo per scambiare quattro chiacchiere, che mi chiedono consigli oppure semplicemente mi girano immagini perché hanno pensato a me vedendo quella cosa.
Siete state tutte parte del puzzle per il discernimento che si è concentrato sul come essere luce per gli altri nella mia esperienza di vissuto (per citare il confessore). Non chiuderò il profilo, andrò avanti ma in modo leggermente diverso, con uno spirito nuovo, con un fine ricentrato, a volte più attiva, altre meno ma sempre a disposizione dell'apostolato che è parte integrante della mia vita e di cui non riesco a fare a meno anche quando vorrei staccare.. e qui c'è sicuramente la Sua mano.
Ho tanti progetti in testa ma anche quelli devono essere messi in ordine con calma, calma... questa è la parola che mi accompagnerà in questo tempo di pasqua e che sarà la chiave per risolvere e dissolvere ogni nodo.

Grazie per aver letto e grazie per essere parte di tutto questo.
Un abbraccio
Cristina 

venerdì 8 marzo 2024

Alza lo sguardo, di donne sante ne è pieno il cielo.



Sono giorni che penso di scrivere qualcosa riguardo la "festa della donna", poi rimando poi penso sia meglio evitare... un classico caso di "vale la pena?" con annessa idea che la risposta sia no, ma in questo caso è sì, vale la pena provare a dire qualcosa perché il tema della donna è caro a me anche nell'ottica di mia figlia e di ciò in cui potrebbe imbattersi, ovvero in lotte sbagliate, deviate e con poco senso.
[attenzione, potrei rischiare di essere polemica]

Partiamo da due cose in contrasto tra loro, adoro la mimosa e mio marito praticamente è obbligato a regalarmela, tutta colpa di mio padre che ogni anno mi portava una mimosa con piccola orchidea da quando ero piccola. La cosa in contrasto riguarda il fatto che ho sempre mal sopportato questo giorno dove mi ritrovavo a dover seguire mia madre alle pizzate con le amiche e poi a vedere spogliarelli (io me ne stavo in un angolo guardando altrove trovando tutto assolutamente svilente e anche abbastanza deprimente, ma non avevo alternative). Se la festa della donna si deve riassumere in spogliarelli e nel momento di "via libera" anche in abiti succinti, probabilmente ci sono altri problemi di fondo e questo giorno diventa solo una sorta di "scappatoia".
Oggi questa ricorrenza si sta tramutando nella "giornata contro il patriarcato", dove spesso tirano in mezzo la Chiesa (senza nemmeno conoscere realmente la quantità enorme di donne che la sorreggono) e che vogliono "combattere" per i loro diritti mostrando però una donna che in realtà scava la fossa alla propria dignità da sola.
La donna non è e non deve essere questo perché significa non avere nemmeno un briciolo di amore e rispetto verso se stesse, il proprio corpo e il proprio spirito... Io voglio trasmettere altro a mia figlia, perché possa essere una donna del futuro capace di portare qualcosa di buono in chi la circonda. Forse è un'utopia ma non sono mai stata una persona che si adegua quando qualcosa è sbagliato.
Vorrei insegnarle che la donna è qualcuno che nel suo essere tale riesce a smuovere le montagne senza bisogno di urlare in piazza o senza bisogno di fare proteste denudandosi e mettendo in mostra il proprio corpo, ne tantomeno aver bisogno di abortire per dire che il corpo è suo ma mettendo in campo se stessa e i propri talenti. Veramente pensate che ciò che sta accadendo in Francia sia un passo avanti per la donna? Mi dispiace deludervi ma in quel modo la state distruggendo, non solo, anche il diritto di nascere. Veramente pensate che la lotta parta dal mostrare gambe e ascelle non depilate o dal poter andare in giro svestite mettendo in mostra il proprio corpo? Veramente pensate che servano cose cosi "basse" per far vedere quanto in realtà la donna sia un essere unico e irripetibile? 
Perché la parità (o fluidità) che si intende oggi (che spesso esula dal lavoro e diritti), non sarà mai possibile perché uomo e donna sono cosi diversi tra loro, ognuno con i propri talenti, le proprie peculiarità, il proprio modo di essere e agire e bisogna solo ringraziare il Signore che sia cosi.

