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venerdì 8 marzo 2024

Alza lo sguardo, di donne sante ne è pieno il cielo.



Sono giorni che penso di scrivere qualcosa riguardo la "festa della donna", poi rimando poi penso sia meglio evitare... un classico caso di "vale la pena?" con annessa idea che la risposta sia no, ma in questo caso è sì, vale la pena provare a dire qualcosa perché il tema della donna è caro a me anche nell'ottica di mia figlia e di ciò in cui potrebbe imbattersi, ovvero in lotte sbagliate, deviate e con poco senso.
[attenzione, potrei rischiare di essere polemica]

Partiamo da due cose in contrasto tra loro, adoro la mimosa e mio marito praticamente è obbligato a regalarmela, tutta colpa di mio padre che ogni anno mi portava una mimosa con piccola orchidea da quando ero piccola. La cosa in contrasto riguarda il fatto che ho sempre mal sopportato questo giorno dove mi ritrovavo a dover seguire mia madre alle pizzate con le amiche e poi a vedere spogliarelli (io me ne stavo in un angolo guardando altrove trovando tutto assolutamente svilente e anche abbastanza deprimente, ma non avevo alternative). Se la festa della donna si deve riassumere in spogliarelli e nel momento di "via libera" anche in abiti succinti, probabilmente ci sono altri problemi di fondo e questo giorno diventa solo una sorta di "scappatoia".
Oggi questa ricorrenza si sta tramutando nella "giornata contro il patriarcato", dove spesso tirano in mezzo la Chiesa (senza nemmeno conoscere realmente la quantità enorme di donne che la sorreggono) e che vogliono "combattere" per i loro diritti mostrando però una donna che in realtà scava la fossa alla propria dignità da sola.
La donna non è e non deve essere questo perché significa non avere nemmeno un briciolo di amore e rispetto verso se stesse, il proprio corpo e il proprio spirito... Io voglio trasmettere altro a mia figlia, perché possa essere una donna del futuro capace di portare qualcosa di buono in chi la circonda. Forse è un'utopia ma non sono mai stata una persona che si adegua quando qualcosa è sbagliato.
Vorrei insegnarle che la donna è qualcuno che nel suo essere tale riesce a smuovere le montagne senza bisogno di urlare in piazza o senza bisogno di fare proteste denudandosi e mettendo in mostra il proprio corpo, ne tantomeno aver bisogno di abortire per dire che il corpo è suo ma mettendo in campo se stessa e i propri talenti. Veramente pensate che ciò che sta accadendo in Francia sia un passo avanti per la donna? Mi dispiace deludervi ma in quel modo la state distruggendo, non solo, anche il diritto di nascere. Veramente pensate che la lotta parta dal mostrare gambe e ascelle non depilate o dal poter andare in giro svestite mettendo in mostra il proprio corpo? Veramente pensate che servano cose cosi "basse" per far vedere quanto in realtà la donna sia un essere unico e irripetibile? 
Perché la parità (o fluidità) che si intende oggi (che spesso esula dal lavoro e diritti), non sarà mai possibile perché uomo e donna sono cosi diversi tra loro, ognuno con i propri talenti, le proprie peculiarità, il proprio modo di essere e agire e bisogna solo ringraziare il Signore che sia cosi.

Vorrei insegnarle che la donna è grazia, dignità, genuinità, bellezza, femminilità, meraviglia, accoglienza, creatività,  può essere solitaria, avventurosa.. e potrei continuare.. ma anche rabbia, tristezza, delusione, scoraggiamento e il tutto vissuto in modo sano e onesto con se stesse... Ora ci vogliono mostrare una donna predatrice, rabbiosa, urlante, senza la sua essenza, vuota...si, ci vogliono svuotare per renderci esseri indefiniti, automi a cui deve andare bene tutto. 
Viviamo in un mondo dove si scambia la femminilità con la volgarità, l'emancipazione con la sessualità libera, la parità di genere con la rabbia verso l'uomo, l'essere qualcuno con il successo economico... Tutto ciò che non ha valori.... Sono di un'altra idea, molto più banale forse, riprendiamoci la nostra dignità di donne, ma quella vera, quella che ci permette di essere portatrici di vita in ogni cosa, di accoglienza, di amore, di vita vera, di maternità in molte sfaccettature, saggezza, ma anche portatrici di gioia e scompiglio. Nessuno ci impedisce di arrabbiarci purché ciò non ci deformi... 
Monica ha condiviso oggi una frase perfetta di Chesterton e la condivido con voi:
"Il femminismo è scambiato con l'idea confusa che le donne siano libere quando servono i loro datori di lavoro ma schiave quando aiutano i loro mariti".
Quanta verità in queste parole, dove oggi sei una vera donna se non hai una famiglia e fai carriera ma se decidi di fare la casalinga e avere famiglia sei una schiava del patriarcato..

Essere la versione migliore di noi stesse è la strada giusta e il modo per poterlo fare risiede sulla croce che andremo a contemplare in questo tempo di quaresima. Lui ha sempre visto la donna come colei che avrebbe custodito la parte migliore tanto da averle dato il compito del primo annuncio.
Avete idea di quante donne meravigliose ci sono nella scrittura? Avete mai notato quanto Dio abbia un legame con loro fin dall'antico testamento? Contemplando le donne della Bibbia in questa quaresima mi rendo conto di quanto la figura della donna, all'interno della Chiesa sia estremamente importante. "Ma non possono fare i preti" dice qualcuno... "ma per fortuna!" rispondo io; abbiamo questa malsana idea che per essere importanti e poter fare la differenza si debba essere ai piani alti, ricoprire ruoli importanti, invece non è cosi, non è necessario; basta fare la differenza nelle piccole cose, nella Chiesa è cosi, basta leggere il Vangelo.
Anche se le società antiche descritte nella Bibbia erano spesso patriarcali e le donne soggette a restrizioni sociali e culturali, le loro storie mostrano il loro impatto e la loro importanza nella storia della fede ebraica e cristiana. Basti pensare a tutte le donne presenti nei vari passi; le donne sono madri delle nazioni, Profetesse e leader spirituali, eroi di fede e coraggio, modelle di virtù e devozione, partecipanti ai miracoli e alla redenzione.. vi pare poco?

''Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. Apre le sue palme al misero, stende la mano al povero. Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare'' (Libro dei Proverbi)  

Per cui in questo giorno,  auguro a tutte voi, mie care donne di alzare lo sguardo verso l'alto ..che di donne Sante da cui prendere esempio ne è pieno il cielo... 
Cristina

lunedì 22 agosto 2022

Non riesci a pregare il Santo Rosario? idee e soluzioni per ogni occasione.

 



Inizialmente dovevo scrivere un semplice post in Instagram per parlare delle svariate possibilità che si hanno nel quotidiano per pregare il rosario.
Poi ho chiesto in un sondaggio quali fossero le difficoltà maggiori e quelle emerse, a mio avviso, meritavano delle dritte e degli esempi concreti molto più specifici e che un semplice post non avrebbe potuto esaurire, per cui eccomi qui a dedicare un articolo a questo argomento.

Partiamo da una cosa importante, non vi parlo da persona che recita da sempre il rosario ogni giorno e che quindi ha una routine assodata e può dispensare consigli perfetti.
Sono qui a scrivere perché sono in cammino e fino ad un paio di settimane fa credevo che recitare il Rosario fosse un'impresa titanica, difficile (se non impossibile) da incastrare nella vita quotidiana, poi mi sono imbattuta nella novena del rosario dei 54 giorni (che è più lunga di un normale rosario) e ho scoperto che in realtà è possibile, anche con 3 figli che ti distraggono, anche quando hai la giornata piena con 15 promemoria, anche quando pensi che "non sia la giornata ideale" perché hai troppi pensieri e troppe cose per la testa, anche quando Satana ti dice che è meglio lasciar perdere perché è solo una cantilena fatta di ripetizioni vuote.
ma ciò che segue è ciò che ho provato, sperimentato, alcune cose accantonato,  altre invece rese parte integrante del mio quotidiano, sicuramente tra i tanti consigli ci sarà qualcosa per ognuna di voi.

Ora però passiamo alle cose concrete... Se avete letto il post Instagram sapete già quali sono le problematiche principali ma qui le vedrò nel dettaglio e aggiungerò qualche altra casistica.
Dobbiamo partire da una premessa importante, il Rosario PUO' essere recitato a pezzi, come disse il mio padre spirituale, "credere che il rosario sia valido solo se recitato di seguito è opera del Demonio perchè vuole spingerti ad abbandonarlo".

Ci saranno ben 11 punti e molte più soluzioni.

1. Non è nella mia routine:

Per molte una routine è importante (per me fondamentale), ma, se consolidata, è anche difficile modificarla, per cui integrare una nuova abitudine non è roba facile.
Come possiamo fare?
Dobbiamo provare a stabilire vari momenti nella giornata per poi capire qual è quello più adatto. 
Può anche variare di giorno in giorno.
Cosa utile all'inizio è anche scrivere su un foglio la nostra routine per poi avere meglio sott'occhio cosa si può sistemare.
[potete aggiungerlo alla routine della famiglia]

2. Non riesco a trovare  momenti di silenzio:

Si ha questa costante idea che per pregare debba essere necessario il silenzio, il raccoglimento, l'isolamento... in realtà non è necessario trovare momenti di silenzio per pregare ... ammenochè vogliamo meditare oppure fare contemplazione o meditazione ignaziana dove il silenzio è fondamentale.
Nel pregare il Santo Rosario non è richiesto il silenzio, ovviamente se siamo in chiesa e lo recitiamo in gruppo si, ma è un altro discorso.
Se si è da sole non è un requisito fondamentale.... 
Beh, certo, sarebbe l'ideale ma piuttosto che non farlo, è possibile recitarlo anche nel caos perchè aiuterà a rendere quel caos interiore ed esteriore che abbiamo dentro e intorno, silenzioso.
Volete per forza momenti di silenzio?
Chiedete collaborazione in famiglia e isolatevi per 20 minuti per recitarlo tutto filato oppure per qualche minuto più volte durante la giornata per recitarlo spezzato.
[ad esempio noi arriviamo a messa almeno 15 minuti prima, mio marito sta fuori con i bambini fino a poco prima che inizi la messa, io invece entro subito e dedico il tempo a finire il rosario oppure a fare le orazioni..]

