Questo mese la rubrica 'in cucina con i santi' ci presenta un piatto tipico della tradizione Tarantina: "le Pettole di Santa Cecilia".
Grazie a Maria Elena per questo splendido lavoro.
Con la festa di Santa Cecilia, che ricorre il 22 novembre, inizia nella citta' di Taranto il periodo dei festeggiamenti per il Natale, quarantotto giorni di eventi, che spaziano tra cultura, intrattenimento e musica.
E' pertanto per i tarantini una festa molto sentita.
La notte tra il 21 e 22 novembre, per tradizione, in citta' le famiglie si danno un bel da fare per preparare le Pettole di Santa Cecilia, da gustare da prima dell'alba.
Gia' dalle 3.30 di notte i tarantini sono svegliati dalla musica della banda che percorre per alcune ore le vie della citta', suonando pastorali scritte appositamente per l'occasione e ispirate alle melodie realizzate con zampogne e cornamuse dai pastori di Abruzzo che in passato, durante la transumanza, scendevano fino in Puglia con il gregge e suonavano per le vie di Taranto chiedendo cibo in cambio della loro musica.
Il cibo tipico tarantino che veniva offerto ai pastori e poi in seguito utilizzato nei festeggiamenti per Santa Cecilia, erano proprio delle semplici e gustose frittelle di pane...le pettole!
Pare che le tradizioni legate a questa notte piena di musica e festa, siano nate nell'Ottocento dal desiderio dei musicisti della Banda locale di onorare la Santa Patrona della musica.
Prima dell'alba del 22 novembre, ogni tarantino che voglia onorare la tradizione, deve mettersi ai fornelli per friggere le pettole, che verranno poi mangiate in famiglia e offerte ai musicisti e ai passanti!
Ancora oggi, in occasione della festa, oltre alla Banda locale, si esibiscono anche gli zampognari che giungono nella città partendo dai monti della Calabria e della Murgia, per suonare ed assaggiare qualche pettola.
La tradizione narra che le pettole, da 'pettel' che in dialetto significa 'focaccia', siano nate da un errore di lievitazione capitato ad una mamma tarantina, che trasformo' l'impasto di pane in una massa esageratamente gonfia, tanto da non poter piu' essere usata per il pane, ma solo divisa in pezzetti e fritta.
La storia narra che la donna, affascinata dalle melodie degli zampognari che suonavano sotto casa sua, si distrasse e lascio' lievitare troppo l'impasto e, pur di non lasciare i figli senza colazione, ne ideo' un utilizzo alternativo: delle saporite frittelle di pane.
Il risultato fu' talmente buono che la donna scese poi in strada ad offrire le pettole agli zampognari, per ringraziarli di essere stati all'origine della sua distrazione.
Ecco dunque la ricetta delle pettole.
Ingredienti per circa 45-50 pettole:
- Farina 00 500 g
- Lievito di birra fresco 12 g
- Sale grosso, un cucchiaino
- Acqua tiepida 375 ml
Preparazione:
Setacciate la farina in una ciotola, fate al centro una fontana e scioglieteci il lievito di birra con poca acqua tiepida.
Sciogliete nell’acqua rimanente il sale grosso e versatela a filo poco alla volta sulla farina.
Impastate con le mani per ottenere un impasto molto morbido e colloso, se necessario aggiungete altra acqua.
Mettere l'impasto in forno con la luce accesa per due ore in modo che raddoppi di volume.
Predisporre sul fuoco una pentola capiente con abbondante olio di semi per friggere le pettole.
Appena l'olio avrà raggiunto i 180° bisogna prelevare con un cucchiaio poco impasto alla volta e, aiutandosi con un dito bagnato in poca acqua, si dovra' far scivolare dal cucchiaio la pallina di impasto direttamente nell’olio.
Le pettole devono essere dorate da entrambi i lati, quindi in cottura andranno girate con una pinza.
Una volta tolte dall’olio e fatte scolare su carta assorbente, le pettole andranno gustate ancora calde.
Per una versione dolce si potranno rotolare, appena scolate, nello zucchero o nel miele.
La versione salata piu' ricca invece, prevede che nell'impasto base vengano aggiunti ingredienti a scelta, come ad esempio olive o pancetta.
Buon appetito e al prossimo mese!!!!
Se avete ricette collegate ai Santi da consigliarci, potete scriverci!!
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