Vorrei insegnarle che la donna è grazia, dignità, genuinità, bellezza, femminilità, meraviglia, accoglienza, creatività,  può essere solitaria, avventurosa.. e potrei continuare.. ma anche rabbia, tristezza, delusione, scoraggiamento e il tutto vissuto in modo sano e onesto con se stesse... Ora ci vogliono mostrare una donna predatrice, rabbiosa, urlante, senza la sua essenza, vuota...si, ci vogliono svuotare per renderci esseri indefiniti, automi a cui deve andare bene tutto. 
Viviamo in un mondo dove si scambia la femminilità con la volgarità, l'emancipazione con la sessualità libera, la parità di genere con la rabbia verso l'uomo, l'essere qualcuno con il successo economico... Tutto ciò che non ha valori.... Sono di un'altra idea, molto più banale forse, riprendiamoci la nostra dignità di donne, ma quella vera, quella che ci permette di essere portatrici di vita in ogni cosa, di accoglienza, di amore, di vita vera, di maternità in molte sfaccettature, saggezza, ma anche portatrici di gioia e scompiglio. Nessuno ci impedisce di arrabbiarci purché ciò non ci deformi... 
Monica ha condiviso oggi una frase perfetta di Chesterton e la condivido con voi:
"Il femminismo è scambiato con l'idea confusa che le donne siano libere quando servono i loro datori di lavoro ma schiave quando aiutano i loro mariti".
Quanta verità in queste parole, dove oggi sei una vera donna se non hai una famiglia e fai carriera ma se decidi di fare la casalinga e avere famiglia sei una schiava del patriarcato..

Essere la versione migliore di noi stesse è la strada giusta e il modo per poterlo fare risiede sulla croce che andremo a contemplare in questo tempo di quaresima. Lui ha sempre visto la donna come colei che avrebbe custodito la parte migliore tanto da averle dato il compito del primo annuncio.
Avete idea di quante donne meravigliose ci sono nella scrittura? Avete mai notato quanto Dio abbia un legame con loro fin dall'antico testamento? Contemplando le donne della Bibbia in questa quaresima mi rendo conto di quanto la figura della donna, all'interno della Chiesa sia estremamente importante. "Ma non possono fare i preti" dice qualcuno... "ma per fortuna!" rispondo io; abbiamo questa malsana idea che per essere importanti e poter fare la differenza si debba essere ai piani alti, ricoprire ruoli importanti, invece non è cosi, non è necessario; basta fare la differenza nelle piccole cose, nella Chiesa è cosi, basta leggere il Vangelo.
Anche se le società antiche descritte nella Bibbia erano spesso patriarcali e le donne soggette a restrizioni sociali e culturali, le loro storie mostrano il loro impatto e la loro importanza nella storia della fede ebraica e cristiana. Basti pensare a tutte le donne presenti nei vari passi; le donne sono madri delle nazioni, Profetesse e leader spirituali, eroi di fede e coraggio, modelle di virtù e devozione, partecipanti ai miracoli e alla redenzione.. vi pare poco?

''Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. Apre le sue palme al misero, stende la mano al povero. Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare'' (Libro dei Proverbi)  

Per cui in questo giorno,  auguro a tutte voi, mie care donne di alzare lo sguardo verso l'alto ..che di donne Sante da cui prendere esempio ne è pieno il cielo... 
Cristina

mercoledì 28 febbraio 2024

Alzati, prega e vivi la giornata alla luce della gioia di Cristo.