3. Spesso mi dimentico o non sono costante:

Utilizziamo post-it, promemoria sul telefono (più di uno in più momenti della giornata), mettiamo il rosario o il libretto sempre in vista e non può mancare un rosario sempre in borsa cosi da poter improvvisare ovunque ci troviamo.
Iniziamo con qualche decina ed un paio di misteri, ci si renderà subito conto che non era poi cosi difficile provare.
[per la novena dei 54 giorni abbiamo un gruppo wathsapp dove inserisco 3 promemoria al giorno, uno la mattina, uno a metà pomeriggio e uno la sera dopo le 21]

4. E' troppo lungo e mi distraggo:

Il tempo di recita è di circa 20/30 minuti, le litanie alla fine non sono obbligatorie per cui il tempo varia anche in base al fatto se decidiamo di recitarle o meno (qui trovate una pagina dedicata al rosario).
Possiamo decidere, come scritto nel punto 2, di provare a chiedere collaborazione in famiglia e ritagliarci del tempo anche in silenzio (per evitare distrazioni), oppure ci si può aiutare suddividendolo durante la giornata in 5 blocchi (per cui i 5 misteri).
Fate fin dove riuscite, l'importante è iniziare.
Un'altra idea richiede l'aiuto delle applicazioni oppure della radio, per cui se qualcuno ci guida possiamo rimanere più concentrate... il che non è il mio caso perchè mi confonde di più e ad esempio per me è più facile recitarlo a bassa voce cosi da non perdere il filo.
Per non perdere il conto utilizzo la decina delle pietre del sacrificio di Santa Teresa che si spostano e restano ferme per cui se mi fermo un attimo non perdo i pezzi.
[sto progettando un'alternativa ma non vi spoilero nulla....è il lavorazione]
Se mentre lo recitate non utilizzate nulla e perdete il conto delle Ave Maria potete ripartire dall'ultima che ricordate di aver fatto, preghiere in più possono solo che fare bene.

5. Quando lo recito la sera mi addormento:

Non è una cosa grave, soprattutto non deve portarci a non recitarlo più se ci addormentiamo.
Volete sapere una cosa che ho scoperto?
Lo concluderà il nostro angelo custode! Ma c'è una specifica importante, va chiesto!
Per cui se avete paura di addormentarvi quando lo recitate, ad inizio rosario chiedete al vostro angelo custode di finirlo al posto vostro se dovesse capitare che vi addormentate.
Diceva Padre Pio che è “meglio addormentarsi con il Rosario in mano, che non saper dire nemmeno una preghiera”.
Ovviamente non deve essere la regola quotidiana, altrimenti rischia di diventare una "scorciatoia" per non farlo tutto.

6. Ho troppe cose da fare:

In ogni momento di quiete o libero, prega! 
Ve ne propongo alcuni che potete scegliere...
In auto, in coda alla posta, alla cassa del supermercato, in attesa dal medico o mentre aspetti i figli fuori da scuola o dallo sport, mentre allattate o fate addormentare i bambini, mentre cucinate, mentre siete al parco con o senza figli, mentre pulite casa, in ascensore, nel tragitto da casa al lavoro o viceversa, in autobus, sul treno o aereo, il giardino, sul terrazzo mentre stendete i panni, mentre stirate, mentre andate a fare una passeggiata o a correre, sotto la doccia, a letto, mentre aspettate che inizi la messa (se arrivate in anticipo)..
Il rosario può essere recitato anche spezzato a decine e con tutti gli esempi citati sopra direi che di occasioni ce ne sono.

7. Non ricordo i misteri:

Tasto dolente anche per me, memoria pessima! Ma anche qui c'è la soluzione.
Possiamo utilizzare un libretto, oppure possiamo segnare i misteri nelle note del cellulare cosi da non doverli cercare ogni volta.
Se utilizziamo un'app o la radio ci guideranno direttamente senza doverli ricordare a memoria.
Possiamo appuntarli su un piccolo foglietto di carta da tenere nel portafoglio, sul comodino oppure dove lo riteniamo più comodo.
(a forza di recitarli, prima o poi li impariamo...forse...)

8. Non ne ho voglia:

C'è anche questa possibilità, che oltretutto credo non sia poi cosi remota...affermazione che personalmente ho fatto più volte.
Cosa può aiutarci ad andare oltre la non voglia?
Se non abbiamo mai recitato un rosario sarà difficile sbloccarci, ma se lo abbiamo fatto anche solo qualche volta c'è un ottimo appiglio, chiedersi.. "come mi sono sentita dopo aver pregato?", riflettiamoci e il solo ricordo di quanto bene ci ha fatto ci porterà a ridurre quella non voglia.
Pensiamo che quel momento è un dialogo con Dio, con Maria ed è un modo per affidarci, confidarci, fidarci...anche e soprattutto nei momenti "no".
E' importante 

9. Faccio fatica:

Vi riporto uno stralcio di Santa Teresa che fa riferimento proprio alla fatica nel dire il rosario e alla sua certezza che Maria comprende le difficoltà dei figli, anche nella preghiera a lei rivolta:

"Da sola (ho vergogna a confessarlo) la recita del rosario mi costa più che mettermi uno strumento di penitenza!... Mi accorgo che lo dico così male! Per quanto mi sforzi di meditare i misteri del rosario, non riesco a fissare l'attenzione... Per molto tempo mi sono afflitta per questa mancanza di devozione che mi stupiva, perché amo tanto la Vergine Santa che mi dovrebbe essere facile fare in suo onore delle preghiere che le sono gradite. Adesso mi affliggo di meno: penso che, poiché la Regina dei Cieli è mia Madre, deve vedere la mia buona volontà e se ne accontenta"

Questa citazione di Santa Teresa può esserci d'aiuto in ogni momento, anche una Santa ha vissuto queste difficoltà ma la buona volontà non mancava, le distrazioni c'erano, alcune volte le pesava ma andava oltre...
Noi non siamo Sante, ma siccome tutti posso puntare alla santità, possiamo sforzarci di percorrere un sentiero non proprio pianeggiante ma che ci porterà verso una meta meravigliosa.

10. E' troppo ripetitivo e noioso:

Ricordo un meme molto carino che gira da molti anni online, raffigura un piccolo Gesù che, attaccato al vestito di Maria ripete "Mamma, mamma, mamma...." e come didascalia "il primo rosario della storia".
Credo sia un'immagine semplice ma estremamente significativa che ci permette di capire il senso del Santo Rosario, un aggrapparci a Maria chiamandola "mamma" ad ogni Ave Maria che ripetiamo...
Quante volte i bambini pronunciano la parola "mamma" in un giorno e, anche se siamo stufe di sentirci chiamare, ci siamo sempre, rispondiamo sempre, ci mettiamo in ascolto...
Questo è ciò che fa Maria ad ogni nostra preghiera, ci accoglie, accoglie ciò che le chiediamo, decina dopo decina, anche quando quella preghiera è un po distratta..
Quelle ripetizioni diventano vuote se non ne capiamo il senso, il motivo... ma se sappiamo perchè stiamo facendo quella preghiera e a chi la stiamo facendo, quelle ripetizioni saranno ricche di significato.
Certo, potranno sembrare noiose in certi momenti, dipende molto dal nostro umore, da come stiamo in quel momento ma non dobbiamo mai stancarci di aggrapparci a quella madre che è nei cieli.
Quando mi capita di pensare che siano solo ripetizioni, provo a recitare l'Ave Maria più lentamente per capire cosa sto dicendo, la preghiera magari durerà di più rispetto al previsto ma avrà un sapore diverso.

11. Ho troppi pensieri:

E' propri in questi momenti che il Rosario ci viene in aiuto.
Quei pensieri si possono mettere nelle intenzioni di preghiera, si possono affidare a Maria e, benchè siano ancora nella nostra testa mentre iniziamo a pregare, man mano andrà maglio.
Il Rosaio non è una formula magica che risolve tutti i problemi, che cancella i pensieri e le preoccupazioni all'istante, ma ci permette di metterli nelle mani del Signore, di Maria per sentirli più leggeri e perchè no, per trovare una soluzione o alleggerire il cuore.

Ricordate:

Il Rosario è una lunga catena che lega il cielo alla terra… con il Rosario si può ottenere tutto.
(SantaTeresa di Lisieux)

Il rosario è la dolce catena che ci rannoda a Dio
(Beato Bartolo Longo)

Buona preghiera.
Cristina

lunedì 16 maggio 2022

La donna del focolare 2.0, figure da riscoprire. (parte 1)




[Attenzione: quanto segue è frutto di una folle donna cattolica.]

