martedì 24 novembre 2020

Le donne dell'annuncio, quella sottomissione che sa di elevazione.



Due letture degli ultimi mesi, una iniziata da poco, l'altra terminata, mi hanno dato tanto e vorrei condividere qualche pensiero oltre ad alcune cose scoperte durante la lettura.
(alla fine del post trovate i riferimenti)

Quando frequentavo il paganesimo era normale parlare di patriarcato sottolineando il ruolo della donna sottomessa ed emarginata, il tutto in chiave estremamente negativa.
Era un modello da "combattere", una radice che andava estirpata dalla società perché dannosa.
Una delle cose che mi avevano attirata del paganesimo era proprio il dualismo Dio-Dea, il ruolo attivo della donna, non solo dell'uomo... una sorta di equilibrio che improvvisamente ritenevo necessario.
La maggior parte delle tradizioni, soprattutto di ramo dualista, seguivano questo equilibrio delle divinità per cui era presente un Dio e una Dea oltre ad innumerevoli archetipi; nonostante ciò, il tarlo del patriarcato portava spessissimo a dare più importanza alla Dea ovvero alla parte femminile (se vogliamo essere pignoli, si riscontrava poi un con conseguente squilibrio).

Oggi nei percorsi politeisti, dualisti etc, si ha una sempre più forte attrazione per la riscoperta del matriarcato (presente in molte culture antiche), una sorta di "Girl Power" in chiave rivisitata, un po' nuova e un po' antica (dipende se trovi quella in modalità femminista repressa o se trovi quella tranquilla non arrabbiata con il mondo).
Un po' nuova perché oggi si tende a estremizzare questa idea di "Potere alle donne" in modo quasi eccessivo, se non estremizzi non combatti; un po' antica perché, per le donne più sagge è fatta silenziosamente, in modo pacato, non urlato.
Quel modo pacato di ridare "potere" alle donne, mi ricorda un po quello della Bibbia, quello di cui molti non ne conoscono l'esistenza, quello che molti non vedono dando per scontato che la donna sia una povera donzella schiava sottomessa senza alcun ruolo, un soprammobile sfruttato quando in realtà non è cosi.

Dobbiamo solo togliere un po' di peso dal cuore e polvere ai pensieri.

In un tempo in cui c'è indignazione per una donna che decide di fare la casalinga oppure che trova normale stirare e stare in cucina per il puro piacere di farlo, vorrei rispolverare la figura della donna di un tempo lontano.
Un tempo in cui nell'immaginario collettivo aveva un ruolo marginale, dove il patriarcato prevaleva e per molti tutto ciò è qualcosa di inaccettabile, ma se guardiamo bene, con occhi nuovi, la donna, nel suo silenzio, nel suo essere marginale, aveva il ruolo più importante di tutti, era la guida per la famiglia, quel punto di riferimento che se tolto rendeva tutto più spento e vuoto.
Per essere importante non è necessario fare rumore, sedere su di un trono, fare un lavoro di prestigio, per essere importante serve ben altro, è saperci essere, saper essere anche senza parlare.

La donna nella Bibbia va osservata attentamente, come si muove, cosa fa, come parla, perché essa trasmette soprattutto dove meglio prega e penso possiate immaginare dove..
Il suo mondo sacro più che il tempio è la casa, eh si, proprio la casa, quel luogo che racchiude le sue gioie e i suoi drammi, dove esercitava ed esercita il ruolo più importante per la famiglia e per se stessa.
In quella sua dimora la figura femminile si staglia con una compostezza, una sacralità e una devozione pari ad una sacerdotessa quando celebra le ricorrenze religiose, quelle importanti nella vita d'Israele, specie la Pasqua.
Allora come oggi, in ogni solennità è lei il personaggio principale che anima la festa.
Provate ad immaginare una festa, una celebrazione senza la donna... senza il suo impegno nel preparare, senza la cura con cui mette ogni cosa nel posto giusto, non sarebbe lo stesso.
Per quanto un uomo possa impegnarsi (in assenza di una figura femminile o in suo aiuto), non potrà mai eguagliare l'essenza femminile.

Ritornando alla Bibbia, è lei che fa vivere la liturgia settimanale dello shabbat (il sabato), un giorno sacro da ritagliare tra le varie faccende domestiche e uno spazio da dedicare al Signore, ringraziandolo per i benefici ricevuti.
Possiamo dire che è il perfetto equilibrio tra Marta e Maria, il fare unito alla preghiera.

In Israele, il sabato la donna non compie azioni speciali, (non serve fare cose straordinarie, ma ordinarie cariche di significato) si serve di piccoli gesti per ricordalo; quei piccoli gesti che fanno la differenza.. pulisce ed illumina la casa, diffonde un'aria di festa, cucina con una cura particolare e ricorda alla famiglia che quel giorno è speciale.
Non solo, accende candele in ogni stanza cosi che la luce si possa diffondere rallegrando la casa in preparazione alla preghiera.

