venerdì 26 ottobre 2018

Cucito Creativo: tutorial per Commemorazione dei defunti.


Buongiorno a tutte,
eccoci con il secondo tutorial di cucito creativo con qualcosa di diverso e incentrato sulle ricorrenze che ci saranno a breve, ovvero Santi e Commemorazione dei defunti.
Floriana ha dato vita ad un tutorial splendido e che può coinvolgere anche i bambini soprattutto per aiutarli a capire che se una  persona "torna alla casa del padre" è con Lui; non a caso si dice anche che "passa a miglior vita" ovvero oltre la morte ci aspetta Gesù per cui una vita migliore alla sua presenza, o per lo meno io lo interpreto cosi.

Ma ora vi lascio subito alla spiegazione di Floriana, poi aspettiamo i vostri lavori!!

Faremo una croce bianca (simbolo di purezza) con dei fiori.
Ogni fiore rappresenta un nostro defunto che vogliamo commemorare in occasione della "Commemorazione dei defunti" , oppure in occasione della festa dei Santi, può rappresentare un Santo.



Occorrente:

- Panno lenci bianco per la croce e colorato per i fiori se volete farli voi.
- forbici
- ago
- filo bianco
- cartoncino per ritagliare una croce della grandezza desiderata.
- velcro adesivo
- ovatta per l'imbottitura


Ritagliate su cartoncino due croci di 18 x 15 x 3 cm


Posizionando il cartoncino sul panno lenci bianco segnate con una matita i bordi più 1 cm per le cuciture. (immagine 2.)

Per i fiori.
Ritagliare un rettangolino di stoffa della misura desiderata (in foto è 6x4, immagine 4.).
Piegare a metà come nell'immagine 3.
Passare il filo e tirare quasi ad arricciarlo. (come nell'immagine 5. 6.)




Dopo aver formato il fiore, cucire la base per tenerlo chiuso (immagine 7. e 8.)
Ora prepariamo la corona che sarà la base del fiore.
Ritagliare una corona di 4x2, se utilizzate il panno lenci bianco potete colorarlo di verde con un pennarello, dopodiché attaccarla al fiore (immagine 9. 10. 11.).


Torniamo alla croce.
Ritagliamo la sagoma della croce precedentemente preparata, iniziamo a cucire la croce in vari punti (immagine 12.)  per permettere di girarlo e quindi nascondere le cuciture.
Mano a mano aggiungiamo l'ovatta per imbottire la croce (immagine 13.)
Una volta riempita, terminiamo le cuciture (immagine 14.) ed ecco pronta la base (immagine 15.)



Aggiungere il velcro sotto i fiori e sulla croce.
Applicate i fiori o fateli applicare ai vostri figli.
Il lavoretto è pronto!


Come fiori potete anche crearli in modo diverso, ovvero ritagliando le forme dai panno lenci colorati e applicando sul retro il velcro.

Spero vi sia piaciuto, fateci vedere i vostri lavori.
A  novembre il prossimo tutorial!
Un abbraccio
Floriana e Cristina.

giovedì 25 ottobre 2018

Prayer Journal , un diario con Dio.



Dopo numerose richieste ho deciso di scrivere questo post riguardo il "Prayer Journal", spiegando in breve di cosa si tratta, a cosa serve e come iniziare.
Online si trovano molte informazioni ma sono prevalentemente in inglese per cui eccomi qui a spiegarvi tutto.
Alcune di voi hanno visto nel mio profilo un semplice diario a righe (quello che vedete nelle foto di questo post), dove a piè pagina sono presenti dei versetti della Bibbia in  inglese.
Ecco, quello è ciò che utilizzo io come prayer journal anche se purtroppo si trova solo in inglese ma è un buon allenamento cosi che ogni volta che scrivo, leggo il versetto e sotto scrivo la tradizione.

