Buon pomeriggio,
titolo del post piuttosto particolare ma sappiate che ha un senso ben preciso e lo scoprirete subito.
Lunedi ho partecipato alla riunione catechisti dove avremmo discusso riguardo le iniziative relative all'avvento, tra le varie cose è stato fatto un riassunto del corso di formazione dei catechisti che è terminato un paio di settimane fa.
Il tema di questo ultimo blocco dell'anno riguardava l'ascolto, quindi ogni incontro era incentrato su attività che portassero a capire come ascoltare gli altri in questa società che in realtà non ascolta più.
Uno degli esercizi pratici, portava i partecipanti a dividersi in piccoli gruppi di 3 o 4 persone, una persona raccontava per pochi minuti alcune esperienze e andava semplicemente ascoltata.
Una volta rientrati nel salone comune però c'era la sorpresa, ovvero si doveva raccontare agli altri gruppi cosa aveva detto la persona che parlava in modo da rendersi conto cosa effettivamente ognuno aveva ascoltato a riguardo.
Può sembrare un esercizio banale ma in realtà non è affatto cosi!
Quante volte ci ritroviamo di corsa a non ascoltare gli altri, oppure ad ascoltarli a metà perchè o non abbiamo tempo oppure siamo ansiosi di dire la nostra e parlare noi.
Quante volte le persone dialogano e anzichè ascoltare in silenzio aspettando il proprio turno si ritrovano ad accavallarsi nei discorsi cosi che poi non si capisce più nulla.
Questa è una cosa che ho notato tantissimo sia tra i bambini che tra gli adulti... ultimo esempio lampante è stato quando ho partecipato all'interclasse come rappresentante di seconda elementare proprio un paio di settimane fa.
Le insegnanti tra loro parlavano e si accavallavano, ascoltavano a metà, si parlavano una sopra l'altra e non si capiva nulla.. come possono i nostri figli avere rispetto dell'ascolto se gli adulti spesso sono peggio?
Ascoltiamo veramente i nostri figli?
Perchè il titolo "Siano lodati i messaggi vocali?"
Proprio per questo discorso di ascolto.
Quando si parla al telefono (e io non amo stare al telefono), spesso ci si ascolta a metà, soprattutto le telefonate lunghe le trovo deleterie, ci sono persone che parlerebbero per ore senza rendersi conto che magari dall'altra parte la persona ha qualcosa da dire; oppure appena l'altra persona prende parola ecco che torna all'attacco volendo ribadire o aggiungere altro senza ascoltare un eventuale consiglio o risposta...
Vogliamo parlare dei messaggi?
Quelli poi.... con il forte rischio di interpretare male i toni, leggere male, leggere sensi che non ci sono, o interpretare in modo sbagliato.. aiuto!!!
Possono essere tanto belli, un ricordo da rileggere con il passare del tempo, ma certe volte riusciamo a rendere negativo anche quello.
Anni fa non era cosi, credo che le cose anche da punto di vista delle interpretazioni siano cambiate, ci facevamo meno paranoie e davamo meno interpretazioni forse perchè avevamo la mente più sgombra e meno arrabbiata.
Perchè allora i messaggi vocali sono il top?
Perchè devi ascoltare, sei costretto ad ascoltare! (e non è una minaccia XD)
Non puoi interpretare come vuoi perchè il tono è presente, non puoi ascoltare a metà perchè altrimenti fai una figuraccia ed è palese che non hai ascoltato, ma la cosa più bella è che ascolti veramente l'altra persona senza sovrastarla per cui rispondi solo dopo aver ascoltato tutto.
Capita a volte di leggere link simpatici su facebook riguardo la noia di ascoltare messaggi vocali che superino i 2 minuti e diciamo che è un pò il punto focale di questo post, ovvero la reale mancanza di voglia di ascoltare gli altri.
Da quando ho iniziato ad ascoltare note vocali altrui, ho ripreso ad apprezzare la bellezza dell'ascolto, si per carità note lunghe possono essere pesanti da ascoltare ma mettetevi nei panni dell'altra persona... ha voglia di raccontarvi qualcosa di se, oppure vi chiede un parere e voi potrete rispondere con un'altra nota vocale esprimendo voi stesse senza interruzioni, e l'altro vi ascolterà e credo sia bello sapere che siamo ascoltati veramente dagli altri.
Anche in Chiesa spesso noto che se non ci sono i foglietti con i brani della Bibbia che verranno letti, ci si distrae con più facilità rispetto al doverli seguire, io stessa faccio fatica quando non ci sono e credo sia una conseguenza del fatto che abbiamo bisogno di avere tutto subito e alla portata dei nostri occhi, altrimenti non consideriamo nemmeno ciò che ci circonda.
Un buon proposito per l'avvento che sta arrivando, potrebbe essere l'impegno ad ascoltare di più gli altri, a mettere un pò da parte noi stessi, la possibile nostra esuberanza e ricerca d'attenzione per dedicarci al bisogno degli altri di essere realmente ascoltati.
Di seguito ecco una riflessione di Papa Francesco del 25 Giugno 2015
Ci sono — ha spiegato il Papa — «tre parole chiave per capire questo: parlare, fare, e ascoltare». Si parte dal «parlare». Afferma Gesù: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei Cieli». E continua: «In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo fatto profezie nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”». Ma a costoro risponderà: «Non vi ho mai conosciuti, allontanatevi da me voi che operate l’iniquità».
Perché questa opposizione? Perché, ha detto il Pontefice, «questi parlano, fanno», ma manca loro «un altro atteggiamento, che è proprio la base, che è proprio il fondamento del parlare, del fare»: manca «l’ascoltare». Infatti Gesù continua: «Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica...». Dunque «il binomio parlare-fare non è sufficiente», addirittura può anche ingannare. Il binomio corretto è un altro: è «ascoltare e fare, mettere in pratica». Infatti Gesù ci dice: «Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Poi viene la pioggia, soffiano i venti ma la casa rimane salda perché è una casa rocciosa, fatta sulla roccia». Invece «quello che ascolta le parole ma non le fa sue, le lascia passare, cioè non ascolta sul serio e non le mette in pratica, sarà come quello che edifica la sua sabbia».
Nel frattempo grazie per avermi letta...
Un caro abbraccio
Cristina
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