Oggi è uno di quei giorni in cui sono in modalità "psicopatica", passo da momenti buoni ad altri meno buoni o negativi, possiamo dire che ho una scusante dato che ho appena fatto la puntura della terapia e l'ultima volta sono stata male per una decina di giorni. Per cui oggi rientra nelle classiche giornate "no" che in questa situazione si amplificano più del dovuto.
Per questo motivo ho deciso di revisionare questo articolo in questa giornata, ovvero rivedere alcune cose non in un momento buono ma in uno che non lo è per dare una serie di consigli più credibili.

Sono passati 6 mesi dalla diagnosi, giorno più giorno meno, tra controlli, operazione, convalescenza e ko, ho avuto molto tempo per pensare e non sempre è una cosa buona.. Lo sapete che noi donne siamo multitasking, pensiamo a più cose contemporaneamente mentre stiamo facendo altre cose e il tutto senza perdere il filo del discorso di ciò che stavamo pensando mentre programmavamo il menù dell'intera settimana successiva. Ecco, io non sono più cosi multitasking perché la malattia in qualche modo ti permette di fare meno cose insieme e scopri di essere umana e che tutto sommato questa cosa non è male. Peccato che quella versione ridimensionata del multitasking mette al primo posto i pensieri non proprio positivi e che rendono le giornate serene e tranquille nonostante tutto.
Ogni fine settimana apro l'agenda e cerco di tirare le somme della settimana, giustamente non basta un giorno, inizio di venerdi e finisco la domenica sera cosi che non mi sfugga nulla delle cose di cui mi debba pentire di aver fatto, non fatto o pensato.
Il rimprovero più gettonato è il "non sono riuscita a fare quello, quello e quello perché ero stanca, perché non stavo bene etc..."; mi rendo conto che anziché imparare a gestire al meglio il tempo, in realtà lo gestisco malissimo... io... la life planner di casa, quella che pianifica pure quando deve finire una penna... non riesco a mantenere una routine salda, ma non perché sbaglio a fare i conti ma perché pretendo troppo.
"Mi perdo in cose inutili  quando potrei dedicarmi a ben altro di più produttivo, edificante ed intelligente" mi ripeto in continuazione, peccato che stia sbagliando totalmente prospettiva. Con la mania del dover riempire di attività la giornata senza tenere conto che quello di certo non mi manderà in paradiso. No, non è una battuta, ma veramente il fare fare fare non ti manda in paradiso e per svariati motivi.
Ogni giorno mi alzo dal letto (assonnata o dolorante o magari a causa delle caldane per la terapia) con l'idea di fare tante cose belle utili ed edificanti, come pregare tanto, leggere tanto, pulire tanto, cogliere fiori in giardino per abbellire la tavola (ok, questo non è vero perché ho il sintetico, ma compro i tulipani alla lidl) e a fine giornata vado a dormire delusa facendomi promesse che il giorno dopo non riuscirò ancora a mantenere. Essere a casa e fare la casalinga per scelta non significa stare a casa a fare niente tutto il giorno, chi lo pensa probabilmente ha uno stereotipo completamente sbagliato, se ci aggiungi l'avere tre figli con varie attività diverse, (ringrazio il Signore di avere il marito ancora in smart working perché ora non avrei potuto reggere tutto questo), l'aver preso la decisione di seguire la vocazione dell'apostolato come strada principale e tutto l'impegno che comporta con progetti, attività, scrivere etc, riempie la giornata quasi completamente, aggiungici anche il pensare alla malattia e al doversi fermare per gli effetti collaterali delle terapie. Ci devo convivere per i prossimi 5 anni (4 anni e 10 mesi) ma ho la grazia di potermi fermare, anche se uno dei problemi è che non la so utilizzare questa grazia.