La donna in sintesi rivestiva un ruolo sacro, ricordava (gesto di una premura meravigliosa) la festa con segni particolari: ceri, olio, rami d'ulivo, pulizia della casa, cibi speciali, faceva indossare alla famiglia il "vestito buono", quello che per noi è della domenica (di cui vi ho parlato poco tempo fa), ma la cosa più importante è che, nell'intimità famigliare veniva chiamata "maestra di preghiera"... che onore...

Ad oggi tutto ciò si è quasi perso, si parla, anzi, si urla di emancipazione, di parità dei sessi, del fatto che la donna è sempre stata messa da parte, quando nella realtà dei fatti, la donna è sempre stata silente (peculiarità che trovo assolutamente sublime) ma non per questo marginale.
Secondo la società la donna è realizzata solo se sta fuori casa, solo se sui libri di scuola viene detto che lavora, sia mai dire che sta bene a casa..
Trovo questo estremamente triste e anzi, a mio parere toglie importanza alla donna.
La donna è importante laddove si percepisce la sua essenza.

Riprendendo quanto detto sopra, senza di lei la casa sarebbe stata sterile, vuota, senza calore.
Sarebbe più che mai necessaria un'azione femminile per pregare ancora nella sfera famigliare e sociale, dato il ruolo importante della donna e l'influenza positiva che può esercitare sulle giovani generazioni.

Una frase mi ha colpita particolarmente nel libro "Donne che raccontano di Dio" riguardo questo tema meraviglioso:
 "In un'immagine felice può essere l'isola che si apre all'oceano sconfinato, alla profondità dell'alleanza fedele di Dio per orientare alla fede vera dalla quale scaturiscono il dialogo e l'invocazione"

Nel Nuovo Testamento le donne hanno ruoli speciali, seguono il maestro con fedeltà, non si scoraggiano al rifiuto della gente ne davanti alle persecuzioni o alla morte.
Donne che, quando i discepoli prediletti sono fuggiti, sono rimaste al fianco di Gesù tanto da essere le prime a vederlo dopo la  risurrezione.
Le donne della risurrezione sono mandate dallo stesso Gesù a predicare il Vangelo della gioia e della speranza, le donne che lo ungono, che si prendono cura del suo corpo in silenzio ma che allo stesso tempo svolgono un'azione estremamente importante.
Le donne ci insegnano a credere pregando, ci aiutano a capire il disegno di salvezza, ci aiutano ad avere fede, a pensare che tutto ha un senso..
Ci insegnano a metterci a tavola con i poveri, con gli esclusi, i peccatori per fare in modo di poter comprendere che il Signore è in mezzo a noi sentendo la sua voce che ci chiama, portandoci ad aprire gli occhi.

Paolo scrive:
"Noi siamo dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono" (2Cor 2,15)

In Vangelo ci fa capire la grande importanza delle donne e la loro forte presenza nel messaggio evangelico.

Approfondendo il tema ho scoperto l'esistenza delle Myrofore (o mirofore) che fanno parte della tradizione ortodossa, sono le donne coinvolte nella sepoltura del Cristo e che lo unsero con l'olio profumato, quelle che ricevettero il primo annuncio della Risurrezione di cui vi ho parlato prima.
Solo le portatrici del Verbo, le messaggere della Risurrezione.
Tutt'altro che un ruolo marginale.
Le donne, insieme ai discepoli, saranno chiamate a superare i confini della Terra d'Israele per predicare l'annuncio della Risurrezione ai pagani.

Nella chiesa ortodossa bizantina, la festa delle myrofore è una delle feste liturgiche più importanti in tempo pasquale celebrata la seconda domenica dopo Pasqua per un'intera settimana chiamata "la settimana delle mirofore evangeliste"

C'è una bellissima preghiera a riguardo:
"Le sante donne corsero dietro a te con unguenti, e pur cercandoti come un mortale tra le lacrime, esultanti di gioia, adorarono te, dio vivo, e te annunciarono ai discepoli tuoi, o Cristo, nostro Dio"

Nella tradizione cattolica romana sono invece chiamate "pie donne" e la liturgia latina custodisce ancora l'antico canto con cui si celebra la Pasqua di Risurrezione e accompagna tutta la prima settimana, il "Victimae Pascalis"

Dic nobis Maria, Quid vidisti in via?
Sepulcrum Christi viventis, et gloriam vidi resurgentis,
Angelicos testes, sudarium et vestes.
Surrexit Christus spes mea: praecedet suos in Galilaeam.

["raccontaci, Maria; che hai visto sulla via?" "la tomba del cristo vivente, la gloria del cristo risorto; e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in galilea".

Il mandato femminile ci insegna a vivere nella luce, a servire, a piegarci, ci dà il senso del bello che si può percepire nell'umiliazione, vissuta nell'amore, perché nell'amore l'umiliazione eleva, innalza, non ferisce.
Un abbraccio.


Testi di riferimento:

2 commenti:

  1. La donna è un dono di Dio, una ricchezza da scoprire, uno strumento nelle mani di dio, va scoperta a cuor leggero come divibtu perché il suo ruolo è ben definito... Suo stare a volte in Disparte è un dono immenso ci insegna il saper aspettare per essere strumenylti di amore. Grazie cri❤️

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