Inizio questo articolo con una citazione presa mesi fa da una pagina femminista:

"L'afferrai per la gola. Feci del mio meglio per ucciderla.
Se c'era il pollo, lei prendeva l'ala; se c'era uno spiffero, ci si sedeva davanti lei: preferiva sempre capire e compatire i pensieri e i desideri degli altri.
Il pudore era ritenuto la sua bellezza più grande, i suoi rossori il suo più bell'ornamento.
La mia giustificazione, se mi avesse trascinata in tribunale, sarebbe stata che avevo agito per legittima difesa. Non l'avessi uccisa, lei avrebbe ucciso me.
L'angelo del focolare avrebbe succhiato la vita dai miei scritti"

Virginia Wolf dal saggio "Professioni per le donne"

Veniva citato questo stralcio con pezzi presi qua e la rispetto allo scritto originale (quello completo lo trovate QUI) a cui seguivano una serie interminabile di commenti di disprezzo per la figura dell'"angelo del focolare", etichettata come sottomessa, frustrata, sessualmente repressa e molto altro, la conclusione era uguale per tutte, andava eliminato e pire in fretta!
In questo articolo però non la chiamerò "angelo del focolare", bensì "donna del focolare", lo trovo più adatto e in linea.

Quando pensiamo (senza pregiudizi) alla donna del focolare saltano subito alla mente le caratteristiche principali come accudimento, protezione, dolcezza, purezza d’animo, magnanimità, calore, sensibilità.
Queste sono state le vostre risposte alla mia domanda su instagram.. non mancavano riferimenti alla madre e spesso alla nonna, ad una figura che "purtroppo non c'è più" o che andrebbe riscoperta.
C'è stata anche una considerazione particolare che solitamente è negativa, ovvero "sottomessa" vista invece come positiva:
"sotto-messa, nel senso che è alla base della famiglia, si prende cura dei suoi membri".

Ci sono stati anche riferimenti negativi come sottomessa nel senso più negativo del termine, succube, frustrata, un "retaggio vecchio", "una visione della donna arcaica che sarebbe fantastico superare"...

Vedendo le etichette positive, mi chiedo come si possa pensare alla donna del focolare come una figura negativa, da eliminare, da sradicare, addirittura "dannosa".
Sicuramente il fatto che l'etichetta fosse attaccata alle sole donne casalinghe, spesso anche per obbligo, ha reso questa figura, qualcosa da evitare, un po' come la criptonite per Superman o l'aglio (non è vero) per i vampiri.

Ed è qui che circa un anno fa ho iniziato a pensare a come poter rivalutare e rivalorizzare questa figura che reputo, non solo splendida ma estremamente importante per una famiglia.
Carina l'idea di base ma serve qualcosa che le renda giustizia e allo stesso tempo ha bisogno di fare qualche passo avanti, di rivedere la definizione senza stravolgerne il senso, quello più profondo.

Il focolare è "il punto in cui tutto si concentra, (per di là irradiare)", è il luogo, il punto da cui tutto parte, ha inizio, per poi essere portato al mondo.

Citando un'udienza di Pio XII (qui la parte completa):
"Costituiscono forse un focolare quei giovani sposi, la cui soddisfazione non consiste se non nell'andarsene il più spesso possibile fuori di casa, che non sono di buon umore se non nelle feste, nelle visite, nei viaggi o nelle stagioni di piacere, negli spettacoli mondani o più che mondani? No, non è un focolare l'abitazione trasandata, fredda, deserta, muta, oscura, senza la serena e calda luce della convivenza familiare. Ma non sono nemmeno veri focolari quelle dimore troppo chiuse, serrate e quasi inaccessibili, dove né lume né calore esterno dentro convergono, e che non irradiano di fuori, quasi fossero carceri o eremi di solitari.
[..]Eppure è così bello un focolare intimo, ma che irradia!"

Trovo questo stralcio dell'udienza molto interessante perché al focolare domestico si da una connotazione più ampia e meno ristretta e che solitamente non si legge nelle definizioni, tenete presente che è del 1943 ed è anche moderna allo stesso tempo.
Il focolare è sì all'interno delle mura domestiche, ma non si ferma lì, esce a portare quel fuoco che può cambiare il mondo.
All'interno delle mura domestiche, nel momento in cui tutto è trasandato, deserto, muto, senza dialogo, senza comprensione, oscuro e freddo, chiuso, il focolare perde vigore e rischia di spegnersi.. e quando il fuoco si spegne, il calore se ne va.
Il focolare invece è qualcosa di vivo che arde in continuazione e che permette di portare quel fuoco anche al di fuori delle mura domestiche.
Per questo la donna del focolare non può essere solo colei che decide di dedicarsi solo alla casa, alla vita domestica, ma è anche colei che lavora fuori casa, portando però con se un piccolo focolare ovunque essa si trovi.
Colei che decide di fare la casalinga ma resta solo ed esclusivamente tra le quattro mura senza appunto "irradiare" (ovvero senza donarsi all'altro ma chiudendosi in se stessa), rischierà comunque di far spegnere quel focolare.
Non si è "donne del focolare" per diritto ma per amore.
Come scrissi in un altro articolo, "la donna è importante laddove si percepisce la sua essenza." e, in qualche modo è la casa, la famiglia.
Se il meglio di sé lo si dona al di fuori delle mura domestiche, ad altri e basta, allora qualcosa va riconsiderato.
Il focolare domestico deve essere quel luogo da cui prendere il meglio, a cui donare il meglio per fare lo stesso al di fuori e ci vuole impegno, tanto.

Questa donna del focolare chi è e cosa fa esattamente?

Nell'immaginario collettivo e, per come ce la fanno passare, la donna del focolare è la perfetta casalinga che ha tutto sotto controllo, perfettamente in ordine, truccata, con l'abito perfettamente stirato, nemmeno un capello fuori posto, la casa che brilla, sempre in ordine, profumata (anche quando fa il fritto misto di pesce), che sa sempre cosa dire e che magari invita le amiche per tè e pasticcini durante una serata di lettura con i figli che fanno da apri porta e camerieri in calzoncini e camicia.
Cosi è come la dipingono i film, cosi è come le femministe la dipingono per alimentare l'odio verso questa figura.
Cavolo! E' surreale! Starebbe un po antipatica pure a me effettivamente...
Se esistesse veramente, oggi probabilmente verrebbe etichettata come "soggetto con disturbo ossessivo compulsivo e con manie di controllo" XD.
Cosi però (per fortuna) non è, perché la donna del focolare non è una wonder woman perfetta, non è una figura mitologica ma è una figura raggiungibile da ogni donna, basta solo togliersi dalla testa la visione del mondo e andare al centro, al focolare.

La donna del focolare può essere casalinga o lavoratrice, può avere la casa in disordine ma anche in ordine, può essere accogliente ma anche autorevole, può essere stanca, può avere delle giornate "no", può essere fissata con l'ordine, può dimenticare i vestiti sullo stendino per più di un giorno, può mettere l'ordine prima del divertimento, può essere un pasticcio in cucina o una cuoca provetta o cavarsela il giusto, può odiare stirare ma amare pulire i vetri, può prendersi del tempo per leggere o giocare ai videogame anche con i bambini per casa, può essere sedentaria o sportiva, può girare in tuta o sempre in ordine...
Tutto questo può essere parte della donna del focolare, ma ci sarà una cosa che accomuna tutte, il rendere speciale ciò che fanno perché ha un ingrediente fondamentale, l'amore..
Anche una torta sgangherata, un abito non stirato, il delegare al marito uno dei figli perché si fa fatica a non sbroccare...
Laddove un gesto è fatto con amore e con un gesto o un tocco speciale, lì è la donna del focolare...
In un sorriso nonostante il caos, nel mettersi al pc ad aiutare la figlia a fare una ricerca anche se avevi altro da fare, nel delegare al marito la correzione del compito di geometria perché tu sei una schiappa e lo fai notare a tua figlia per sdrammatizzare il suo "non riuscire"(quest'ultimo è appena accaduto)....

Nel concludere una torta di compleanno alla perfezione oppure cercando di nascondere la crema che cola perché poco densa, nel chiedere ai bambini un attimo di pausa perché sei stanca o nel farti coinvolgere a giocare a Super Mario Odyssey con i bambini...
Nel mettere una caramella nell'astuccio di tua figlia perché va a scuola con l'ansia e aprire l'astuccio trovando quella caramella la fa stare meglio.
La donna del focolare, è anche quella che dice di non avere più fame perché il piccolo vuole le ultime zucchine lesse (si, Mattia le adora), è quella che preferisce mettersi al sole per lasciare il posto all'ombra ai bambini anche se non sopporta stare al sole...
E' quella che anche se è stanca e ha mal di testa e vorrebbe solo silenzio, si mette comunque ad ascoltare gli sfoghi della figlia o il suo racconto di com'è andata la giornata..
Io tutto questo non me la sento di condannarlo ma anzi, lo vorrei condividere con chiunque perché sono queste piccole cose che lasciano il segno, non di certo per la perfezione ma per la normalità spolverata di piccole attenzioni o piccoli gesti.

Nonna per me era l'esempio di donna del focolare, piccoli gesti, tante piccole cose, anche solo sguardi che mi facevano stare meglio e che ora mancano tanto.
Io voglio essere quella donna del focolare non perfetta, che commette errori ma che fa anche solo un piccolo gesto quotidiano per rendere speciale la vita di chi mi circonda partendo dalla casa.
Partire dall'interno per irradiare...

(questa è la prima parte, un'infarinatura dove ho voluto spiegare la base poi ci sarà un articolo collegato alla fede, ma ci vorrà molto più lavoro, abbiate pazienza)

Un abbraccio
Cristina

lunedì 8 marzo 2021

Donne in cammino... sulla via della santità.