Rifletto e nei momenti di saggezza che ogni tanto spuntano, mi chiedo a cosa serva rimproverarsi di non aver fatto le venti attività che avevo programmato per la giornata.
Serve a poco, anzi, a niente... 
Ogni tanto mi sento dire da alcune amiche che sono una "super mamma" perché riesco a fare un sacco di cose nonostante tre figli... sapete una cosa?
Non è vero, non sono una super mamma, a riguardo avevo già scritto e vi rimando a quello per non ripetermi (QUI), in aggiunta posso dire che riuscire a fare tutto e più di quello che è possibile fare, il più delle volte, non è una cosa positiva perché ti porta in un circolo vizioso fatto di "più faccio meno posso essere criticata" oppure nel circolo vizioso del non voler deludere le aspettative. (brutta cosa...pesante soprattutto). Non fatevi fregare!

Per questo ho pensato ad una sorta di routine utile e che permette di centrarsi per fare tutto meglio e con lo spirito giusto, fatta di note sul telefono e forza il minimo indispensabile di forza di volontà sostenuta da qualcuno che sono sicura possa aiutarmi... il Signore.
Il mio motto modificato secondo ciò che vorrei...
"ALZATI, PREGA...E AFFIDATI AL SIGNORE!", serve questo per affrontare la giornata alla luce della gioia di seguire Cristo.
Con la preghiera ogni cosa si affronta diversamente, è innegabile.. per cui anche la malattia e la terapia possono avere un sapore diverso, uno spirito diverso, uno scopo diverso, ma con un solo obiettivo, la santità. Lo sperimento quotidianamente da quando ho impostato delle preghiere fisse nella giornata. Anche se è in una di quelle "no", sento la Sua mano che cambia le cose.
Ma ora vediamo qualche piccolo punto da fissare senza esagerare e sono sicurare che sarà fattibile per tutti.

1. APRI GLI OCCHI: Mai dare per scontato questo punto, hai aperto gli occhi, puoi ringraziare e lodare il Signore solo per quello. Ma dopo aver aperto gli occhi guardati intorno e nota cosa c’è... hai qualcuno accanto? senti le voce di qualche membro della famiglia? Hai un animale da compagnia? Hai anche solo un messaggio sul telefono? Ringrazia per ogni cosa.

2. ALZATI: Ora puoi alzarti, darti una sistemata (io ad esempio prima di qualsiasi cosa devo lavarmi e cambiarmi), preparare la colazione, salutare il resto della famiglia chiedendo come hanno dormito e come stanno, che impegni hanno etc...(scegli tu in che ordine tutto ciò) preparati per le attività che hai di lì a poco o più tardi.. nel frattempo avvicinati al Signore con il vangelo e commento del giorno, ascoltando della musica cristiana o semplicemente pregando come preferisci (rosario intero, decina, una novena che stai facendo etc..).

3. PREGA: (capirete che ci sono tantissimi modi per pregare) Non riguarda il punto precedente ma prima di uscire di casa abituati a pregare, ti consiglio una decina del rosario che puoi recitare mentre metti la giacca o vesti i bambini o gli dai istruzioni se sono più grandi (intendo decina extra rispetto al punto 2), il segno di croce e vai..
Se invece sei a casa perché non hai impegni allora prenditi del tempo per altre modalità di preghiera come le lodi, le orazioni di Santa Brigida, la coroncina della divina misericordia (questa anche alle 15,00), l'orazione teresiana etc...
A mezzogiorno l'Angelus mentre preparate il pranzo o, se siete al lavoro, prendetevi qualche minuto di pausa. Lettura di qualche pagina oppure scrivere nel diario di preghiera; seguire la messa online cosi come l'adorazione eucaristica (anche solo 5 minuti)...
Ogni cosa richiede veramente poco tempo (eccetto la messa ovviamente), al massimo 15 minuti e può essere interrotta con la promessa a se stessi di riprenderla il prima possibile, non di dimenticarla.
Fare preghiere a rate è sicuramente più lodevole che non provarci nemmeno per paura di non riuscirci.. questo è ciò che mi ha sempre detto il mio padre spirituale, oramai è sempre cosi, ma sto pregando molto di più.

