mercoledì 13 maggio 2020

Moda modesta, idee per principianti e curiose.




Moda modesta o come viene etichettata dalle influencer... "Modest fashion", è una delle categorie di moda meno comprese ma allo stesso tempo, a mio avviso, più interessanti sul mercato.
Talmente interessanti che ci sono anche stilisti che hanno aggiunto alla loro collezione questa categoria.
Per questo ho pensato di scrivere qualcosa a riguardo con alcuni punti per principianti e altri per chi è scettica a riguardo.

Partiamo, in breve, dal significato di modestia:
- Moderazione, parsimonia
- Coscienza del limite delle proprie possibilità, 
- Seria e dignitosa compostezza, propria dell'abito e del portamento tradizionalmente attribuiti alla donna onesta, 
- Senso di misura, di sobrietà, di riservatezza, che si manifesta negli attinelle parole, nello stile di vita: agire, parlare, vestire.
Potrei continuare ma basta questo perchè ulteriori estensioni poco ci interessano.

Le parole che saltano all'occhio sono: moderazione, compostezza, sobrietà, riservatezza ovvero semplicemente le basi per la moda modesta.

Invece ecco alcuni falsi miti: 
- vestita da suora,
- abbigliamento castigato,
- donna imbruttita (magari pure con i baffi),
- abiti amish (con tutto il rispetto per loro),
- niente trucco.

Letta cosi... Da rabbrividire!!!! 
Perchè mai dovrei seguire questa moda se mi rende brutta???

Eh no !!! In realtà non funziona cosi!!!
Modesta non equivale a brutta, cosi come non equivale a suora o ad abiti sformati.
Modestia va tranquillamente di pari passo a femminilità (una femminilità diversa)!

Dobbiamo partire dal presupposto che non tutte vedono la modestia allo stesso modo e dopo alcuni anni di osservazione, ho catalogato 3 gruppi:
Il primo gruppo è quello tradizionale, "vecchio stampo" (passatemi il termine), più rigoroso ovvero quelle che mettono solo ed esclusivamente gonne e abiti sotto il ginocchio, rigorosamente accollati e con le maniche al gomito e non ammettono i pantaloni.
Il secondo gruppo comprende quelle che mettono anche le maniche corte e gonne al ginocchio oltre ai pantaloni ed è una via di mezzo tra le prime e le terze.
Il terzo gruppo comprende quelle che mettono prevalentemente jeans e magliette a maniche corte, ma che segue comunque delle regole in cui non mette in mostra parti del corpo (copre il lato B con maglie più lunghe, niente scollature, niente shorts, niente gonne sopra il ginocchio).

A mio avviso la regola universale da utilizzare è "Non giudicare", perchè se una decide di far parte del primo gruppo ha tutto il diritto di farlo, soprattutto non è una bigotta (che poi non ho mai capito come mai quest termine venga utilizzato quasi come offesa).
Se una fa parte del terzo gruppo non è una poco di buono!

Perchè dovrei seguire questo stile? 
Sono ancora in cammino per quanto riguarda questo tema per cui devo ancora migliorare dal lato pratico, all'inizio ero molto scettica, mi dicevo che se mettevo una gonna corta non ero una brutta persona, mostrare qualcosa non era nulla di che etc...e ovviamente non è una gonna corta o una scollatura che deve portare ad etichettare una persona.
In realtà è una cosa più interiore, nel senso che scoprendo la moda modesta ho scoperto anche il rispetto per il mio corpo e per me stessa in modo diverso, in senso più profondo.
Prima mostravo senza grossi problemi, pancia di fuori, gonne corte, shorts, canotte con spallina ultra sottile e scollate (che poi lì sopra ho poco da mostrare); con il tempo però certi commenti hanno iniziato ad infastidirmi.
Vuoi mettere poi la logica del mondo d'oggi del "più scopri e più sei popolare"??Instagram soprattutto insegna questo!