Che cosa è il "Prayer Journal"?
E' un semplice diario di preghiera dove poter annotare moltissime cose in modo da tenere traccia della nostra spiritualità nella vita quotidiana.
E' un modo per scrivere nero (o colorato) su bianco tutto ciò che è la nostra relazione con Dio e con gli altri nella fede ed è anche un modo per vedere eventuali progressi e cambiamenti che avvengono in noi nel corso degli anni.

A cosa serve?
Serve per moltissime cose e ora ecco un piccolo elenco per poter avere un'idea generale:
- Annotare preghiere che utilizziamo regolarmente o preghiere nuove.
- Annotare frasi di Santi che ci toccano o che ci colpiscono per poi poterle meditare successivamente.
- Annotare richieste di preghiera di altre persone cosi che non ci scordiamo, soprattutto se abbiamo numerosi impegni e allo stesso tempo molte persone per cui pregare.
- Annotare meditazioni di salmi o passi Biblici.
- Annotare riflessioni personali riguardo eventi o qualsiasi cosa riguardi la nostra fede.
- Annotare anche le proprie preoccupazioni, ciò che ci fa stare male o ci rende tristi affidandolo al Signore.
-Annotare tutto ciò che ci passa per la testa come se stessimo scrivendo a Dio.

Come iniziare?
Spesso l'idea ci elettrizza e ci piace talmente tanto che non iniziamo nemmeno.
Perchè?
Perchè vorremmo fare tutto alla perfezione, perchè non sappiamo se ciò che vogliamo scrivere è giusto o sbagliato, perchè abbiamo paura di scrivere ciò che sentiamo, perchè abbiamo paura che qualcuno lo possa leggere, perchè ci sentiamo ridicoli...
Sono tutti pensieri normali, leciti e soprattutto umani.
Ho scoperto questo dipo ti diario molti anni fa ma ho sempre appuntato tutto su fogli proprio per questa paura di sbagliare.
Beh, ci sono passata in prima persona da ognuna di queste affermazioni e anche ora spesso mi blocco.
Da quando ho acquistato questo diario ho iniziato a scrivere le prime tre preghiere dopo 4 mesi, per poi bloccarmi e riprendere dopo altri 9 mesi.
Proprio poco tempo fa ho riaperto il diario grazie al mio padre spirituale che mi ha consigliato di iniziare quando faccio le lodi al mattino. (un pò come la Lectio Divina)
Mi devo soffermare su un salmo, oppure sulla lettura breve e scrivere cosa mi trasmette meditandolo.
Alcune volte riscrivo solo un versetto, altre volte invece una mia riflessione.
Ecco, questo potrebbe essere un buon inizio, poi vedrete che piano piano arriverà da sola l'ispirazione e per questo vi consiglio sempre di pregare lo Spirito Santo prima di dedicarvi a questa attività.
In una piccola parte funziona come il "Bible Journalig" di cui vi ho parlato in un precedente articolo che trovate a questo link -->> "Bible Journaling".

Cosa utilizzare?
Potete utilizzare tutto ciò che volete, da un semplicissimo quaderno a righe o quadretti, ad un quaderno ad anelli dove potete anche mettere dei divisori per argomenti, cosa che vi sconsiglio; se in questo modo è più ordinato, di contro posso dire che è meno spontaneo.
Un'idea potrebbe essere lo scrivere a parte le richieste di preghiera delle altre persone potete aggiungere dei post-it all'interno della copertina magari con colori diversi in base al tipo di richiesta.
Se avete una richiesta molto importante per una persona terminale o in pericolo di vita, oppure se per qualcosa di più "leggero", (non che esistano richieste di serie A o di serie B ma è per una questione visiva) scatta nel nostro cervello il campanello del "ah, caspita, lei ne ha proprio bisogno, oggi ho poco tempo per cui lo dedico a pregare per lei, mentre per questa spero di farcela più tardi o stasera". (spero di essermi spiegata al meglio, questo è un metodo che ho provato ad utilizzare dopo vari tentativi)
Nel mio caso, ho acquistato un diario apposito su amazon (ai tempi era super scontato a circa 12€), è un diario normalissimo ma con copertina in finta pelle e un versetto biblico per ogni pagina.