4. AFFIDATI: Difficoltà livello millemila. Fattibile? in realtà parecchio! Affida la tua giornata a Lui, da quando apri gli occhi a quando li chiudi conclusa la giornata.. e se durante la giornata lo ritieni utile, rinnova questo tuo affidamento. Puoi farlo con parole tue oppure preghiere di affidamento che si trovano online anche di Santi.

5. AL SIGNORE: “...al Signore” .. tutto a Lui in lode e offerta, senza sprecare un attimo. Che può sembrare poca cosa ma in realtà à tantissimo, e in questo caso non solo per noi ma anche per gli altri. Difficoltà, gioie, dolori... se sappiamo che nulla va sprecato ma che tutto serve per qualcosa di buono allora possiamo fare uno sforzo in più per vivere la giornata con il sorriso e la gioia limitando lo sconforto e il rimanere abbattuti e giù di morale.

Tutto questo ti permette di vivere la giornata alla luce della gioia e fede in Cristo... che non è gioia superficiale ed euforica senza motivo ma gioia profonda che dona speranza, calma il cuore e lo ricolma di Dio. Che ti permette di vivere anche i momenti di sconforto nella grazia consapevoli che ogni peso può essere alleggerito con la fede nel Signore.
Ricordiamo cosa dice San Paolo:
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.
(San Paolo di Tarso)
Non solo:
Fratelli, considerate perfetta letizia, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza e la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti ed integri, senza mancare di nulla (Gc 1, 2-4).

Non è complicato provare a vivere le difficoltà con uno spirito di gioia, ma diventa impossibile nel momento in cui crediamo di poterlo fare da soli.
Abbiate pazienza, prima di tutto con voi stessi perché cosi facendo potrete sperimentare la grazia della misericordia con la consapevolezza che non riuscire a fare tante cose non è fallire o essere pigri ma semplicemente aver capito che siamo umani, abbiamo dei limiti e che il nostro obiettivo è la santità e quella può essere raggiunta solo se ci diamo il tempo anche di riposare e ripartire.

A presto.
Cristina

martedì 20 febbraio 2024

Primi passi nel discernimento, l'esame di coscienza generale.


Per chi mi segue nel profilo instagram sa che il discernimento è uno degli argomenti fissi che tratto settimanalmente. Piano piano sto cercando di prendere tutte le storie fatte per trascriverle nel blog in modo che possano essere di facile consultazione. Per iniziare c'è un primo articolo scritto tempo fa in cui vi parlo del primo passo verso il discernimento, ovvero imparare a fare l'esame particolare di coscienza per togliere un "peccato" o vizio o difetto alla volta dalla nostra vita per iniziare a capire come opera in noi il male e e come entra nel nostro quotidiano. L'articolo lo trovate cliccando qui di seguito: -->"Discernimento: imparare a discernere togliendo un peccato alla volta.".

Ora invece passiamo all'esame di coscienza generale che ci permette di capire in che modo opera il nemico (per nemico intendo il male) nella nostra vita con una visione più ampia entrando nelle azioni quotidiane. Noteremo in che modo arrivano le tentazioni e capiremo come poterle riconoscere senza caderci. (seguiranno anche dei podcast, dove sarà più semplice spiegare con esempi)

In che modo l'esame di coscienza generale ci permette di prendere coscienza dell'azione di Dio in noi e attorno a noi per poter diventare un collaboratore di bene? Ora lo vedremo nel dettaglio.
Seguendo il libro che mi aiuta a parlarvi del discernimento ("occasione o tentazione? di Silvano Fausti), la spiegazione sarà divisa in tre punti e andrà seguita alla lettera. Quando dico che va seguita alla lettera, non sto scherzando ma dovrà essere fatto passo passo; come come scrive l'autore "un esercizio fatto male può addirittura fare male.." per cui state molto attenti.