Con il tempo ho imparato che posso essere bella e femminile senza mettere in mostra il mio corpo, utilizzando gonne non corte ma fino al ginocchio (se mi abbasso evito di mostrare tutto), posso mettermi comunque dei tacchi (che odio), posso indossare magliette o camicette molto belle che non mettono in mostra il seno ma mi rendono sofisticata e femminile oppure se preferisco posso indossare un abbigliamento sportivo o più casual.
Cambiare il proprio abbigliamento deve partire da dentro, altrimenti non funziona, deve essere una scelta consapevole partendo dal presupposto che posso sempre essere bella e femminile ma capisco che non serve mostrare parti del corpo per esserlo.

Ecco alcuni esempi dalle più casual alle più eleganti:

 


Idee per principianti:

1. Fai un cambiamento GRADUALE!! Non passare dalle minigonne ai gonnelloni e camicie castigate altrimenti rischi di rimanere traumatizzata e non vuoi più riprovare rinunciando al volo!
2. Metti sul letto tutti i tuoi vestiti e prova a dividere quelli che secondo te non rientrano nella moda modesta e e quelli che potrebbero rientrarci, quelli che non rientrano cerca di capire perchè li hai acquistati e se puoi apporta delle modifiche (un esempio: camicia scollata? aggiungi sotto una canotta che copra il seno; se poi sai cucire allora è il top!)
3. Ami i jeans e non vuoi abbandonarli? Ok, basta abbinarli ad una canotta o camicia o maglietta che copra un po il lato B.
4. Fai ricerche online, hai presente Kate Middleton? Ecco, lei è un ottimo esempio di donna splendida nonostante segua la moda modesta, ma non è l'unica! Anche sul Red Carpet hanno sfilato attrici e modelle con abiti modesti senza però sminuire la loro bellezza.
5. Togliti dalla testa che modesta equivale a brutta, per cui non devi smettere di truccarti e tenerti in forma; puoi tranquillamente andare dall'estetista!

Ora qualche appunto per chi è più scettica o curiosa, giusto per dare una spiegazione del perchè alcuni capi non sono considerati modesti:

- Jeans: mettono in mostra le gambe ma soprattutto il lato B, quest'ultimo soprattutto andrebbe coperto, non castigato, per questo anche il jeans può diventare modesto semplicemente abbinando la cosa giusta sopra. ( utilizzo molto maxi maglie, camicette con la parte dietro più lunga etc, se ne trovano ovunque, le più belle le avevo trovate da ovs)
- Minigonna o micro abiti: questa è la categoria più "condannata", nasconde ben poco e soprattutto nel caso doveste abbassarvi o piegarvi per raccogliere qualcosa rischiate di mostrare tutto ai quattro venti.
Quando vi sedete inoltre si accorcia ulteriormente rischiando di passare il tempo a cercare di tirarla verso il basso per coprire. (ne mettevo un sacco, ne ho ancora nell'armadio ma non riuscirei più ad indossarle, mi è capitato a casa un paio di volte qualche anno fa ma con sotto dei leggins oppure possono essere allungate con della stoffa se sapete cucire)
- Shorts:  che differenza c'è spesso tra questi e delle mutande? quasi nulla, ed è questo il motivo per cui non sono modesti, mostrano tutto... non so come sia possibile far uscire di casa delle ragazzine con questo abbigliamento dove spesso si vede pure un po della chiappa.
- Leggins: non sono pantaloni, non sono pantaloni, non sono pantaloni... per cui NO se pensate possano essere utilizzati come pantaloni; SI, se li utilizzate come collant...
- Scollature:  perchè dovrei mostrare il seno a tutti?? Per mettermi in mostra e/o ricevere complimenti? No grazie... (che poi io non ne ho ma va beh)
Le scollature, se non esagerate, possono diventare comunque un problema nel momento in cui mi abbasso o piego per prendere qualcosa, per questo si può risolvere semplicemente con una canotta sotto, basta poco!
- Canotte con spalline sottili: anche queste mostrano e scoprono delle parti del corpo che potrebbero tranquillamente restare coperte, in questo caso spalle e schiena (vista la tipologia è normale).
Possono essere utilizzate sotto camicette come già detto e potete sostituirle con quelle con le spalline più larghe a metà tra canotta e manica corta.

