mercoledì 28 novembre 2018

Calendario dell'Avvento al contrario, fai la differenza!



Carissime folli donne cattoliche,
sta per iniziare il percorso di Avvento che come ogni anno ci accompagnerà e ci aiuterà a prepararci giorno dopo giorno alla nascita di Gesù, del nostro Signore e Salvatore.
Per cui vogliamo proporvi un avvento alternativo, facile da mettere in pratica con 3 semplici passi:
1- Fai la differenza!
2- Ogni piccola cosa aiuta.
3- Diffondi l'amore!
Per farlo vi proponiamo due alternative + una.

Questo periodo è ricco di consumismo, di regali, di doni fatti a chi amiamo e doni ricevuti, magari anche molto costosi, il calendario dell'avvento diventa un semplice calendario dove ai bambini importa solo del dolcetto o del cioccolatino e nulla di più.
Online si trovano tantissimi modi per creare un calendario dell'avvento non solo goloso ma anche che possa arricchire lo spirito sia per grandi che per piccini.

Quello che invece vi proponiamo oggi, è un calendario dell'avvento al contrario...e un'attività per il giorno di Natale; un modo per trasmettere anche ai bambini un modo concreto per essere cristiani nella vita quotidiana.

Calendario dell'avvento al contrario????
Si!!! In questo modo, il calendario dell'avvento ci fa veramente vivere e mettere in pratica il nostro essere cristiani ogni singolo giorno dal primo all'ultimo giorno di avvento.
In questo caso non si riceve un dono al giorno ma si dovrà fare un dono al giorno; anzichè aprire la casellina per prenderti il tuo bel cioccolatino, metti qualcosa in un cestino oppure in una busta.
Ogni giorno dovrete mettere da parte una cosa diversa e al termine dell'avvento la donerete a chi ne ha bisogno tramite la parrocchia, associazioni oppure personalmente se conoscete chi può averne bisogno.

Sono piccoli atti di generosità che fanno una grande differenza.

In che modo è possibile fare il  calendario dell'avvento al contrario?
Noi vi daremo due opzioni diverse in modo che ognuno possa decidere quale fare in base anche alle proprie possibilità.

Prima  di tutto dovete cercare  un ente di beneficenza, oppure chiedete in parrocchia per sapere se  serve qualcosa di specifico, in qualsiasi caso, anche se conoscete qualcuno che ne ha bisogno, le cose importanti sono le stesse della colletta alimentare con aggiunta di articoli per la pulizia quotidiana e da toeletta.
Non ci è lecito “passare oltre“ con indifferenza, ma dobbiamo fermarci accanto a chi soffre, chiunque esso sia. E far dono di se stesso. (Giovanni Paolo II)
1. Il Cestino/scatola

Consiste nel preparare un cestino o meglio, una scatola, già divisa in 24 scomparti numerati in modo da vedere piano piano la scatola che si riempie.
Potete renderla più carina ricoprendola con carta regalo come nella foto qui di seguito.



Preparate una lista di cose che vorreste mettere oppure potete decidere di giorno in giorno parandone con i bambini magari anche in base a quello che avete vissuto durante la giornata oppure se leggendo il vangelo del giorno avete avuto qualche spunto per capire cosa aggiungere.
Ogni giorno a turni mettete ciò che ritenete opportuno, sia donazioni alimentari come un pacco di pasta, di riso, oppure della farina, tonno etc... oppure un giocattolo, articoli da toeletta come salviettine umidificate, spazzolino e dentifricio, bagnoschiuma, abiti usati etc...
Una volta terminato, portate tutto dove avete deciso oppure a chi avete deciso, sicuramente per loro sarà un regalo di Natale meraviglioso, il più bello che avrebbero potuto desiderare.