Come si fa?
L'esame di coscienza generale è suddiviso di 5 punti:
  1. Mettersi alla presenza di Dio ringraziandolo per i benefici ricevuti
  2. Chiedere la grazia di conoscere i peccati ed eliminarli
  3. Chiedere conto a se stessi, da quando ci si alza dal letto fino al momento dell'esame, di ora in ora; prima i pensieri, poi le parole infine le azioni
  4. Chiedere perdono a Dio per le mancanze
  5. Proporsi di correggersi con la Sua grazia. Concludere con un Padre Nostro.
Il senso dell'esame; che senso ha fare un esame del genere ogni giorno?
Il senso è prendere atto del caos presente nel cuore, un mix di contraddizioni tra bene e male. Vai a rovistare, a vedere con maggiore chiarezza ciò che hai dentro dite, vizi, debolezze, feritoie attraverso cui può passare il peccato per poi passare al discernimento.
L'esame generale ti permette di fare l'inventario dei moti/movimenti del cuore scoperti con l'esame particolare. Serve per rendersi conto, non di cosa hai fatto ma di ciò che è avvenuto oggi nella tua coscienza. Ti permette di educarti ad avvertire con trasparenza ciò che hai dentro.
E' importante farlo ogni sera per rileggere davanti a Dio la tua giornata "come una pagina di storia sacra". Ogni giorno è un tuo contributo a questa grande opera, che è insieme di Dio e tua. Ogni giorno accade qualcosa di diverso, vivi giornate uniche per questo non vanno trascurate o non devi pensare "l'ho già fatto ieri, oggi non serve a nulla..".
La storia vera, quella del rapporto tra uomo e Dio, si scrive nell'ordinarietà della vita quotidiana. 

Ora invece vediamo i cinque punti nello specifico. Il primo punto è fondamentale per cui se siete agli inizi, dovrete soffermarvi per un po' solo ed esclusivamente su quello.
Spiegazione dei 5 punti:

1. Ringrazialo: Abituati a guardarti con lo sguardo di Dio, prendi prima coscienza dei tuoi doni e pensa solo dopo alle inadempienze. Fa memoria ed eucaristia. Guarda le azioni quotidiane di Dio in te, fino a quando non ti sarai abituato a questo punto, allora non dovrai andare avanti.
Fermati qui tutto il tempo necessario. Ricordati di Dio, e godi della sua presenza.

2. Chiedi la grazia di riconoscere i peccati e di eliminarli: Dopo aver fatto memoria dei suoi doni, passa a te. E' importante non chiudersi nei peccati ma fare di essi memoria del Suo perdono. In questo modo la conoscenza del peccato diventa grazia e la grazia salvezza. Questa conoscenza serve per eliminare il peccato, disapprovandolo si diventa liberi.

3. Esamina pensieri, parole e azioni: I pensieri del cuore sono i sentimenti profondi che ti hanno abitato; quale "sentire" ha accompagnato il tuo agire? Quali sentimenti ti hanno guidato? In che modo agisci? Qualunque azione può essere fatta con sentimenti opposti ed è ciò che ne determina il valore.
(es. mangiare con avidità, oppure gratitudine). 
Poi le parole... Le tue parole corrispondono ai pensieri, ma a quali pensieri? Sono parole e pensieri di menzogna o di verità, orgoglio o umiltà... chiusura o apertura?
Infine le azioni... L'azione corrisponde all'intenzione? Puoi avere intenzioni ritenute buone che in realtà non sono tali, ma è l'azione che ne determina il valore... Il bene e male lo capisci dall'esperienza, sempre almeno dopo l'azione....stando attenti al frutto interiore se di gioia e pace o no.

4. Chiedi perdono: Chiedi perdono sperimentando questa grazia. Nel perdono sperimenti l'essenza tua e di Dio. Lui è Padre che infinitamente ama e tu figlio infinitamente amato. 

5. Proponiti la conversione: ti volgi dal tuo io a Dio, dai tupi sentieri contorti alla Sua via... uscire dai propri smarrimenti per trovare la via verso casa.