 


Siamo nel 2021, viviamo in un'epoca in cui tutto è possibile, o per lo meno cosi vogliono farci credere, possiamo essere ciò che vogliamo, o cosi vogliono farci credere.... ma a quanto pare, essere donne, oggi, nel mondo, non è proprio una faccenda cosi facile come sembra.
Mi metto come esempio diretto, sono donna, moglie, mamma di 3 bambini, casalinga per scelta, allo stesso tempo faccio qualche lavoretto artigianale, studio ciò che mi interessa, vado a messa.
Secondo un'analisi spiccia, il quadro che ne farebbero di me nella società di oggi sarebbe il seguente: <una donna sottomessa al marito e mantenuta (per il fatto che ho 3 figli e sono casalinga), senza alcun tipo di aspirazione (per il fatto che non lavoro con posto fisso a contratto), bigotta (per la fede).>

Figo, no?
Ci sono più pregiudizi ora sulle donne che nemmeno ai tempi di mia nonna, quando in realtà a quei tempi qualche domanda una doveva magari farsela.


Sapete qual è la cosa più strana dell'analisi fatta sopra? 
Che in moltissimi casi verrebbe fatta da donne.
Ebbene si, c'è anche questo da aggiungere ed è quasi peggio di tutto il resto.

C'è una cosa che mi ha fatto sorridere la scorsa settimana e ve la racconto brevemente..
La domenica sera guardo un programma dal titolo "90 giorni per innamorarsi..", stranieri che si fidanzano e poi sposano con americani...
In una delle coppie, è lei che lavora e lui che sta a casa; direi che la situazione di quella coppia rispecchia a pieno il sogno femminista.. e invece no.. è stato massacrato (da donne) per il fatto che fosse lui a restare a casa ad occuparsi della figlia, additato come nullafacente, uno che non ha voglia di lavorare, mantenuto dalla moglie etc.. giuro che non volevo credere ai commenti che leggevo... 
Mi sorge spontanea una domanda..
Siamo realmente pronti a certi tipi di "cambiamenti"?

Si incolpa tanto il "patriarcato" perchè rende la donna un oggetto, perchè la mette in secondo piano, non le da il posto che "merita" (quale sarebbe non lo so) e tutto questo genere di cose, quando in realtà è una guerra interna che crea più danni che cose buone.
Creando oltretutto un movimento che va ad escludere l'uomo, per cui non diventa più una voglia di parità ma di sottomissione al contrario.. ma rischierei di divagare.
Una donna non può scegliere autonomamente cosa fare perchè altre donne la etichettano; se resta a casa è una povera succube e sottomessa, se decide di non fare carriera è una poveretta schiava della società patriarcale, se è contraria all'aborto è una pazza bigotta.
Combattono il sessismo facendo sessismo.

Io, purtroppo o per fortuna (dipende dai punti di vista), ho una visione tutta strana dell'essere donna nel mondo, soprattutto di oggi.
L'essere donna e far valere l'essere tale, spesso è ridotto a chiasso, lotte, urla, proteste mettendo a nudo anche il proprio corpo, denigrando il pudore e quant'altro, quando in realtà, secondo me, per essere donna nel mondo, basta semplicemente ESSERE, trovare la propria essenza.
Anziché prendere esempio da chissà quali eroine particolari e conosciute, che magari colorano di rosa i peli delle ascelle o sfoggiano un monociglio che "zio Bergomi" levati (ex calciatore dell'inter); preferisco cercare quell'essenza in figure più concrete, quelle donne che hanno fatto la differenza, lasciato il segno, con calma...sto parlando delle Sante, donne che hanno messo la loro vita a disposizione degli altri, fatto del bene, anche rivoluzionato molte cose importanti ma in modo pacato, senza urlare contro nessuno.
Ma non solo...

All'interno della chiesa la donna è sempre stata vista come qualcosa di invisibile (scusate il gioco di parole), inutile, non considerata... almeno è ciò che credono molti se si basano su uno sguardo superficiale.
Se si prova ad approfondire un po, neanche troppo, si scopre quanto nella chiesa la donna in realtà abbia un grande valore.
Basti guardare Maria, colei che ha dato alla luce il figlio di Dio, colei che, nonostante stesse un passo indietro, faceva grandi cose.
Senza il suo Sì chissà ora come saremmo, senza la sua accoglienza, il suo mettersi a disposizione e mettersi a disposizione dell'altro non significa essere succube  tutt'altro. 

Vogliamo parlare delle donne nella bibbia?
Le stiamo scoprendo piano piano nel cammino di Quaresima, cosi come spesso le troviamo non solo nell'Antico Testamento ma anche nei Vangeli, accanto a Gesù, sempre.. e Lui non le tratta come inferiori, non le denigra, non le caccia, anzi...
Per alcuni "povere donne non considerate", per me esempi di dignità femminile e di vita quotidiana, di preghiera e di comunione con Dio.
Per non parlare delle Sante come accennato poco fa, oppure semplicemente conoscenti, amiche, parenti che possono per noi essere degli esempi di Donne, femminilità, dignità, senza però essere conformate al pensiero comune di questa generazione che le vorrebbe vedere in piazza urlanti che inneggiano alla parità dei sessi denudandosi o rabbiose o sfoggiando statue a forma di organo genitale femminile o come viene chiamata in alcuni casi "Yoni".
Per carità, non tutte sono cosi, esiste anche una sorta di femminismo utile, anche interessante, che si dissocia da certe manifestazioni ma con cui non posso lo stesso concordare perchè quando una donna lotta per l'aborto, per me ha perso in partenza.

Per me essere donna è un compito difficile e meraviglioso allo stesso tempo, siamo creatrici di vita, la custodiamo, la mettiamo al mondo, la aiutiamo ad entrare nel mondo, alcune cose spettano a noi, altre le facciamo insieme all'uomo; non sempre siamo madri in modo diretto ma  laddove c'è vita, non posso vederci una possibile scelta di morte.

Perchè è cosi, oggi si fanno lotte strane, si lotta per avere il diritto di abortire a piacimento, per far riconoscere i transessuali come donne vere...
Tutto questo trasforma la donna, la sua essenza; diventa rabbiosa, feroce, predatrice, e questa cosa porterà ad una sola conseguenza, la mutazione della parità di genere per cui combattono nell'esaltazione della figura della donna arrivando a sovrastare quella dell'uomo..
Si passerà dalla visione patriarcale, a quella matriarcale perchè la via di mezzo sarà ben difficile da ottenere.
Non siamo pronti...
Conosco moltissime femministe che lottano per queste cose, e la stragrande maggioranza di loro vorrebbe una società matriarcale, (questa cosa capita soprattutto quando ci si addentra nel mondo new age...)... e la parità dove va a finire?

Si lotta perchè una donna possa conciliare lavoro e famiglia, ma non perchè una donna possa decidere in modo consapevole di potersi prendere cura della famiglia senza per forza lavorare fuori casa.

Se mi seguite da tempo, sapete la mia fissazione per le donne Sante, anche poco conosciute (ne parlo spesso su instagram o qualche volta anche su facebook), trovo estremamente utile ed edificante conoscere le loro storie, la loro vita, le loro "rivoluzioni" nel mondo perchè rendono la santità qualcosa alla portata di tutti, non solo una prerogativa maschile o delle persone super perfette, qualcosa che si può raggiungere attraverso scelte quotidiane, delle "lotte" quotidiane, che lotta non significa per forza guerra, ma esiste anche una lotta calma, composta da fatti concreti.

La santità non è perfezione ma è un cammino continuo verso Dio mettendo la nostra vita nelle sue mani, con cadute, pensieri, dubbi, ma con il cuore ricolmo del suo amore che ci da la forza di non mollare.

Per questo durante lo scorso lockdown ho creato una piccola rubrica dal titolo "Donne in cammino....sulla via della Santità", un piccolo spazio dedicato esclusivamente alle donne che evangelizzano e parlano della loro fede tramite i social.
Siamo tutti in cammino, tutti puntiamo o dovremmo puntare alla Santità, ma se raramente ci dicono che è alla portata di tutti, magari rischiamo di demoralizzarci, allora quello spazio diventa una piccolo pezzetto di condivisione di un cammino che può esserci d'ispirazione o d'aiuto per continuar e in questo obiettivo.
Donne, ragazze, mogli, mamme, artiste, lavoratrici, casalinghe, consacrate e non...
Eh no, non sono contro i Santi maschi, loro hanno già tantissimo spazio, in quanto donna, moglie, mamma, ho bisogno di focalizzarmi su altre donne, mogli e mamme che prima di me hanno raggiunto l'obiettivo della Santità, e donne che come me sono in cammino quotidiano che mi ricordano che è possibile..

E le piccole donne?
Bisogna educare le future donne da piccole, aiutandole a prendere consapevolezza della loro essenza di donna in modo sano, senza lasciare questo compito alla società altrimenti si rischia di mandare tutto all'aria, perché il mondo toglierebbe loro il senso del pudore e dell'accoglienza, della voglia di realizzarsi in modo sano senza guerre cariche di pregiudizi verso l'uomo. 
Spetta a noi crescere delle future donne consapevoli del loro ruolo nel mondo, riconoscendo il diritto alle ragazze di essere tenute in considerazione anche se non si adeguano ad una società che le vuole con il coltello tra i denti.
Cosi come non è giusto che se ne stiano zitte ed accondiscendenti, ci sono le vie di mezzo, quelle belle, sane, utili.. perchè una donna, nella sua essenza, non potrà mai essere uguale ad un uomo e per fortuna...