Una cosa di cui dovete tenere conto è "come mi vesto per andare in Chiesa? Se andando in chiesa copro certe parti per rispetto, perchè non lo faccio al di fuori? (QUI articolo a tema)

D'estate è più difficile mantenere un abbigliamento modesto perchè fa caldo, ma in realtà è quasi più semplice e ne avevo già parlato QUI.
In casa tutto sommato ci si sente più libere, per cui si tende a seguire meno queste "regole" ma una volta compreso che per essere più fresche non serve essere più svestite vedrete che andrà decisamente meglio.
Nelle giornate più calde capita all'inizio di indossare anche pantaloncini corti ma basta tenere sempre a portata di mano una gonna da indossare nel caso dovesse arrivare qualcuno (corriere, postino etc..).
Avevo anche pensato alle bambine? Ecco QUI un altro articolo dove ne ho parlato.

Per quanto riguarda i costumi e la spiaggia???
Ve ne parlerò prossimamente in un articolo!!!
Un abbraccio!!!

domenica 10 maggio 2020

L'essere mamma, alla faccia della quarantena.



"Cercate di infondere nei cuori dei vostri figli l'amore per la casa.
Fate in modo che desiderino ardentemente stare con la propria famiglia.
Molti peccati si potrebbero evitare se la nostra gente amasse davvero la propria casa"
Madre Teresa di Calcutta.

Ho trovato questa citazione stamattina, probabilmente diventerà un quadretto da tenere appeso in casa perchè ogni volta che sono arrabbiata o troppo nervosa, possa ricordarmi quale sia il mio obiettivo.
Siamo in quarantena, ok... si... siamo nella fase 2, ma pur sempre in quarantena per cui in casa e può essere un'occasione per infondere nei cuori dei nostri figli l'amore per la casa.

Oggi festeggiamo la festa della mamma, non tutti avranno la fortuna di avere con sè i propri figli per festeggiare ma può essere una bella occasione per ricordare la prima festa della mamma...
10 anni fa chiesi a Maria la grazia, il dono di diventare madre quando ancora la conversione era leggera, ai primi passi, senza grosse aspettative ma sotto sotto con una specie di sfida.
Tre giorni dopo scoprii di essere in attesa della mia prima figlia ma non collegai il test positivo a quella richiesta poichè fatta solo tre giorni prima... ma alla fine Lei sapeva già, sicuramente conosceva ciò che avrei chiesto molto prima che lo facessi.
La data della nascita di Giorgia era prevista per il 30 aprile, con la speranza di un bell'anticipo ma aveva altri piani dato che alla fine nacque il 9 maggio (almeno ho evitato l'induzione per pochissimi giorni).
Nel 2010 il 9 maggio era proprio il giorno della festa della mamma.
Quale regalo migliore avrei potuto ricevere se non il dono della maternità!!
Diventare madre il giorno della festa della mamma, nel mese dedicato a Maria, colei a cui ho chiesto questo dono..
Lei, la mamma per eccellenza, colei che ho sempre sentito vicina soprattutto quando una madre pensavo di non averla più...
Possono dire e farci credere qualsiasi cosa, ma l'assenza di una madre complica le cose, di parecchio.
Si impara a farne a meno, per me è stato cosi, nonostante ora sia presente, ma se ho qualche problema o qualcosa che non va, prego Maria, la mia certezza... mi basta un "Mamma aiutami... tu sai..".

