lunedì 23 aprile 2018

Trasmettere la fede ai figli nella vita quotidiana: una sfida per i genitori cristiani!



Buon pomeriggio a tutte,
questa volta l'articolo non è opera mia ma ho chiesto aiuto ad una donna cattolica che ammiro molto, Maristella, mamma di 5 figli.
Inizialmente pensavo ad un articolo a quattro mani, dopo aver letto ciò che aveva scritto ho pensato che fosse perfetto cosi, senza aggiunte e senza modifiche di alcun genere.
Vi lascio subito a ciò che ha scritto, con l'augurio che possa essere un meraviglioso spunto di riflessione per tutti.
Cristina.

Che cosa e’ la fede? 
Qualsiasi cosa essa sia, per poterla trasmettere bisognerebbe prima possederla. 
Ma possederla non e’ il termine che piu’ si addice quando si parla di fede, perche’ essa e’ prima di tutto un dono dal cielo! Un vero e proprio regalo, per alcuni inaspettato ma molto gradito, per altri invece richiesto e desiderato! Questo dono si riceve, si coltiva, si vive.

Per noi genitori cristiani allora, si presenta una bella sfida: vivere la fede prima noi stessi, per poterla poi trasmettere! 
Noi per primi dobbiamo ogni giorno soddisfare la nostra sete attingendo alla fonte della vita cioe’ la Parola di Dio ed i sacramenti che ci danno occhi per vedere e riconoscere ogni giorno negli altri ed in qualsiasi cosa che ci accade, Cristo.
La fede e’ una vita nuova, e’ un movimento, e’ un cammino, e’ un fidarsi di qualcun’altro. 
Ci vuole umilta’ per poter accettare che la nostra vita vada consegnata a qualcun’altro che sa cosa e’ meglio per noi, che ci conosce e ci vuole condurre fuori dalle nostre vite fatte di affettivita’, schiave delle apparenze, di cosa pensano gli altri di noi, schiavi del giudizio del altri, di non poter dire appieno la verita’, di dover essere sempre impeccabili. E solo nella Chiesa possiamo ricevere questa fede che ci conduce fuori dalle nostre mura, che ci porta a dare segni visibili dell’azione di Cristo nella nostra vita. 

Noi genitori cristiani dobbiamo ogni giorno combattere! Vivere nella fede significa combattere. 
Sapere che ogni mattina quando ti svegli devi iniziare un combattimento; e la Chiesa ci da’ delle armi, tra cui la preghiera. 
Senza quest’ultima, la fede vacilla e non si e’ protetti contro tutte le situazioni difficili e le conseguenze dei nostri peccati. 
E’ come andare in guerra senza armi e senza strategia, non abbiamo una difesa, saremmo attaccati in maniera brutale e vinti. 
Allora come genitori e’ importante iniziare la giornata con la preghiera cioe’ in ascolto dell’unica parola che ci da’ la vita. 
Per vedere quale e’ la volontà di Dio nella nostra vita ogni giorno, per capire cosa ti sta dicendo il Signore, per te madre o padre, oggi, nella tua vita ora, e non domani, e’ necessario iniziare la giornata con la preghiera, leggendo il Vangelo del giorno, leggendo i salmi, o chi con le lodi mattutine del breviario, mettendo la nostra vita nelle mani di Colui che sa cosa ci fa soffrire e cosa gioire. 
Come donna cristiana cattolica, moglie e madre, per poter vedere che la storia della mia vita passata non e’ un fallimento ma una benedizione del Signore, ho bisogno che io mi consegni a Lui. 
Per poter vedere che la mia vita presente e’ un dono, per amare mio marito ed i miei figli ho bisogno che io mi
consegni. 
Per non essere dura con me stessa quando sbaglio, ho bisogno che io mi consegni a Cristo che mi ama cosi’ come sono. 
Come madre quindi, per prima io mi devo consegnare nelle mani di un altro che mi conosce meglio di come io possa conoscere me stessa, che sa che io non sono fedele, non sono brava e buona come penso. 
Finalmente c’e’ qualcuno davanti al quale non mi devo stare a difendere e giustificare. Finalmente c’e’ qualcuno davanti al quale non devo fingere di essere buona, non devo nascondermi, perche’ mi conosce ed ama. 
Iniziando la giornata quindi sapendo che io sono amata, profondamnete, da questo Dio che mi ha chiamata ad essere cristiana e mi ha donato la grazia di poter vivere la fede nella Chiesa, condotta per mano, solo cosi’ posso pensare di poter trasmettere la fede ai
figli. 