Mi rendo conto che acquistare dei veri e propri prayer journal è decisamente dispendioso poichè costano molto, ed in realtà un semplice quaderno può avere la stessa funzione, solo che dovrete gestire voi cosa scrivere, per cui non vi metto link di acquisti perchè non lo ritengo opportuno.
Una cosa che ci tengo a dire, non utilizzate applicazioni per smartphone, è una cosa completamente diversa, si perde il contatto con la realtà rischiando di scrivere una lista della spesa anzichè un diario di preghiera.
Scrivere con le proprie mani magari utilizzando colori diversi in base a come ci sentiamo o a cosa vogliamo scrivere, sottolineare, aggiungere appunti, anche adesivi per enfatizzare un concetto...tutto questo è molto importante e una sterile applicazione toglie l'intimità che invece la carta crea.
Qui trovate una base in inglese -->> https://rachelwojo.com/onemorestep/freebies/
Qui altri stampabili ----> https://mothersniche.com/start-prayer-journal-meaningful-prayers-free-printables/


Vi metto al termine dell'articolo link per scaricare delle basi stampabili, inoltre vi consiglio un libro molto interessante di Flannery O'Connor che si intitola proprio "Diario di preghiera" dove trovate un suo prayer journal degli anni '40, un vero e proprio colloquio silenzioso con Dio.




Se avete domande o volete aggiungere qualcosa scriveteci!
Un abbraccio
Cristina.

venerdì 19 ottobre 2018

Itinerari di fede: Santuario di Monte Lussari




Per il secondo appuntamento con la Rubrica “Itinerari di Fede”, Giorgia vi parlerà del Monte Santo di Lussari – Tarvisio (UD).
Il Monte Lussari è un luogo davvero speciale sulle Alpi Giulie; il Santuario Sancta Maria in Excelsis è sacro a tre Nazioni, Italia, Slovenia, dove viene chiamato Svete Višarje, "Le sante alture"e all’Austria in tedesco Luschariberg.
Il Santuario viene chiamato “dei tre popoli” appunto per questo.

Io e mio marito Cosimo ci siamo saliti a piedi, percorrendo la “via del pellegrino” (via crucis) nel
Settembre 2016 in occasione dell’Anno della Misericordia, in questa occasione il Santuario era
diventato Porta Santa.
Siamo saliti per affidare il nostro imminente viaggio di nozze in India a Maria.
Sul Monte Santo si può salire anche con la Funivia ed è sempre bene controllare date e orario di
funzionamento sul sito (www.turismofvg.it) .

Secondo un'antica tradizione, nell'anno 1360 sul Lussari un pastore di Camporosso smarrì le sue
pecore, che ritrovò poco dopo inginocchiate attorno ad un cespuglio di pino mugo.
Con grande meraviglia egli si accorse che al centro del cespuglio si trovava la statuetta di una Madonna con Bambino.
Egli la prese, la portò a valle e la consegnò al Parroco di Camporosso.
La mattina seguente però la statua venne trovata nuovamente sul Lussari, sempre attorniata dalle pecore inginocchiate.
Tale episodio si ripeté ancora una volta.
Il Parroco quindi informò del fatto il Patriarca di Aquileia; questi ordinò che sul luogo in cui venne ritrovata la statua venisse costruita una cappella.