Vi lascio una citazione che amo molto dal Libro dei Proverbi:

''Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare''
(Libro dei Proverbi)

Un abbraccio.

mercoledì 17 febbraio 2021

Diario di Quaresima, in cammino con le donne della Bibbia.


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(Tutto ciò che riguarda la quaresima degli anni precedenti sbirciate nella sezione QUARESIMA.)

Mercoledi delle ceneri, primo giorno di Quaresima, che il cammino abbia inizio...
[sarà possibile scaricare il percorso in formato PDF, cliccando QUI]

Quest'anno sarà un cammino particolare, diverso dai soliti che ho proposto in precedenza e sarà fatto attraverso le donne della Bibbia grazie ad un diario di viaggio chiamato "Diario di Quaresima".
Sapete che sono fissata con questa cosa delle donne nella Bibbia, donne Sante etc, per cui non poteva mancare un intero percorso basato sulle donne per accompagnarci attraverso questo periodo speciale.

Saranno loro ad accompagnarci in queste settimane attraverso l'antico e il nuovo testamento, attraverso il loro vissuto e la loro testimonianza di vita.
Attraverso le loro cadute e la loro fede, i loro dubbi e le azioni di Dio nella loro vita.

Prima di entrare nelle storie delle nostre sorelle nelle Scritture, è importante tenere a mente ciò che il Signore ci ha insegnato.

Per questo, durante la prima settimana (da oggi, Mercoledi delle Ceneri), guarderemo 4 insegnamenti diversi di Gesù su come pregare - con umiltà, perdono, perseveranza e concentrazione.
Sentiremo le parole di questo passo proclamato oggi a Messa dove Lui ci ricorda che qualunque cosa facciamo come parte delle nostre pratiche di fede - riguardo la preghiera, il digiuno ed elemosina - dobbiamo farlo solo per Dio, non per l’ammirazione di altre persone.
Cerchiamo di essere determinate e proviamo veramente ad impegnarci. 
Quest’anno non falliremo in questa Quaresima, non ci distrarremo nè cadremo in tentazione! Cresceremo più vicino a Dio e scriveremo ogni giorno nel nostro Diario sperimentando la preghiera incessante e il digiuno senza lamentarci.

PICCOLO SPOILER: Non andrà cosi!

Inciamperemo sicuramente durante questa Quaresima, non avete idea di quante volte!! 
Cadremo in modo spettacolare. Ma sorelle, è QUESTO il punto.
Dio ci insegnerà una cosa importante, ovvero che LUI è il centro, non noi; che siamo chiamati a fedeltà ed umiltà, non successo o medaglie d’oro; che nessun nostro peccato è troppo grande per lui da superare; che ciò che importa di più è ricevere l’amore di Dio e condividerlo con gli altri.
Prendete coraggio per il viaggio, sorelle. 
Ci siamo dentro insieme. 
Lui vede ognuna di noi e vuole darci cose buone in questa Quaresima.

Nella prima settimana intera di Quaresima, riflettiamo sulle fondamenta della nostra preghiera: la nostra relazione con Dio.
Dove trovi Dio nella tua vita oggi? Quali parti della tua fede sono forti? Quali parti sono piene di lotta o incertezza?
Lo scopo della penitenza e della preghiera della Quaresima è di avvicinarci a Dio, ma a meno che non conosciamo il nostro punto di partenza, non comprendiamo pienamente dove Dio ci sta guidando.

Pensa alle tue relazioni più strette con la famiglia o gli amici, come le nutri? Dove speri di crescere o cambiare?
Quali problemi o sfide sembrano emergere più e più volte con le persone che ami?

La nostra relazione con Dio ha bisogno di amore e attenzione come ogni altra relazione.
Siamo stati creati con e per la nostra relazione con Dio, prima ancora che potessimo parlare o pregare. E proprio come il nostro rapporto con le persone nella nostra vita è definito da più delle nostre abitudini di comunicazione con loro, la nostra relazione con Dio - e l'amore di Dio per noi - precede la nostra preghiera in modo meraviglioso.
Siamo amati ancor prima di aprire le nostre bocche per pregare.
Nel percorso esploreremo la nostra relazione con Dio attraverso le storie di donne che hanno parlato direttamente con Dio: Eva, Agar, Marta e Maria Maddalena. Donne tutt'altro che perfette, come noi, ma hanno cercato di conoscere, amare e servire Dio - anche attraverso i loro peccati e attraverso i momenti più difficili della loro vite. Le loro storie ci insegnano come il nostro rapporto con Dio sia il fondamento di tutto ciò che siamo e tutto ciò che facciamo.


Per poi passare a Miriam, l'Amata dal Cantico di Salomone, Maria la Madre di Dio e Anna la profetessa. Le loro parole e azioni sono scritte per noi nella Scrittura per ispirare il nostro amore e adorazione di Dio. Se entriamo nelle loro storie con cuore umile, aperte ad imparare dalla Parola di Dio, possiamo scoprire che questa Quaresima potrà cambiare la nostra posizione verso Dio: portandoci ad inginocchiarci non per paura o colpa, ma per meraviglia e stupore per quello che Dio sta facendo nelle nostre vite.
Poi ancora Sara, Rebecca, L'adultera, La donna samaritana....
E ancora...Noemi, Sara, La donna cananita, La donna sanguinante.
Anna, Giuditta, Elisabetta e la suocera di Pietro. Quattro donne le cui parole e azioni portano alla vita le preghiere di ringraziamento. Possano le loro storie riempire i nostri cuori di ringraziamento, proprio mentre la Quaresima volge al termine.
Per poi arrivare alla settimana santa...

In questo tempo scopriremo come entrare in relazione con il Signore, come riscoprire la confessione da un punto di vista diverso ovvero come preghiera; scopriremo come vedere alcuni brani di vangelo con una chiave di lettura diversa.
Scopriremo che cadere è anche un bene purché ci sia la consapevolezza che possiamo sempre rialzarci e ripartire.
Nel gruppo Facebook ogni giorno ci saranno le letture, preghiere e riflessioni, mentre su instagram solo piccoli spunti e verrà utilizzato #diariodiquaresima 

In questo tempo di Quaresima, come detto in precedenza, ci sono tre elementi fondamentali che vi ripeto ogni anno ma lo faccio ancora perchè sono una gran rompi scatole.

Il digiuno
La Preghiera
L'Elemosina

Sono aiuti per liberarci da noi stessi e che ci aiutano a relazionarci con il Signore per vivere l'amore e la misericordia.
Ora vediamoli uno ad uno ma li troverete anche nel cammino che faremo da qui alla Pasqua.

Digiuno.

"Verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno" (Matteo 9,15)

Il Signore prevede il digiuno per il suoi discepoli, ed esorta noi a viverlo come occasione per prendere coscienza chiara del nostro limite creaturale e diventare cosi compassionevoli verso quanti non hanno mezzi di sostentamento.
Il digiuno diventa un esercizio di discernimento da ciò che ci serve realmente rispetto a ciò di cui pensiamo di avere bisogno.
Spesso non ci rendiamo conto di quanta abbondanza abbiamo, non solo alimentare ma di ogni cosa, per questo il digiuno va visto in modo più ampio diventando cosi un esercizio di umanità.
Ci ritroviamo quindi a fare un pò il punto della situazione sul nostro rapporto con il cibo e con tutte le altre realtà con cui abbiamo a che fare e con cui nutriamo la nostra vita.
<<Il segreto di un digiuno accetto da Dio ha senso nella misura in cui sciolga "catene e legami">> (Isaia 58,6)
In questo modo, il digiuno conserva si la sua caratteristica ascetica di privazione e mortificazione, ma comprende un senso di aiuto all'elevazione della coscienza che l'uomo ha di se stesso.
Si può optare per un'astinenza oppure per una sospensione completa per un tempo previsto, l'importante è far emergere la verità del proprio desiderio per purificarlo.

Preghiera.

La preghiera è innanzitutto un atto di presenza a Dio, di ricerca del suo Volto.
La preghiera è una scuola di vita e fa della vita una scuola di ricerca del volto di Dio fino a riconoscerlo negli innumerevoli volti umani.
Attraverso la preghiera diventiamo capaci di onorare il nostro limite senza esserne schiacciati, dove quel limite diventa uno sgabello che ci permette di lanciarci alla scoperta del mondo di cui facciamo parte e che è tanto grande e stupendo.
La preghiera ci permette di riscoprire la leggerezza fatta dai gesti d'amore semplici e allo stesso tempo forti.In fin dei conti basta poco, le mani giunte e gli occhi socchiusi; mettersi vicino alla terra inginocchiandosi senza perdere, ma recuperando interamente la nostra dignità; una parola o silenzio...
Quanto è semplice e meraviglioso pregare!
Cosa è pregare?
lo si può sperimentare continuamente come quando si vive un atto d'amore o un sussulto di disperazione dove non è mai totalmente nuovo ma allo stesso tempo è completamente unico.
La preghiera è un lavorare su se stessi per curare una relazione con Dio, perchè se non parliamo con lui, se non preghiamo come possiamo avere con lui una relazione? E' impossibile.
Ogni volta che il nostro cuore si apre al rischio della preghiera, ci regaliamo la possibilità di guardare la nostra vita da un punto di vista più ampio.
La preghiera nonostante possa sembrare qualcosa di intimo e privato, in realtà ci mette sempre in comunione con tutti o nostri fratelli e sorelle in comunità ma anche con tutte le creature del cielo e della terra.

