venerdì 5 aprile 2024

"Siate nel mondo ma non del mondo"; vivere senza farsi divorare dal mondo.


Pagina di Diario 2

"Siate nel mondo ma non del mondo"... (utile leggere tutto Gv 15,18-21)
Ci sono momenti in cui mi ripeto nella mente questa frase per calmarmi, per non disperare o per evitare di rinchiudermi tra le mura domestiche così da non dover avere a che fare con il male che c'è al di fuori della mia comfort zone e che mi manda in crisi. Solitamente queste sono cose che tengo per me per evitare di passare per la polemica di turno ma, dopo un episodio avvenuto l'altro giorno, mi sono resa conto di non essere polemica (dato che sono comunque educata, non mi lamento, rispetto le opinioni altrui e non attacco nessuno), bensì una persona normale ma con idee che non sono al passo con quelle del mondo. Non per nostalgia del passato, nemmeno perché non mi piacciono le novità e il progresso, o forse sì, è per questo, dato che ultimamente "progresso e novità" sono due parole molto utilizzate per cose che però non fanno bene all'anima. Mi rendo conto che spesso la frase "Siate nel mondo ma non del mondo" è utilizzata in modo esagerato, a volte a sproposito anche per piccole cose tanto da ritrovarsi a farle perdere di significato... Allora poniamoci una domanda basilare...
Cosa significa realmente essere NEL mondo ma non DEL mondo?
Significa essere in mezzo agli altri, vivere una vita normale, a contatto anche con chi la pensa diversamente, senza rinchiudersi in se stessi o solo nella propria comfort zone (che spesso corrisponde alla cerchia di amici con cui sappiamo che può andare tutto bene e non dobbiamo affilare i coltelli), ma senza che ciò possa cambiare i nostri valori , i nostri pensieri e le nostre idee. Senza che la nostra spiritualità e moralità venga intaccata quando siamo circondati da tutt'altro. Il mondo non ci ingurgita ma ci fissa come se fossimo alieni o semplicemente dei folli.
Cosa facciamo? Ci lanciamo nel mondo disarmati per farci sbranare? Assecondiamo il mondo per non avere problemi? Ci facciamo i fatti nostri? Diciamo la nostra in modo educato e andiamo oltre?
Ognuno ha la propria tecnica e strategia che dipende da molte cose.. ma tutti, e dico proprio tutti noi con una fede comune abbiamo un asso nella manica, guardare quel crocifisso e lasciarci guidare dallo Spirito (e questo difficilmente suggerisce aggressività, rabbia e cose simili, quelle arrivano dal nemico per farci sbarellare e perdere il controllo oltre che perdere la via).

Ora arriviamo al giorno incriminato...
Qualche giorno fa ho visto un post instagram riguardo l'uscita di un romanzo vintage con nuova traduzione e prefazione di una nota autrice di romanzi rosa. Mi sono fiondata a leggere perché il libro in questione è uno dei miei preferiti, *"Una ragazza fuori moda" di Louisa May Alcott. Leggo i vari punti che lo caratterizzano, arrivo alla fine del post e leggo che la Alcott viene definita come una "scrittrice che strizza l'occhio alle famiglie queer". Dopo essere rimasta qualche secondo bloccata con la bocca spalancata, ho cercato di ripensare alla trama del romanzo e, in tutta onestà, questa cosa non l'ho mai minimamente percepita. Ho fatto notare all'autrice che non mi sembrava un accostamento corretto. L'autrice sostiene la sua tesi condividendo nelle storie qualche articolo che parla delle particolarità dell'autrice, ovvero delle sue lotte femministe, del fatto fatto che non si sia mai sposata ne innamorata, che abbia più volte detto che avrebbe voluto essere un uomo etc...
Nello stesso articolo però si sostiene che nell'800, affermare di voler essere un uomo, fosse una sorta di protesta contro la condizione della donna ma che non significasse realmente un'ideologia di genere o un desiderio reale. Le lotte femministe della Alcott inoltre pare siano per il semplice diritto di voto. Approfondendo il tema, sia negli articoli che ho trovato che secondo l'autrice del post, si parla sempre di interpretazione e di sfumature colte da alcuni lettori (per cui fini a ste stesse) ma che non hanno nulla di concreto e tangibile nel collettivo. Basta fare ricerche mirate per incappare in articoli, anche stranieri, che in aggiunta a quanto citato prima, ipotizzano il fatto che la Alcott fosse addirittura Transgender.  (what??!!!)