Della cappella originaria non vi sono più tracce; essa venne invece sostituita nel 1500 dal coro attuale, tutto in pietra, compresa la volta.
Nel 1760 la comunità dei fedeli Sloveni celebrò il 4° centenario del Santuario.
Nel 1807 un fulmine colpì e distrusse la parte lignea della chiesa: gli operosi fedeli la ricostruirono
però in breve, ampliandola.
Durante le due Guerre Mondiali la Statua della Madonna, fu ospitata sia dagli Austriaci, dagli Italiani e dagli Sloveni. Venne riportata nel Santuario ricostruito l’11 Ottobre 1945.
Nel 1960 venne celebrato il 6° centenario del Santuario. In tale occasione la chiesa venne restaurata e
vennero avviati molti lavori di ammodernamento alle case del Santuario.
L'opera di ristrutturazione più importante coincise però con il Giubileo del 2000.
Per tradizione il pellegrinaggio al Santuario inizia il 24 Giugno giorno di San Giovanni Battista e
termina con la prima Domenica di Ottobre.
Vi consiglio di visitare il sito www.lussari.eu per avere tutte le informazioni aggiornate quasi
quotidianamente.

COSA VEDERE
Usciti dal Santuario è molto bello passeggiare per il piccolissimo borgo costruito intorno alla piccola
chiesa.
Qui trovate, piccoli negozi ma sopratutto, ristorantini e osterie che offrono pranzi tipicamente
friulani! (Tutti consigliati)
A valle, vi consiglio una passeggiata nel centro di Tarvisio, e la visita alla chiesa centrale, SS. Pietro e
Paolo.
Se rimanete il fine settimana, potete fare un salto al di la delle Alpi e visitare la cittadina di Villach
(Dove abita Giorgia ndr) con la suo bellissimo Duomo intitolato a San. Giacomo e tappa del cammino di Santiago.

Da Villach si può salire sul Monte Dobrasch e ammirare la catena montuosa che unisce Austria, Italia e Slovenia.

DOVE MANGIARE
Come dicevo, sul Monte Lussari ci sono molti locali, tutti consigliati uno su tutti Locanda Al Convento, mentre a valle consigliamo la colazione o merenda austriaca (Jause) da DAWIT – 042863012.

Altri ristoranti:
Pizzeria Alpino – 04282524
Ristorante Alte Hutte - 0428 653515

DOVE DORMIRE (scelti in base ai voti degli utenti di 3 siti differenti)
• Hotel Raibl – 04282247
◦ prezzi a partire da 60 euro a notte a persona
• Hotel Haberl – 04282233
◦ prezzi a partire da 70 euro a notte a persona

Se avete Santuari e itinerari di fede da consigliare scrivete qui

lunedì 8 ottobre 2018

Recensione e Intervista a Debora Vezzani, "Come un Prodigio".




Questo articolo è opera di Maristella, una folle donna cattolica che dopo aver letto il libro "Come un prodigio", ha voluto condividere con tutti noi ciò che le ha trasmesso, oltre ad una meravigliosa chiacchierata direttamente con l'autrice, Debora Vezzani.

                                                             *******************
Un libro per chi si sente sepolto ma ha desiderio di rinascere, affranto e vorrebbe ritornare forte, spento e anela alla luce; libro autobiografico di una donna che racconta come Dio l'ha risollevata. 
Un Dio che rialza, un Dio risorto che l'ha risorta con Lui, che ha messo una croce al posto della pietra che lei aveva messo sulla sua vita: "La pietra rotola via e tu ricominci a vivere."

Debora Vezzani scrive la sua storia con un linguaggio semplice e chiaro; la storia della sua vita in cui Dio, come benevolo padre, la chiama per nome per lenire le afflizioni e risanare le ferite. 
Classe 1984, cantautrice e musicista, e' stata abbandonata alla nascita da una donna orfana anche lei, con gravi problemi di salute mentale, cresciuta e vissuta in istituti.
Nonostante i medici le consigliassero di abortire, ella disse di si' alla vita ed affido' la piccola Debora in adozione perche' potesse avere il dono di una famiglia, che lei stessa non aveva mai avuto.
Nel libro quindi racconta una serie di eventi scaturiti da varie scelte sbagliate che culminano con il fallimento del suo matrimonio con un uomo ateo; matrimonio riconosciuto poi nullo dalla Chiesa.