La bontà del digiuno e la vertà della preghiera si giudicano dai "frutti" di conversione.
"Cosi ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi" (Mt 7,17)

Elemosina.
questa terza opera quaresimale è spesso fraintesa o mal utilizzata poichè si rischia di tradurla in un gesto con cui ci si libera del fastidio dell'altro che ci chiede aiuto o solo attenzione.
Nelle scritture questa parola ci riporta a quel balsamo di misericordia che chiediamo continuamente a Dio per noi - Kyrie eleison!- e che ci impegniamo a spalmare dolcemente sulle ferite e le fatiche di tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino.
Basta ricordare queste parole di Gesù:
"Date piuttosto in elemosina quello che c'è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro" (Lc 11,41)
Ci si deve distogliere dal totale amore di sé per aprirsi a qualcosa di più grande, a quella conversione che ci porta all'amore incondizionato per l'altro.

Buon cammino.

venerdì 15 gennaio 2021

Casalinga (non disperata) per scelta, tra luoghi comuni e realtà.

 


Ammetto subito una cosa, questo articolo lo volevo scrivere da mesi... forse anni... ma non ero pronta, non puoi scrivere un articolo su un tema che ti spaventa o se ti senti in difetto nell'appartenere ad una certa categoria.
Ora però sono pronta, posso e voglio farlo ed eccomi qui...con un pizzico di serietà e di spensieratezza mi apro a voi attraverso luoghi comuni e attimi di realtà attraverso la mia esperienza.

Partiamo dalla definizione di casalinga, semplice e sintetica da dizionario:

"CASALINGA: Donna dedita esclusivamente alla cura e all'andamento della casa e della famiglia"

Effettivamente, una casalinga si occupa esclusivamente di casa e famiglia.
"Che ci vuole a fare quello, soprattutto se i bambini sono a scuola o asilo.. hai come minimo tutta la mattina libera per cui cosa fai, guardi la tv, vai dal parrucchiere, riposi...."
Evidentemente negli ultimi 11 anni ho perso dei pezzi... XD perché il divano mi vede solo dopo cena, la tv resta spenta e vado dal parrucchiere 1 volta all'anno.

La cosa che ho notato negli anni è che si ha la classica visione da film, peccato che sia una visione della casalinga ricca, non di una normale XD.
Altro errore, collegare la casalinga a quelle "di una volta", ma anche lì c'è un'idea errata; una volta non era cosi facile esserlo, non c'erano tutte le comodità di oggi, le cose da fare erano tante, magari con molti più figli di oggi da gestire e molto altro.

La domanda sorge spontanea... la definizione di casalinga è ancora attuale?
Penso di no, per un semplice motivo, non conosco casalinghe che si limitano solo alla gestione esclusiva di casa e famiglia senza fare altro.
Tutte fanno molto di più, e non parlo di lavorare fuori casa (in questo caso non sono casalinghe per definizione), ma studiano, oppure si dedicano all'autoproduzione che possa essere di detersivi, vestiti e quant'altro, seguono corsi, si dedicano al fai da te, scrivono, si mettono a disposizione degli altri, magari fanno qualche lavoretto a casa... insomma.. non stanno con le mani in mano.
Fare la casalinga non è solo pulire casa e cambiare i pannolini se si hanno figli..

Collegandomi a questo, non avete idea della difficoltà nel trovare un'immagine adatta all'articolo, scrivendo "casalinga" su Google, la maggior parte delle immagini mostrano una donna frustrata, sopraffatta, triste, carica di cose da fare, insoddisfatta... un sacco di luoghi comuni che non condivido.

Parlando di luoghi comuni, ecco 3 scenari tipici che sicuramente moltissime hanno sentito nel corso della loro vita da mamme, che arrivi ad un certo punto e preghi tutti i santi perchè ti aiutino a gestire le risposte...

Primo scenario, probabilmente una "tua simile" o semplicemente una donna solidale:
" Che lavoro fai?"...
" Casalinga e mamma a tempo pieno."
" Ah... beh si, bello e faticoso"

Secondo scenario, quella che probabilmente non ha ben capito cosa voglia dire:
" Che lavoro fai?"...
" Casalinga e mamma a tempo pieno."
" Bene, beata te che riposi!!"
ti verrebbe da rispondere.. "oh, certo! passo dal divano, al letto, rotolando direttamente in cucina, poi se proprio mi va preparo i 4 salti in padella per tutti e via"

Terzo scenario, subentra l'invidia e la voglia di farti sentire in colpa manco stessi rubando o dovesse darti lei dei soldi:
" Che lavoro fai?"...
" Casalinga e mamma a tempo pieno."
 (con aria stizzita) " Ah beh, beata te che te lo puoi permettere."

Queste non sono leggende metropolitane, ma alcune delle cose che mi sono sentita dire da quando è nata la mia prima figlia nel lontano 2010.
Poi arriva la perla (da chi è molto più vicino… oltretutto donna).. quella che crede di sapere cosa è giusto per tutte:
"Una donna deve lavorare fuori casa per sentirsi realizzata… quando ti trovi un lavoro?"
(e quando lo trovi per qualche ora ogni tanto... "io non abbandonerei i bambini per lavorare quando hanno bisogno di me".. giuro che è successo)

Secondo la società la donna è realizzata solo se sta fuori casa, solo se sui libri di scuola viene detto che lavora, sia mai dire che sta bene a casa.
Trovo questo estremamente triste e anzi, a mio parere toglie importanza alla donna perchè non le permette di essere nel posto che desidera ma sono gli altri a decidere per lei.

La donna è importante laddove si percepisce la sua essenza.

E, se proprio devo dirla tutta, la mia essenza viene sprigionata quando mi occupo esclusivamente della casa e della famiglia.. e non perché non posso fare altro non avendo una laurea ma un misero diploma professionale, ma perché è la cosa che mi fa stare bene, mi fa sentire realizzata e nel posto giusto.
Si ok, oltre a quello studio, un giorno a settimana lavoro ma non mi danno la stessa cosa, non mi rendono realmente felice, non mi completano.

Sono casalinga, non perché non ho alternative, lo sono per una scelta mia e condivisa con mio marito, perché mi fa sentire di avere una vita piena, ricca, anche un po' di corsa, sempre a disposizione dell'altro, ma meravigliosa.
Capitano anche i momenti in cui mi sento sopraffatta ma quando accade ho imparato ad affidarmi al Signore o a Maria, mi fermo, resetto e riparto.

Mi godo l'essere una casalinga?
Per niente! Mi sobbarcarco continuamente di cose da fare, troppe...

Quando ero incinta di Giorgia avevo in testa solo una cosa, rientrare al lavoro subito.
Sono rimasta dal 3°mese di gravidanza (le mie gravidanze sono a rischio dall'inizio alla fine per una mutazione genetica) e per una come me è stato abbastanza difficile abituarmi..
Sono cresciuta con l'idea che bisognasse sempre e solo lavorare.. ho iniziato quando ero ancora alle medie a lavorare ai mercati estivi con i miei genitori (mio padre aveva una bancarella di scarpe), poi alle superiori a lavorare i 3 mesi estivi anche in fabbrica e nei week end tutto l'anno (per pagarmi gli studi dopo una bocciatura), stare a casa non era contemplato... 

Poi è nata lei, ho perso il lavoro e si è aperto un mondo nuovo…

Ho scoperto la gioia del prendersi cura di un bambino (prima della maternità non amavo affatto i bambini), l'esserci per ogni suo piccolo progresso, quando stava male, quando aveva bisogno e quando semplicemente era tranquilla addormentata e potevo sistemare casa o leggere qualcosa.
Ho scoperto che il lavoro non è solo qualcosa di retribuito ma può essere anche il mettersi a disposizione dell'altro gratuitamente.
Ho scoperto che l'essere mamma a tempo pieno, prendersi cura della casa, fare la spesa e far quadrare i conti sono un lavoraccio non da poco.
[piccola parentesi: quando lavoravo, si occupava mio marito di casa, spesa e conti perché io uscivo di casa alle 8 e rientravo alle 20,30 e il sabato andavo direttamente al secondo lavoro fino all'1 o 2 di notte.]
Ho scoperto che il lavoro non è tutto, che ci deve essere nel momento in cui una persona ne ha bisogno per una questione economica (ovviamente), e ne sente il bisogno perché ama il suo lavoro, ciò che fa etc.. ma nel momento in cui può farne a meno, ha tutto il diritto di seguire ciò che è la sua vocazione senza doversi sentire in difetto o in colpa ne tantomeno una mantenuta.

La scelta di stare a casa è stata una decisione condivisa e supportata da mio marito, abbiamo deciso che avremmo fatto sacrifici ma che avrei cresciuto io i bambini senza appoggi di nonni o asilo nido.
Poi quando Giorgia aveva quasi 2 anni, sono rimasta incinta di Gabriele e quando Gabriele ne aveva quasi 4 eccomi incinta di Mattia che ora ha 4 anni e mezzo.

Richiamo un pezzetto di un mio articolo di qualche mese fa sulla figura della donna (lo trovate qui)

"Per quanto un uomo possa impegnarsi (in assenza di una figura femminile o in suo aiuto), non potrà mai eguagliare l'essenza femminile.
Nella Bibbia, è lei che fa vivere la liturgia settimanale dello shabbat (il sabato), un giorno sacro da ritagliare tra le varie faccende domestiche e uno spazio da dedicare al Signore, ringraziandolo per i benefici ricevuti.
In Israele, il sabato la donna non compie azioni speciali, (non serve fare cose straordinarie, ma ordinarie cariche di significato) si serve di piccoli gesti per ricordalo; quei piccoli gesti che fanno la differenza.. pulisce ed illumina la casa, diffonde un'aria di festa, cucina con una cura particolare e ricorda alla famiglia che quel giorno è speciale.
Non solo, accende candele in ogni stanza cosi che la luce si possa diffondere rallegrando la casa in preparazione alla preghiera.