2. Il Sacchetto (Blessing Bag)


Il sacchetto è impostato in modo simile, ma con cose più essenziali e meno voluminose perchè lo scopo è sempre quello di donare ai bisognosi ma direttamente ai senzatetto e a chi sappiamo possa essere in difficoltà, a chi non ha una casa.
In poche parole è un "sacchetto delle benedizioni" che potete creare durante l'avvento e tenere  in auto in modo che se doveste incontrare qualcuno bisognoso lo avete sempre a portata di mano ed è un ottimo modo per trasmettere ai figli il senso di "aiutare il prossimo".
In questo sacchetto potete mettere degli snack (e un succo), spazzolino e dentifricio, calze calde, una berretta, guanti, salviettine umidificate, una banconota o delle monete, fazzoletti di carta, per le donne anche degli assorbenti.
Inoltre potete anche inserire i campioncini di shampoo e doccia schiuma, quelli nelle bustine cosi occupano poco spazio.

Io non sono che una piccola matita nelle mani di Dio, che sta scrivendo e inviando una lettera d’amore al mondo.
(Madre Teresa di Calcutta)
Ora invece passiamo all'attività da fare il giorno di Natale....
- il Blessing Jar ovvero il Barattolo delle Benedizioni.


In cosa consiste il "Barattolo delle Benedizioni"?

E' un semplice barattolo con all'interno dei bigliettini scritti a mano con passi del vangelo da donare ai parenti e a chi vedremo il giorno di Natale come benedizione per quel giorno.
Lo potete tenere in borsa se andate a fare il giro di auguri dai parenti e una volta arrivati, come augurio gli dite di estrarre un bigliettino con una benedizione per loro.
Se invece siete voi a ricevere le persone, potete mettere il barattolo al centro del tavolo oppure sul tavolino accanto alla porta e potete far estrarre il biglietto appena arrivano oppure a fine visita.
In alternativa ai bigliettini, potete scrivere dei versetti sugli stecchi simili a quelli dei ghiaccioli, in commercio trovate quelli più larghi, in modo che possa essere utilizzato anche come segnalibro.

“Amando il prossimo e prendendotene cura, percorri la tua strada. Aiuta, quindi, chi è al tuo fianco mentre cammini in questo mondo, e arriverai accanto a colui con il quale desideri rimanere per sempre” – Sant'Agostino
Alcuni semplici spunti per poter vivere un Avvento diverso dal solito, volto all'altro, al donare senza ricevere nulla in cambio, quel donare con la "D" maiuscola, come Gesù ci ha sempre insegnato.
Buon inizio di Avvento a tutti e che possa essere un percorso di riscoperta dell'essere cristiani al servizio del prossimo.
Buon cammino.
Cristina

lunedì 26 novembre 2018

Cucito Creativo: Tutorial Shopper




Buongiorno,
eccoci anche questo mese con il tutorial di cucito creativo per folli donne cattoliche e non solo...
Il tutorial di questo mese è piuttosto semplice ma necessita di una macchina da cucire, il livello è base poichè vi dico che riesco a farla anche io che sono alle primissime armi e sto imparando a tentativi.
Certo, si potrebbe cucire anche a mano ma diventerebbe un lavoro decisamente troppo lungo.

Faremo una Shopper!!!
Chi di voi non ha una shopper per quando fa la spesa, oppure come me per mettere il materiale e i libri che utilizzo a catechismo con i bambini?
Direi che è difficile non averne una a casa e ora con questo tutorial potrete creare tutte quelle che volte.
Passiamo subito all'occorrente e alla creazione passo passo fatta dalla nostra folle donna cattolica Cecilia B.

Occorrente:
- scampolo di cotone sia acquistato che ritaglio di scarti.
- filo bianco (acquistabile in offerta alla  lidl)
- macchina da cucire
- spilli
- ferro da stiro (per facilitare la piega)

Procedimento:

Ricalcando le dimensioni di una mia shopper, raddoppiando le dimensioni e, aggiungendo 2cm per le cuciture ritagliate un rettangolone per la busta e due rettangoli stretti e lunghi per i manici.( fig. 1.).

Piegate di circa mezzo cm i manici (fig.2) e li stirate per mantenere la piega.

Poi li ripiegate di nuovo su se stessi e stirate nuovamente (fig. 3).



Con una riga perfezionate il rettangolo della shopper su tessuto a rovescio, per avere dei riferimenti geometrici sui quali far passare le cuciture. (fig. 4).

Piegate la stoffa della busta a metà e a rovescio piegando le estremità due volte di 1cm, per avere dei bordi rifiniti (fig. 5), successivamente stirate i bordi (fig. 6).