Potrei allora anche essere muta, non proferire parola, la fede la trasmetto anche
senza parlare, dando quindi l’esempio di consegnarmi ad un altro, dimostrando che
la felicita’ vera, non quella effimera che svanisce subito come quella che ti offre il
mondo, quindi quella vera, quel pezzettino di vita eterna vissuto gia’ qui sulla terra,
mi viene da Cristo e non da me. 
La vera felicita’non mi viene dalle mie opere, dall'aiutare gli altri con le mie sole forse, da quanto sono brava ad organizzarmi la giornata, ad essere precisa e puntuale, a fare tante cose, a impegnarmi con i bambini, facendo lavoretti con loro, parlandogli di Dio, organizzando uscite, e gruppi di gioco, lavorando dal mattino alla sera, conciliando lavoro e casa, studiando, essendo disponibile per gli altri e facendo tante cose seppure buone. 

Perche’ nel momento in cui la vita mi mette davanti la mia croce, che momentaneamente avevo messo da parte facendo del bene ed impegnandomi in tutte quelle belle cose, cado.
Perche’ la croce portata con la superbia di essere brave e di avere in mano le chiavi
per poter essere felici grazie a quello che facciamo, ci schiaccia
Come un macigno sulle spalle, diventa troppo pesante, ed allora cio’ che io posso trasmettere ai figli come mamma nel quotidiano e’ innanzitutto che la mia felicita’ deriva da Cristo, che quando la sera mi si presenta la croce, Egli mi da’ la forza, ed invece di maledire, benedico! 
Invece di vedere che tutto va male, con gli occhi della fede, illuminati dalla preghiera e dalla Chiesa, vedo che tutto concorre al mio bene! 
Anche in questa croce! 
E l’eredita’ migliore che possiamo lasciare ai figli e’ il benedire la propria vita, la propria storia ma per farlo ho bisogno di Cristo e della Chiesa. 
I figli vedono l’atteggiamento di consegna e di fiducia in Dio ed i figli vedono che tu mamma riponi la tua speranza in Dio, ed i figli vedranno con i loro occhi che i genitori cristiani sono felici non perche’ va tutto bene nella loro vita e non hanno problemi o sono perfetti, cose praticamente impossibili, ma perche’ non sono delusi dall’amore in cui hanno riposto tutta la loro fiducia, che e’ Cristo. 

L’amore non delude mai. 
Come mamma cristiana per me trasmettere la fede allora prima di tutto significa vivere nella Chiesa, con Cristo, camminare per prima io ogni giorno nella volonta’ di Dio, O provandolo a fare. 
Avevo letto una frase di Franco Nembrini, che mi aveva tanto colpita, che diceva: 
"la sfida è identica (sia che tu sia cristiano o no), è tuo figlio
che ti guarda e ti dice: ‘Dimmi qual è l’ipotesi di bene su cui basi la
tua vita’. Tu devi poter rispondere, non a parole ma per
un’esperienza vissuta, per la testimonianza di un’esperienza
vissuta”.