Ai tempi del Covid, essere madre è un po' più complesso perchè non bastano tutte le varie incombenze, si aggiunge anche la DAD e diventa veramente un'impresa titanica per tutti soprattutto se hanno lezioni che si sovrappongono, una rete ballerina e tutto il resto da fare.
Ho impostato un sacco di routine, ce ne fosse una che viene rispettata... nemmeno mezza!!! Sto seriamente mettendo in dubbio il mio spirito organizzativo da planner inside!!
Per cui ora devo riprovare a chiamare in campo il mio super potere speciale, lo Spirito Santo (ve ne avevo parlato QUI), lo avevo lasciato tranquillo per un po', ma senza pare che alcune cose non funzionino correttamente.

Sono una madre che ha più aspettative verso se stessa che verso i propri figli, che al minimo errore loro si fa mille autocritiche personali "perchè non riesco a fargli capire quella cosa.. cosa sto sbagliando..." poi per carità, i miei cari figlioli di sgridate se ne prendono in grosse dosi, ma dopo quelle penso a cosa sto sbagliando io...
Ora che stiamo passando h24 insieme da 2 mesi e mezzo, la cosa è  decisamente amplificata.
Una delle frasi più gettonate è "se volete fregarmi, vi è capitata la mamma sbagliata!!" per poi avere in risposta un bel "ma come hai fatto!!!!" scioccato perchè capisco subito che intenzioni hanno...
Questa cosa li fa sorridere e li inquieta allo stesso tempo... e la cosa invece a me fa ridere un sacco ma posso solo ringraziare la "me" che ha fatto un sacco di cavolate alla loro età, ho semplicemente immagazzinato tutto...ma non ditelo a nessuno! shhhhh!!!
Sono severa, rigida, intransigente.... nell'educazione non ammetto sgarri, ma ogni tanto so anche giocare con loro, farli ridere, farli divertire, farli sentire speciali ma soprattutto difenderli quando serve e allora li esce il mio lato super protettivo con corazza indistruttibile e divento un bulldozer..

Essere mamma non è una cosa che ti possono insegnare, puoi chiedere consigli ma ognuna è unica, ognuna ha un'attitudine diversa dall'altra, ha una sensibilità diversa, un sentire diverso, per questo nessuna dovrebbe sentirsi in difetto rispetto ad altre mamme, nemmeno rispetto alla propria.
Essere madre è una grazia, indipendentemente da come lo si diventa, non ci devono essere distinzioni tra chi partorisce e chi decide di adottare, mettere prima di tutto il bene dei propri figli anche a suon di "cazziatoni" (da noi si intende sgridate, non è una parolaccia) è la strategia vincente insieme all'affidarli (per come affidarli lo trovate QUI).
Auguri a tutte le mamme, sempre a testa alta, perchè siete speciali e perchè lassù qualcuno è sempre pronto a supportarvi.
Un abbraccio.

martedì 5 maggio 2020

Tristezza, l'ottavo vizio capitale.



«Gioia e pace, conversione della vita, tempo e luogo per una vera penitenza, grazia e consolazione dello Spirito Santo, perseveranza nel fare il bene doni a noi il Signore onnipotente (Gaudium cum pace tribuat nobis Dominus omnipotens)» 