Passate poi a fermare i manici con gli spilli per avere il tessuto ben fermo in fase di cucitura (fig. 7)

Passate il bordo piegato sotto la macchina, chiudendo così i manici al lato lungo (fig. 8).

Chiudete i manici anche alle estremità per poi tagliare la parte in avanzo, assicurandovi che siano perfettamente uguali di lunghezza (fig. 9)


Prendete la stoffa grande della busta e a partire dal bordo geometrico che avete disegnato in precedenza, misurate 10 cm.
Nel punto che avete trovato inserite il manico della shopper (fig. 10).

Con una spilla fermate il bordo della busta con delle spille inserendo nel bordo stesso l'estremità di un manico (fig. 11), e l'altra estremità (fig. 12)



Una volta cucito e tolto gli spilli, ripiegate verso l'esterno il bordo e ribattete a macchina (fig. 13),  ribattendo il bordo inferiore come nella figura 14.

Una volta fissati i manici, seguite i riferimenti geometrici che avete tracciato e fissate la stoffa con gli spilli per mantenere ferma la stoffa in cucitura sotto la macchina (fig. 15).



Con la macchina cucite lungo tutta la riga che avete tracciato a matita  (fig. 16).
Tagliate poi la stoffa in eccesso a mezzo cm dalla cucitura.
Volendo si può rifinire con un punto zigzag.

Rigirate la shopper... et voilà! pronta per la spesa! (fig.17)


Esecuzione molto semplice in cui tutte potete cimentarvi...
buon lavoro!
anzi, buon divertimento!
Cecilia B.

Fateci sapere come vanno i lavori!!!
Al prossimo mese, Cristina.

venerdì 23 novembre 2018

Itinerari di fede: Santuario di Collevalenza.




Oggi l'itinerario di fede ci fa viaggiare più a sud rispetto ai primi due santuari; andremo al Santuario di Collevalenza in provincia di Perugia.
Santuario dell'amore misericordioso fatto costruire da Madre Speranza, fondatrice delle  Ancelle dell'amore misericordioso.

La costruzione del santuario dell’Amore Misericordioso ebbe inizio nel novembre 1954 e fu completata negli anni 1965-1967 con la costruzione della Basilica, della Cripta, del Campanile e della Piazza.


Il 28 settembre 1959 la Madre Fondatrice fece richiesta al Vescovo di Todi perché la costruzione, terminata solo nella Cappella del Crocefisso, fosse canonicamente eretta come Santuario. 
In data 18 ottobre, benedisse di cuore l’iniziativa di pubblicare periodicamente una Rivista "che illustri e faccia sempre meglio scoprire le profonde ricchezze dell’Amore di Gesù che è il messaggio dell’infinita misericordia al­­l’immensa miseria umana". 

Il 31 ottobre 1965, il santuario che viene completato con il nuovo tempio e la relativa cripta; il nuovo tempio è solennemente consacrato e inaugurato alla presenza del card. Alfredo Ottaviani, di 62 Padri Conciliari (Vescovi da tutto il mondo) e con la partecipazione di circa ventiduemila pellegrini.

Le note di storia di quel tempo ricordano cose curiose.

"La Madre si rendeva conto che non avrebbe potuto assistere a tutte queste cerimonie perché l’entusiasmo e il fanatismo della gente non si controlla quando la vedono. E allora chiese al padre Arsenio di celebrarle una santa Messa alle tre del mattino, quando non c’era nessuno. Di fatti alle cinque e mezza il Santuario si riempì di pellegrini perché la gente chiama questa Messa "la Messa della Madre", ma quel giorno restarono delusi perché la Madre non c’era. E anche quando arrivò il Cardinale Ottaviani essa poté vederlo solo da una finestra dell’Istituto".
"La cosa più preziosa di questa giornata fu quando l’Eminentissimo Cardinale, con tutti Padri Conciliari, con le Autorità Ecclesiastiche e civili, si sono inginocchiati ad adorare il Crocefisso dell’Amore Misericordioso".