Io allora devo rispondere con la mia vita. 
La sfida piu’ grande e’ tuo figlio che ti osserva e senza dirtelo e’ come se ti dicesse: mamma dimmi (che significa, fammi vedere, fammi vivere tramite te, fammi vedere con i miei occhi, in prima persona tu dimostrami con i fatti e non a parole) quale e’ l’ipotesi di bene su cui basi la tua vita (su cosa basi la tua vita, su cose effimere? Mamma o papa’ cosa e’ piu importante per te? Il lavoro, i soldi, l’apparenza, il divertimento, il successo, l’opinione degli altri?
Quale e’ la fonte per te di vita eterna? Cosa ti rende felice? Le cose del mondo che
passano, cose che crollano, oppure mi posso fidare di te, di come vivi la tua vita, che
e’ possibile davvero essere felici, che si puo’ non perdere la serenita’ quando arrivano le croci, quando sembra tutto crollare, che posso essere felice come lo sei
tu?).

Proprio qualche giorno fa dopo una giornata piena di grazie a partire dal sole, dalla casa nuova, dai bambini ben curati, cibo buono a tavola, programmi felici per l’estate e le vacanze, armonia in famiglia, giochi e risate, mio marito all’improvviso non stava bene, perche’ ha una malattia che per ora Dio non sta permettendo che si aggravi. 
Per me e’come se fosse silente per ora nel suo corpo e non appare con sintomi esteriori. Mio marito e’ ancora forte, ma la malattia si presenta ogni tanto per farsi sentire, per farci ricordare che e’ li’. 
In questi momenti dove il futuro non ti sembra piu’ roseo ma solo buio, (ma puo’ essere che tu possa avere paura del futuro per qualsiasi altro motivo, che possa venire a destabilizzarti il terreno qualsiasi altra cosa piu’ o meno grave, qualsiasi prova della vita) tu mamma hai in mano la scelta: cosa dai ai tuoi figli?
Quale senso dai alla vita?

Proprio quando i figli ti guardano e con gli occhi ti stanno dicendo: mamma, dimmi che vale la pena vivere! Che vale la pena essere venuti al mondo, che c’e un senso alla nostra vita, che e’ di piu’ di un semplice passare bene la giornata, ma che c’e’ una chiamata, una vocazione alta, che da’ dignita’ alla nostra vita. 
Altrimenti non vale la pena vivere, per cosa poi? Per soffrire?

Proprio in quel momento che i figli ti osservano hai la scelta di trasmettere la fede o
no, di dire o no AMEN, cosi’ sia. 
Hai la scelta di aggrapparti a Cristo e vivere sapendo che non siamo soli, perche’Dio ci ama e non ci abbandonera’ proprio nel momento del bisogno, ma che ci ha creati per un motivo e che si’, vale la pena vivere figlio mio anche se si soffre, perche’ c’e’ l’amore! Vale la pena vivere perche’ siamo amati e possiamo amare a nostra volta. 
Perche’ mamma e papa’ si amano.

L’amore che riceviamo da Lui, l’amore che ci trasfroma, che converte una situazione
di morte in una situazione di vita, l’amore ci dara’ la consapevolezza che la nostra
vita vale sempre.
L’amore vale sempre la pena. L’amore da’ la risposta a tutto. 
Quando vedi che negli uomini, nelle persone care, non c’e’ piu Speranza, che si sono perse, che sono infelici perche’ non conoscono Dio, che ti trattano male, che siano tuo padre o tua madre, tuo fratello o sorella o la tua migliore amica, la risposta a questo
mondo che non ha scelto Dio e’ sempre che puoi amare. 
Tu mamma cristiana puoi amare perche sei amata per prima da Cristo, perche hai le armi giuste, hai la Chiesa, la preghiera, la confessione e la comunione. 
Che hai la grazia di saper perdonare il nemico o dimenticare il male ricevuto. 
E’ tutta grazia che possiamo ricevere se lo vogliamo, se scegli nella tua vita quotidiana di camminare con Cristo.
Vogliamo vivere una vita di grazia che da’ luce ai nostri figli? 
Non e’ uno sforzo che viene da noi, ma e’ una grazia, un dono che verra’ dall’alto. 
Nel momento in cui ci sembra che sia uno sforzo, allora vuol dire che lo stiamo vivendo da sole. 
Se siamo inserite come mamme nella Chiesa, se non viviamo la nostra fede da sole,  quando non ce la facciamo piu’ neanche a pregare, possiamo sempre rialzarci perche’ ci
sara’ qualcuno che preghera’ per noi, qualcuno ci verra’ a rialzare, Dio provvedera’e manderà angeli in nostro aiuto nelle sue infinite vie.