Debora racchiude in una canzone intitolata "Venticinque", la prima di una lunga serie, la forsennata ricerca della madre e della sua identita'; venticinque come gli anni che ha dovuto attendere prima di avere notizie su di lei.
"Io non so chi sono, non so cosa cerco, che cosa ho perso...cordone ombelicale che e' rimasto addosso e non si puo' staccare..."
Una ferita profonda quella dell'abbandono che solo Dio tramite la Chiesa ha saputo rimarginare.

Ad un certo punto, come un faro nel buio, come quando si dice"luce per i miei passi e' la Tua parola", ecco che si scorge la luce, fioca all'inizio, tramite il salmo 139 che Debora ha musicato per una coppia di amici al loro matrimonio, che recita: "Sei Tu che mi hai creato e tessuto nel seno di mia madre. Tu mi hai fatto come un prodigio..." 
Una canzone che ha parlato a tanti cuori stanchi e oppressi, riaccendendo la speranza in Dio.
Questo salmo le svela finalmente la vera immagine di Dio che aveva un progetto di amore per lei, sin dal seno materno; progetto di amore che non riguardava solo lei. 
Personalmente, infatti, la parte che ho preferito del libro e' stata l'incontro di Debora con il suo attuale marito, con il quale svolge attualmente un apostolato tramite il quale portano, attraverso la musica, la loro testimonianza di conversione. 
Due "casi impossibili" che, grazie allo zampino della Madre di Dio, si incontrano e diventano possibili. 
D'altronde lo aveva sentito la Vergine Maria stessa durante l'annunciazione, quell'incontro tanto inaspettato quanto straordinario, che "Nulla e' impossibile a Dio." E Lei stessa si era fidata. 
La storia di Debora e suo marito Jury e' una prova della bellezza delle opere di Dio e che Egli mai abbandona un suo figlio.

Dal racconto del loro fidanzamento e poi del matrimonio, fino all'arrivo del loro primo figlio, una escalation di eventi in cui si manifesta l'amore divino e non solo. Il libro poi termina con un piccolo regalo che Debora vuole fare al lettore, che riguarda la scoperta di un dono speciale.

Ho voluto contattare Debora per chiederle di rilasciare un'intervista a noi del gruppo "Stile di vita di una folle donna cattolica", facendole 3 domande.
Lei ha risposto con tanta gentilezza e onesta', nonostante i suoi mille impegni e per questo ne sono grata!

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INTERVISTA A DEBORA VEZZANI

1) Ciao cara! Nel tuo libro parli di come il Signore abbia stravolto la tua vita facendoti sentire come il suo prodigio in un momento della tua vita in cui ti sentivi una nullita'. Cosa diresti a tutte le donne che non si sentono un prodigio a causa delle difficolta' della vita, nonostante provino a seguire il Signore tramite la Chiesa?