La donna in sintesi rivestiva un ruolo sacro, ricordava (gesto di una premura meravigliosa) la festa con segni particolari: ceri, olio, rami d'ulivo, pulizia della casa, cibi speciali, faceva indossare alla famiglia il "vestito buono", quello che per noi è della domenica (di cui vi ho parlato poco tempo fa), ma la cosa più importante è che, nell'intimità famigliare veniva chiamata maestra di preghiera... che onore..."

Il ruolo della donna, soprattutto della casalinga andrebbe rivalutato, non sminuito, non snobbato, deve essere apprezzato, rispettato senza allusioni all'essere una mantenuta (de che!!) o orribili etichette perché nessuno sa cosa c'è dietro una scelta di questo genere e nessuno dovrebbe permettersi di giudicare ne tantomeno di invidiare o sminuire perché la cosa importante è che ognuna si possa trovare nel posto che la fa stare meglio.
La prima solidarietà dovrebbe iniziare tra noi donne, nessuna è meglio dell'altra, una lavoratrice fuori casa non è migliore di una casalinga... per questo auguro a tutte di trovare il proprio posto, di fare quello che vi fa stare meglio, di essere nel luogo che vi fa essere a pieno voi stesse che possa essere la casa, un salone, un'aula, o altro..

Il mio obiettivo per questo nuovo anno è quello di vivere meglio il mio essere casalinga senza sobbarcarmi di cose solo per dimostrare che faccio tanto per poi ritrovarmi realmente frustrata... voglio solo essere una folle casalinga cattolica che sta bene nel suo posto.

martedì 24 novembre 2020

Le donne dell'annuncio, quella sottomissione che sa di elevazione.



Due letture degli ultimi mesi, una iniziata da poco, l'altra terminata, mi hanno dato tanto e vorrei condividere qualche pensiero oltre ad alcune cose scoperte durante la lettura.
(alla fine del post trovate i riferimenti)

Quando frequentavo il paganesimo era normale parlare di patriarcato sottolineando il ruolo della donna sottomessa ed emarginata, il tutto in chiave estremamente negativa.
Era un modello da "combattere", una radice che andava estirpata dalla società perché dannosa.
Una delle cose che mi avevano attirata del paganesimo era proprio il dualismo Dio-Dea, il ruolo attivo della donna, non solo dell'uomo... una sorta di equilibrio che improvvisamente ritenevo necessario.
La maggior parte delle tradizioni, soprattutto di ramo dualista, seguivano questo equilibrio delle divinità per cui era presente un Dio e una Dea oltre ad innumerevoli archetipi; nonostante ciò, il tarlo del patriarcato portava spessissimo a dare più importanza alla Dea ovvero alla parte femminile (se vogliamo essere pignoli, si riscontrava poi un con conseguente squilibrio).

Oggi nei percorsi politeisti, dualisti etc, si ha una sempre più forte attrazione per la riscoperta del matriarcato (presente in molte culture antiche), una sorta di "Girl Power" in chiave rivisitata, un po' nuova e un po' antica (dipende se trovi quella in modalità femminista repressa o se trovi quella tranquilla non arrabbiata con il mondo).
Un po' nuova perché oggi si tende a estremizzare questa idea di "Potere alle donne" in modo quasi eccessivo, se non estremizzi non combatti; un po' antica perché, per le donne più sagge è fatta silenziosamente, in modo pacato, non urlato.
Quel modo pacato di ridare "potere" alle donne, mi ricorda un po quello della Bibbia, quello di cui molti non ne conoscono l'esistenza, quello che molti non vedono dando per scontato che la donna sia una povera donzella schiava sottomessa senza alcun ruolo, un soprammobile sfruttato quando in realtà non è cosi.

Dobbiamo solo togliere un po' di peso dal cuore e polvere ai pensieri.

In un tempo in cui c'è indignazione per una donna che decide di fare la casalinga oppure che trova normale stirare e stare in cucina per il puro piacere di farlo, vorrei rispolverare la figura della donna di un tempo lontano.
Un tempo in cui nell'immaginario collettivo aveva un ruolo marginale, dove il patriarcato prevaleva e per molti tutto ciò è qualcosa di inaccettabile, ma se guardiamo bene, con occhi nuovi, la donna, nel suo silenzio, nel suo essere marginale, aveva il ruolo più importante di tutti, era la guida per la famiglia, quel punto di riferimento che se tolto rendeva tutto più spento e vuoto.
Per essere importante non è necessario fare rumore, sedere su di un trono, fare un lavoro di prestigio, per essere importante serve ben altro, è saperci essere, saper essere anche senza parlare.

La donna nella Bibbia va osservata attentamente, come si muove, cosa fa, come parla, perché essa trasmette soprattutto dove meglio prega e penso possiate immaginare dove..
Il suo mondo sacro più che il tempio è la casa, eh si, proprio la casa, quel luogo che racchiude le sue gioie e i suoi drammi, dove esercitava ed esercita il ruolo più importante per la famiglia e per se stessa.
In quella sua dimora la figura femminile si staglia con una compostezza, una sacralità e una devozione pari ad una sacerdotessa quando celebra le ricorrenze religiose, quelle importanti nella vita d'Israele, specie la Pasqua.
Allora come oggi, in ogni solennità è lei il personaggio principale che anima la festa.
Provate ad immaginare una festa, una celebrazione senza la donna... senza il suo impegno nel preparare, senza la cura con cui mette ogni cosa nel posto giusto, non sarebbe lo stesso.
Per quanto un uomo possa impegnarsi (in assenza di una figura femminile o in suo aiuto), non potrà mai eguagliare l'essenza femminile.

Ritornando alla Bibbia, è lei che fa vivere la liturgia settimanale dello shabbat (il sabato), un giorno sacro da ritagliare tra le varie faccende domestiche e uno spazio da dedicare al Signore, ringraziandolo per i benefici ricevuti.
Possiamo dire che è il perfetto equilibrio tra Marta e Maria, il fare unito alla preghiera.

In Israele, il sabato la donna non compie azioni speciali, (non serve fare cose straordinarie, ma ordinarie cariche di significato) si serve di piccoli gesti per ricordalo; quei piccoli gesti che fanno la differenza.. pulisce ed illumina la casa, diffonde un'aria di festa, cucina con una cura particolare e ricorda alla famiglia che quel giorno è speciale.
Non solo, accende candele in ogni stanza cosi che la luce si possa diffondere rallegrando la casa in preparazione alla preghiera.

La donna in sintesi rivestiva un ruolo sacro, ricordava (gesto di una premura meravigliosa) la festa con segni particolari: ceri, olio, rami d'ulivo, pulizia della casa, cibi speciali, faceva indossare alla famiglia il "vestito buono", quello che per noi è della domenica (di cui vi ho parlato poco tempo fa), ma la cosa più importante è che, nell'intimità famigliare veniva chiamata "maestra di preghiera"... che onore...

Ad oggi tutto ciò si è quasi perso, si parla, anzi, si urla di emancipazione, di parità dei sessi, del fatto che la donna è sempre stata messa da parte, quando nella realtà dei fatti, la donna è sempre stata silente (peculiarità che trovo assolutamente sublime) ma non per questo marginale.
Secondo la società la donna è realizzata solo se sta fuori casa, solo se sui libri di scuola viene detto che lavora, sia mai dire che sta bene a casa..
Trovo questo estremamente triste e anzi, a mio parere toglie importanza alla donna.
La donna è importante laddove si percepisce la sua essenza.

Riprendendo quanto detto sopra, senza di lei la casa sarebbe stata sterile, vuota, senza calore.
Sarebbe più che mai necessaria un'azione femminile per pregare ancora nella sfera famigliare e sociale, dato il ruolo importante della donna e l'influenza positiva che può esercitare sulle giovani generazioni.

Una frase mi ha colpita particolarmente nel libro "Donne che raccontano di Dio" riguardo questo tema meraviglioso:
 "In un'immagine felice può essere l'isola che si apre all'oceano sconfinato, alla profondità dell'alleanza fedele di Dio per orientare alla fede vera dalla quale scaturiscono il dialogo e l'invocazione"

Nel Nuovo Testamento le donne hanno ruoli speciali, seguono il maestro con fedeltà, non si scoraggiano al rifiuto della gente ne davanti alle persecuzioni o alla morte.
Donne che, quando i discepoli prediletti sono fuggiti, sono rimaste al fianco di Gesù tanto da essere le prime a vederlo dopo la  risurrezione.
Le donne della risurrezione sono mandate dallo stesso Gesù a predicare il Vangelo della gioia e della speranza, le donne che lo ungono, che si prendono cura del suo corpo in silenzio ma che allo stesso tempo svolgono un'azione estremamente importante.
Le donne ci insegnano a credere pregando, ci aiutano a capire il disegno di salvezza, ci aiutano ad avere fede, a pensare che tutto ha un senso..
Ci insegnano a metterci a tavola con i poveri, con gli esclusi, i peccatori per fare in modo di poter comprendere che il Signore è in mezzo a noi sentendo la sua voce che ci chiama, portandoci ad aprire gli occhi.