Una domanda sorge spontanea... Veramente per avvalorare una tesi bastano le sfumature? Spero proprio di no, altrimenti staremmo freschi..
In che mondo stiamo vivendo? Se facciamo il riassunto di ciò che vediamo intorno a noi possiamo dire che è un mondo fatto di caos ideologico, di libertà intesa come poter fare quello che si vuole ma che in realtà porta le persone a conformarsi per non essere escluse, porta le persone a non poter dire qualcosa di diverso per non essere attaccate e insultate... la libertà che conosco io è un pochetto diversa, quella che indica Cristo è molto più chiara e distinta.
Un mondo fatto di ideologie (biologicamente traballanti) che stanno emanando odore di zolfo da mettere la nausea. Ricordo quando leggevo frasi come "il mondo si oggi è nelle mani di Satana" e cose simili sorridevo, lo ritenevo esagerato... In questi anni ammetto che ho rivalutato la mia opinione. Si, perché quando si dice che il mondo di oggi è satanista, non è un'esagerazione ne tantomeno una bugia, ma la verità se pensiamo a quali sono le basi della filosofia satanista, l'io al centro, la libertà che però incatena, la sessualità senza freni, aborto... una società EGO-centrica. 

Ma voglio fare un passetto indietro...al discorso dell'identità di genere attribuita alla Alcott.
Non parlo mai di questi argomenti ma questa volta mi tiro in mezzo da sola per un'esperienza personale molto concreta e diretta.
Se dovessimo stare a guardare alle affermazioni e agli stati d'essere delle persone in alcune fasi della loro vita ci ritroveremmo a fare i conti con appunto delle semplici "fasi" dettate da millemila motivi diversi ma che non implicano per forza un problema di genere o di crisi identitaria.
Ora arriviamo al mio esempio... si, proprio riguardo me stessa...
Ebbene sì, nel periodo dagli 11 ai 13 anni ero un vero e proprio maschiaccio (non che ora sia esempio di femminilità e finezza), rubavo i vestiti a mio fratello, abiti larghi, capelli corti, cappellini per nascondere il viso e spesso mi scambiavano per mio fratello (non perché, grazie alla fantasia dei miei genitori, entrambi rispondiamo a "Cri"; io mi chiamo Cristina e lui Christian, ma per altro) cosa che mi gasava parecchio. 
Sulla base di quello che stavo vivendo in piena adolescenza, al mio modo di vestire e di pormi, se anche allora ci fossero state le ideologie sull'identità di genere che vanno di moda ora, probabilmente mi avrebbero creato moltissimi dubbi su quella che poteva essere la mia identità di genere portandomi a mettere in dubbio il sesso biologico. Fluida? lei/lui? Non binario? Il caos mentale più assoluto. Quando in realtà fu semplicemente una fase che poi passò con il tempo e senza nessun tipo di problema sulla mia identità di genere. Chissà, magari quando morirò diranno che ero una fluida repressa perché una volta a 13 anni ho detto che volevo essere un maschio... (ritrattate per favore dato che non potrò farlo io XD).

"Siate nel mondo ma non del mondo"...
Rieccola che torna mentre scrivo, per ricordarmi di tornare al centro a cui voglio arrivare con questo pezzo che sa di strano diario e di chiacchierata tra amiche.
L'affermazione della scrittrice riguardo la Alcott come amica delle famiglie queer mi ha portata a pensare che mi sento un'estranea in un mondo che non permette di poter essere se stessi e di poter dire ciò che si pensa.. si, perché chi ha commentato riguardo la perplessità dell'affermazione, è stato etichettato come "ignorante" per il solo fatto che non vorrebbe leggere romanzi con ideologia e famiglie queer. Tutta questa tanto urlata obbligatoria espressione di se stessi dov'è finita? Vale solo se la si pensa tutti allo stesso modo?
Non so voi, ma io sto bene ad essere nel mondo a modo mio, anzi, no... non a modo mio ma a vivere nel modo migliore secondo ciò che Cristo ha pensato per me...libertà, santità e vita eterna... tanta roba!

Un abbraccio
Cristina

*Trama di "Una ragazza fuori moda":
Con la sua costante allegria, Polly, figlia del pastore di una piccola congregazione di campagna, arriva in città ospite della ricca famiglia dell'amica Fanny Shaw. E per gli Shaw la ragazzina è come un raggio di sole, che entra nella loro casa portando quel calore che per tanto tempo era mancato. A sei anni dalla prima visita, Polly, ormai una giovane donna, torna in città come insegnante di musica e riprende i contatti con Fanny. Grazie alla sua educazione e ai suoi profondi valori morali, sarà in grado di aiutare l'amica ad affrontare un grave rovescio economico, diventando per tutta la famiglia un importante punto di riferimento e, forse, anche qualcosa di più.


2 commenti:

  1. Oggi pomeriggio ho provato a commentare alcuni testi di canzoni trap, con mia figlia sedicenne...
    Perché dobbiamo farci andare bene di tutto?

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  2. Anch'io ho letto "una ragazza fuori moda" (circa 35 anni fa) non ho parole x quello che han scritto su l'autrice. Mi dispiace vedere che i miei figli, nonostante continuino andare in chiesa, su certi argomenti tendono ad adeguarsi a questo mondo.. E se cerco di aprirgli gli occhi mi snobbano come ormai obsoleta.

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