D: Ciao Maristella! Il non sentirsi un prodigio oppure avere qualche difficolta' a crederlo, lo sperimento anche io. Sono tentazioni che il maligno ci mette in testa. 
Questa cosa l'ho vissuta tanto nella prima parte della mia vita: e' una delle mie ferite; e' una ferita che il maligno va a colpire tutt'ora, quando sono un po' debole e traballo un po', ecco che subito mi si insinua dentro. Credo che, nonostante cerchiamo di seguire la Chiesa come dici tu nella domanda, sia di vitale importanza, necessario ed urgente credere con tutto il cuore, il corpo, la mente, le forze, l'anima e con tutte noi stesse alla parola di Dio. 
Quando ci stacchiamo un attimino dalla parola di Dio, ecco che il maligno prende il sopravvento, e noi crediamo alle sue proposte e ci dice: "noi non valiamo niente e Dio e'cattivo." Io credo che sia necessario, fare un atto di volonta' e mettersi dei paletti non mettendo piu' in discussione per esempio, che Dio e' buono, che io sono un prodigio e che Dio e' morto per me; che tutto quello che ha fatto lo ha fatto per me, per amore, compreso dare la sua vita per me. Quindi per rimanere saldi nella fede e per non sbandare e non cedere agli inganni del demonio, e’ importantissimo avere dei paletti fermi che non vanno spostati a costo di qualunque cosa. Ci sono delle cose ferme che non vanno mai toccate e che bisogna dirsele anche quando il proprio cuore direbbe "non e' vero". 
Bisognerebbe farsi il post-it nel cuore e nei ragionamenti, con scritto: Dio e' buono, Egli mi ama, io sono un prodigio e un capolavoro, e gli altri possono dirmi quello che vogliono dalla mattina alla sera ma io sono un prodigio, figlia di Dio, costata il sangue di Cristo. 
 Il Nemico ci verra' sempre a colpire nelle nostre ferite, ma noi dobbiamo rimanere ancorati a Dio, ma non col sentimento, per cui oggi sento il Signore allora oggi gli credo, oppure oggi sono in un deserto terribile ed allora Dio non so neanche dove e', per cui oggi non sento Dio. No! Non mi devo far prendere dalle emozioni, ma tiro fuori il mio post-it: Dio e' buono ed io sono un capolavoro. Fermezza e perseveranza a credere anche quando nel nostro cuore non c'e' questo sentimento.

2) Un tema molto a cuore a tutte le mamme cattoliche e' la trasmissione della fede ai figli, soprattutto oggi giorno in cui la societa' secolarizzata propina distrazioni e distoglie dalla bellezza dell'essere cristiani. Cosa significa per te trasmettere la fede?

D: Non posso nascondere che trasmettere la fede per me ed oramai anche per mio marito, e' diventata la nostra vita; nel senso che siamo appunto impegnati in questo apostolato da quasi 4 anni, che ci ha completamente stravolto la vita, che ci porta in giro in tutta Italia, che ci fa incontrare tantissime persone e che ci fa godere dei meravigliosi frutti di Dio nella vita degli altri, attraverso questa opera di evangelizzazione. Quindi la trasmissione della fede per noi e' diventata la vita, pero' ecco questo modo di trasmettere la fede agli altri non lo avrei mai immaginato; mai avrei immaginato che il Signore mi chiedesse questo. Pero' devo fare un piccolo appunto: la trasmissione della fede non e' semplicemente questo apostolato che in questo caso specifico e' una missione, la trasmissione della fede è un dovere ma anche un onore, un qualcosa alla quale tutti noi battezzati siamo chiamati, ognuno con i propri mezzi, nel proprio modo, nel proprio mondo piccolo o grande che sia, e quindi e' una chiamata del cristiano, del battezzato, di tutti soprattutto in famiglia ai propri figli. Noi abbiamo un bambino, Emmanuele Maria, e credo che la migliore via di trasmissione della fede in famiglia sia l'esempio. Emmanuele e’ molto piccolo e non abbiamo iniziato a fare discorsi, perche' non parla nemmeno, pero' questi primi passi di trasmissione della fede che abbiamo fatto con lui, e che io consiglio a tutti, e' che gia' dalla gravidanza il bambino lo abbiamo consacrato al Cuore Immacolato di Maria. 
La trasmissione della fede oltre all'esempio ed al parlare e insegnare e raccontare ai figli credo che sia proprio un modo di vivere che gia' 2 fidanzati possono preparare come terreno appunto consacrando i futuri figli che Dio vorra' dare nel matrimonio. Consacrarli anche nel momento in cui una donna e' incinta. L'abbiamo rifatto questa consacrazione quando aspettavamo nostro figlio, lo abbiamo consacrato al cuore Immacolato di Maria ed alla Divina Volonta’. Credo che questa trasmissione di fede passi appunto per lo stile di vita e il preparare il terreno fin da subito, che siano due ragazzi appena fidanzati o appena sposati. Ora Emmanuele e' sempre a messa con noi e quando arrivera' il momento di trasmettere la fede nel senso di parlare e raccontare faremo anche questo passo, pero' ecco per ora credo sia importante comunque gia' immergere i propri figli nell'ambiente divino il piu' possibile.