Paolo scrive:
"Noi siamo dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono" (2Cor 2,15)

In Vangelo ci fa capire la grande importanza delle donne e la loro forte presenza nel messaggio evangelico.

Approfondendo il tema ho scoperto l'esistenza delle Myrofore (o mirofore) che fanno parte della tradizione ortodossa, sono le donne coinvolte nella sepoltura del Cristo e che lo unsero con l'olio profumato, quelle che ricevettero il primo annuncio della Risurrezione di cui vi ho parlato prima.
Solo le portatrici del Verbo, le messaggere della Risurrezione.
Tutt'altro che un ruolo marginale.
Le donne, insieme ai discepoli, saranno chiamate a superare i confini della Terra d'Israele per predicare l'annuncio della Risurrezione ai pagani.

Nella chiesa ortodossa bizantina, la festa delle myrofore è una delle feste liturgiche più importanti in tempo pasquale celebrata la seconda domenica dopo Pasqua per un'intera settimana chiamata "la settimana delle mirofore evangeliste"

C'è una bellissima preghiera a riguardo:
"Le sante donne corsero dietro a te con unguenti, e pur cercandoti come un mortale tra le lacrime, esultanti di gioia, adorarono te, dio vivo, e te annunciarono ai discepoli tuoi, o Cristo, nostro Dio"

Nella tradizione cattolica romana sono invece chiamate "pie donne" e la liturgia latina custodisce ancora l'antico canto con cui si celebra la Pasqua di Risurrezione e accompagna tutta la prima settimana, il "Victimae Pascalis"

Dic nobis Maria, Quid vidisti in via?
Sepulcrum Christi viventis, et gloriam vidi resurgentis,
Angelicos testes, sudarium et vestes.
Surrexit Christus spes mea: praecedet suos in Galilaeam.

["raccontaci, Maria; che hai visto sulla via?" "la tomba del cristo vivente, la gloria del cristo risorto; e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in galilea".

Il mandato femminile ci insegna a vivere nella luce, a servire, a piegarci, ci dà il senso del bello che si può percepire nell'umiliazione, vissuta nell'amore, perché nell'amore l'umiliazione eleva, innalza, non ferisce.
Un abbraccio.


Testi di riferimento:

sabato 11 luglio 2020

Le stagioni dell'armocromia: quando i colori donati da Dio ci rendono perfette cosi come siamo.



Sono stata dal parrucchiere dopo più di un anno per darmi una sistemata a taglio e colore (solitamente faccio da sola ma avevo bisogno di luce).
Chiedendo qualche consiglio ad amiche, si è parlato delle stagioni dell'armocromia (non spaventatevi, nulla di magico o strano), oltretutto tema toccato anche con il parrucchiere.
Dato che sto preparando un articolo sul guardaroba capsula (l'essenziale e la semplicità sono alla base, non è un guardaroba in pillole), direi che parlare dell'armocromia è il primo passo da fare.
A quanto pare l'armocromia nasce negli studi cinematografici con l'arrivo della Tv a colori perché era importante capire quali colori potessero donare alle attrici.

Cosa sono queste "stagioni dell'armocromia"?
Semplicemente sono dei macro-gruppi (che si suddividono ulteriormente in altri 12 o 16 sotto gruppi) per individuare i colori adatti a noi a livello di make up e abbigliamento.
Ognuno di noi ha dei colori naturali che, a seconda di parametri come la temperatura (calda o fredda) e del valore (quanto è chiara o scura una persona complessivamente, quindi occhi, capelli naturali, pelle), rispecchiano quelli presenti in natura in una determinata stagione dell’anno, da qui il nome "stagioni" (primavera, estate, autunno e inverno).

Per capire a quale stagione apparteniamo dobbiamo combinare i nostri colori naturali tra pelle, occhi e capelli.
Chi come me ha sempre avuto la fissa del cambiare colore ai capelli per dare un tocco diverso al proprio look, nel momento in cui vuole trovare la propria collocazione nelle stagioni, si renderà conto che dovrà tornare al proprio colore di capelli naturale o con qualche leggero accorgimento.
Ebbene si, siamo stati creati perfetti cosi come siamo, anche se magari il nostro colore di capelli non ci piace, oppure il colore della nostra pelle secondo noi è troppo chiaro etc, Dio ci ha dato questi colori perché a noi stanno meravigliosamente.
Il trucco sta nell'abbinarci i colori giusti nel vestirci e tutto avrà una luce diversa che rispecchia ciò che siamo veramente.
Io che ho cambiato mille colori, ieri mi sono ritrovata ad avere il mio colore naturale con qualche tocco di luce, in barba ai miei mille cambiamenti.
"Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo."
Salmo 138

Quali sono le caratteristiche delle varie stagioni per capire la propria?



Di seguito ecco le palette per ogni stagione e la descrizione per ogni gruppo.
I colori vanno considerati sia per il make-up che l'abbigliamento e accessori.
Alla fine spiegherò anche a cosa serve tutto questo.
!!!Potrete notare che ogni palette ha al suo interno tutti i colori, ma non uguali, bensì declinati in diverse sfumaturec come ad esempio il viola: l’autunno avrà il melanzana, la primavera il ciclamino, l’inverno il viola elettrico e l’estate il lavanda.!!!


INVERNO:
(è la stagione più diffusa in Italia)
In questo gruppo troviamo tutte coloro che hanno un sottotono di pelle freddo, un valore cromatico tendenzialmente scuro e un’intensità di colori alta.
Per cui rientrano le donne con capelli scuri e incarnati lunari o lattiginosi, con contrasti elevati.
- Tra le star troviamo Angelina Jolie, Katy Perry, Keira Knightley e Penelope Cruz - 
Le nuance adatte sono certamente fredde, ma anche intense e brillanti.
È l’unica stagione che regge bene il nero, che può diventare la tinta-base perfetta per il guardaroba ideale.
Nel complesso, hanno il via libera i classicissimi blu - dal navy al burgundy - ai viola come l’indaco, ai gialli acidi come il lime e ai verdi freddi come lo smeraldo. Tra le varianti di rosso meglio preferire quelle dei frutti di bosco a quelle più calde e aranciate, mentre per il bianco da evitare le sfumature di panna e avorio.
Attenzione: No, invece, alle tonalità calde e poco intense come l'arancio.




PRIMAVERA:
Qui troviamo le persone con sottotono di incarnato caldo, valore chiaro e intensità alta.
Per cui troviamo le donne con incarnati luminosi e complessi cromatici chiari e molto brillanti.
Tra le star troviamo Cara Delevigne, Emma Stone e Kate Middleton.
La palette è composta da tonalità luminose e calde. 
Una sola parola.... brillantezza!
La nuance ottima sulla quale costruire il guardaroba è un bel blu luminoso, oppure un colore neutro come il color cammello.
Altre tonalità ottime sono: i rossi caldi e rosati - come il corallo o il pesca - moltissimi verdi - dal menta al mela - e gli azzurri brillanti come il turchese.



AUTUNNO:
Questo gruppo comprende persone con sottotono caldo, valore cromatico scuro e intensità bassa.
L’Autunno è una stagione variegata ma la si riconosce per lo più grazie all’incarnato, che tende ad essere perennemente ambrato indipendentemente dall’abbronzatura.
Tra le star ci sono Eva Mendez, Julianne Moore e Nicole Richie.
La palette è composta da tonalità calde e intense, direttamente dalla natura dei sottoboschi e delle foreste.
La cromia perfetta alla base del guardaroba è un marrone intenso come il tabacco, oppure un luminoso e caldo giallo oro.
Altre tonalità da utilizzare sono i verdi (di ogni genere) i rossi caldi e gli arancioni.
Anche tutte le nuance delle spezie dal curry, al cumino passando per il caffè.
Attenzione: Stai alla larga dalle tinte pastello e dai colori freddi.




ESTATE:
Questo gruppo comprende tutte coloro che hanno un sottotono di pelle freddo, un valore cromatico assolutamente chiaro e un’intensità bassa.
In questa stagione troviamo donne dall’aspetto particolarmente delicato ed etereo.
Tra le star ci sono Elle Fanning, Bella Hadid e Kate Moss.
Le tinte predilette sono certamente fredde e delicate tra cui un grigio perla oppure un tortora.
Non solo... vanno molto bene le intensità basse con valore cromatico chiaro, ovvero le tinte pastello, quelle cipriate e le tonalità sorbetto.
Ci si può sbizzarrire con i rosa, i rossi rosati (come l’anguria o il color lampone) e con alcune tonalità di verde come il giada o il salvia.
Attenzione alle tinte brillanti ed eccessivamente sature, soprattutto se calde!




A cosa serve tutto questo??
Semplicemente a fare gli acquisti giusti imparando a selezionare ciò che davvero ci dona cosi da non avere un armadio pieno di abiti che rientrano nella categoria "oggi non mi sta bene/lo metto domani/ non ho niente da mettermi.." ma avere pochi abiti perfetti per noi (il che rientra nel guardaroba capsula che vedremo prossimamente per risparmiare ed essere super), della serie pochi ma buoni!
Riscoprire l'essenziale nel creare abbinamenti che ci rendono uniche.
Volete mettere il fatto che con il colore giusto possiamo essere radiose e trasmettere ancora meglio la gioia della nostra fede?!
Una pelle troppo chiara con certi colori rischia di dare l'impressione di non sana, quante volte mi sono sentita dire "ma stai bene? dei cosi bianca!".
Invece utilizzando i colori giusti, anche un incarnato molto chiaro avrà la luce perfetta in qualsiasi momento senza sembrare influenzata! XD

Alla prossima e buona ricerca di stagione!!!!