La storia del Santuario è strettamente legata alla storia dell’Acqua dell’Amore Misericordioso e alla storia del pozzo del Santuario. 
I lavori di trivellazione del pozzo furono segnati da particolari difficoltà. 
Terminati i lavori, si inaugura il Pozzo; la Madre non vorrebbe partecipare ma viene obbligata da P. Gino ad andare in Cappella dove cade in estasi alla presenza di diversi pellegrini.

La Segretaria Generale nel diario descrive la festa di inaugurazione del pozzo e trascrive alcune frasi della Madre durante l’estasi: Comincia con parole piene di amore e di gratitudine a ringraziare il Signore per averle concesso di trovare l’acqua … dice la sua commozione per quanto ha fatto il vescovo Mons. De Sanctis erigendo la Cappella del nostro Istituto a Santuario dell’Amore Misericordioso … qui verranno da tutte le nazioni per liberarsi dalla lebbra del peccato mortale e dalla paralisi del peccato abituale … riceveranno la grazia per mezzo della confessione e dell’eucarestia per passare poi in preghiera alle Piscine e riuscirne guariti … 
La Madre è presa da grande fervore e si dice disposta a qualunque cosa per amore a Lui … che però Lui le tenga la Mano sulla testa perché ha paura di rovinare tutto … Non desidero altra cosa che Te … desidero essere e vivere solo per Te … Tu sei un Padre tanto buono …

Il 14 settembre 1960 alle 9,30, d’improvviso, il pozzo si illumina tutto in modo da permettere di vedere tutto chiaramente fino in fondo: tubi, acqua, fondo del pozzo, sistemazione del ghiaietto, ecc... Erano presenti a tale fatto prodigioso la Madre, Madre Ascensione, Suor Sacrario, Padre Mario Straffi, P. Luigi Macchi e Ferruccio Bordacchini.

Raccontare tutta a storia è impossibile poichè diventerebbe un post lunghissimo per cui vi lascio un link dove potete approfondire la storia delle piscine comprendendo la finalità del pozzo e delle piscine --->> http://www.collevalenza.it/AcquaAM.asp

Il santuario sorge a nord-ovest del centro storico di Collevalenza, poco fuori da quest'ultimo. La basilica è preceduta da una lunga scalinata e presenta una facciata piana con la parte inferiore caratterizzata da un portico costituito da una pensilina alquanto sporgente e la parte superiore da un'ampia vetrata. Alla destra della basilica sorge l'alta torre campanaria con la parte terminale cruciforme.

L'interno della chiesa è a navata unica con sei cappelle per lato; queste ultime sono costituite da cilindri per metà inseriti all'interno della navata stessa.
L'area presbiterale, rialzata di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa, è interamente in marmo bianco ed ospita al centro l'altare maggiore con dietro la sede, a sinistra l'ambone e a destra, su una colonnina, il tabernacolo.

La tomba di Madre Speranza, situata nella cripta.
La cripta della basilica ricalca la struttura della chiesa superiore. Dedicata a Maria Mediatrice, ospita alle spalle dell'altare, il quale è sovrastato da una bassa cupola musiva, la tomba di Madre Speranza.

Fa parte del santuario anche la chiesa del Crocifisso, con pianta a croce latina, caratterizzata dal soffitto in legno di larix sibirica e dal pregevole Crocifisso collocato sopra l'altare, scultura del 1930, nel quale Madre Speranza di Gesù volle sottolineare l'Amore di Gesù nei confronti degli uomini.

Dove alloggiare:
- "Casa del pellegrino", struttura collegata al Santuario dove poter soggiornare in mezza pensione o pensione completa.
http://www.collevalenza.it/casadelpellegrino/Default.htm

Dove pranzare:
- "Posto ristoro" , una struttura dove è possibile sia consumare cibo al sacco al coperto o all'esterno,sia la possibilità di prenotare un menu completo .

Al seguente link trovate anche gli orari del Santuario con le varie attività.
http://www.collevalenza.it/Orario.htm

Al prossimo mese!!!!
Buon pellegrinaggio.
Cristina

martedì 20 novembre 2018

In cucina con i Santi: Le Pettole di Santa Cecilia.





Questo mese la rubrica 'in cucina con i santi' ci presenta un piatto tipico della tradizione Tarantina: "le Pettole di Santa Cecilia".
Grazie a Maria Elena per questo splendido lavoro.