3) Il gruppo "Stile di vita di una folle donna cattolica" e' ispirato alla vita quotidiana di noi donne cattoliche (non solo mamme) in cui la moda ne fa anche parte. Una donna cattolica, sebbene non abbia dei criteri precisi da seguire (non necessariamente) puo' seguire il suo buon senso nella scelta quotidiana del vestirsi, e si distingue pero' anche nella moda, nella cosiddetta moda modesta. Cosa ne pensi della moda e quale e' il tuo stile di vita? (a chi/cosa ti ispiri).

D: Io in realta' non ho un riferimento in chi o cosa mi ispiro. Cerco di essere una persona semplice; e' un po' nel mio stile di essere semplice anche perche' mi costa fatica il tirarmi e fare chissa' cosa. Anche ora col bambino e' davvero impegnativo trovare il tempo. Diciamo che prima della conversione ero molto piu' eccentrica, infatti questo e' testimoniato da alcuni video di canzoni precedenti, che ci sono su internet, da alcune foto che ci sono su Facebook, dove indossavo abiti scollati, gonne e i tacchi, col viso molto truccato. Credo che innanzitutto il pudore, la purezza, il buon gusto e il buon senso siano una cosa importante da proteggere. E' ovvio che ora non mi metterei mai delle cose scollate o delle gonne corte perche' saprei di andare a favore di un atteggiamento che innanzitutto ha l'intenzione di farmi vedere. Perche' una si mette la gonna corta? Per far vedere le gambe. Perche' si mette una scollatura? Per far vedere il decolte', il seno. Quindi l'intenzione e' che mi faccio vedere, l'intenzione e' di stare al centro, l'intenzione e' io io io. L'intenzione non e' la gloria di Dio ma e' di cercare la propria gloria, stima e interesse personale. Penso che ognuno dovrebbe cercare la gloria di Dio e non la gloria del proprio io. E in più c'e' l'aggravante che si inducono gli uomini a commettere pensieri non puri; quindi metto in pericolo di peccato anche gli altri. Io vedo che se una persona davvero cerca la glora di Dio e vuole cercare il nascondimento, che per una donna sposata con figli, non significa essere una suora di clausura, ma significa avere un atteggiamento umile (Per esempio io sono una cantante per cui posso vivere questa cosa in due modi: o con un atteggiamento di nascondimento o di esibizionismo). La prima parte della mia vita, era caratterizzata al mio voler essere sempre al centro dell'attenzione. Ora il mio obiettivo e' la gloria di Dio e certamente non vado vestita e truccata come se andassi a rimorchiare persone. Ovviamente ci sono tutte le sfumature di mezzo: cioe' non vuol dire che non bisogna truccarsi o non mettersi i tacchi pero' se tutto e’ fatto con modestia con purezza e nascondimento cioe' con un atteggiamento di non mettersi in mostra o con atteggiamento umile che non cerca gli sguardi e la propria gloria, si testimonia la presenza di Cristo anche in una bella donna ben vestita e ben curata. Perche' non e' che ci siano solo due opzioni cioe’ o siamo vestite da meretrici o da suore. No. Una cura di se' con dignita' e senza l'intenzione di esibirsi, e' una cosa buona. Se l’intenzione e’ la gloria di Dio ogni cosa viene da se': la scarpa viene da se', il trucco viene da se' e le scelte quando vado a comprare vengono da se', perche' io prima di ogni cosa metto Dio e non il mio io.

Spero di essere stata esaustiva. Un grande bacio a presto.
Debora Vezzani
(di Maristella Pignatelli Saraceno)

mercoledì 3 ottobre 2018

In Cucina con i Santi: San Francesco e i mostaccioli.