Ultimamente cito spesso nei vari post Evagrio Pontico, per molti sconosciuto e onestamente lo era anche per me fino a poco tempo fa.
Evagrio era un monaco vissuto nella metà del 300 d.C, divenuto tale dopo una febbre di origine divina che guarì solo dopo aver promesso l'abbandono della sua vita un po' troppo libertina per diventare monaco.
La cosa che mi ha colpita è che dobbiamo a lui la classificazione dei 7 vizi o peccati capitali (voi lo sapevate? eh, io no!), definiti da lui "pensieri" o "spiriti della cattiveria", oltre ad essere stato l'ispiratore dell'esicaismo..
Ora però mi soffermo sui vizi capitali perchè in realtà Evagrio non li aveva classificati come 7, bensì 8 e avevano qualche diversità rispetto a quelli attuali.
Non sono stati stravolti ma c'è stata qualche modifica tra cui l'assenza dell'invidia ma l'aggiunta di "vanagloria" e uno che non mi aspettavo... la "tristezza"!
In sintesi: gola, lussuria, avarizia, ira, tristezza, accidia, vanagloria e superbia, gli otto vizi grosso modo della tradizione spirituale e morale greca.
Evagrio li suddivide in tre strati da 3+3+2 ovvero: gola-lussuria-avarizia (al piano inferiore), ira-tristezza-accidia (il secondo strato), vanagloria-superbia (il terzo strato).
San Giovanni Cassiano invece li semplifica con due raggruppamenti;
il primo è formato da: 
gola-lussuria-avarizia-ira-tristezza-accidia (vizi del corpo); 
il secondo da: vanagloria-superbia (vizi dell'anima).
La lista attuale invece risale a qualche tempo dopo, per la precisione a Gregorio Magno, (Papa dal 590 al 604). 
Da quello che ho letto, le modifiche fino ad arrivare al settenario della tradizione latina fanno della tristezza una parte dell'accidia o viceversa, mentre la vanagloria risulta essere un aspetto della superbia, e viene introdotta l'invidia. 
Beh, diciamo che hanno accorpato due vizi per evitare di essere ripetitivi e aggiunto l'invidia che tutto sommato va a braccetto con la vanagloria.

Lasciare la tristezza non sarebbe stato cosi male, probabilmente sarebbe stato utile per cancellare quel (triste) luogo comune secondo cui i cattolici sono tristi, brutti e sfigati.. quando in realtà siamo gioiosi, bellissimi, simpatici e brilliamo della luce di Cristo.
Battute a parte.... in realtà San Tommaso d'Aquino aveva fatto qualche obiezione in merito perchè secondo lui la tristezza poteva avere cause psicofisiche per cui non volute, il che lo rendeva un vizio capitale opinabile.
L'apostolo Paolo invece da alla tristezza due origini per cui ci vuole un certo discernimento, una "tristezza secondo il mondo" viziosa e "una secondo Dio" virtuosa (2Cor 7,10)

"Perché la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza, del quale non c'è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte."

Direi che Paolo è stato molto sintetico ma si comprende molto bene ciò che intende dire e soprattutto la differenza tra i due tipi di tristezza.
Diciamo che Evagrio non era uno sprovveduto e aveva giustamente considerato la suddivisione facendo anch'esso una buona analisi della situazione stilando un elenco di situazioni che rendono perfettamente l'idea che la tristezza debba far parte dei vizi capitali.
(La versione completa la trovate un po ovunque)

"Il monaco triste non conosce la letizia spirituale, come colui che ha una forte febbre non avverte il sapore del miele. Il monaco triste non saprà muovere la mente verso la contemplazione né sgorga da lui una preghiera pura: la tristezza è un impedimento per ogni bene"

Annebbia, fa perdere lucidità, oscura la verità e ciò che conta veramente, la tristezza è un impedimento per ogni bene.
Essa può far parte della vita delle persone, credo sia quasi inevitabile per innumerevoli motivi, il principale riguarda il fatto che siamo umani ma il punto fondamentale è discernere!
Capire quando questa sta prendendo il sopravvento e ci sta dominando.. il peccato è farsi dominare, permetterle di diventare un pensiero persistente.