Per me trasmettere la fede significa quindi viverla ed avere una esperienza personale di chi e’ Cristo nella mia vita, che mi e’ venuto ad amare quando meno me lo meritavo e mi e’ venuto a cercare quando ero smarrita.
E questo Dio lo possiamo presentare ai figli insegnando loro a pregare sin da piccoli, ad affidare la loro vita ad un Padre buono, ogni sera prima di andare a letto. 
Nei momenti liturgici “forti” dell’anno come l’Avvento, il Natale, la Quaresima e la
Pasqua, possiamo organizzare per loro e con loro dei momenti di preghiera speciali:
il Rosario ogni giorno recitandone solo una decina se si hanno bambini piu piccoli,
facendo lavoretti manuali. 
Possiamo anche organizzare visite particolari agli ammalati e bisognosi o agli anziani per chi ha figli piu’ grandi, portarli a contatto con la natura e giocare insieme e farlo con un tema apposito, per esempio: la creazione.

Ci sono tanti siti internet che come mamme possiamo consultare per prendere
spunto, e chi e’ anche catechista sicuramente li conosce gia’, ma per chi non li
conoscesse eccone un esempio https://www.qumran2.net/ materiale pastorale.
Formare gruppi tra mamme cattoliche come si fa gia’ su Facebook per confrontarsi
ed aiutarsi a vicenda. 
O ancora, si puo’ approfondire con i figli il nome del loro santo oppure guardare film e dvd della storia dei santi. 
Si puo’ fare il bel gesto di benedire i figli in fronte, con il pollice facendo il segno della croce, ogni sera prima di andare a letto, dopo le preghiere serali, e di parlare loro della speranza del cielo! 
Leggere con loro la bibbia, comprandone una adatta per i bambini in base alla loro eta’ (Bibbia illustrata dei bambini o dei ragazzi), e parlando loro del vangelo della domenica,
prendendolo dalla loro bibbia e guardando insieme le immagini. 
Si puo’ anche dare, come genitori, la propria esperienza ai figli sulla parola di Dio, di cosa significa per noi quella specifica storia della bibbia, se ci aiuta nella nostra vita. 
Fare quindi un lavoro di introspezione cioe’ di guardarsi dentro ma facendolo alla luce della parola di Dio. 
Si puo’ iniziare dalla creazione ed ogni domenica prima del pranzo, o dopo, si
legge un racconto tratto dalla bibbia. 
Si andra’ cosi’ a leggere tutta la storia della salvezza, quella storia che Dio ha condotto con il popolo di Israele fino alla venuta del Suo Figlio nel Nuovo testamento. 
Noi mamme possiamo stampare fogli con immagini di quel racconto di cui si e’ trattato insieme e far colorare i bambini o dipingere mentre si ascolta musica adatta. 
Nel frattempo che i figli crescono si possono organizzare forum in cui si discute sui maggiori film in voga del momento, dato che i figli potranno fare confronti con la moda del momento ed essi crescendo si faranno domande. 
Cosa conviene di piu? Vedranno la Chiesa come una restrizione della loro felicita’ personale e realizzazione nel mondo? 
E’ importante prima di tutto allora che noi come mamme e come genitori facciamo un cammino di fede nella Chiesa, o essere seguite da un buon padre spirituale, per poter vivere dimostrando che la fede non e’ un seguire delle regole ma e’un incontro felice con un Dio che vuole il nostro bene. 
E a questo punto, si possono fare svariate attivita’, anche le più belle, ma se si vuole trasmettere la fede ai figli, serve il nostro esempio ora!

Una folle donna cristiana per grazia con la vocazione di moglie e mamma.
Maristella Pignatelli Saraceno

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