Per il primo appuntamento della rubrica "In cucina con i Santi, sarà Maria Elena a parlarci di una ricetta legata ad un Santo.

E' uno dei Santi piu' amati e conosciuti della tradizione cattolica, persino l'attuale Papa si e' ispirato a lui e ha scelto di portare il suo nome.
Avrete indovinato di chi stiamo parlando...proprio lui...''il poverello di Assisi'', San Francesco.

Ed e' con Santo Francesco di Assisi, patrono di Italia, che diamo inizio alla rubrica mensile ''in cucina con i Santi'', grazie alla quale scopriremo alcune delle ricette tipiche italiane legate ai festeggiamenti dei Santi Patroni.
Alcuni di queste ricette sono famose e vengono proposte, magari con alcune varianti, in tutta Italia, altre sono meno note e sono piu' strettamente legate a tradizioni regionali e locali.

La ricetta di cui ci occuperemo stavolta e' quella dei Mostaccioli di S. Francesco.

Questi biscotti non solo ci fanno commemorare il ''Giullare'' di Dio, ma ci fanno conoscere anche una ''folle donna cattolica'' sua contemporanea di nome Jacopa dei Settesoli, appartenente ad una nobile famiglia romana.

Tra Francesco e Jacopa esisteva un forte legame di amicizia spirituale, nata nel 1219 quando Francesco arrivo' a Roma per predicare, Jacopa de' Settesoli divento' prima una fedele seguace del Santo e fu' poi una collaboratrice talmente attiva e risoluta, da indurre Francesco a chiamarla affettuosamente Frata Jacopa.
L'amicizia con Jacopa ispiro' a Francesco la fondazione del ''Terzo ordine francescano dedicati ai laici''.
Fu durante la permanenza a Roma che Francesco assaggio' i mostaccioli preparati da Jacopa e li apprezzo' molto.
La loro amicizia durò fino alla morte del santo, avvenuta la notte fra il 3 e il 4 ottobre del 1226.
Giunto ormai alla fine dei suoi giorni, Francesco volle assolutamente vedere Jacopa, che accorse al capezzale portando proprio il dolce tanto caro al Santo: i mostaccioli.

Penserete che questo gesto sia davvero un po' folle... chi mai si presenterebbe davanti ad un morente con un dolcetto tra le mani?
E invece pensate un po' che fu proprio Francesco a chiederglielo mediante una lettera dettata ad un suo frate:
"A donna Jacopa, serva dell'Altissimo, frate Francesco, poverello di Cristo, augura salute nel Signore e comunione nello Spirito Santo. Sappi, carissima, che il Signore benedetto mi ha fatto la grazia di rivelarmi che è ormai prossima la fine della mia vita. Perciò, se vuoi trovarmi ancora vivo, appena ricevuta questa lettera, affrettati a venire a Santa Maria degli Angeli. Poiché se giungerai più tardi di sabato, non mi potrai vedere vivo. E porta con te un panno di colore cenerino per avvolgere il mio corpo e i ceri per la sepoltura. Ti prego anche di portarmi quei dolci, che tu eri solita darmi quando mi trovavo malato a Roma”.

Ecco quindi la ricetta dei mostaccioli:

Ingredienti:
300 grammi di farina bianca;
130 grammi di mandorle pelate;
100 grammi di nocciole;
2 cucchiaini di cannella in polvere;
200 grammi di zucchero;
100 grammi di miele;
50 ml di acqua tiepida.

Preparazione:

Iniziate con il tritare finemente le mandorle con le nocciole.
All’interno di una terrina mettete gli ingredienti e formate un impasto.
Fate rassodare per 30 minuti e poi realizzate dei bastoncini di circa 7-8 centimetri di lunghezza.
Cuocete poi a 150° C a forno statico per circa 15/20 minuti.

Buon appetito e buona preparazione alla festa di San Francesco e mandateci le vostre preparazioni!!!
Maria Elena.