Ricordo quando ho visto per la prima volta il film "Inside out" e c'erano Gioia e Tristezza, il quel caso si vedono le grosse differenze tra loro, soprattutto Tristezza fa quasi sorridere ma solo dopo pensi a quanto sia invece parte di molti avvenimenti della nostra vita..
Quando tocca una palla con un bel ricordo Riley cambia umore e in quel ricordo trova qualcosa di negativo e si rattrista nonostante fosse qualcosa di bello, invece quando Gioia vuole recuperare la situazione tocca la sfera e tutto cambia, la prospettiva cambia.
Quando la tristezza ci tocca, anche nelle cose belle vediamo qualcosa di negativo, per questo va gestita... come?
Con la preghiera! Eh si, rispondo sempre allo stesso modo, è la medicina per tutti i mali ma ovviamente dobbiamo metterci pure del nostro.. se hai un'allergia alimentare puoi pure prendere il digestivo ma se continui a mangiare ciò che non puoi di certo non ti passerà il dolore allo stomaco e immancabilmente tornerà... il trucco è modificare lo stile di vita.

Ho trovato un esempio molto terra terra che mi ha aiutata a comprendere meglio cosa può fare la tristezza e cosa può compromettere. 
L'ho semplificato perchè cosi come l'ho trovato, per capirlo, l'ho dovuto rileggere svariate volte..

Immaginate di andare a messa, avevate pianificato la solita routine ma inaspettatamente vi ritrovate in una messa cantata, più lunga del previsto e iniziate a pensare "ah, non finisce più... pensavo non fosse cantata, a saperlo sarei andata altrove..." e rimuginate, vi guardate in giro... cercate di seguire ma notate solo che la messa è più lunga e non come al solito..
Ecco, quella tristezza che arriva, è quella da cacciare.. quella che rende un'azione di gioia e di salvezza (l'andare a messa) qualcosa per cui il sentimento che prevale e tutt'altro... 
Esempio banale ma che rende bene l'idea, in questo caso la tristezza non è dovuta a cause psicosomatiche ma a un qualcosa che ci fa sminuire la gioia che dovremmo vivere in quella situazione.

Nel momento in cui la tristezza deriva da un qualcosa che non abbiamo ("vorrei tanto quel vestito"), non possiamo avere ("vorrei andare ad ascoltare quella catechesi ma è troppo lontana"), da un torto subito ("aveva detto che mi avrebbe aiutata invece non lo ha fatto"), gelosia ("tizia ha un sorriso più bello")...  oppure avete presente quando pensate che quella persona sta meglio di voi, ha più follower, più interazioni, più visibilità.. quando vi soffermate su ciò che sarebbe potuto essere ma non è stato??
E' lì che quel sentimento ci annebbia e non ci fa vedere la bellezza di quello che abbiamo ("beh, questo vecchio vestito non è cosi brutto"), possiamo avere ("cercherò qualche catechesi da ascoltare online"), facciamo ("ah, forse posso essere utile a.."), siamo ("ecco, con questo rossetto sembro più solare") perchè di gioia dentro ne abbiamo veramente tanta (ricordate la canzone di chiesa "Io ho una gioia nel cuore"?) dobbiamo solo imparare a vedere la tristezza come Evagrio ovvero come uno spirito cattivo che non viene da Dio, cosi forse ne staremmo molto alla larga...
L'unica tristezza "buona" è quella citata da Paolo "la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza".
Per essere cattolica oggi bisogna anche essere un po' folle, talmente folle da non omologarsi al pensiero comune che la tristezza sia una cosa con cui convivere perchè lo fanno in molti, (state bene attente che la tristezza e la depressione sono due cose ben diverse) e come dice Evagrio:

"Ma colui che disprezza i piaceri del mondo non sarà turbato dai cattivi pensieri della tristezza."

Il trucco è quello di fare un buon uso di questa tristezza in modo che diventi segno concreto della speranza teologale: mi spiego meglio...dovete fare in modo che diventi quella «tristezza secondo Dio» citata da Paolo che trasforma il rimorso in valutazione, la valutazione in contrizione, la contrizione in pentimento con il fine di essere nella gioia del perdono di Dio.
Vedrete che quella tristezza si muterà in gioia, spirituale e interiore.
Gioite!!!!!
Un abbraccio