INFINE
Attraverso l'esame di coscienza, la tua giornata diventa la continuazione della storia della salvezza, rende la tua giornata una nuova pagina di sacra scrittura in quanto ha le caratteristiche della memoria e dell'eucaristia, della riconciliazione e della conversione. Con la grazia di Dio e del tuo esercizio puoi e devi essere cosciente di te e della sua azione. Un po alla volta diventi contemplativo nell'azione. L'esame di coscienza tende a renderti UNO con Dio, facendoti comprendere, amare e agire come Lui.


Ora entriamo in una specie di riassunto di ciò che dobbiamo notare. Ci servirà per i prossimi passi nel discernimento.

SUGGESTIONI E SENTIMENTI
L'esame particolare e generale ci aiutano ad "ambientarci" dentro noi stessi, a conoscerci e a conoscere come il male opera nella nostra vita. Ci rendiamo conto di come Dio e il nemico parlino in modo diverso, con sentimenti e pensieri molteplici. L'uomo è fatto per il bene, la libertà e la gioia è il segno della presenza del Signore, la tristezza invece di qualcosa che non va. L'uomo inoltre agisce per amore, ma ciò non sempre è bene perché dipende dalla tipologia. 
L'amore può essere buono o vizioso. Il primo dà gioia, il secondo tristezza perché non mantiene la felicità che promette. Con il tempo impareremo a distinguere la gioia apparente, la tristezza che viene da Dio e quella del nemico.

UMILTA'
"Perciò sii umile, e tieni presente che l'umiltà non sta tanto nell'umiliarsi, quanto nel conoscere la propria verità e accettare come utili le contraddizioni che inevitabilmente vengono, vivendo con semplicità i doni di cui ti ha fornito il Signore"
Tieni presente che, anche se cerchi il bene, qualche angolo di te, ancora tenebroso, cerca il male.

PREMESSA
Prima di entrare negli esercizi e regole di Sant'Ignazio, serve una premessa.
"Le regole servono per avvertire e conoscere in qualche modo i vari moti del cuore; per trattenere quelli buoni e per respingere quelli cattivi" (Es.313)

Per avvertire i "moti del cuore" bisogna aver preso dimestichezza con l'esame di coscienza perché permette di avere un cuore trasparente. Dopo di che si impara a riconoscere da dove vengono per poter trattenere ciò che è buono e respingere ciò che è cattivo. Solo cosi si è persone libere.
In sintesi, devi sentire i moti, capire se portano al bene o male e devi essere libera/o di acconsentire o dissentire. Può capitare che, nonostante tu sappia che quella cosa è male, tu la faccia lo stesso, come un impulso incontrollato per poi renderti conto chiedendo perdono... quello è il luogo che può aprire alla salvezza perché tu puoi sempre decidere di dissentire in quanto persona libera.
Il dissenso o assenso solo tu ne sei responsabile.

ABITUDINE AL MALE
Se si è abituati a seguire il male, si sentirà difficoltà a portare a termine il bene poiché il vizio fatica ad andarsene. In questa lotta, bisogna chiedere l'aiuto del Signore perché possa liberarti da ciò che sai essere male e che ti doni ciò che ti fa intravedere il bene. Non potrai mai uscirne con le tue sole forze.
Devi intraprendere un cammino verso la coscienza e conoscenza di ciò che senti per decidere in modo responsabile. "Distinguere ciò che porta al bene da ciò che porta al male, acconsentire al primo e custodirlo nel ricordo grato, dissentire dall'altro e respingerlo: questa è la buona fatica che ti fa uomo."

Questi sono piccoli passi da leggere, vivere ed interiorizzare. Non scoraggiatevi, è meno dura del previsto, se è tanto complicato è solo perché stiamo cercando di farcela da soli, cosi però falliremo. Camminiamo chiedendo aiuto al Signore e tutto diventerà più fattibile.
La prossima volta entreremo nelle regole del discernimento.

Se avete domande o richieste di approfondimenti, scrivetemi e verranno aggiunti nel podcast.
A oresto
Cristina