Con la festa di Santa Cecilia, che ricorre il 22 novembre, inizia nella citta' di Taranto il periodo dei festeggiamenti per il Natale, quarantotto giorni di eventi, che spaziano tra cultura, intrattenimento e musica. 
E' pertanto per i tarantini una festa molto sentita.

La notte tra il 21 e 22 novembre, per tradizione, in citta' le famiglie si danno un bel da fare per preparare le Pettole di Santa Cecilia, da gustare  da prima dell'alba.
Gia' dalle 3.30 di notte i tarantini sono svegliati dalla musica della banda che percorre per alcune ore le vie della citta', suonando pastorali scritte appositamente per l'occasione e ispirate alle melodie realizzate con zampogne e cornamuse dai pastori di Abruzzo che in passato, durante la transumanza, scendevano fino in Puglia con il gregge e suonavano per le vie di Taranto chiedendo cibo in cambio della loro musica.

Il cibo tipico tarantino che veniva offerto ai pastori e poi in seguito utilizzato nei festeggiamenti per Santa Cecilia, erano proprio delle semplici e gustose frittelle di pane...le pettole!

Pare che le tradizioni legate a questa notte piena di musica e festa, siano nate nell'Ottocento dal desiderio dei musicisti della Banda locale di onorare la Santa Patrona della musica.
Prima dell'alba del 22 novembre, ogni tarantino che voglia onorare la tradizione, deve mettersi ai fornelli per friggere le pettole, che verranno poi mangiate in famiglia e offerte ai musicisti e ai passanti!
Ancora oggi, in occasione della festa, oltre alla Banda locale, si esibiscono anche gli zampognari che giungono nella città partendo dai monti della Calabria e della Murgia, per suonare ed assaggiare qualche pettola.

La tradizione narra che le pettole, da 'pettel' che in dialetto significa 'focaccia', siano nate da un errore di lievitazione capitato ad una mamma tarantina, che trasformo' l'impasto di pane in una massa esageratamente gonfia, tanto da non poter piu' essere usata per il pane, ma solo divisa in pezzetti e fritta. 
La storia narra che la donna, affascinata dalle melodie degli zampognari che suonavano sotto casa sua, si distrasse e lascio' lievitare troppo l'impasto e, pur di non lasciare i figli senza colazione, ne ideo' un utilizzo alternativo: delle saporite frittelle di pane.
Il risultato fu' talmente buono che la donna scese poi in strada ad offrire le pettole agli zampognari, per ringraziarli di essere stati all'origine della sua distrazione.

Ecco dunque la ricetta delle pettole.

Ingredienti per circa 45-50 pettole:
- Farina 00 500 g
- Lievito di birra fresco 12 g
- Sale grosso, un cucchiaino 
- Acqua tiepida 375 ml

Preparazione:
Setacciate la farina in una ciotola, fate al centro una fontana e scioglieteci il lievito di birra con poca acqua tiepida. 

Sciogliete nell’acqua rimanente il sale grosso e versatela a filo poco alla volta sulla farina. 
Impastate con le mani per ottenere un impasto molto morbido e colloso, se necessario aggiungete altra acqua. 

Mettere l'impasto in forno con la luce accesa per due ore in modo che raddoppi di volume.

Predisporre sul fuoco una pentola capiente con abbondante olio di semi per friggere le pettole.
Appena l'olio avrà raggiunto i 180° bisogna prelevare con un cucchiaio poco impasto alla volta e, aiutandosi con un dito bagnato in poca acqua, si dovra' far scivolare dal cucchiaio la pallina di impasto direttamente nell’olio.

Le pettole devono essere dorate da entrambi i lati, quindi in cottura andranno girate con una pinza. 

Una volta tolte dall’olio e fatte scolare su carta assorbente, le pettole andranno gustate ancora calde.

Per una versione dolce si potranno rotolare, appena scolate, nello zucchero o nel miele.

La versione salata piu' ricca invece, prevede che nell'impasto base vengano aggiunti ingredienti a scelta, come ad esempio olive o pancetta.



Buon appetito e al prossimo mese!!!!
Se avete ricette collegate ai Santi da consigliarci, potete scriverci!!